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Omero era un razzista?


lorluke

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Via la parola “normale” dallo shampoo: “Non è inclusivo”. Unilever si piega al politicamente corretto

Niente è al sicuro dal tritacarne del politicamente corretto, a partire da quel «normale» a cui il pensiero unico ha dichiarato guerra e che si impegna con ogni mezzo a disintegrare. A partire dalla parola stessa, «normale», che il bigottismo relativista, «inclusivo» e «per tutti» – tranne, appunto, per le persone «normali» – vorrebbe estirpare. Bigottismo che ha partita facile, avendo dalla sua i colossi multinazionali che da tempo hanno fiutato l’affare legato all’invasione globale del politicamente corretto.

Unilever toglie la parola “normale” dagli shampoo

E’ il caso del colosso Unilever, azienda titolare di oltre 400 marchi (tra cui Dove, Axe e Sunsilk). Secondo quanto riportato dal sito di Pro Vita e Famiglia i responsabili del marketing hanno deciso di bandire il termine «normale» (esempio:  shampo per capelli normali, cioè non secchi o grassi) dalla pubblicità e dalle confezioni dei suoi prodotti d’igiene e bellezza. Motivo? Il termine «normale» non è, per l’appunto, inclusivo, e potrebbe essere percepito come «discriminante» . L’azienda si giustifica così: «La decisione è uno dei tanti passi che stiamo compiendo per sfidare i ristretti ideali di bellezza, mentre lavoriamo per aiutare a porre fine alla discriminazione e per sostenere una visione più inclusiva di bellezza».

Sette persone su dieci sono concordi con Unilever

Non solo l’azienda difende la propria decisione (che andrà a impattare sui sopra menzionati 400 marchi), ma a suffragio dell’operazione presenta i risultati di un sondaggio tra i propri clienti, basato su persone di diversa nazionalità. Dall’indagine emerge che tra gli interpellati, sette su dieci riterrebbero che «negativo» l’uso della parola “normale” sulle confezioni di shampoo. E per i più giovani (dai 18 ai 35 anni) la percentuale salirebbe a 8 su 10. Fatto che denota l’evidente, inesorabile ed efficacissimo lavaggio del cervello culturale a cui Millenial e Gen Z vengono sottoposti. L’impressione, purtroppo, è quella di aver assistito solo ai titoli di testa.

https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/parola-normale-shampoo-inclusivo-unilever-185311/?amp

 

Una domanda sorge spontanea: allora come lo chiameranno, senza naturalmente incorrere nelle suscettibili sensibilità di un certo gruppo di persone che hanno fatto dell'ipocrisia e del conformismo il loro stile di vita?

Normale, no. Forse shampoo per capelli non secchi e non grassi? O shampoo per capelli che non hanno bisogno di particolari trattamenti in quanto caratterizzati biologicamente da una struttura cheratinosa e ancorati su una cute che non necessitano di sostanze chimiche sgrassanti od emollienti rinforzanti?

Voi come lo chiamereste sto benedetto sciampo?

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  • 2 settimane dopo...

Adesso tocca pure a Dante:

Per non offendere gli islamici adesso si censura pure Dante

In Dante, Maometto subisce un destino crudo e umiliante, solo perché è il precursore dell’Islam". È un caso la nuova traduzione politicamente corretta della Divina Commedia di Dante che circola in Belgio e Olanda. E dalla Germania danno al poeta del "plagiatore e arrivista"

 

Dante "rivisto" in Belgio e Olanda per non offendere gli islamici e attaccato duramente da un giornale tedesco. Mentre oggi in Italia si celebra il Dantedì, la giornata nazionale dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri (1265-1321), in Belgio e Olanda una nuova traduzione in fiammingo politicamente corretta della Divina Commedia evita di citare il nome del Profeta dell'islam, Maometto, per non offendere gli islamici. Dante, infatti, lo colloca tra i seminatori di discordie della IX Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno, la cui pena consiste nell'essere fatti a pezzi da un diavolo armato di spada. Maometto compare nel Canto XXVIII, vv. 22-63, e appare tagliato dal mento all'ano, con le interiora e gli organi interni che gli pendono tra le gambe. Il caso, riportato dal quotidiano belga De Standaard, e citato dal giornalista Giulio Meotti nella sua newsletter, fa discutere: nella traduzione in fiammingo dell’opera, a cura di Lies Lavrijsen, il nome di Maometto viene infatti rimosso per per non essere "inutilmenti offensivi", come ha sottolineato l’editore Blossom Books. Come sottolinea l'editore Myrthe Spiteri, che ha rimosso i riferimenti al Profeta dell'Islam, "in Dante, Maometto subisce un destino crudo e umiliante, solo perché è il precursore dell’Islam". Trattasi dell'ennesima - e questa sì, umiliante - sottomissione culturale dell'Occidente all'Islam, che rinuncia ai suoi maestri - come Dante - pur di non rischiare di offendere gli islamici.

"Così si censura Dante per non offendere gli islamici"

Sottomissione dettata non solo da un atteggiamento ma anche dai numeri: a Bruxelles i musulmani sono il 25,5 % della popolazione, in Vallonia il 4,0 % mentre nelle Fiandre il 3,9%, mentre nei vicini Paesi Bassi i musulmani rappresentano il 4,9% della popolazione. Come nota Avvenire, va sottolineato che la posizione di Dante nei confronti della cultura arabo-musulmana è molto complessa e comporta una fitta serie di scambi, come ha documentato fin dal 1919 lo studioso e sacerdote spagnolo Miguel Asín y Palacios nel classico L’escatologia musulmana nella Divina Commedia. Sul tema interviene l'eurodeputata della Lega, Silvia Sardone: "Oggi è la Giornata nazionale dedicata a Dante, il sommo poeta. Purtroppo in Europa invece di celebrarlo si arriva persino a censurarlo. In Belgio, infatti, una nuova traduzione dell’Inferno della Divina Commedia di Dante, tradotta in fiammingo, ha rimosso Maometto per non essere inutilmente offensivi" osserva l'esponente del carroccio.

 

Ma per i buonisti di oggi bisogna cancellare persino la storia della letteratura. Dante, per qualcuno, è razzista, islamofobo e poco inclusivo. Ma ci rendiamo conto? In un’Europa sempre più sottomessa agli islamici, si arriva a fare le pulci a una pietra miliare della nostra storia, alla più grande opera mai scritta in italiano. Il tutto per non urtare i musulmani, ormai sempre più padroni a casa nostra. Nulla che sorprenda, sottolinea Silvia Sardone, "visto che alcuni estremisti di un gruppo salafita tentarono anni fa un attentato nella chiesa di San Petronio a Bologna dove c’è un affresco di Maometto all’inferno".

L'attacco choc della Germania a Dante

E nel giornata in cui si celebra Dante, dalla Germania, e in particolare dal Frankfurter Rundschau, in un articolo a firma dello scrittore e commentatore Arno Widmann, arriva un incredibile e sconcertante attacco contro la figura di Dante e contro l'Italia. Secondo lo scrittore, in Italia oggi si celebra un poeta medievale "anni luce dietro a Shakespeare", egocentrico e arrivista, che ha poco a che fare con la nascita della lingua italiana. Widmann osserva, fra mille inesattezze, che "l’Italia lo loda perché ha portato la lingua alle altezze della grande letteratura: si è costruito la lingua per la sua opera e da questa lingua è nata la lingua dei suoi lettori e poi dell’Italia". Per lo scrittore tedesco Dante è un plagiatore: secondo Widmann, infatti, meglio "non fare un torto a Dante, sottovalutando la sua spregiudicata ambizione", perché in realtà "potrebbe aver sognato, col suo viaggio cristiano nell’Aldilà, di fare un colpaccio ai danni del poema arabo". Come riporta La Repubblica, Widmann riprende la tesi - smentita - dello studioso spagnolo Asín Palacios, il quale nel 1919 affermò che la Divina Commedia si basava su un poema mistico arabo in cui si narra l’esperienza dell’ascesa al Cielo.

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/divina-commedia-belgio-e-olanda-i-riferimenti-maometto-1933707.html

 

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Oxford, dopo l’assalto a Omero se la prendono con Mozart e Beethoven. Maschi, bianchi e europei

Mozart e Beethoven? Sono bianchi, maschi e europei. La loro musica è da ridimensionare. Così i professori  di Oxford, secondo quanto rivela il Telegraph, intendono riformare i corsi per decolonizzare l’offerta musicale dell’università. Una graziosa concessione ai militanti di Black Lives Matter.

Mozart e Beethoven via, no alla musica europea bianca

I professori hanno detto che il repertorio classico insegnato a Oxford, incentrato su Mozart e Beethoven, è troppo basato sulla “musica europea bianca del periodo degli schiavi”. Bisogna aprire il ventaglio formativo e offrire “musiche diasporiche africane”, “musiche globali” e “musiche popolari”.

https://www.secoloditalia.it/2021/03/oxford-dopo-lassalto-a-omero-se-la-prendono-con-mozart-e-beethoven-maschi-bianchi-e-europei/

Giù le mani dalla Musica con la "M" maiuscola piccoli burocrati senz'anima! Come disse un saggio "l'invidia è una malattia professionale che tedia le persone incompetenti o frustrate".

 

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Chi afferma che bisogna ridimensionare Mozart non può essere un professore di Oxford, forse sarà un addetto alle pulizie dell'università, con sommo rispetto per quella categoria.

Mi fa pensare anche a quel giornalista tedesco che ha detto, a proposito delle celebrazioni dei 700 anni della morte di Dante, che il poeta fiorentino non ha fatto nulla di eccezionale e che è un arrivista e un plagiatore!

Forse in questi casi non resta che dire "non ragioniam di lor".

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Mi sembra che negli ultimi anni il "politicamente corretto" sta diventando una sorta di fissazione collettiva, che però e fatta più di apparenza che di sostanza, al posto di impegnarsi per riconoscere veramente i diritti , si sproloquia a propositi di come sia più bello usare termini corretti, ma cosi si nascondono i veri problemi.

E giusto riconoscere gli errori della storia, ma per riconoscerli non bisogna cancellarli.

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Il "politicamente corretto" è uno dei vari virus che circolano nel mondo. E' raramente letale ma si accanisce sui cervelli e rende "pan-dementi" i colpiti. 

Non ci sono cure né vaccini.  Ma per i devastanti effetti per la salute mentale è paragonabile al TG-TV dei nostri giorni

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Ci sono persone che comunque non ci stanno a questo falso perbenismo.

Mi viene in mente il romanzo del Gattopardo dove viene esplicitato bene il concetto del "tutto cambia perché nulla cambi" cioè si deve cambiare tutto perché tutto alla fine resti come prima, qui di è solo una modifica di facciata.

 Tra le donne che non vogliono essere strumentalizzate da questa ideologia c'è il bravissimo direttore d'orchestra Beatrice Venezi .

Direttore o direttora? Venezi: “La Boldrini ha usato le mie parole per riemergere dalle ceneri”

"Sono anni che dico che voglio essere chiamata direttore d’orchestra. Tanto rumore per nulla. E comunque non l’ho certo fatto per scaldare gli animi”. Torna sulla questione che tanto ha fatto discutere Beatrice Venezi. Lo fa  in una lunga intervista al Primato nazionale.  Pianista, compositore e, soprattutto, direttore d’orchestra – qualifica rivendicata dal palco di Sanremo – mai si sarebbe aspettata tante e tali reazioni alle sua parole. E sistema per le feste chi l’ha criticata.

Venezi: “Le femministe democratiche che democratiche non sono”

“Ho notato tante reazioni diverse in base agli interlocutori”. Prima stilettata durissima: “Sulle affermazioni delle femministe democratiche, che democratiche evidentemente non sono, ci ho riso sopra. Mi spiace dire che hanno replicato modelli maschili per screditare un’altra donna: forse sono loro a essere portatrici di un patriarcato introiettato”.

Le colleghe mi criticano e poi dirigono i concerti in frac…”

Poi ride delle contraddizioni: “Ci sono state alcune reazioni di colleghe che mi hanno criticata, dicendo che così si fa un salto indietro di 50 anni: peccato che chi lo ha detto si faccia a sua volta chiamare direttore d’orchestra; o diriga i concerti in frac e nessuna di loro ha mai intrapreso battaglie per cambiare il nostro mondo. Ho trovato patetiche queste considerazioni”. 

Venezi: “La Boldrini ha approfittato delle mie parole”

Entrando nel merito delle reazioni politiche , si sa che la prima a “dispiacersi” e a criticare le parole della Venezi è stata Laura Boldrini. Peccato che qui valga una doppia morale, fa notare Venezi: “Detto che il presidente del Senato Casellati chiede di essere chiamata presidente”-  ricorda – “esiste una doppia morale sulla base della convenienza e della superficialità. Si è sostenuto che ho detto quelle cose per sollevare un polverone semmai è qualcun altro che si è approfittato di quelle parole per riemergere dalle ceneri. Come la Boldrini”. 

“Mi preoccupa l’aspetto democratico”

“È l’aspetto democratico che mi preoccupa – aggiunge – mi paiono tutti democratici solo quando si pensa uguale. Beatrice può sentirsi gender, secondo una certa parte politica, ma non può chiamarsi direttore di orchestra: siamo nel pieno del paradosso: il politicamente corretto sta assassinando ogni posizione diversa, lo trovo inquietante”. “Di questo passo – conclude – faranno cancellare o cadere nell’oblio buona parte delle opere, così come è stato per il film Via con il vento. Un rischio, è vero, che corrono anche le opere di Puccini, così come L’amico Fritz di Mascagni, di cui mi sto occupando”. 

https://www.secoloditalia.it/2021/04/direttore-o-direttora-venezi-la-boldrini-ha-usato-le-mie-parole-per-riemergere-dalle-ceneri/

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Qualcuno ha fatto giustamente notare che gli incarichi si devono dare in base alle competenze e non in base al sesso.

Se così fosse stato non avremmo la Von der Leyen a capo della UE.  C'è Angelina , competente seppur in ribasso, ci sono due donne a capo della BCE e del Fondo Monetario ( al momento dell'incarico non c'era di meglio , pare, tra i maschietti). In molti stati ci sono donne a capo del governo ( Norvegia, Danimarca , Finlandia,Islanda, Estonia e a San Marino + un'altra quindicina nel mondo), dunque circa il 10% . 

Se togliamo dal numero degli Stati tutti quelli dove la donna è considerata solo come oggetto per fare figli e tenere in ordine la casa (e non mi si accusi di fobie, così è ed  è irreversibile) la percentuale aumenta di molto.

Presto avremo una donna presidente degli USA. 

 

 

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Credo che molti problemi derivino dalla distinzione tra politica e realtà che viene a mancare. Sempre più spesso vedo che i politici si occupano e, purtroppo, regolamentano, di materie a loro completamente sconosciute.

La Storia, non a caso con la maiuscola, è fra le materie meno conosciute dalla popolazione e, di conseguenza, dai politici che ne sono espressione. Da questa ignoranza o scarsa e confusa conoscenza derivano molti problemi del ''politicamente corretto''. Ma anche una trattativa commerciale condotta da burocrati porta a conseguenze disastrose...

Purtroppo non solo la magia ha un prezzo, ma anche l'incompetenza. E questo prezzo lo paghiamo tutti noi.

Arka

Diligite iustitiam

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4 ore fa, Arka dice:

Da questa ignoranza o scarsa e confusa conoscenza derivano molti problemi del ''politicamente corretto''.

Concordo appieno, ma il problema è quando la Storia non è conosciuta da istituzioni che la insegnano come le Università!

Qui non ci sono scuse o attenuanti che tengano, ma solo malafede e/o stupidità! Pensiamo ad esempio a Mozart, compositore austriaco ( anzi salisburghese, cioè cittadino dell'arcivescovato indipendente di Salisburgo) del '700, quindi come si può affermare che abbia qualche collegamento con lo schiavismo quando "l'Austria" non aveva colonie ? O se lo stesso compositore non aveva niente a che fare con attività di siffatta specie? Anzi , essendo un massone era proprio per la libertà di tutti gli esseri umani, come si può vedere nel suo capolavoro del Flauto Magico, opera che trasuda concetti massonici, libertari, "antioscurantisti" e "antitirannici". Proprio quei concetti che dicono di professare proprio coloro che lo vorrebbero censurare. Direi che anche la coerenza non sia un loro punto di forza.

Modificato da ARES III
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Mi pare che questo thread stia un po' degenerando, anche perchè a volte ci si riferisce a fonti di dubbia affidabilità per ragionarci sopra.

Modificato da ART
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  • 2 settimane dopo...

Lezioni di tolleranza da parte dei tolleranti con patentino:

 “Potevi nascere anche muta oltre che sorda...”.

Forse sono queste le parole meno offensive rivolte ad una signora portatrice di un handicap sonoro per il fatto di avere esposto una sua opinione, giusta o sbagliata che sia:

Ecco i paladini anti-omofobia del Ddl Zan. Così linciano sui social l'influencer cattolica (e sorda)

Il gran concetto di libertà che hanno i paladini del ddl Zan. Una influencer cattolica, Anna Bonetti, sorda dalla nascita, si schiera con Simone Pillon e la Lega manifestando le sue perplessità su quel testo. E ha pure il coraggio di replicare a Fedez in un video. La linciano su tutti i social i tifosi del ddl Zan.

la cosa più gentile che le dicono è “Potevi nascere anche muta oltre che sorda...”. In effetti è lo stesso rispetto del dissenso che ha quel testo di legge. Nella foto alcuni dei commenti choc apparsi sui social contro Anna Bonetti. Alla faccia dei paladini del rispetto per tutti. 

https://www.iltempo.it/politica/2021/04/14/news/legge-omofobia-ddl-zan-paladini-liberta-linciaggio-social-influencer-cattolica-sorda-anna-bonetti-insulti-letta-pd-pillon-26893002/

 

PS: questa osservazione è volta solo a mostrare certe incongruenze e non alla lesione del diritto di critica.

 

 

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  • 1 mese dopo...

Adesso arrivano denunce sul politically correct anche da giornali che del giustizialismo hanno fatto la loro bandiera.

Sottolineo che le parole usate dall'autore non sono di mio gusto, tuttavia non credo si possa ipocrita valutare una censura sulla base solo dei propri gusti personali.

Sospeso da Facebook per una battuta: così la policy social diventa censura

A chi non è capitato di scherzare con gli amici?
Fin dalla più tenera età, fin dalle elementari o dalle medie, io e i miei amici ce ne siamo dette e fatte di tutti i colori. Non ricordo neanche più quanti furono gli scherzi sul mio naso o quelli sulla pancia di Giorgio oppure quelli sui capelli crespi di Daniela.

Oggi però siamo nel 2021 e ci pensa Facebook a rimettere le cose al giusto posto!
Nella ridicola scia del politically correct applicato a qualsiasi branca dello scibile umano, dalla geografia alla storia, anche un’innocente presa per il culo (sì, per il culo, senza nessuna lettera cancellata) diventa il pretesto per alzare il ditino, non il pollice stavolta, ma proprio l’indice della maestrina online che ti dice cosa si può fare e cosa non si può fare.

Nella fattispecie, un mio caro amico un giorno fa ha pubblicato una propria foto dove appariva con delle enormi orecchie disegnate sul muro retrostante. La mia battuta immediata, quella che gli avrei fatto anche di persona, subito, in quella situazione, è stata scrivergli ‘ricchione’. Così, semplicemente.

La potete considerare volgare, maleducata, quello che volete, ma sono sicuro che lui invece ci ha riso online come avrebbe fatto di persona. E’ ovvio che è uno scherzo tra due amici intimi che nulla ha a che vedere con l’odio di genere o altre similari stronzate (sì, stronzate). Ebbene, Facebook, senza interpellare né ‘l’offeso’ né ‘l’offensore’ ha deciso unilateralmente di sospendere il mio account per un mese.

Un mese senza Facebook si può tranquillamente vivere. Quello in cui non si può vivere è un mondo in cui lo scudo del politically correct non sia più adoperato per difendere da abusi reali ma diventi il pretesto per crearne quando questi vengono solo supposti da una autorità che in nessun modo si rapporta con la realtà dei fatti e delle situazioni specifiche ma vede solo la regola assoluta e la applica come un robot idiota a tutte le frasi che comprendono parole come cacca, culo, frocio, cazzo, etc.

Quindi scrivere ‘una cosa fatta a cazzo di cane’ vi può fare interdire per qualche giorno per volgarità gratuita, mentre ‘fare il frocio col culo degli altri’ rischia di farvi cancellare dai social network di tutta la galassia per incitamento all’odio di genere!

A proposito di genere, la stessa Facebook potrebbe finalmente spiegare perché i capezzoli umani femminili vengono banditi dal network mentre quelli maschili no? Non è sessismo questo?

Si scrive politically correct, si legge ottusità.
Oppure Facebook, se preferite.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/06/07/sospeso-da-facebook-per-una-battuta-cosi-la-policy-social-diventa-censura/6222391/

 

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12 ore fa, ARES III dice:

Sottolineo che le parole usate dall'autore non sono di mio gusto, tuttavia non credo si possa ipocrita valutare una censura sulla base solo dei propri gusti personali.

Ma sulla base dei regolamenti del forum forse sì. Comunque, nessuna censura neanche da parte nostra, ma sicuramente un richiamo sull'opportunità di postare notizie del genere, per le quali lo staff continua a chiedersi quale valore aggiunto possano dare a un forum di numismatica... e continua a non trovare risposte :glare:

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33 minuti fa, CdC dice:

postare notizie del genere,

Ma la discussione, che non ho aperto io, parla di certe tendenze censorie che sfociano in paradossi e in follie.

L'unico valore del precedente post, di cui mi sono dissociato e lo ribadisco anche ora soprattutto per il linguaggio, è che questa volta la lamentela di questo fenomeno censorio proviene da una certa area di pensiero che fino a ieri abbracciavano queste idee. Quindi si voleva sottolineare che se il fastidio per questo fenomeno viene avvertito e constatato in questo giornale, ormai la situazione è diventata talmente grave e sfuggita di mano che non può essere più tollerata neppure dai suoi vecchi sostenitori.

La prossima volta opererò una censura sul linguaggio, anche se le idee di fondo credo siano condivisibili.

33 minuti fa, CdC dice:

sull'opportunità di postare notizie del genere, per le quali lo staff continua a chiedersi quale valore aggiunto possano dare a un forum di numismatica.

Su questo punto si potrebbe obiettare che ogni discussione di Agorà,  tratta qualunque argomento  dalla politica estera e militare, a quella dell'UE, alla musica, a quello che ti viene in mente dopo le 1:00 di notte, alle squadre di calcio, ad artisti moderni, agli anni '80, a Star Trek......cioè si parla di tutto ciò che accade e ci colpisce. Parlare dell'attualità e confrontarsi democraticamente , anche se si hanno idee diverse, non è solo un valore ma anzi è un arricchimento personale e culturale, e visto che qui si fa cultura credo che anche questo ne faccia parte.

Attendo le Vostre considerazioni.

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Supporter
Inviato (modificato)

In qualità di autore della presente discussione, mi vedo costretto a fare alcune considerazioni e precisazioni. 
Parto col dire che, onestamente, non immaginavo che la discussione proseguisse così a lungo e in questa maniera. 

L'argomento principale è effettivamente l'assurdità della censura messa in atto da una certa corrente di pensiero.
Tuttavia, non mi sembra molto corretto mettere sullo stesso piano l'intenzione di voler bandire dalle scuole un capolavoro assoluto quale l'Odissea di Omero (scritto più di 2.500 anni fa) con la sospensione degli account Facebook di individui che hanno fatto ricorso a termini volgari e offensivi. Si può eventualmente essere d'accordo o meno con queste prese di posizione arbitrarie ma non credo che sia questa la discussione idonea per parlarne. 

L'aspetto che questa discussione si prefiggeva di criticare è che è concettualmente sbagliato voler giudicare i grandi del passato con gli standard culturali del presente. Omero, Dante e Cristoforo Colombo vissero in epoche ben diverse tra loro e, soprattutto, dalla nostra. Il fatto che fossero islamofobi, sessisti, schiavisti, razzisti o altro non significa che debbano essere demonizzati (dato che, alla fine, rispecchiavano la mentalità della gente del loro tempo) e non deve sminuire quanto da loro è stato fatto. 
Anche perché, se volessimo applicare questi rigorosi metri di giudizio all'intera Storia dell'umanità, non saprei veramente quanto e cosa potrebbe salvarsi... 

Spero di aver così chiarito la questione, almeno dal mio punto di vista. 

Modificato da lorluke
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Il 31/3/2021 alle 09:57, ciccio 62 dice:

Mi sembra che negli ultimi anni il "politicamente corretto" sta diventando una sorta di fissazione collettiva, che però e fatta più di apparenza che di sostanza, al posto di impegnarsi per riconoscere veramente i diritti , si sproloquia a propositi di come sia più bello usare termini corretti, ma cosi si nascondono i veri problemi.

E giusto riconoscere gli errori della storia, ma per riconoscerli non bisogna cancellarli.

Mi sembra che questo post riassuma con estrema semplicità il problema di fondo. La questione dell'intolleranza, termine già di suo indicativo dell'impostazione distorta di chi non comprende, ma "tollera" xké in qualche presunta maniera "superiore", non sta nella creazione di neologismi politicamente corretti o nella censura di ciò che si reputa scorretto, ma nella comprensione del significato di certi atteggiamenti. Non si risolve una fobia cancellandone i sintomi o proibendo di parlarne; bisogna andare alla radice. E le radici qui sono nell'atteggiamento, che può purtroppo essere bigotto da entrambi i lati. Finché non si trova la forza di affrontare le proprie paure si continuerà a nascondere la testa sotto i sassi.

L'atteggiamento ottuso si rinnova in numismatica dove, ad esempio, si vieta la vendita di monete con la svastica xkè, in qualche modo, offendono la sensibilità di qualcuno. Omero era "razzista", Dante un integralista bigotto? E se anche fosse? Non sarebbe un'ottima occasione di capire perché? Dopo tutto, la storia non offre forse l'opportunità di scavare nelle proprie radici culturali x capirle ed evolverci in qualcosa di più consapevole? O lo studio si riduce a meccanica ripetizione di filastrocche (che alla lunga si trasformano in slogan..)?

Modificato da Orodicarta
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2 ore fa, lorluke dice:

Tuttavia, non mi sembra molto corretto mettere sullo stesso piano l'intenzione di voler bandire dalle scuole un capolavoro assoluto quale l'Odissea di Omero (scritto più di 2.500 anni fa) con la sospensione degli account Facebook di individui che hanno fatto ricorso a termini volgari e offensivi. Si può eventualmente essere d'accordo o meno con queste prese di posizione arbitrarie ma non credo che sia questa la discussione idonea per parlarne. 

La questione: si incomincia censurando Dante/ Omero con motivazioni altisonanti e pseudo scientifiche e poi si passa a criticare ogni aspetto della vita privata delle persone.

Entrambe queste censure sono il frutto malato della volontà di alcuni di imporre agli altri il proprio pensiero, credendo che le loro idee sono per forza migliori.

E quello che è più subdolo e pericolo? Il volere ammantare tutto con una motivazione ipocrita sul rispetto dei diritti delle minoranze.

Se si vuole rispettare veramente i diritti di tutti basterebbe rispettare dei semplici principi: la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri e  non fare agli altri ciò che non vorresti che ti fosse fatto. E questo lo si dovrebbe apprendere in casa da piccoli (parlo per esperienza personale).

 

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Anche questa è libertà di espressione?

"Rappresenta la storia coloniale". Cancellata pure la Regina

Il Magdalen College di Oxford rimuove il ritratto di Sua Maestà britannica, accusandola di essere il simbolo della storia del colonialismo

La cancel culture raggiunge un nuova vetta di assurdità. In nome del politicamente corretto continua a eliminare pagine intere di Storia, rendendo la memoria collettiva più povera e, dunque, più esposta alla ripetizione degli errori del passato. Stavolta la vittima sacrificale è la regina Elisabetta, un’icona del mondo moderno.

La regina Elisabetta vittima del politicamente corretto

Secondo quanto riporta Il Corriere.it gli studenti del Magdalen College, uno dei più importanti e prestigiosi di Oxford, hanno rimosso il ritratto della sovrana dalla sala riunioni. La ragione di un simile gesto è davvero discutibile.  Elisabetta II è stata accusata di “rappresentare la storia coloniale recente”, dicono sempre gli studenti, dunque il quadro che la raffigura non avrebbe diritto di stare in bella mostra in luogo pubblico che dovrebbe “far sentire tutti benvenuti”.

La regina Elisabetta è l’ultimo capro espiatorio, in ordine di tempo, di una cultura che non insegna, ma cancella tutto ciò che appare scomodo, non omologato a una certa visione staccata dalla realtà e che vorrebbe disegnare il mondo come un luogo illusorio. Una certa utopia che, come tale, nasconde pericolose deviazioni. Il Corriere.it evidenzia, giustamente, che la cancel culture potrebbe essere definita come la nuova inquisizione, la moderna “caccia alle streghe”. Stavolta sul rogo dell’ipocrisia è finita la regina Elisabetta, ma l’elenco di questi nuovi “eretici” è lungo e non sono solo persone in carne e ossa, ma anche opere letterarie, cinematografiche, da Via Col Vento a Dumbo.

"Filippo era razzista e sessista, non lo ricordiamo". La protesta del college

Il ministro dell’istruzione inglese, Gavin Williamson, ha bollato la trovata degli studenti del Magdalen College come "assurda" e ha commentato: “La regina è ciò che di meglio c’è nel Regno Unito e ha a che fare con la tolleranza, la coesione e l’inclusione”. In difesa di Sua Maestà si è schierato anche il pro-rettore di Oxford, Lord Patten, ultimo governatore britannico di Hong Kong, che ha definito gli studenti “offensivi e ignoranti”.

Non è dello stesso avviso la preside del college, la quale ritiene inviolabile il diritto di espressione dei ragazzi e ha sottolineato: "La libertà di parola significa che gli studenti possono fare le loro scelte. Difendo il loro diritto di condurre i loro affari e decidere cosa va appeso al muro". Un gesto così eclatante dal Magdalen College, frequentato da personaggi come Oscar Wilde, nessuno se lo sarebbe mai aspettato, benché vi sia stata un’avvisaglia proprio lo scoprso anno.

Una pericolosa deriva

Gli studenti dell’Oriel College (che fa parte di Oxford come il Magdalen), infatti, si impuntarono per rimuovere la statua del colonizzatore dell’Africa meridionale Cecil Rhodes. Persino il King’s College di Londra si sta avviando sulla rovinosa strada della cancel culture. A inizio giugno 2021, infatti, l’ateneo pubblicò un ritratto del patrono, il duca di Edimburgo appunto, durante una visita del 2002. L’immagine, dopo le accese proteste che etichettavano il principe consorte come un "razzista e sessista”, venne ritirato e l’archivista che lo aveva diffuso, Joleen Clarke, chiese persino scusa.

Ci troviamo di fronte a una pericolosissima censura, una revisione storica e culturale che del senso più alto del termine libertà non ha proprio nulla. Anzi, rischia di togliercela questa libertà, avvicinandosi sempre di più al baratro del pensiero unico. La Storia e il mondo sono entità complesse che dobbiamo conoscere in tutte le loro sfaccettature, anche quelle che non ci piacciono. Non sono creta da modellare, ma fatti, persone, fallimenti e successi, errori da cui imparare. Gli eventi e i personaggi storici non sono “santini” ma frammenti di una realtà che rischiamo di dimenticare.

https://amp.ilgiornale.it/news/mondo/cancel-culture-colpisce-ancora-ritratto-regina-1953262.html

Domanda sorge spontanea: perché i giovani britannici, così consapevoli e politicamente impegnati, alla fine si sono fatti guidare per il naso da estremisti pro brexit che sono tutti estimatori dell'imperialismo e del colonialismo britannico, e che per di più vorrebbero in qualche modo riprendere le redini di quel progetto politico (senza più gli eccessi di quell'epoca naturalmente, perché non più conveniente economicamente) ? 

Questi giovani prima abbracciano idee reazionarie e poi vogliono fare i rivoluzionari ? Ma......

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  • 4 settimane dopo...

Ora tocca pure ai deliri animalisti:

Animalisti contro Cochi e Renato: “La Gallina” insulta gli animali

Gli animalisti chiedono di cambiare il testo della canzone di Cochi , Renato e Jannacci “La Gallina”, perché è un insulto agli animali.

“La Gallina non è un animale intelligente”: qualcuno aveva mai pensato che la canzone di Cochi e Renato “La Gallina” fosse un insulto al mondo animale? Be’, lo hanno fatto gli animalisti.

L’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente) ha infatti messo sotto accusa il testo della canzone del 1973 scritta dal duo comico con la collaborazione di  Enzo Jannacci. La richiesta è quella di cambiare il testo della popolare canzone, in nome di un politicamente corretto che ora riguarda perfino gli animali da cortile.

“La canzone La Gallina cantata da Cochi e Renato e scritta insieme a Jannacci è un inaccettabile insulto agli animali, in particolare nella strofa dove si dice che “La Gallina non è un animale intelligente lo si vede da come guarda la gente” e per questo motivo andrebbe perlomeno modificata togliendo dalla stessa strofa la parola “NON” in quanto in quella parola sta l’insulto verso i polli e le galline”, si legge in un comunicato sul sito dell’Associazione.

“Ci rendiamo conto che si tratta di una canzone di altri tempi quando il rispetto per gli animali non esisteva, parliamo di un periodo dove in Italia  venivano tenuti i cani alla catena, abbandonati quando non uccisi senza alcuna motivazione.

Erano altri tempi,  tempi in cui l’amore per gli animali ed il rispetto per loro erano cosa per pochi, cosi se allora questo linguaggio era  prassi comune, oggi i tempi sono cambiati,cosi come è cambiato il linguaggio e la percezione del sentire comune verso le altre creature che popolano la terra, per questo sarebbe il caso di superare definitivamente anche con delle modifiche se del caso canzoni che allora facevano sorridere, ed oggi rischiano invece di far piangere la stragrande maggioranza degli italiani”.

https://www.dissapore.com/notizie/animalisti-contro-cochi-e-renato-la-gallina-insulta-gli-animali/

Alcune domande a questo punto si pongono:

1- questi pseudo-animalisti riesco a capire che è una canzone ironica?

2- e poi credono che con questa pagliacciata possano realmente tutelare gli animali?

3- a quando la difesa delle zebre (a pois) , del cobra al quale si nega pure la sua appartenenza alla famiglia dei serpenti (il cobra non è un serpente), .......

Ecco cosa succede quando il politically correct viene lasciato a briglie sciolte!

Per questo, la prossima volta che compriamo della carne o del pesce o delle uova o del formaggio inginocchiamoci.......

 

 

 

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@ARES IIIe "il Gallo è morto" Assassinato !!!! 

Non possono incriminare per gallicidio Nanni Svampa che purtroppo è defunto come Brivio e Magni ma potrebbero sempre incriminare per complicità Nino Patruno.

"Il cretino, non dimentichiamolo, è la persona più pericolosa che esiste. L’ intelligente sa di essere tale. Il cattivo è consapevole di essere cattivo. Lo sprovveduto è penosamente immerso nel proprio candore. A differenza di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Questo contribuisce a dare maggiore forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastante. Non è inibito dall’autocoscienza, dalla vergogna o da un esame razionale delle sue condotte. In realtà, non agisce, si limita a fare, e in questo è instancabile. C’è di più: il malvagio può cessare, per interesse o per altre ragioni, di essere tale, magari per qualche ora al giorno o in periodi particolari della sua vita. Ciò è impossibile allo stupido, la cui condizione è irreversibile e ininterrotta."

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Ma c'è dell'altro: scordatevi il formale ma molto elegante saluto "Signore e Signori" in quanto oggi è ritenuto becero e discriminatorio ( con chi ancora devono spiegarlo perché chi si sente uomo si prende il Signori e chi donna il Signore, chi non ha deciso entrambi, quindi più politically correct di così si muore):

Lufthansa cancella il saluto «Signore e signori benvenuti a bordo»: non è neutro

La compagnia aerea Lufthansa e le sue consociate hanno deciso di abolire il saluto ai passeggeri «Signori e signore, benvenuti a bordo» perché ritenuto troppo poco neutrale rispetto ai generi. Hostess e steward si limiteranno a pronunciare un più asettico «Benvenuti a bordo». La decisione è stata confermata dalla portavoce del vettore tedesco, Anja Stenger: «La diversità per noi non è una frase vuota, da ora vogliamo esprimere la nostra attenzione al linguaggio» ha dichiarato ai media tedeschi. Non è stato ancora specificato da quando entrerà in vigore la nuova disposizione.

https://www.corriere.it/esteri/21_luglio_13/lufthansa-cancella-saluto-signori-signori-benvenuti-bordo-non-neutro-08349ce4-e3f3-11eb-9ca3-9397dc78a855.shtml

Ecco utilizzando questo genere di pensiero potremmo un giorno (non molto lontano se questi pazzi non verranno fermati) arrivare a censurare anche certi saluti come il "buongiorno" in quanto lesivo, discriminatorio ed anche offensivo per tutti coloro che in quel giorno hanno avuto dei problemi e quel "buono" diventa canzonatorio con intento offensivo!

 

 

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