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IGNORED

Omero era un razzista?


lorluke

Risposte migliori

Il mio prof di latino al liceo diceva sempre: ''Contro la stupidità umana nemmeno Dio può nulla''...

Arka

Diligite iustitiam

P.S. Si può dire ''nulla'' o offende i seguaci dell'horror vacui? :unsure:

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Io credo che sia più "politicamente corretto" lasciare a chi VUOLE offendersi a tutti i costi l'opportunità di farlo, e agli altri la facoltà di procedere tranquillamente nella loro vita senza preoccuparsene troppo..

Modificato da Orodicarta
  • Confuso 1
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2 ore fa, Orodicarta dice:

Io credo che sia più "politicamente corretto" lasciare a chi VUOLE offendersi a tutti i costi l'opportunità di farlo, e agli altri la facoltà di procedere tranquillamente nella loro vita senza preoccuparsene troppo..

Cioè?

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5 ore fa, ARES III dice:

Cioè?

Ma niente, volevo solo dire che, ad essere davvero politicamente corretti, bisognerebbe lasciare ai permalosi/perbenisti/benpensanti l'opportunità di offendersi o scandalizzarsi. Altrimenti gli si fa un torto, dal momento che vivono per quello..

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Adesso passiamo al razzismo nonsense di matrice British:

L'ultima follia inglese: "Campioni? Senza giocatori neri…"

The Economist sgancia la bomba contro l'Italia: "L'aspetto più sorprendente della squadra azzurra è che è l'unica tra le concorrenti che non include un solo giocatore di colore"

In Inghilterra, qualcuno o molti, non hanno ancora accettato di aver perso meritatamente la finale di Euro 2020 contro l'Italia di Roberto Mancini ma ora si sta arrivando al delirio. Dopo i vari tentativi di far rigiocare la finale per non si sa quale motivo con petizioni sui social, ecco l'affondo di The Economist secondo cui la nostra nazionale non sarebbe in realtà campione. L'assurda motivazione? Il fatto di non aver alcun giocatore di colore nella rosa dei 26 scelti dal commissario tecnico Mancini.

Secondo il quotidiano, infatti, "l'aspetto più sorprendente della squadra italiana è che è l'unica tra le concorrenti che non include un solo giocatore di colore". Per questa assurda ragione, dunque, la vitoria dell'Italia non sarebbe considerata valida. The Economist continua affermando: "Circa 5 milioni di persone che parlano italiano come lingua dominante continuano a essere considerate straniere. La grande notte del calcio europeo non è stata un grande momento per il multiculturalismo".

Ovviamente questo tweet ha scatenato l'ilarità sui social network con molti tifosi italiani ma anche tanti inglesi che hanno ironizzato su questo assurdo argomento anche perché all'interno della rosa dei 26 giocatori scelti da Mancini erano presenti ben tre oriundi: Emerson Palmieri, Rafael Toloi e Jorginho (tutti e tre italiani di origine brasiliana).

Non solo, perché Moise Kean è stato vicinissimo alla convocazione ed essendo un classe 2000 con un futuro si spera per lui radioso davanti a sè ci saranno ancora tante chance per essere convocato. Prima di lui anche Mario Balotelli che è stato per diversi anni nel giro della nazionale.

La cosa sorprendente, però, è come The Economist abbia tirato fuori un argomento del tutto privo di senso, privo di fondamento.

Un commissario tecnico, infatti, è libero di convocare chi vuole per europei e mondiali e di certo non dirama delle convocazioni guardando il colore della pelle del giocatore stesso. Questa ennesima caduta di stile dimostra come Oltremanica qualcuno non abbia ancora digerito la sconfitta meritata e invece di meditare sugli errori commessi da Southgate e i suoi ragazzi si punta il dito sugli azzurri che stanno invece ancora festeggiando a distanza di 5 giorni dalla conquista di Euro 2020.

https://www.ilgiornale.it/news/sport/l-ultima-follia-inglese-campioni-senza-giocatori-neri-1962532.html

Quindi per essere considerati corretti bisogna mettere sul carrozzone un determinato numero di persone che rappresentano una minoranza, anche se non competenti o meritevoli! 

Mah.......la prossima volta facciamoli vincere così ci risparmiano certe stupidaggini!

 

 

 

 

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Supporter
Il 8/1/2021 alle 19:23, lorluke dice:

Nei giorni scorsi ho letto una notizia che mi ha francamente fatto rabbrividire, portandomi alla memoria periodi bui (e non troppo lontani) del passato. 
In parole povere, una scuola del Massachusetts (USA) ha deciso di mettere al bando l’Odissea di Omero in quanto ritenuta opera “razzista” e non sufficientemente “inclusiva” per gli studenti. Onestamente sono rimasto allibito. Questo estremismo del politicamente corretto e dell’antirazzismo fanatico è lo stesso che ha portato mesi fa all’abbattimento delle statue di Cristoforo Colombo ed altri esploratori europei in giro per il mondo, in quanto ritenuti schiavisti e razzisti. Solo io vedo molta ignoranza e pericolosità in questo crescente clima di censura e cancellazione del passato giustificato da un’antirazzismo sempre più cieco e intollerante? 
Di seguito riporto un articolo del Giornale, in cui viene approfondita questa notizia: https://www.ilgiornale.it/news/mondo/follia-negli-usa-odissea-razzista-scuola-1914467.html

La cultura occidentale è sempre stata, da un certo punto di vista, estremamente arrogante. Chi ha vissuto, secolo per secolo , all'interno della civiltà occidentale, si è sempre considerato superiori ai barbari, che non condividevano i valori "occidentali". 

Secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, la nostra civiltà si sente depositaria di un modello culturale e sociale superiore a quello delle altre culture. E così i greci consideravano barbari e incivili tutti gli altri, e così fecero i Romani. Con la caduta dell'impero, l'Europa occidentale considerò decadente il mondo romano orientale, tanto che i romani d'oriente magicamente vennero chiamati prima "greci" e poi bizantini, indegni com'erano di portare il nome di romani (comunque anche i Romani d'oriente consideravano barbari i latini!) 

I popoli nord-Americani vennero sterminati mentre gli portavamo la civiltà e il colonialismo fu largamente motivato dal desiderio di portare la nostra superiore "civiltà" al resto del mondo.

Oggi, in un mondo in cui la cultura occidentale è largamente predominante, ce la prendiamo con gli unici che resistono ai nostri modelli culturali: quelli che sono vissuti nel passato, considerati, tanto per cambiare, indegni della nostra superiore visione del mondo :rolleyes:

E chi glielo dice ad un fanatico che abbatte una statua di Colombo perchè razzista, che sostanzialmente sta compiendo egli stesso un atto di razzismo... 

Vi allego un link ad un'intervista di Barbero, che mi ha fortemente influenzato col suo punto di vista che condivido completamente. 

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/06/19/le-statue-non-si-abbattono-ci-aiutano-a-capire-il-mondo/5840245/

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2 ore fa, Arka dice:

No, no, non li facciamo vincere. Li obblighiamo alla Brexit anche dall'UEFA.

Ero ironico! Chi è bravo vince: bianco, rosso, giallo, nero, che sia!

E se i giocatori italiani , caucasici, hanno vinto, è perché sono stati più bravi!

1 ora fa, azaad dice:

la nostra civiltà si sente depositaria di un modello culturale e sociale superiore a quello delle altre culture. 

È ancora presente in molti politici europei arroganti che dichiarano di voler mettere in ginocchio questa o quella nazione : e poi sono loro il faro dei diritti.....

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Basta cavi maschio e femmina: Laura Ravetto smaschera l'ultima ipocrisia di genere

Ma indubbiamente al sessismo in chiave elettrica non ci avevamo proprio fatto caso e sarà probabilmente una nostra pecca. E invece ci pensa.....

https://www.iltempo.it/politica/2021/07/16/news/laura-ravetto-lega-maschio-femmina-gender-neutral-ddl-zan-linguaggio-lufthansa-cavo-jack-storace-27983598/

Dai: noi paghiamo 15.000€ mensili a gente che invece di risolvere problemi reali del Belpaese gioca con le parole?

Altro che statue da abbattere, neologismi da imporre, nuovi indottrinamenti da fare,...... Abbiamo una crisi sanitaria, economica, sociale, ambientale (e credo anche mentale di politici, filosofi, pensatori vari) da risolvere e non credo che sia il momento di perdere tempo in sciocchezze: la gente quando ha fame o sta male se ne frega dei sofismi astrusi e vuoti!

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  • 3 mesi dopo...

L'università coraggio che sfida il politically correct

Pano Kanelos, ex rettore del St. John College di Annapolis, ha annunciato la nascita della University of Austin. Università libera e indipendente, contro il dilagare del politically correct e della woke supremacy. Fra i docenti anche Kathleen Stock

"Ho lasciato il mio incarico di presidente del St. John's College di Annapolis per costruire un'università ad Austin dedicata alla ricerca, senza paura della verità". Così Pano Kanelos, ex rettore del St. John College di Annapolis ha annunciato sul blog dell'ex giornalista del New York Times, Bari Weiss, la nascita della University of Austin, istituto che si oppone al pensiero unico politicamente corretto e la "woke supremacy" che dilagano nei campus statunitensi. Kanelos racconta di una situazione drammatica per il libero pensiero: "Quasi un quarto degli accademici americani nelle scienze sociali o umanistiche - spiega Kanelos - approva l'espulsione di un collega che ha un'opinione 'sbagliata' su questioni scottanti come l'immigrazione o le differenze di genere. Oltre un terzo degli accademici conservatori e degli studenti di dottorato afferma di essere stato minacciato di azioni disciplinari per le loro opinioni.  Quattro su cinque dottorandi americani sono disposti a discriminare gli studiosi di destra, secondo un rapporto del Center for the Study of Partisanship and Ideology". Lo "psicoreato" di orwelliana memoria è già realtà.

Il clima opprimente del politically correct nei campus Usa

E se fra gli accademici la situazione è drammatica in tema di pensiero critico, fra gli studenti universitari va addirritura peggio. Ad esempio, nel Campus Expression Survey 2020 della Heterodox Academy, il 62% degli studenti universitari intervistati ha convenuto sul fatto che il clima nel loro campus "ha impedito agli studenti di dire cose in cui credono". I docenti che si oppongono ai dogmi del politicamente corretto e della neolingua vengono emarginati e boicottati. Dorian Abbot, uno  scienziato dell'Università di Chicago che si è opposto all'azione positiva come strumento che mira a promuovere la partecipazione di persone appartenenti alle minoranze, non ha potuto tenere un'importante conferenza pubblica al Mit sul clima; Peter Boghossian, professore di filosofia alla Portland State University, si è dimesso lo scorso settembre dopo anni di pressioni da parte dei colleghi per le sue prese di posizione ("la sinistra regressiva ha preso il sopravvento sul mondo accademico", dichiarò); a questi si aggiunge il caso di Kathleen Stock, professoressa lesbica e femminista delll'Università del Sussex, la quale si è recentemente dimessa dopo che le associazioni trasngender l'hanno apertamente minacciata per le sue dichiarazioni su sesso e genere. "Pensavamo che una simile censura fosse possibile solo sotto regimi oppressivi in terre lontane. Ma si scopre che la paura può diventare endemica in una società libera" sottolinea Kanelos. È il volto feroce e totalitario del progressismo liberal e della politica identitaria che certa sinistra ha sposato negli ultimi anni.

Le Università non sono più libere ma luoghi di conformismo e oppressione

Come sottolinea l'ex rettore del St. John College di Annapolis, la maggioranza delle Università americane non è più libera. Non sono più luoghi dove si educa al pensiero critico che, al contrario, viene schernito e oppresso in nome del rispetto delle minoranze e dell'inclusività. "La realtà - spiega Kanelos - è che molte università non sono più incentivate a creare un ambiente in cui il dissenso intellettuale sia protetto". Le università, prosegue sono i luoghi dove si plasmano le abitudini e i costumi dei nostri cittadini. Se queste istituzioni non sono aperte e pluralistiche, "se inibiscono la parola e ostracizzano coloro che hanno punti di vista impopolari, se portano gli studiosi a evitare interi argomenti per paura, se danno la priorità al conforto emotivo rispetto alla ricerca spesso scomoda della verità, a chi sarà lasciato modellare il discorso necessario per sostenere la libertà in una società che si autogoverna?".

Da qui l'idea di lanciare il progetto di un'Università libera dagli schemi,  l'Università di Austin, progetto ambizioso che vede la partecipazione , fra gli altri, deii già citati docenti Kathleen Stock, Dorian Abbot e Peter Boghossian oltre a Niall Ferguson, Bari Weiss, Heather Heying, Joe Lonsdale, Arthur Brooks e numerosi artisti e filantropi, fra cui, Lex Fridman, Andrew Sullivan, Rob Henderson, Caitlin Flanagan, David Mamet, Ayaan Hirsi Ali, Sohrab Ahmari, Stacy Hock, Jonathan Rauch e Nadine Strossen. Come spiega Kanelos, il progetto incontrerà molte resistenze e boicottaggi, visto il clima opprimente in questo mondo. Ma è sicuramente uno spiraglio di luce in un'oscura atmosfera di conformismo e pensiero unico.

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa-nasce-ad-austin-luniversit-che-si-oppone-dittatura-woke-1987963.html

 

 

 

 

 

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