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Inviato

Immagino che più di qualcuno che frequenta questo Forum legga la rivista Archeologia Viva.

Nel numero di gennaio-febbraio 2021 vi è un articolo a firma di tale Armando Bramanti titolato Covid-19 e pestilenze nel mondo antico.

Al posto della consueta abbreviazione a,C. della locuzione avanti Cristo, usata quale sistema di datazione temporale, si usa l'abbreviazione a.e.c. sciolta come avanti era comune.

Che ne pensate? Io lo ritengo un atto di revisionismo stupido.

 

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Inviato

Concordo: un revisionismo stupido e senza senso. Una sorta di "politicamente corretto" che va molto di moda ultimamente.


Inviato (modificato)

È già buona che non abbiano calcolato gli anni dall'Egira. 

Mala tempora currunt. 

Modificato da Adelchi66

Inviato
2 ore fa, Adelchi66 dice:

Mala tempora currunt. 

Sed peiora parantur.......

Leggo che sui documenti anziché padre e madre si citeranno i "genitori". (per non scontentare una categoria di persone oggi molto di moda).  Il genitore e colui che ti ha generato....qualcosa non quadra.

 


Inviato
12 ore fa, chievolan dice:

Che ne pensate? Io lo ritengo un atto di revisionismo stupido.

Certamente.....si incomincia con queste stupidaggini e poi si finisce con il negare anche i dati oggettivi.

 

6 ore fa, Adelchi66 dice:

già buona che non abbiano calcolato gli anni dall'Egira. 

Non sono all'altezza, semmai potrebbero calcolare avanti o dopo Grande Fratello.

 

3 ore fa, fagiolino dice:

Leggo che sui documenti anziché padre e madre si citeranno i "genitori". (per non scontentare una categoria di persone oggi molto di moda).  Il genitore e colui che ti ha generato....qualcosa non quadra.

Condivido ma meglio parlarne in Agorà. 


Inviato
13 ore fa, fagiolino dice:

Sed peiora parantur.......

Leggo che sui documenti anziché padre e madre si citeranno i "genitori". (per non scontentare una categoria di persone oggi molto di moda).  Il genitore e colui che ti ha generato....qualcosa non quadra.

 

Giusto ...

La parola Padre deriva da una radice che indica l'atto di proteggere e nutrire. La parola Madre ha una radice che indica la capacità di mettere ordine.

Genitore è invece colui che genera, procrea.

E' la stupidità ed ignoranza che porta ad escludere due termini che nella loro semantica sono perfetti per indicare coloro che allevano, proteggono, educano, nutrono un bambino, per sostituirlo con termini che nella loro origine indicano solo la procreazione. E' l'esatto contrario di ciò che si vorrebbe fare ed intendere.

 

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  • 3 settimane dopo...
Inviato
Il 16/1/2021 alle 01:42, chievolan dice:

Che ne pensate? Io lo ritengo un atto di revisionismo stupido.

Semplicemente usa una locuzione invece che un'altra, dov'è il revisionismo? Se ti dà tanto fastidio, cancella "a.e.c." e scrivi "a.c." e tutti sono contenti. L'autore ha semplicemente, per i suoi motivi, scelto una locuzione invece che un'altra. Personalmente lo trovo un dettaglio insignificante, un sistema di datazione vale l'altro. 

Il 16/1/2021 alle 05:52, simonesrt dice:

Una sorta di "politicamente corretto" che va molto di moda ultimamente.

Se anche fosse, rimane un dettaglio insignificante su cui concentrarsi. L'autore ha il diritto di usare il sistema di datazione che preferisce e senza conoscere le ragioni di tale scelta non si può giudicare la sua scelta come "revisionismo stupido e senza senso ". Magari è solo abitudine presa durante lo studio, che ne sai?

Il 16/1/2021 alle 13:50, ARES III dice:

Certamente.....si incomincia con queste stupidaggini e poi si finisce con il negare anche i dati oggettivi. 

 Non seguo il filo logico (ammesso che ci sia). Come si passa da "queste stupidaggini" (immagino usare un sistema di datazione alternativo a "avanti/dopo cristo") a "negare anche i dati oggettivi"? 

Il 16/1/2021 alle 13:50, ARES III dice:

Non sono all'altezza, semmai potrebbero calcolare avanti o dopo Grande Fratello.

Chi non è all'altezza? Dov'è il soggetto? Intendi l'autore? Allora, se riusci a dire con tanta sicurezza che "non sono all'altezza", sono sicuro che c'è dietro una solida conoscenza dell'autore per fare un'affermazione simile.

Il 17/1/2021 alle 00:31, chievolan dice:

E' la stupidità ed ignoranza che porta ad escludere due termini che nella loro semantica sono perfetti per indicare coloro che allevano, proteggono, educano, nutrono un bambino.

La stupidità ed ignoranza è non capire che si usa "genitore" per poter avere un termine neutro e sufficientemente generale. Se un bambino è cresciuto dai nonni? Si chiama la nonna "madre" e il nonno "padre"? E sui documenti come si indicano? "Nonna" o "Madre"? "Nonno" o "Padre"? Non c'è niente di ideologico dietro, è una questione di semplificare la burocrazia in casi particolari, tra i quali, E NON SOLO, bambini cresciuti da coppie LGBT. Però concordo sul termine "genitore" essere inadatto, per me si dovrebbe scrivere "tutore".


Supporter
Inviato
2 ore fa, Myrddin Wyllt dice:

Semplicemente usa una locuzione invece che un'altra, dov'è il revisionismo? Se ti dà tanto fastidio, cancella "a.e.c." e scrivi "a.c." e tutti sono contenti. L'autore ha semplicemente, per i suoi motivi, scelto una locuzione invece che un'altra. Personalmente lo trovo un dettaglio insignificante, un sistema di datazione vale l'altro. 

Buonasera. Partiamo subito col dire che quando ci si iscrive ad un forum sarebbe buona norma presentarsi e solo dopo iniziare a partecipare a delle discussioni. Quindi, perché non ci racconta chi è, cosa colleziona, cosa l’ha spinta ad iscriversi, ecc.?

Chiusa la parentesi, a mio avviso è errato mettere a.e.c. anziché a.C. Lei lo considera un dettaglio insignificante e trascurabile. Io, invece, lo considero un grave errore concettuale.
In qualunque ambito, che sia Storia, medicina, chimica, numismatica, fisica o matematica, esistono delle sigle, delle locuzioni; una nomenclatura precisa e universalmente accettata che dev’essere necessariamente rispettata. Si tratta di convenzioni che non possono essere ignorate perché uno è abituato a fare di testa sua. Significa che si è abituato male e deve correggersi, perché il resto del mondo usa un sistema collaudato nell’arco di secoli. Le formule matematiche sono universali, così come lo è la tavola periodica degli elementi. Se il potassio è segnato con la K non è che io, per fare l’alternativo, posso usare la Q. Per questo, si deve usare a.C. e non a.e.c. Non ci sono scuse. 

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Inviato

@Myrddin Wyllt vista la tua reazione accalorata presumo tu conosca bene l'autore del trafiletto in questione, o magari sei tu stesso la persona che ha usato l'acronimo incriminato, comunque se così fosse saresti pregato di spiegare le motivazioni di tale scelta, poi disquisiremo.

Saluti 

Adelchi 


Inviato

@Myrddin Wyllt penso che i tuoi commenti si qualifichino da soli. Attaccare tutti lascia il dubbio che tu abbia un interesse di parte. Cosa può essere se non revisionismo utilizzare a.e.c. anziché A.C.? E definirlo sciocco è pure poco. Come tuo primo post in un forum di numismatica non è male come presentazione. Aspettiamo altri importanti contributi. 


Inviato

Entrata ad effetto @Myrddin Wyllt , complimenti!

I miei esimi colleghi hanno già detto tutto: la forma è anche sostanza, se si vuole quindi modificare qualcosa si deve essere anche all'altezza di poterla giustificare questa modifica, non basta dire da oggi facciamo in quest'altro modo.

Poi nello specifico scrissi in risposta ad un'altra osservazione

Il 16/1/2021 alle 13:50, ARES III dice:
Il 16/1/2021 alle 07:33, Adelchi66 dice:

già buona che non abbiano calcolato gli anni dall'Egira. 

Non sono all'altezza, semmai potrebbero calcolare avanti o dopo Grande Fratello.

Quindi il dubbio mi viene: 

9 ore fa, Myrddin Wyllt dice:

Chi non è all'altezza? Dov'è il soggetto? Intendi l'autore? Allora, se riusci a dire con tanta sicurezza che "non sono all'altezza", sono sicuro che c'è dietro una solida conoscenza dell'autore per fare un'affermazione simile.

E chi è lei per dirmi che non conosco l'autore? Forse ho mai negato da qualche parte la conoscenza dell'autore?

Da per assodato che tutti coloro che conosco il signore in questione debbano avere di lui una stima e fiducia incrollabile: stiamo vaneggiando o è una questione di orgoglio? Non credo che tutti coloro con cui ho avuto modo di rapportarmi lavorativamente parlando debbano per forza essere rimasti colpiti in modo positivo, e questo vale per tutti.

Comunque mi hanno colpito le sue osservazioni, negativamente si intende, quindi stia tranquillo che in caso di una prossima discussione mi esprimeró in tal proposito sulla base delle sue affermazioni.

PS: dai toni è molto abile quindi credo, ma mi posso sbagliare, di escludere la possibilità di un troll.

Vedremo poi nel prosieguo.


Inviato (modificato)

Dal momento che il nickname Myrddin Wyllt , alias Merlino il selvaggio in un dialetto celtico, mi sembrava di averlo già sentito , ma non ricordo bene dove e quando, sono andato a fare una brevissima ricerca (assai imperfetta ma ci si deve accontentare per il momento).

Ed ecco: questo Merlino appare nel poema epico Vita Merlini di Geoffrey of Monmouth  composto tra il 1148 e il 1150 d.C. ed è diverso dal Merlino di arturiana memoria: dovrebbe infatti basarsi su un personaggio storico vissuto in Gran Bretagna nel VI secolo. L'autore narra che Merlino era nato intorno al 540 d.C. , aveva una sorella gemella di nome Gwendydd e venne colto da pazzia dopo una battaglia a tal punto che si ritirò nei boschi a vivere con gli animali. Come il Merlino arturiano, Myrrdin aveva il dono della chiaroveggenza ed aveva previsto che sarebbe morto cadendo e annegando. 

Non so bene cosa c'entri un personaggio a metà strada tra il folklore celtico e il medioevo gallese con un giovane studioso palermitano orientalista (tra l'altro coetaneo), ma un filo conduttore dovrebbe pur esserci.

Che ne pensate @Adelchi66 @chievolan @lorluke @simonesrt @fagiolino ?

Qualche collegamento ?

Modificato da ARES III

Supporter
Inviato (modificato)
2 ore fa, ARES III dice:

Non so bene cosa c'entri un personaggio a metà strada tra il folklore celtico e il medioevo gallese con un giovane studioso palermitano orientalista (tra l'altro coetaneo), ma un filo conduttore dovrebbe pur esserci.

Che ne pensate @Adelchi66 @chievolan @lorluke @simonesrt @fagiolino ?

Qualche collegamento ?

Diciamo che trovo molto curioso che un nuovo utente appena iscritto al forum, anziché presentarsi e chiedere informazioni su delle monete in suo possesso, decida, come prima cosa, di difendere a spada tratta una certa persona. Sembra quasi possa esservi un interesse diretto in tale azione... Ciononostante, non vorrei che la discussione cada in sterili scaramucce personali. 
Tornerei, dunque, al tema cardine della discussione, argomentando perché è giusto o sbagliato usare a.e.c. al posto del classico a.C.

Chiudo dicendo che se una persona è laureata non è esente da critiche o intoccabile, anzi! 
Lo è ancora di più, proprio perché dovrebbe avere un grado di conoscenze superiore alla media. A mio avviso, se un alunno delle elementari avesse scritto in una verifica "a.e.c.", la maestra, giustamente, glielo avrebbe cerchiato in rosso, evidenziando un errore. 
Figuriamoci una persona che vanta un titolo di studio! Per me, onestamente, non ci sono scuse per giustificare l'uso di una locuzione di propria invenzione. Come detto, esistono in tutto il mondo, in ogni ambito, delle convenzioni che non possono essere ignorate bellamente perché uno fa di testa sua. Altrimenti si finisce nella più completa anarchia... Non è, dunque, una questione di puntigliosità ma di rigore, imprescindibile in ambito accademico-scientifico. 

Modificato da lorluke

Inviato
53 minuti fa, lorluke dice:

convenzioni che non possono essere ignorate bellamente perché uno fa di testa sua.

Secondo me nulla è granitico se vi è una giustificazione o spiegazione ineccepibile dal punto di vista logico-scientifico, ma non è questo il caso.


Supporter
Inviato
9 minuti fa, ARES III dice:

Secondo me nulla è granitico se vi è una giustificazione o spiegazione ineccepibile dal punto di vista logico-scientifico, ma non è questo il caso.

Certamente. Le convenzioni non sono sacre ma vanno rispettate. Magari un giorno verrà stabilito che anche la locuzione a.e.c. è valida e può essere usata in sostituzione ad a.C. ma, fino ad allora, si tratta di un'iniziativa privata le cui ragioni non sono ancora state chiarite, né dall'autore né tantomeno dal suo avvocato difensore recentemente iscrittosi al forum. 
Mi auguro vivamente che la motivazione non sia banalmente questa:

13 ore fa, Myrddin Wyllt dice:

Magari è solo abitudine presa durante lo studio

 

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Inviato

Gentili tutti,

sono il tale Armando Bramanti, autore dell'articolo in questione. Un amico (che ha risposto sopra) mi ha fatto presente questa discussione, che ho sfogliato velocemente. Ho deciso dunque di spendere un paio di parole.

 

L'uso di locuzioni di datazione che non facciano riferimento esplicito al cristianesimo non è un'iniziativa privata, è tutt'altro che recente e risale a vari secoli fa. In inglese, tra le altre lingue, è pratica comune al giorno d'oggi l'uso di BCE / CE in sostituzione di BC / AD. Molte fondazioni, riviste, musei, università disincentivano l'uso delle seconde, ma non mancano i sostenitori delle formule più tradizionali. In italiano l'uso è più limitato, avete ragione quando lo sottolineate, e non c'è ancora accordo circa la locuzione da usare (anche solo Wikipedia ne suggerisce numerose, tra cui a.e.v., p.e.v., a.e.c.). Non essendo abituato a scrivere in italiano, ho cercato laddove possibile di rispettare norme che seguo di solito in altre lingue. Vi assicuro che il dettaglio non è stato sorvolato con leggerezza, e dopo una breve discussione con l'editore della rivista si è deciso di mantenere la formula a.e.c.

Ad ogni modo sottolineo che il cambio non presuppone un grande sforzo di comprensione da parte del lettore. Da pochi decenni ci muoviamo tutti in un mondo molto più globale, per cui bisogna anche ricordare che quelle che per noi sono convenzioni immutabili potrebbero non essere tali altrove. Da studiosi o appassionati di storia saprete bene che calendari, sistemi di datazione, molte cronologie e persino l'approssimazione della scansione del tempo astronomico sono convenzioni umane e come tali soggette a continui cambi, limature o stravolgimenti. Penso che possiamo tutti concordare che il c.d. anno zero ha ben poco a che vedere con la nascita di Cristo e rappresenta dunque l'ennesima convenzione.

Poiché ad oggi non vi è un comune accordo universale sul tema, ogni discussione è benvenuta - la comunità accademica discute questa e molte altre convenzioni costantemente. Meno benvenute sono posture derogatorie ed argomentazioni esili che hanno come base solo la cieca convinzione personale.

Ad ogni modo vedo che qualcuno di voi ha speso il tempo necessario per cercare su google il mio nome. Sono onorato. Sicuramente così facendo avrà notato che i miei interessi accademici e scientifici vanno oltre la difesa della locuzione a.e.c. in italiano. Spero che potrà trovare dati più interessanti altrove nella mia produzione. A chi ha letto l'articolo (di divulgazione e senza grandi pretese) su Archeologia Viva suggerirei di apprezzare o criticare il contenuto. Comunque sono consapevole di essere su internet, e che anche una risposta come questa non frenerà certe narrative. Vi ringrazio ad ogni modo per l'attenzione che avete dedicato all'argomento!

Buon proseguimento a tutti.

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Inviato

Se non erro in ogni periodo è capitato che qualcuno avesse l'idea di modificare il calendario o il sistema di datazione, gli esempi più eclatanti, più vicini e relativamente più duraturi sono stati quelli operati dai rivoluzionari francesi nel Settecento e in parte per rimanere in casa quelli del periodo fascista. Tutti gli ideatori erano accomunati dall'idea, consentitemi il termine presuntuosa, che il cambiamento politico sul quale vorrebbero costruire un nuovo sistema di datazione sia talmente importante da meritare questa operazione. Ma la storia ci mostra che questi sistemi di datazione sono spariti con la stessa velocità dei regimi che incarnavano.

Mi domando quale idea, così meritevole ed eclatante possa essere alla base di questo nuovo sistema di datazione? 

Personalmente ritengo, ma posso sbagliare (se qualcuno mi mostrerà le prove di ciò) , che alla base di questa innovazione c'è una sorta di pensiero neolibelare e razionalista che pretende di tagliare i ponti con tutto ciò che riguarda la religione come se la fede in Dio sia un problema imbarazzante e da eliminare.

Vorrei ricordare a questi signori che la fede nella scienza e nella ragione ha partorito quegli abomini chiamati gulag/lager , che in nome della scienza si sono uccisi decine di milioni di persone e in un arco temporale relativamente breve e altrettante sono state perseguitare (la religione non è così efficace ed efficiente).

Se poi alla base c'è anche qualche idea massonica, dal momento che queste genialate provengono tutte e sempre dal mondo anglo/americano dico proprio no grazie, non abbiamo bisogno di novità futili.

Ripeto se i signori @Armando Bramanti e @Myrddin Wyllt o chiunque altro avesse delle prove scientifiche sull'utilità reale di queste nuove tipologie di datazione (non basandosi sulle mode momentanee d'oltreoceano) sarei ben felice di adeguarmi chiedendo anche scusa.

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Supporter
Inviato
2 ore fa, Armando Bramanti dice:

L'uso di locuzioni di datazione che non facciano riferimento esplicito al cristianesimo non è un'iniziativa privata, è tutt'altro che recente e risale a vari secoli fa. In inglese, tra le altre lingue, è pratica comune al giorno d'oggi l'uso di BCE / CE in sostituzione di BC / AD. Molte fondazioni, riviste, musei, università disincentivano l'uso delle seconde, ma non mancano i sostenitori delle formule più tradizionali. In italiano l'uso è più limitato, avete ragione quando lo sottolineate, e non c'è ancora accordo circa la locuzione da usare (anche solo Wikipedia ne suggerisce numerose, tra cui a.e.v., p.e.v., a.e.c.). Non essendo abituato a scrivere in italiano, ho cercato laddove possibile di rispettare norme che seguo di solito in altre lingue. Vi assicuro che il dettaglio non è stato sorvolato con leggerezza, e dopo una breve discussione con l'editore della rivista si è deciso di mantenere la formula a.e.c.

Lieto di aver letto la sua spiegazione, anche se non mi ha pienamente convinto su certi aspetti. Qui in Italia, se non lo sapesse, dato che “non è abituato a scrivere in italiano”, la locuzione usata nel 99% dei testi scolastici e accademici riguardanti la Storia è a.C. Quindi, non inventiamoci che non c’è comune accordo su questo tema, per piacere. 
Secondo Wikipedia, da lei citata, locuzioni come “a.e.c.” et similia sono usate prevalentemente in nazioni asiatiche e musulmane, in cui si vogliono evitare riferimenti alla figura di Cristo.
Il suo intento (o quello dell’editore) era accondiscendere gli usi di queste società? Un po’ come le scuole che vietano il crocifisso in aula ed il presepe a Natale per non urtare la sensibilità dei bambini di altre religioni? Perché, se è così, le dico subito che la discussione per me finisce qui.
Se, invece, ci sono altre motivazioni più profonde e scientificamente valide per optare su una locuzione così poco utilizzata nel nostro Paese la pregherei, gentilmente, di chiarircele. Grazie. 

https://it.wikipedia.org/wiki/Era_volgare

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Inviato (modificato)

Intanto vorrei ringraziare @Armando Bramanti di essere intervenuto, mettendoci la faccia, per cercare di giustificare la sua scelta, benvenuto. 

Ho letto attentamente le sue motivazioni ma sinceramente non ci ho trovato quella convincente solidità scientifica per cui mi sarei considerato soddisfatto intellettualmente, forse la ragione che mi ha impedito di comprendere a pieno la sua esposizione è stato un fastidioso rumore di fondo, come di uno stridio di unghie su degli specchi... A parte gli scherzi, trovo che al netto della questione ci sia ancora una volta la piaga del "politicamente corretto " che nella volontà di accontentare qualcuno scontenta tutti. 

Il fatto che per la datazione si usi un calendario che fa riferimento ad un evento religioso è secondario e non dovrebbe dare fastidio a nessuno in quanto convenzione ormai assodata e accettata a livello globale se non altro perché l'archeologia è stata inventata in Germania in un contesto culturale europeo quindi cristiano, ma forse è questo che da fastidio. 

Se proprio vogliamo cambiare le convenzioni perché non spostare il meridiano di Greenwich, chi ha deciso che debba essere proprio quello il meridiano di riferimento? 

Oppure perché in marina si usano a livello mondiale termini in italiano? 

E altrettanto nella musica classica e ancora, perché utilizzare l'inglese come lingua franca nell 'aviazione civile? 

Non mi pare che queste convenzioni siano in discussione, quindi devo dedurre che l' unica causa del tentativo di cancellazione della terminologia a. C d. C sia religioso, fatto che come ripeto è puramente secondario ai fini dell'uso cui è destinato. 

Quanto all'articolo che appare su Archeologia Viva, rivista che reputo di punta nel panorama editoriale italiano e a cui sono abbonato da quando non era neanche l' Archeologia Viva che conosciamo oggi e della quale conosco da tempo la linea editoriale, non sono certo io che devo dare un giudizio, mica si può decifrare l'elamita tutti i giorni, e comunque fin che si scrive di archeologia e storia io sono contento.  

Riguardo al non essere abituato a scrivere in italiano... Sorvoliamo, se si deve scrivere per una rivista italiana, essendo il redattore italiano e i lettori italiani ci si aspetta una adeguata sensibilità al contesto di riferimento... quantomeno, tutto il resto è snobismo. 

 

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Modificato da Adelchi66
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Inviato

Rivoglio la buona vecchia Era Volgare (e.v.), in uso per qualche decennio molto tempo fa, e che nessuno si caga più...


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Inviato
3 minuti fa, gigetto13 dice:

Rivoglio la buona vecchia Era Volgare (e.v.), in uso per qualche decennio molto tempo fa, e che nessuno si caga più...

Scusate ma ci sarà un motivo per cui queste locuzioni sono cadute in disuso, nonostante svariati tentativi. Evidentemente, in Italia (ma non solo) è più facile mantenere in vigore a.C./d.C. (per tradizioni consolidate, uso comune, immaginario collettivo, ecc.) anziché inventarsi presunte “ere volgari” o “comuni”... Non voglio passare come un reazionario bigotto ma, onestamente, non trovo proprio la necessità di sostituire locuzioni diffuse da secoli e di facile uso anche per la gente comune.
O, almeno, l’unica motivazione che vedo è di natura politica/religiosa e, dunque, personalmente non la condivido. Allo stesso modo, non condividerei se qualcuno mettesse in discussione il sistema usato nei Paesi islamici, basato su un calendario diverso dal nostro. Ogni Paese ha la propria cultura e le proprie tradizioni, che vanno rispettate. Perciò, evitiamo di cancellare le nostre radici, solo perché riteniamo possano risultare offensive per chi ha origini diverse... L’Italia è amata nel mondo proprio per la sua Storia, i suoi monumenti, la sua cultura. Se ci uniformiamo tutti gli uni con gli altri, non avremo più nulla di particolare che valga la pena di essere apprezzato.

P.S. Ovviamente il messaggio non è rivolto direttamente a @gigetto13, che reputo una persona intelligente e capace di saper distinguere il rispetto reciproco della Storia e delle tradizioni dei popoli con l’imposizione e la sostituzione forzata di pezzi del nostro passato. Il suo messaggio mi è servito solo come spunto per questo mio intervento.

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Inviato
22 minuti fa, lorluke dice:

Non voglio passare come un reazionario

Personalmente io mi ritengo tale, e credo che questo sia abbastanza evidente dai miei post.

Tornando all'argomento principale ho apprezzato molto la chiave di lettura che hai dato @lorluke 

28 minuti fa, lorluke dice:

Ogni Paese ha la propria cultura e le proprie tradizioni, che vanno rispettate. Perciò, evitiamo di cancellare le nostre radici, solo perché riteniamo possano risultare offensive per chi ha origini diverse... L’Italia è amata nel mondo proprio per la sua Storia, i suoi monumenti, la sua cultura. Se ci uniformiamo tutti gli uni con gli altri, non avremo più nulla di particolare che valga la pena di essere apprezzato.

 


Inviato
13 ore fa, Armando Bramanti dice:

Vi assicuro che il dettaglio non è stato sorvolato con leggerezza, e dopo una breve discussione con l'editore della rivista si è deciso di mantenere la formula a.e.c.
 

Forse la discussione con 'editore doveva essere meno breve.

La Rivista è di Archeologia e di Storia.

Il metodo di datazione in uso è storia.

La figura di Cristo è quantomeno storica.

Una revisione "negazionistica" forse è futuro prossimo, ma meriterebbe più di una "breve discussione".


Inviato
13 ore fa, Armando Bramanti dice:

 

L'uso di locuzioni di datazione che non facciano riferimento esplicito al cristianesimo non è un'iniziativa privata, è tutt'altro che recente e risale a vari secoli fa. In inglese, tra le altre lingue, è pratica comune al giorno d'oggi l'uso di BCE / CE in sostituzione di BC / AD. Molte fondazioni, riviste, musei, università disincentivano l'uso delle seconde, ma non mancano i sostenitori delle formule più tradizionali. In italiano l'uso è più limitato, avete ragione quando lo sottolineate, e non c'è ancora accordo circa la locuzione da usare (anche solo Wikipedia ne suggerisce numerose, tra cui a.e.v., p.e.v., a.e.c.). Non essendo abituato a scrivere in italiano, ho cercato laddove possibile di rispettare norme che seguo di solito in altre lingue. Vi assicuro che il dettaglio non è stato sorvolato con leggerezza, e dopo una breve discussione con l'editore della rivista si è deciso di mantenere la formula a.e.c.
 

Bene. Quindi abbiamo a.e.c. per avanti era comune.

Ma, ... quando scriverà un articolo in italiano su qualcosa di pertinente l'era volgare, userà e.v. (era volgare), n.e. (nuova era) ?

Non potrà usare purtroppo d.e.c. per dopo era comune, perché si dovrebbe presupporre l'esistenza di una figura storica che è stata ad indicare la fine e l'inizio di un 'era.

Mah .....

Grazie comunque di essere intervenuto ad esprimere le sue idee e motivazioni a riguardo.

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