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IGNORED

Collezionismo: contrasto ideale alla dissoluzione?


Risposte migliori

  • 2 anni dopo...
Supporter
Inviato

Salve, Mi capita di leggere e sentire ogni tanto interventi che, secondo me, mancano il punto sulla vexata quæstio in merito alle differenze tra raccoglitore e collezionista.

E quindi riprendo tale discussione discettando ancora dei presupposti teorici del collezionismo.

Raccoglitore e collezionista, dicevamo.

Se proprio vogliamo dare rilevanza semantica alla distinzione dovremmo secondo me affermare con forza che non sono lo stato di conservazione (MB versus SPL), né tanto meno il canale di reperimento degli oggetti (eredità VS aste VS la baia VS negozio) e men che meno  il potenziale finanziario i veri discrimini tra raccoglitori e collezionisti. Il discrimine sta nella costruzione di un senso, nella consapevolezza dei propri percorsi, nello studio (che può essere più o meno approfondito), nel riconoscimento della propria identità di conservatore e pontiere, nella attitudine a ricreare mondi e relazioni a partire dagli oggetti posseduti, nella capacità di sottrarre all'oblio certe cose.

Il raccoglitore... raccoglie. E non per questo è una cattiva persona!

Sia sul forum che nella vita di circolo, incontro persone che, nonostante il proprio bagaglio, si definiscono con eccessiva modestia "raccoglitrici" e,  di contro, persone dedite alle monete di V.E.III, le quali, interrogate sul perché della loro collezione, ti rispondono: "Eh, cos'altro vuoi collezionare? La Repubblica, che tanto non vale niente? Certo, se avessi le '46 e le '47 allora sarebbe diverso." Ecco, quando io sento simili esternazioni, allora comincio a interrogarmi sul discrimine tra "collezionista", "raccoglitore", "investitore" o non so cos'altro.

Saluti!

 

 


Inviato
Il 16/5/2023 alle 18:02, sdy82 dice:

 allora comincio a interrogarmi sul discrimine tra "collezionista", "raccoglitore", "investitore" o non so cos'altro.

Aggiungerei come categoria estrema il truffatore, ovvero chi raccoglie e conserva momentaneamente con l'obiettivo di vendere a prezzi assurdi e/o spacciando per altro (moneta comune per grossa rarità ecc.). Potrebbe sembrare una categoria irrilevante ma oltre ai farabutti internettiani lo fanno anche molti commercianti.


Inviato
1 ora fa, ART dice:

lo fanno anche molti commercianti.

I NIP (Numismatici Italiani Professionisti) devono rispettare un codice comportamentale che vieta situazioni che potrebbero gettare ombre sulla categoria e sicuramente è vietato truffare o aggirare i clienti. E controlliamo che tutto sia in regola.

Arka

Diligite iustitiam

  • Mi piace 1

Inviato

Non parlo dei numismatici nello specifico (la disonestà esiste in ogni categoria) ma anche di altre categorie quali antiquari e bancarellisti.


Inviato
50 minuti fa, ART dice:

bancarellisti

Forse questi lo sono più per ignoranza che per consapevolezza... Poi il marcio può annidarsi dappertutto...

Comunque non bisognerebbe demonizzare l'intera categoria.


  • 5 mesi dopo...
Supporter
Inviato

Autunno ricco di pratica collezionistica per me.

Riflettendo sulla marca identitaria della o del collezionista, mi verrebbe da dire che noi esperiamo la profondità della scissione. Ci occupiamo di ricostituire qualcosa di scisso. Potrebbe essere una vecchia collezione oppure un'antica serie monetale greca, qualcosa che il tempo ha disperso e che noi cerchiamo di ricostituire. Siamo forse nostalgici di un'unità che si è persa.  Nella costituzione delle nostre collezioni percorriamo lo spazio-tempo. Lo facciamo in senso metaforico, ma neanche tanto. Capita infatti che ci si sposti da parte a parte del paese per recuperare quel dato pezzo.

L'oggetto del nostro desiderio collezionistico, perso chissà dove, muto in contesti che non sono i suoi, torna a essere traccia indelebile di una storia, di una presenza, quando interrogato. Ecco tornare le parole di Quinto Sertorio:

Il 18/12/2020 alle 12:16, QuintoSertorio dice:

noto che osservare le monete mi fornisce molte più emozioni quando le guardo con una visione di insieme, magari un colpo d'occhio su un intero vassoio, mentre poi quando ne tiro su una in particolare per esaminarla meglio perde un pochino della sua magia

Abbiamo nostalgia di completezza. L'horror vacui è questione tremendamente umana, dunque anche collezionistica.

 

  • Mi piace 2

Supporter
Inviato

Riprendendo Lucrezia Ercoli, che nel libro YESTERDAY. FILOSOFIA DELLA NOSTALGIA riprende a sua volta i pensatori Jean Baudrillard e Remo Bodei nonché il poeta argentino Borges, gli oggetti del nostro desiderio, quantomeno quelli che vanno dallo scorso anno fino al regno di Lidia, danno significato allo scarto temporale tra noi che collezioniamo e il collezionabili. Essi sono a volte nodi di relazioni, ponti - direi.

Vi invito a leggere qui la poesia di Jorge Luis Borges Las cosas:

https://poesiainrete.com/2022/05/19/le-cose-jorge-luis-borges/

Riporto per comodità, a mo' di citazione, la traduzione italiana presente al link di cui sopra:

Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da gioco e la scacchiera,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d’una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un’aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno piú in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.

Jorge Luis Borges

(Traduzione di Francesco Tentori Montalto)

da “Elogio dell’ombra”, Einaudi, Torino, 1971

 

 


Inviato (modificato)

Ecco una traduzione più precisa:

 

Il bastone, le monete, il portachiavi,

la docile serratura, quei tardivi appunti

che non leggerò nei pochi giorni che mi restano, le carte e la scacchiera,

un libro e nelle sue pagine l'appassita

violetta, monumento di un pomeriggio

senza dubbio indimenticabile e già dimenticato,

il rosso specchio occidentale in cui arde un'illusoria aurora.

Quante cose, lime, soglie, atlanti, tazze, chiodi,

ci servono come taciti schiavi,

ciechi e stranamente furtivi!

Dureranno oltre il nostro oblio;

non sapranno mai che ce ne siamo andati.

 

Modificato da ART

Supporter
Inviato (modificato)
Il 16/11/2023 alle 19:42, ART dice:

Ecco una traduzione più precisa:

 

Il bastone, le monete, il portachiavi,

la docile serratura, quei tardivi appunti

che non leggerò nei pochi giorni che mi restano, le carte e la scacchiera,

un libro e nelle sue pagine l'appassita

violetta, monumento di un pomeriggio

senza dubbio indimenticabile e già dimenticato,

il rosso specchio occidentale in cui arde un'illusoria aurora.

Quante cose, lime, soglie, atlanti, tazze, chiodi,

ci servono come taciti schiavi,

ciechi e stranamente furtivi!

Dureranno oltre il nostro oblio;

non sapranno mai che ce ne siamo andati.

 

 

Ciao!

Cosa intendi per "traduzione più precisa"? Di chi è? Mai omettere il traduttore o traduttrice! 😱😵😡

P.S.

S'è forse capito di cosa mi occupo ? 😬😋

Modificato da sdy82
Aggiunta

Inviato

Traduzione più aderente all'originale, del traduttore ART aiutato da google translator (ma la persona ci ha messo molto del suo ingegno).


Inviato
7 ore fa, ART dice:

Traduzione più aderente all'originale, del traduttore ART aiutato da google translator (ma la persona ci ha messo molto del suo ingegno).

 

Forse volevi dire ARTranslate !

  • Haha 2

Inviato

Va scisso l accumulatore seriale, dal collezionista.

L accumulatore prende tutto per per non avere dubbi e non dover dire non ce l ho.

Il collezionista invece sceglie cosa collezionare e si appassiona e specializza in qualcosa.

Sennò si rischia di pensare che avere una cosa completa sia il solo modo di collezionare, non credo che sia cosí, la completezza intera e la visione di insieme può essere appagante per l insieme,ma avere pezzi, che fanno conservazione bellezza e raritá fanno giá una collezione di livello e non sono da meno di una collezione completa magari di bassa qualitá.

Certe volte poi l ossessione di avercela tutte non vorreí fosse una mancanza propria e non la costruzione di qualcosa!

Insomma il collezionista colleziona per gusto e ricerca, l accumulatore per disperazione o per mancanza.

Oggi poi credo che avere 1000 ciofeche o avere 20 pezzi buoni sia poi sotto l occhio di tutti.

Ricordiamo sempre anche l importanza di certe monete la loro raritá da altre invece molto prive di una e dell'altra.


Inviato
Il 21/11/2023 alle 16:56, fofo dice:

Certe volte poi l ossessione di avercela tutte non vorreí fosse una mancanza propria e non la costruzione di qualcosa!

Io colleziono una piccola zecca per varianti di conio. La cosa più interessante è trovare conii inediti. Ci vuole tempo, studio e passione. E la qualità passa tranquillamente in secondo piano.

Lo scopo finale è una pubblicazione. Ed è una grande soddisfazione (già fatto per un'altra zecca :rolleyes:).

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
2 ore fa, Arka dice:

Io colleziono una piccola zecca per varianti di conio. La cosa più interessante è trovare conii inediti. Ci vuole tempo, studio e passione. E la qualità passa tranquillamente in secondo piano.

Lo scopo finale è una pubblicazione. Ed è una grande soddisfazione (già fatto per un'altra zecca :rolleyes:).

Arka

Diligite iustitiam

 

Ciao, si completare una piccola zecca è indubbiamente gratificante qualora ci si avvicini a tale completezza.

Ricordiamoci che alcune monete non sono arrivate sino a noi e completa non sará mai.

Pure io ci provo ad essere molto piú completo ma su certe zecche non si riesce in una vita..bisogna anche cercare di essere soddisfatti e di fare la qualitá e non il numero.

Un saluto


Supporter
Inviato
Il 18/11/2023 alle 13:28, ART dice:

Traduzione più aderente all'originale, del traduttore ART aiutato da google translator (ma la persona ci ha messo molto del suo ingegno).

 

Ciao! Diciamo che il concetto di "aderenza" mal si sposa con la prova dei fatti, e neanche potrà mai sussistere probabilmente, dal momento che ognuno sceglie liberamente il traducente tra tutta la sinonimia possibile. Preferiamo parlare di "fedeltà". Io traduttore rimarrò "fedele" agli intenti performativi dell'autore. Soprattutto nella poesia, dove, a differenza della prosa, hai dei tratti comunicativi che esulano dal discorso linguistico propriamente detto:  musicalità, ritmo, metafore proprie della lingua di partenza e ancor altro.

Mi fermo qua. Ovviamente non parlate di traduzione automatica a un traduttore ☠️🙈☠️🙉☠️🙊 (o meglio, se ne può parlare, ma non in questa discussione). 😙


Inviato

Hai ragione, però alcune discrepanze erano macroscopiche, come ad esempio:

El bastón, las monedas, el llavero,   tradotto in   Le monete, il bastone, il portachiavi,

ovvero invertendo senza motivo il bastone con le monete.


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