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6 Mariengroschen di Georg Ludwig di Brunswick-Lüneburg 1713


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Buongiorno a tutti, ho il desiderio di presentarvi il mio ultimo acquisto sulla baia (negozio fisico di Lipsia); è una moneta per me assolutamente interessante pur essendo di scarso valore venale (parlo di meno di 20 € spedizione compresa) e nemmeno in stato di conservazione ottimale dato che presenta alcuni colpetti, ma ciò ai miei occhi la rende ancora più interessante in quanto 'vissuta' (il mio target non sono le FDC et similia, anzi).

In realtà la ho comprata perché sul dritto c'è raffigurato Sant'Andrea e ciò per me ovviamente rappresenta qualcosa; la maggior parte delle notizie che troverete di seguito le ho recuperate con un po' di pazienza, prevalentemente da Wikipedia e da internet e le ho assemblate per offrire un panorama quanto più esaustivo su questa moneta.

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La legenda al D/ reca "SANCTUS ANDREAS REVIVISCENS", ovvero "S. ANDREA CHE RIACQUISTA VITA"

In esergo al D/ vi è riportato "1/6" e si riferisce a un sesto di tallero (il peso della moneta è 3,2 g, il diametro 22 mm)

La legenda al R/ reca "GEORG : LUD : D G D BR & L S R I AR TH & EL", ovvero "GEORG LUDWIG PER GRAZIA DI DIO DUCA DI BRUNSWICK & LÜNEBURG ARCITESORIERE DEL SACRO ROMANO IMPERO & ELETTORE [di Hannover]"

Al centro di R/ è riportato il valore "VI MARIEN GROSCH:" e "FEIN SILB:" ovvero "ARGENTO FINO"

 

Il sovrano emittente

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Giorgio Ludovico di Hannover, asceso al trono col nome di Giorgio I di Gran Bretagna (Osnabrück, 28 maggio 1660 – Osnabrück, 11 giugno 1727), è stato elettore di Hannover del Sacro romano Impero dal 23 gennaio 1698 sino alla sua morte e re di Gran Bretagna e d'Irlanda dal 01 agosto 1714 sino alla sua morte.

Nato in Germania, ereditò molte terre della Bassa Sassonia e i suoi domini si espansero notevolmente, a seguito di lunghe guerre di successione. All'età di 54 anni divenne il primo re inglese appartenente alla Casa di Hannover. Nonostante fossero molti gli aspiranti al trono più vicini alla regina precedente, Anna, sua madre Sofia venne designata come legittima continuatrice della dinastia dall'Act of Settlement del 1701, vista la sua fede protestante. Salì quindi al trono Giorgio.

I Giacobiti (un movimento politico legittimista nato nel XVII secolo, che sostenne la restaurazione del casato degli Stuart al trono di Inghilterra e Scozia) cercarono di deporre più volte Giorgio per mettere al suo posto Giacomo Francesco Edoardo Stuart, figlio cattolico di Giacomo II, ma non vi riuscirono mai. Verso la fine del suo regno a tenere le redini del potere fu il Primo Ministro Sir Robert Walpole. Giorgio morì durante uno dei frequenti viaggi compiuti nella sua amata terra natia di Hannover, nel 1727.

Giorgio I non fu mai popolare tra i suoi sudditi. Molti inglesi, tra cui la nobildonna e scrittrice Mary Wortley Montagu, lo credevano poco intelligente, sulla base del fatto che era freddo e impacciato in pubblico. Si diceva anche che non parlasse inglese. Ciò era vero prima di diventare re d'Inghilterra e nei primi anni del suo regno, ma i documenti provano che in seguito diventò in grado di capire, parlare e scrivere l'inglese. Oltre al tedesco, sua lingua madre, parlava perfettamente il francese, conosceva bene il latino e aveva alcune conoscenze dell'italiano e dell'olandese.

 

La Zecca

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La Zecca di Clausthal-Zellerfeld fu un'importante istituzione tedesca per coniare monete e operò dal 1617 al 1849. Aveva sede a Clausthal (Harz), dove l'estrazione dell'Alto Harz produceva notevoli quantità di argento.

Due incendi e alcuni cambiamenti organizzativi nella produzione delle monete possono essere utilizzati per definire tre periodi operativi (1617-1674, 1674-1725, 1727-1849).

Nel primo periodo l'edificio della zecca è indicato come Claushof; le monete venivano coniate utilizzando tecniche tradizionali di coniatura a martello. Il Claushof bruciò nel 1674.

Gli edifici del secondo periodo furono costruiti sul sito dell'ex Claushof; dal 1674 la coniazione avvenne per mezzo di un meccanismo a spinta (bilancere) acquistato da Celle; nel 1717/18 l'edificio fu ampliato per poter predisporre ulteriori bilanceri. Il 26 marzo 1725 scoppiò un altro incendio a Clausthal che distrusse in gran parte il secondo impianto.

Il corpo principale della zecca del terzo periodo fu costruito sulla sede dell'impianto bruciato; le ultime monete furono coniate a Clausthal il 17 giugno 1849.

I signori che hanno fatto battere moneta dalla zecca hanno incluso i duchi di Brunswick-Lüneburg, gli Elettori di Hannover e il re Geronimo Bonaparte di Westphalen.

 

L'autore della moneta: HCB - Heinrich Christoph Bonhorst

Heinrich Christoph Bonhorst (anche: Heinrich Christian Bonhorst) nacque nel 1683 a Clausthal e fu sepolto l'8 aprile 1725 o il 17 maggio 1725); fu un maestro di zecca e direttore di zecca tedesco.

Era figlio del maestro di zecca e direttore di zecca della Zecca di Clausthal Heinrich Bonhorst.

Dopo una petizione di suo padre a Georg Ludwig, Elettore di Hannover il 27 aprile 1701, Heinrich Christoph Bonhorst poté lavorare come aggiunto di suo padre presso la Zecca di Clausthal il 27 luglio 1702.

Il 27 luglio 1707, l'elettore nominò Bonhorst come un vero aggiunto, compreso il diritto alla carica di maestro di zecca; ora lavorava anche come vicedirettore della zecca.

Dopo la morte violenta di suo padre nell'ottobre 1711 (ucciso a colpi di arma da fuoco da sconosciuti), Heinrich Christoph Bonhorst lavorò come direttore della zecca di Clausthal per un decennio dal 26 aprile 1712.

Alcune delle sue monete portano il monogramma HC - B o B , simile a quello di suo padre.

Bonhorst morì nel 1725, poco dopo il devastante incendio nell'edificio della zecca. Christian Philipp Spangenberg è stato il suo successore.

 

Il Mariengroschen

Alla dieta di Augusta del 1566 venne deciso di assumere una nuova moneta, chiamata Reichstaler ("tallero dell'impero") quale nuova moneta imperiale, ma il contenuto d'argento della lega monetaria venne in qualche modo ridotto rispetto alle precedenti emissioni di monete simili: il titolo infatti scese a 888,89 ‰.

La convenzione di Lipsia fissò il Reichsthaler come una moneta contenente 1/9 di marco di Colonia come peso di argento fino: esso aveva quindi un peso calcolato medio di 25.984 g. Il Reichstaler ebbe da subito un'ampia diffusione in tutto il territorio del Sacro Romano Impero e venne coniato in grandi quantità data anche l'ampia disponibilità della materia prima di cui era costituito, l'argento; in particolare la Germania settentrionale prese a modello il guldiner tirolese a partire dal 1559.

I vari Stati tedeschi che facevano parte dell'Impero emisero dei Reichsthaler parallelamente alle loro monete divisionali, armonizzandolo con queste ultime a prescindere dal tipo di moneta divisionale utilizzata.

Il grave problema che si protrasse per tutta la storia dei talleri tedeschi fino al XIX secolo fu il costante deterioramento delle monete. Esperti "tosatori" di monete, infatti, limavano ripetutamente i talleri esistenti in circolazione per propri fini, riducendo così sensibilmente il contenuto di metallo prezioso presente nelle monete in circolazione, le quali non corrispondevano più quindi al valore effettivo della moneta nominale. In un momento storico in cui il contenuto di metallo prezioso di una moneta era decisivo per il suo valore effettivo, ciò significava una costante deterioramento delle monete, soprattutto di quelle in argento più piccole come kreutzer e schilling. Inizialmente il Reichstaler venne stabilito in valore per 68 kreutzer, che ad ogni modo crebbero poco dopo a 72. I contemporanei si lamentavano continuamente di un fenomeno che divenne noto come "crescita del tallero".

Quando la produzione d'argento delle miniere nel Sacro Romano Impero diminuì in modo significativo nel corso del XVII secolo, molti stati iniziarono a coniare solo piccole sezioni di tallero (1/2, 1/4, 1/8 ecc.) e non più i talleri interi veri e propri. Il posto delle grandi monete d'argento venne assunto sempre più da monete straniere corrispondenti, in particolare dagli scudi d'argento francesi di cui gli stati tedeschi si appropriarono sempre più a partire dalla prima metà del XVIII secolo, apponendovi sopra delle contromarche. Questa situazione che rischiava di sfuggire di mano anche a livello diplomatico oltre che a livello economico, impose la riduzione del quantitativo di argento contenuto nel Reichstaler per sopperire a questa mancanza di materia prima.

Per finanziare le spese sostenute per la guerra dei sette anni, alcuni stati (ed in particolare la Prussia di Federico II) emisero dei talleri con un valore d'argento sempre più povero (vedi Ephraimiten) che giungeva sino a 1/3 del metallo contenuto. La situazione si normalizzò in qualche modo solo dopo la fine della guerra.

A partire dal 1750, inoltre, il Konventionstaler (che conteneva un 1/10 di marco di argento) sostituì sempre più come standard monetario il Reichstaler.

Nella maggior parte degli stati che usavano il Reichsthaler come unità di conto, era suddiviso in 288 Pfennig, con denominazioni intermedie come il Groschen (o Gutegroschen), dal valore di 12 Pfennig (1/24 del Reichstaler), ed il Mariengroschen, dal valore di 8 Pfennig (1/32 del Reichstaler).

 

 

 

 

 

 

 

 

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