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ARES III

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Questa non vuole essere un'istigazione per scavi clandestini o altro, ma solo il resoconto dell'ennesimo ritrovamento fortuito.

Venafro. Alla luce villa romana ed un anello del governatore della provincia del Sannio: i ritrovamenti durante i lavori per la nuova rete elettrica.

Villa romana riutilizzata in età tardoantica-altomedievale ad uso sepolcrale: scoperta a seguito dei lavori per il rinnovo della rete elettrica Capriati al Volturno – Presenzano.

Una importante scoperta archeologica è stata effettuata nella Piana di Venafro: una villa di epoca romana contenente ben quattro sepolture oltre ad un anello sigillo probabilmente appartenuto a uno degli ultimi proprietari, Maecius Felix, patrono della città di Venafro e governatore della provincia del Sannio. Le operazioni si sono rese necessarie a seguito dei lavori pubblici in corso in loco per la costruzione della nuova rete elettrica, scavi archeologici coordinati da Maria Isabella Battiante e condotti sul posto da Luca Coppola, iniziati nel giugno scorso e durati circa 6 mesi sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia del Molise e che si prevede termineranno nel primo semestre 2021. I reperti sono venuti alla luce proprio al di sotto di un palo della elettricità, e gli scavi, pur non danneggiando i preziosi ritrovamenti, continueranno nei prossimi giorni ed la nuova struttura che verrà impiantata non andrà a danneggiare quanto rinvenuto. “I resti sono superficiali e quindi dell’edificio si conserva poco più del livello di fondazione: si tratta di una grande abitazione di campagna, costruita agli inizi del I secolo d.C. e abitata fino in epoca tardo antica. Dopo l’abbandono e il crollo tra le macerie fu sistemato un piccolo nucleo necropolare. Importantissimo il ritrovamento di un anello sigillo probabilmente appartenuto a uno degli ultimi proprietari: Maecius Felix, patrono della città di Venafro, governatore della provincia del Sannio…(tra la fine del IV e gli inizi del V secolo d. C.): un pezzo grosso insomma”: la nota della Soprintendenza. La scoperta è stata fatta a seguito dell’operazione di archeologia preventiva durante i lavori che la società sta conducendo per la nuova rete elettrica Capriati al Volturno – Presenzano e che interesserà l’area compresa tra i Comuni di Pozzilli, Venafro, Sesto Campano e Presenzano. Per le archeologie si sono rese necessarie accurate indagini stratigrafiche in un’aerea di 900 metri quadri; nella fase destinata a uso funerario sono state recuperate quattro sepolture in corso di approfondimento; al di sotto sono state scoperte strutture riconducibili a più fasi di vita dell’unità abitativa / produttiva, essendo state rilevate diverse risistemazioni edilizie. La costruzione del manufatto è risalente alla fine dell’epoca romana repubblicana e gli inizi dell’età imperiale, villa abitata fino al periodo tardo imperiale. Negli ambienti evidenti delle vasche, magazzini e canalette, una piccola fornace per la produzione di mattoni e tegole, appartenuta verosimilmente a M. Clodio epigraficamente attestato in zona nel corso del I secolo d.C.

https://www.matesenews.it/venafro-viene-alla-luce-villa-romana-ed-un-anello-del-governatore-della-provincia-del-sannio-i-ritrovamenti-durante-i-lavori-per-la-nuova-rete-elettrica/

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Ritrovamento. Terna riporta alla luce una villa romana

Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, in occasione di un intervento di rinnovo della linea Capriati–Presenzano, nella piana del Venafro in Molise, ha individuato, proprio sotto un sostegno che si accingeva a sostituire, un sito archeologico in un’area di circa 900 metri quadri. Coinvolta la Sovrintendenza, l’area è stata messa subito in sicurezza: lo scavo archeologico ha riportato alla luce l’impianto di una villa di età romana risalente al I secolo d.c. e abitata fino in epoca tardo imperiale, intorno al IV-V secolo d.c. Successivamente, e fino in età altomedievale, la villa romana ha avuto un uso sepolcrale: sono state rinvenute infatti quattro sepolture oggetto ora di uno specifico studio antropologico.

SITO_03_si_72113714.jpg

Un esame preliminare delle tecniche costruttive della villa e l’analisi dei tanti materiali rinvenuti, tra i quali numerose monete, induce a ritenere che la villa sia stata abitata fino al periodo tardo imperiale, come attesta il ritrovamento di un anello-sigillo in bronzo appartenuto a “Maecius Felix”, Patrono della città di Venafro e Governatore della provincia del Sannio tra la fine del IV e gli inizi del V sec. d. C. Oltre agli ambienti della villa tornati alla luce, anche vasche, magazzini e canalette. E’ riemersa anche una fornace per la produzione di mattoni e 

tegole, appartenuta verosimilmente, stante il ritrovamento di due tegole bollate, a “M. Clodio”, epigraficamente noto in zona nel corso del I sec. d.C. Terna, dopo il ritrovamento dei resti della villa, ha progettato, e sta già realizzando, lo spostamento del sostegno per permettere gli studi sull’area da parte degli archeologi e dei tecnici coinvolti.

https://www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/economia/pagine/terna-villa-romana-molise

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Villa-romana-Venafro-20.jpg

SITO_01_72113707.jpg

venafro-villa-romana-rinvenimento.jpg

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Non sappiamo ancora se effettivamente l'anello appartenesse a 

28 minuti fa, ARES III dice:

Maecius Felix”,

Ma chi era ?

Era un uomo importante dell'epoca tardoantica. Era stato nominato governatore del Sannio sotto Diocleziano.

Abbiamo anche un epigrafe che ce lo testimonia CIL X 4863

Maecius

Felix, vir

perfeetis

simus,

praeses

Samnii 

 

books_google_hu-books~2.jpg

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Faccio presente che "l'anello sigillare" non è un anello sigillo propriamente detto, inteso come anello digitale personale, ma si tratta di uno stampo per bolli laterizi, una classe di oggetti ben attestati e conosciuti. 

Lo sottolineo perché da come è descritto nell'articolo sembra che Maecius se ne andasse in giro con quel po' po' di "bronzo" al dito. ?

Infatti nella villa è stata riconosciuta una fornace per la produzione di mattoni di cui, probabilmente, Maecius era proprietario. 

 

 

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42 minuti fa, Adelchi66 dice:

Lo sottolineo perché da come è descritto nell'articolo sembra che Maecius se ne andasse in giro con quel po' po' di "bronzo" al dito.

Avevo pensato anch'io ad un possibile fraintendimento....ma poi mi sono detto che qui ci sono troppi esperti per cadere in errore, quindi non c'è bisogno di fare un approfondimento su questo.

Comunque hai fatto bene @Adelchi66 a spiegarlo, non si sa mai.

Non so quanto pesi quel pezzo di bronzo, ma ha una portabilità quasi impossibile.

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