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IGNORED

Le piastre da 120 grana del 1834


Risposte migliori

4 ore fa, Raff82 dice:

Ciao a tutti, 

Altra piastra della mia raccolta, diritto e rovescio senza nessuna punteggiatura, unico punto quello presente tra la G e 120.

Un saluto Raffaele. 

Screenshot_20210707_171643.jpg

Screenshot_20210707_171620.jpg

Grande Raffaè! Le trentaquattrenni ,come dicevi tu,hanno un fascino particolare?

Anche questa è una bella variante,oltre che bella monetazza.

Sta patinando che è  na bellezza?

Salutoni

Modificato da caravelle82
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10 ore fa, caravelle82 dice:

Grande Raffaè! Le trentaquattrenni ,come dicevi tu,hanno un fascino particolare?

Anche questa è una bella variante,oltre che bella monetazza.

Sta patinando che è  na bellezza?

Salutoni

Buon giorno a tutti, 

Grazie Riccardo, le 34enni hanno una marcia in più ?

Un saluto Raffaele. 

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Inviato (modificato)
12 ore fa, Litra68 dice:

Buonasera a tutti, Raffaele la tua passione per le 34nni è innegabile. ? 

Come non essere d'accordo, questo millesimo è tra quelli che può riservano sorprese, ogni volta che le guardi noti qualcosa di diverso, per carità non sono grandi scoperte Numismatiche ma comunque per gli appassionati sono piacevoli da osservare. 

Ho ritagliato una parte della tua moneta, trovo simpatici i piedini delle N che sono entrambi ribattuto o sbaglio ? 

Saluti 

Alberto 

16256831960500.png

Ciao @Litra68, si ho una grande passione per le 34,ogni volta che ne trovo una è sempre una domanda continua, nel caso della piastra in oggetto mi sono chiesto come mai ci sia stata la volontà di non incidere nessun punto nelle abbreviazioni e nemmeno dopo il numerale ll 

Un saluto Raffaele. 

Modificato da Raff82
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L'ho scritto di fretta, in questo momento, quindi quello che ho scritto, spero si comprende è proprio quello che intendo lasciare come messaggio. Ovviamente non mi allontano dalla discussione, infatti l'ho fatto proprio qui a questo proposito, senza pensarci su.

> alle pagine 321 - 322 e 323 del Manuale che ho anche avuto premura di fare dei ritagli, per chi non avesse il volume, ci sono tante, ma tante risposte, ai centinaia di quesiti, domande, risposte a cavolo che leggo spesso; ma se poi, ribadisco, non si ha volgia di leggere e scrivere la prima cosa che ci passa per la testa, il risultato sarà sempre insoddisfacente.....ed ho utilizzato un parola nella normalità....per non scrivere dell'altro....del tipo "l'asino vola".

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Modificato da Rex Neap
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E' scritto e noto questo >

L’effige e lo stemma (non completati e perfezionati) erano le prime due operazioni immesse sul conio; solo dopo questo iniziale procedimento si provvedeva all’incisione di legende, ornamenti, data, valore e di tutti gli altri piccoli particolari; in pratica questi venivano aggiunti in un secondo tempo, con altri punzoni oppure a mano libera; questo metodo operando, per non perdere i dettagli nel momento in cui il punzone freddo e temperato veniva battuto nel conio di acciaio reso in quel momento caldo e stemperato; il risultato di queste operazioni aggiuntive ha dato origine a numerosissime differenze tra una moneta ed un’altra variando quindi le posizioni delle legende, delle date, del valore, la spaziatura tra le lettere e gli intervalli tra le parole; anche i caratteri utilizzati erano spesso diversi da altri e venivano usati in modo promiscuo, senza contare della punteggiatura, quasi sempre trascurata e apposta in modo irregolare; quelle innumerevoli vanno registrate soprattutto nella composizione dello stemma borbonico (imprecisione araldica), non da meno anche quelli accaduti nei tagli delle monete e sul bordo.

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Ma chi nei locali della R. Zecca svolgeva queste successive operazioni ?; sia al dritto che al rovescio, ad eccezione dell’effige e dello stemma, tutto il lavoro come la composizione della legenda al dritto ed al rovescio, la data del dritto, il valore, non sempre veniva personalmente fatto in prima persona dall’incisore del rovescio; questi lavori, non impegnativi e di secondaria importanza, sotto un profilo artistico, venivano effettuati dall’aiutante che suppliva, e dal personale identificato come “alunno”. Riguardo questi ultimi, e dei quali negli anni a seguire (almeno tra il 1835 ed il 1859) non si conoscono ancora ad oggi, alcuni altri nominativi, ritengo che questi hanno assunto un ruolo non poco trascurabile rapportato a queste successive operazioni sulle monete stesse ed è a loro che vanno attribuite le centinaia di varianti generate in questo periodo della monetazione di Napoli. Il regolamento all’art. 6 enunciava i compiti che i ragazzi dovevano assumere, ma fu molto vago: “gli alunni si occuperanno dei bozzi e dei disegni sotto l’ispezione del Direttore e si istruiranno a bolino presso quegli incisori che il Direttore stesso crederà di assegnare loro”; ma a cosa effettivamente si dedicarono? quali i compiti loro assegnati per imparare ad operare di cesello? prima di arrivare ad essere “bravi artisti incisori” occorreva formarli e credo che queste mansioni da semplicistiche operazioni siano state le incombenze che assunsero i ragazzi nei locali della zecca nella produzione dei coni. A questa domanda che mi sono sottoposto, ho fornito anche un’interpretazione logica, soprattutto visionando una elevatissima quantità di monete e fornendo una spiegazione a quelli che effettivamente considero degli errori involontari, casuali, provocati proprio dalla loro inesperienza di apprendisti; essendo dei giovani in fase di addestramento non sempre la precisione e la sicurezza della mano fu un risultato apprezzabile; logicamente essendo queste delle attività di secondaria importanza, non veniva data un’eccessiva rilevanza alle imperfezioni occorse durante le operazioni di punzonatura (punteggiatura compresa).

Modificato da Reficul
Rimosso testo inutile e polemico
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Quello che ho scritto stasera, non è stato per niente premeditato, sono entrato nel Forum per leggere un Msg privato che mi era arrivato l'avviso sul cell., poi ho letto la discussione.....ed eccoci qui.

Buona serata a tutta la Sezione.

PM

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Sono qui anche stamane per rispondere a un Sms privato, quindi approfitto:

Come mai, se vi siete mai chiesti (e se a qualcuno gli è mai venuto il dubbio) nella monetazione di Francesco I non ci sono errori araldici ? imperfezioni, errori...e punteggiature corrette ? tranne un paio di casi della Piastra del 1825 e nel Tornese stessa data?

La risposta è semplice, basta leggere, capire e fare 1+1

Sono tutte conclusioni, queste e tantissime altre e di argomenti svariati, a cui leggendo e studiando, ci sono arrivato almeno 10 anni trascorsi.

Modificato da Rex Neap
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Buongiorno a tutti, io sono uno di quelle persone che non riesce a fissare le cose, sono a volte piuttosto ripetitivo, di quelli che chiede  almeno due volte  la stessa cosa. 

Una volta da ragazzo mi sono prodigato in calcoli matematici per arrivare a determinare la distanza dalla Terra alla Luna, salvo poi leggere la soluzione che era già scritta. ? 

Io non farei un dramma se diciamo e ridiciamo le stesse cose, ho visto la Sezione ferma per un bel po' di tempo. @Rex Neap ho apprezzato la tua condivisione, ma non sono d'accordo sul fatto che stiamo arrivando alla frutta, è vero che molto è già scritto, molto già si sa e basta leggere, ma allora quale sarebbe lo scopo della Sezione? Credo che il confronto sia sempre utile. 

Saluti 

Alberto 

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Dimenticavo: quando avete finito di leggere tutti questi bollettini di cui vi indico un link, arrivate si e no al 10% della conoscenza di questa monetazione, ma non disperate avete una vita ancora davanti ?......l'importante e cominciare e non persistere.

http://www.ilportaledelsud.org/bollettini.htm

OPS...forse qui sono di più e anche ordinati per data >

http://www.socnumit.org/page_46.html

 

Modificato da Rex Neap
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Mi permetto di aggiungere un link al mio blog, che riprende la pubblicazione di "Appunti di Numismatica Italiana", edito nella collana editoriale IL TORNESE da me diretta, edita dalla stessa casa editrice D'amico edizioni che ha pubblicato sia il libro di Mario Pin che alcuni di Pietro Magliocca, tra cui il manuale delle monete di Napoli :

https://storianumismatica.wordpress.com/2019/04/10/il-regno-di-sicilia-capovolto-o-cancellato-punizione-imposta-dal-re/

 

Le aquile (meglio:LO STEMMA DI SICILIA/ARAGONA non solo le aquile)  hanno qui, secondo il mio studio, una motivazione ben precisa. 

Non sono un frequentatore assiduo del forum,ahimè il tempo è tiranno,  ma sono un lettore attento delle discussioni. 

Un saluto a tutti. 

Modificato da rastan
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10 minuti fa, rastan dice:

Mi permetto di aggiungere un link al mio blog, che riprende la pubblicazione di "Appunti di Numismatica Italiana", edito nella collana editoriale IL TORNESE da me diretta, edita dalla stessa casa editrice D'amico edizioni che ha pubblicato sia il libro di Mario Pin che alcuni di Pietro Magliocca, tra cui il manuale delle monete di Napoli :

https://storianumismatica.wordpress.com/2019/04/10/il-regno-di-sicilia-capovolto-o-cancellato-punizione-imposta-dal-re/

 

Le aquile (meglio:LO STEMMA DI SICILIA/ARAGONA non solo le aquile)  hanno qui, secondo il mio studio, una motivazione ben precisa. 

Non sono un frequentatore assiduo del forum,ahimè il tempo è tiranno,  ma sono un lettore attento delle discussioni. 

Un saluto a tutti. 

Salve @rastan,

Grazie per aver postato il link...studio moooooolto interessante! 

Grazie ancora. 

Un saluto Raffaele. 

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1 ora fa, rastan dice:

Mi permetto di aggiungere un link al mio blog, che riprende la pubblicazione di "Appunti di Numismatica Italiana", edito nella collana editoriale IL TORNESE da me diretta, edita dalla stessa casa editrice D'amico edizioni che ha pubblicato sia il libro di Mario Pin che alcuni di Pietro Magliocca, tra cui il manuale delle monete di Napoli :

https://storianumismatica.wordpress.com/2019/04/10/il-regno-di-sicilia-capovolto-o-cancellato-punizione-imposta-dal-re/

 

Le aquile (meglio:LO STEMMA DI SICILIA/ARAGONA non solo le aquile)  hanno qui, secondo il mio studio, una motivazione ben precisa. 

Non sono un frequentatore assiduo del forum,ahimè il tempo è tiranno,  ma sono un lettore attento delle discussioni. 

Un saluto a tutti. 

Ciao @rastan, qui però ci discostiamo e di molto perchè come argomento specifico (cioè andare ad osservare dettagli e coni di una tale evidenza che non possono essere classificati come errori), dall'affermazione letta al post 105.

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Il 8/7/2021 alle 08:55, Raff82 dice:

Ciao @Litra68, si ho una grande passione per le 34,ogni volta che ne trovo una è sempre una domanda continua, nel caso della piastra in oggetto mi sono chiesto come mai ci sia stata la volontà di non incidere nessun punto nelle abbreviazioni e nemmeno dopo il numerale ll 

Un saluto Raffaele. 

Con l'istituzione del Gabinetto d'Incisione e la nascita della scuola per incisori, per questi tipi di errori, non c'è stata mai alcuna volontà di crearli, erano e sono semplicemnete dei "falli".

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9 minuti fa, Rex Neap dice:

Con l'istituzione del Gabinetto d'Incisione e la nascita della scuola per incisori, per questi tipi di errori, non c'è stata mai alcuna volontà di crearli, erano e sono semplicemnete dei "falli".

Proprio perché in zecca c'erano persone di elevata caratura penso che non siano state semplici "falli"....

Screenshot_20210708_084950.jpg

Magari la fretta? Ma la fretta crea altro 

Modificato da Raff82
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23 ore fa, Raff82 dice:

Proprio perché in zecca c'erano persone di elevata caratura penso che non siano state semplici "falli"....

Screenshot_20210708_084950.jpg

Magari la fretta? Ma la fretta crea altro 

Quei nomi di cui hai fatto il ritaglio, erano Maestri, non semplici alunni e/o aiutanti. Erano coloro i quali istruivano i ragazzi, erano "professori" Raff82. Questi preparavano i coni solo nella loro parte principale, alcuni solo dritti, alcuni solo rovesci.....e basta (spesso venivano utilizzati anche sempre gli stessi), tutto il lavoro secondario era affidato agli Alunni. In quegli anni questi nominativi che leggi, avevano altro da fare in zecca, cose molto, molto più importanti, come ad esempio la preparazione dei coni delle medaglie, lavori quest'ultimi che richiedavano alcuni mesi di preparazione. Con Ferdinando II di Borbone (tenuto conto dell'espansione industriale e commerciale in atto), era la Medaglia a farla da padrona in zecca e non le monete. Aveve mai riscontrato un punto, una virgola o qualsiasi banale errore sulle Medaglie ? ve lo dico io.....MAI. Con esse e quelle che rappresentavano, e tutt'oggi rappresentano, si rendeva noto e pubblica la potenza economica del Regno borbonico.

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Questi erano professori, che non controllavano a questo punto quello che facevano gli alunni, (solo a me allora il professore menava scappaccioni quando sbagliavo a scrivere l italiano corretto o i verbi), e quindi uscivano questi "falli". Quindi a questo punto sono tutti "falli"? Tranne che la 34 aquile rovesciate, le 10,11,13 torrette sono falli, la 34 FERDINANDAS, per restare in tema delle 34...ma se sono falli come mai nei cataloghi sono riportate varianti? 

23 ore fa, Rex Neap dice:

Quei nomi di cui hai fatto il ritaglio, erano Maestri, non semplici alunni e/o aiutanti. Erano coloro i quali istruivano i ragazzi, erano "professori" Raff82. Questi preparavano i coni solo nella loro parte principale, alcuni solo dritti, alcuni solo rovesci.....e basta (spesso venivano utilizzati anche sempre gli stessi), tutto il lavoro secondario era affidato agli Alunni. In quegli anni questi nominativi che leggi, avevano altro da fare in zecca, cose molto, molto più importanti, come ad esempio la preparazione dei coni delle medaglie, lavori quest'ultimi che richiedavano alcuni mesi di preparazione. Con Ferdinando II di Borbone (tenuto conto dell'espansione industriale e commerciale in atto), era la Medaglia a farla da padrona in zecca e non le monete. Aveve mai riscontrato un punto, una virgola o qualsiasi banale errore sulle Medaglie ? ve lo dico io.....MAI. Con esse e quelle che rappresentavano, e tutt'oggi rappresentano, si rendeva noto e pubblica la potenza economica del Regno borbonico.

 

Modificato da Reficul
Rimossi riferimenti ad altri commenti editati
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24 minuti fa, Raff82 dice:

No, nessuna insistenza ci mancherebbe altro... Figuriamoci se voglio insistere o convincere qualcuno....ricapitolando giusto per capire.... 

Questi erano professori, che non controllavano a questo punto quello che facevano gli alunni, (solo a me allora il professore menava scappaccioni quando sbagliavo a scrivere l italiano corretto o i verbi), e quindi uscivano questi "falli". Quindi a questo punto sono tutti "falli"? Tranne che la 34 aquile rovesciate, le 10,11,13 torrette sono falli, la 34 FERDINANDAS, per restare in tema delle 34...ma se sono falli come mai nei cataloghi sono riportate varianti? 

 

Li lasciavano liberi per quelle cose, poi nel mio volume c'è scritto del perchè, molti anzi tantissimi sono irrilevanti, altri no, perchè comunque trattasi di falli quasi unici e quindi degni di essere riportati come varianti. L'esempio sono le lettere inverti e alcuni altri.....tutti gli altri rientrano nella normalità, perchè documentata...quindi non bisogna inventarsi nulla Trattamento a parte, invece, cioè sotto osservazione, sono state messi gli errori (sicuramante non volontari) per altri tipi di coni, come ad esempio le aquile rovesciate e l'utilizzo di lettere al posta di altre. Questi ultime hanno meritato un attenzione particolare, perchè anche ripetute nel tempo....e non si è mai creduti che accadessero accidentalmente. Tieni comunque conto però, faccio un esempio lampante, che sia il d'Incerti che il Traina e anche altri studiosi, si sono messi lì a catalogare tutti i falli, di tutte le monete (Piastre) di cui sono venuti a conoscenza, perchè anche queste possono rientrare in una forma di collezionismo, ma non hanno mai scritto che furono errori VOLONTARI. Invece, di contro, mi è sempre risultato strano (e sono stato il primo ad evidenziarli), del come mai in nessuno di questi lavori, si siano mai accorti delle Aquile rovesciate e/o dell'utilizzo di una lettera invece dell'altra.

@rastan ieri ha elencato un suo studio dove ha nel dettaglio cercato di comprendere, rappresentare e rafforzare che le Aquile rovesciate non sono state messe lì per errore.

Modificato da Rex Neap
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Ritornando a cosa facessero i Maestri.....se date una letta a questi due Bollettini (dove ho scritto con l'amico Di Rauso), vi renderete conto che questi fabbricavano solo ed esclusivamente  coni di Medaglie. Se non vado errato ci voleva, per prepararlo, un conio, dai 5 mesi a salire, alcuni anche anni....e se guardate nei due bolettini quante medaglie hanno prodotto, e vi fate due conti, le persone che ha elencato Raff, stavano anche la notte a lavorare.

https://www.panorama-numismatico.com/bollettino-del-circolo-numismatico-partenopeo/

http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/in-libreria-bollettino-del-circolo-numismatico-napoletano-n-2/

Modificato da Rex Neap
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Questo è un documento, un passaggio negli scritti, noto e stranoto almeno ai più addentrati nella monetazione dei Borbone; è vero quello che è scritto, ma come detto prima alcuni coni non completati (appositamente) erano sempre quelli come il caso del rovescio, definito nel documento “Antico” (e poi venivano riempiti senza avere grossomodo alcun disegno alla perfezione da seguire, intendo nello stemma del Portogallo). Ma per i dritti? bene, l’effige nel corso degli anni venne modificata/cambiata partendo da una giovane, una intermedia, una adulta. Qui siamo in un’epoca tarda, con Luigi Arnaud e Scipione Catenacci. Non tutti o quasi nessuno conosce che l’effige giovane venne prodotta dal padre di Scipione, cioè l’illustre Vincenzo Catenacci, quella intermedia da Andrea Cariello e per finire quella adulta da Luigi figlio del ben noto Achille. Quando si parla di ritratto del Re si parla dell’effige adulta; ora tenuto conto che i falli sono comparsi da prima, appare evidente che questi segni d’impressione (S) non sono i falli che venivano originati dagli alunni, ma un qualcosa di più sostanzioso come potrebbero essere le Aquile Capovolte, le A al posto delle V ecc. ecc.  anche perché, i falli sono a centinaia/migliaia e non esigui tali da poter identificare un determinato conio.

Modificato da Reficul
Editata la parte polemica non utile alla discussione
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18 ore fa, Rex Neap dice:

Questo è un documento, un passaggio negli scritti, noto e stranoto almeno ai più addentrati nella monetazione dei Borbone; è vero quello che è scritto, ma come detto prima alcuni coni non completati (appositamente) erano sempre quelli come il caso del rovescio, definito nel documento “Antico” (e poi venivano riempiti senza avere grossomodo alcun disegno alla perfezione da seguire, intendo nello stemma del Portogallo). Ma per i dritti? bene, l’effige nel corso degli anni venne modificata/cambiata partendo da una giovane, una intermedia, una adulta. Qui siamo in un’epoca tarda, con Luigi Arnaud e Scipione Catenacci. Non tutti o quasi nessuno conosce che l’effige giovane venne prodotta dal padre di Scipione, cioè l’illustre Vincenzo Catenacci, quella intermedia da Andrea Cariello e per finire quella adulta da Luigi figlio del ben noto Achille. Quando si parla di ritratto del Re si parla dell’effige adulta; ora tenuto conto che i falli sono comparsi da prima, appare evidente che questi segni d’impressione (S) non sono i falli che venivano originati dagli alunni, ma un qualcosa di più sostanzioso come potrebbero essere le Aquile Capovolte, le A al posto delle V ecc. ecc.  anche perché, i falli sono a centinaia/migliaia e non esigui tali da poter identificare un determinato conio.

 

Ma guardi che anche io ritengo parte delle varianti note frutto di errore. Pensavo di essere stato chiaro nel mio post. 

Solo che non le considero tutte frutto di errore, specie alla luce del documento che ho postato che, pur se noto e stranoto come lei afferma, non viene mai citato stranamente e, sempre a mio avviso, meritava appieno di essere riportato in questa discussione dove ormai l'interesse si era focalizzato sull'origine di tali varianti. Mi sono permesso quindi di manifestare la mia opinione. 

Lei poi definisce il documento come appartenente ad un'epoca tarda ma vorrei sottolineare che esso non è frutto di un ordine diretto alla zecca quindi non può essere utilizzato per una datazione post quem ma va riferito ad altri fatti, indubbiamente posteriori al 1834, da cui però emerge l'ovvia e precedente usanza in zecca di apporre segni particolari e segreti.

Non credo ci sia altro da aggiungere.

Modificato da Reficul
Rimossa la parte del testo che fa riferimento a contenuto di altro topic editato
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Scusate, vorrei un chiarimento da parte di qualche esperto che mi possa rispondere.

Normalmente quando si parla di errore si fa sempre riferimento a qualcosa di involontario.

Parlare di un errore volontario, mi sembra una contraddizione in termini, se vi è il dolo non si può parlare di errore...

Oppure mi sbaglio?

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