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Vir clarissimus


VALTERI

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Così Martino "in nome di Dio visdominus" , in veste di testimone alla stesura di un testamento, definisce il testatore, Totone da Campione .

Nato verso il 750 a Campione "nel territorio del Seprio" e vissutovi fin verso l'807, Totone è membro di una importante e ricca famiglia di Longobardi : l'8 Marzo 777, in Milano, rende nelle mani di Tommaso, arcivescovo di S. Ambrogio, il proprio testamento con il quale nomina erede del suo intero patrimonio e possedimenti, l'arcidiocesi di Milano .

Degne di nota, la disposizione con la quale Totone vincola la propria residenza in Campione alla trasformazione in xenodochio (ospizio per poveri) ed il lascito con il quale, a tutti i suoi servi ed ancelle (schiavi) da emancipare come aldii (semi-liberi) , lega un solido pro-capite .

L'effetto a lungo termine del testamento di Totone, sarà la trasformazione di Campione in feudo dell'arcidiocesi di Milano, poi riconosciuto nei secoli successivi come entità giurisdizionale autonoma anche dal Sacro Romano Impero .

Con il testamento di Totone sono pervenuti anche un insieme di documenti del suo gruppo familiare che datano dal 721 al 877 : 22 carte, 14  relative ad azioni dei membri del clan familiare (721 - 799) ed 8 riferite alla gestione della chiesa di famiglia, di S. Zeno in Campione .

L'esordio del testamento con "regnante il signore nostro Carlo  vir excellentissimus re in Italia" , dice dell'importanza delle carte dei 'Totonidi' per meglio conoscere e ragionare sul particolare periodo altomedievale che vede la transizione dal regno dei Longobardi al regno di Carlo magno in Italia .

I solidi in lascito da Totone ai  servi emancipati, in monete correnti, potrebbero essere stati ancora in tremissi d'oro longobarde magari di Desiderio, o forse già nei nuovi denari d'argento di Carlo magno, essendo, verso l'800, monetati in Italia i soli solidi longobardi del lontano principato di Benevento e circolanti i soli solidi dell'ancor più lontana Costantinopoli .

 

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Ottima domanda, secondo me gli aldii furono liquidati, vista a data di morte di Totone, in denari argentei. 

Tremissi di Desiderio neanche a parlarne, da tempo ormai tesaurizzati o rifusi. 

Più interessante l'ipotesi tremissi di Carlo Rex longobardorum, probabilmente Totone ne avrà anche avuti ma sicuramente gli eredi non li avranno dati ai servi liberati, optando per l'equivalente in argento. 

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Dal manuale di Biaggi, magari un poco vecchio (1992), i tremissi di Carlo magno censiti, sono di sole 6 zecche ed estremamente rari, almeno per quanto pervenutici, dunque magari anche scarsamente prodotti .

Poichè i 'Totonidi' , dal post 1 " sembrano (ma questa è un'ipotesi da verificare) in possesso di denaro contante attraverso il quale possono esercitare l'attività di prestatori " , chissà che, a solo una ventina di anni dalla calata dei Franchi, non potessero avere in cassaforte un buon tesoretto di vecchi tremissi e/o di buoni solidi bizantini ?

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Sicuramente avendo mantenuto una posizione di prestigio anche sotto Carlomagno i Totonidi traghettarono il loro patrimonio dall' "amministrazione" di Desiderio a quella franca e certamente possedevano oro monetato longobardo e franco ma la "quaestio" era: con quale pezzatura furono liquidati i servi liberati? Ammettendo che tutto si sia svolto secondo le ultime volontà di Totone se io fossi stato uno dei discendenti avrei preferito pagare in argento piuttosto che con l'equivalente in oro, sempre che i denari carolingi fossero già disponibili sul territorio cosa che ritengo probabile. 

Modificato da Adelchi66
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Possiamo ben immaginare @Adelchi66 che Totone legando 1 solido, ne intendesse l'importo come moneta di conto e non come moneta reale .

Il pagamento in moneta corrente, presumibilmente da eseguirsi dall'arcidiocesi di Milano (unica erede), ove puntualmente corrisposto, concordo possa essere stato più facilmente  in nuovi denari d'argento carolingi .

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Aggiungo alcuni dati, a quanto pare le "foemine" della famiglia avevano e mantennero un ruolo di rilievo nell'amministrazione del patrimonio, oltre ai dati di archivio, lo si desume dai reperti superstiti del corredo di alcune tombe violate ab antiquo in San Zenone a Campione d'Italia, tra cui un anello che definirei ,forse esagerando, "sigillare" comunque simbolo di status elevato e di potere. 

 

 

 

 

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