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Bisante ossidionale per Cipro


Risposte migliori

Ciao a tutti,

 

in attesa del mio primo bisante (sarà da qualche parte in qualche ufficio postale?), vorrei iniziare questa mesta discussione per non intasare una discussione di @@roth37 di diversi anni fa.

 

Iniziamo, in mancanza delle immagini della moneta da me tanto desiderata e finalmente trovata, da lontano: una immagine di Cipro, isola che ho visitato più volte, e che ha una carica storica inimmaginabile, sin dai primissimi tempi della storia. La prima foto rappresenta la famosa "Petra tou romiou", ossia il luogo - vicino alla città di Paphos - in cui secondo una leggenda nacque dalle acque la dea Venere/Afrodite, e che nel I secolo ospitò Saulo/Paolo in uno dei suoi primissimi viaggi apostolici.

 

La memoria di Saulo a Cipro, nel '400, era di sicuro ancora molto forte nel mondo religioso e soprattutto umanistico veneziano, e molte testimonianze non solo religiose ma anche artistiche e politiche (soprattutto dopo l'affaire Caterina Cornaro) in un certo senso facevano di quest'isola una sorta di Candia ma con innumerevoli ripercussioni che ai giorni nostri forse paiono superficiali.

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Modificato da gigetto13
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un'isola con un legame fortissimo con venezia ben descritto da:

 
  Home > Collane > Patrimonio Veneto nel Mediterraneo > Candia e Cipro. Le due isole "maggiori" di Venezia   Candia e Cipro. Le due isole "maggiori" di Venezia
46.jpg   Candia e Cipro. Le due isole "maggiori" di Venezia


A cura di Mauro Scroccaro e Michalis G. Andrianakis

Per la straordinaria peculiarità che ha storicamente legato le isole di Creta e Cipro a Venezia, la quantità di monumenti, edifici pubblici, privati religiosi e militari che vi si trovano sono di gran lunga tra le realtà più significative tra tutti i vecchi domini “da mar” della Serenissima, testimonianza di più di quattro secoli di dominio veneziano per Creta, e di poco meno di uno per Cipro. Il volume, riccamente illustrato, illustra la storia e la situazione attuale di questo importante patrimonio storico-archeologico.

127 pagg., 1a ed.
illustrato, cartonato, grande formato
2010 (Patrimonio veneto nel Mediterraneo; 3)       Indice del libro (PDF)
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Awards

Nell'isola ci sono decine di chiesette come questa, ricordo dell'epoca bizantina, precedente ai Lusignano, che sopravvivono isolate in un assordante concerto di cicale, le quali si sa, a 40 gradi cantano in modo sconsiderato...

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E a pochi chilometri di distanza, trovi un mosaico ellenistico con la leggenda di Piramo e Tisbe, un minareto e delle tombe regali scavate nella roccia 3000 anni fa ...

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Veniamo al dunque.

 

Marc'Antonio Bragadin. Lungi da me tirare in ballo l'ISIS o cose simili, premetto.

Questo in foto è il (peraltro abbastanza mediocre) affresco che si trova nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo (vulgo: San Zanipolo) a Venezia presso la tomba dello scorticato eroe di Famagosta, che nel giugno/luglio 1570 decise di iniziare a coniare i famigerati bisanti per pagare le sue truppe a Cipro, assediate dagli ottomani - i quali evidentemente non temevano ciò che sarebbe successo pochissimi mesi dopo a Lepanto. La storia è stata ben descritta dal succitato @@roth37. Leggo che l'emissione fu determinata da una carenza di carzie.

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  • 2 settimane dopo...
Supporter

Buona serata

 

Momento tragico, è vero, come è drammatica l'iscrizione che inneggia alla fede inviolabile; una esortazione a raccogliersi per resistere, eppure nonostante tutto ciò che di terribile rappresenta questa moneta, c'è spazio anche per la grazia che l'angioletto incarna.

 

Stupenda moneta

 

saluti

luciano

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Bravo Luciano! in effetti (nell'attesa che dalle lande di San  Marino arrivi il mio) uno dei temi che vorrei sviscerare è proprio la presenza dell'amorino del rovescio.

 

Sto raccogliendo intanto altre immagini del bisante che si trovano in rete. C'è da rimanerne sbalorditi.

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Supporter

Buona giornata

 

La Cipro veneziana non aveva zecca; non era tra le colonie fortunate che potevano vantare il diritto di battere moneta propria e non aveva strutture per poterlo fare. (Vincenzo Lazzari; Le monete dei possedimenti veneziani).

 

L'unica moneta battuta per necessità è questo bisante ossidionale. Certamente tra gli abitanti di Cipro c'erano buoni fabbri, fonditori, anche artisti ed orafi, ma per coniare monete ci vogliono capacità specifiche; è un'arte che richiede una specializzazione e una destrezza particolare.

 

Sappiamo che Venezia riuscì, più volte, a penetrare il blocco operato dai turchi e rifornire di merci una Famagosta ormai assediata, certamente non riuscì a rifornirla di uomini, di gente armata che potesse mutare la situazione e non credo proprio che ci fosse la preoccupazione di inviare gente esperta per coniare monete. 

 

Di necessità virtù, si potrebbe dire; hanno dovuto improvvisare per coniare una moneta e tutto sommato il risultato, anche iconografico, è tutt'altro che raffazzonato. Vediamo le tante monete ossidionali create alla bisogna; spesso sono dei lamierini con inciso un numero, uno stemma, una scritta ... oggetti sufficienti allo scopo senza pretese e "povere" nel risultato.

 

Questo bisante è ben diverso e sebbene non sia immune da difetti, l'iconografia è elaborata e aggraziata. Certamente coloro che ci hanno messo mano non dovevano essere tanti e che io sappia sono degli sconosciuti.

 

saluti

luciano

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In rete poi si trova anche questo pezzo curioso, che se non sbaglio era già comparso in un'altra discussione.

 

Secondo voi come è stato ottenuto? Io penserei ad una "scodellatura" posteriore alla coniazione, anche perché altrimenti significherebbe aver dovuto produrre due nuovi conii.

 

E il motivo?

 

Forse per ricordare che effettivamente i "bisanti" d'oro erano scodellati?

 

Concordo ovviamente con tutto quanto espresso da Luciano. Eccellente disamina, come sempre. Ricordiamo che la guarnigione assediata era in effetti composta da migliaia di persone, non tutti militari, e quindi possibilmente c'era qualche artigiano con qualche rudimento di incisione (e, perché no, magari ex lavoratore alla zecca?) ma temo non potremo mai saperlo. Di certo è vero che se paragonata alla media delle monete ossidionali è un gradino al di sopra sia come tecnica sia come accuratezza. A maggior ragione, trovandosi in una situazione di estrema necessità e pericolo, non deve aver avuto grandi disponibilità tecniche. L'unica cosa forse che non mancava, era il rame (sappiamo che l'isola era, ed è ancora, ricca di miniere di quel metallo, che infatti in antichità era già chiamato Cuprum dal nome dell'isola). Infatti, pur essendo considerata rara, si conoscono molte varianti nella disposizione delle lettere, nelle legende e nell'aspetto complessivo; ricordiamo che in quei tragici mesi era probabilmente l'unica moneta circolante all'interno della piazzaforte.

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Buongiorno a voi,

riguardo all’ultimo pezzo postato da @@gigetto13, credo che si debba escludere completamente l’idea che in quel modo si volesse ricordare la forma dei bisanti d’oro.

Potrebbe invece trattarsi di una moneta trasformata in un cd. “gobbino portafortuna", da toccare “alla bisogna”, per fare gli scongiuri. Nel qual caso la sua scifatura dovrebbe essere stata realizzata in un momento sconosciuto ma verosimilmente molto tempo dopo la sua emissione, forse addirittura diversi secoli dopo.

Oltre ad un utilizzo scaramantico, nei secoli scorsi una moneta appositamente modellata allo scopo veniva utilizzata anche come rimedio popolare per “curare” e/o “prevenire” l’ernia ombelicale dei neonati. 

 

Buona giornata, Teofrasto

 

 

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Supporter

Buongiorno a voi,

riguardo all’ultimo pezzo postato da @@gigetto13, credo che si debba escludere completamente l’idea che in quel modo si volesse ricordare la forma dei bisanti d’oro.

Potrebbe invece trattarsi di una moneta trasformata in un cd. “gobbino portafortuna", da toccare “alla bisogna”, per fare gli scongiuri. Nel qual caso la sua scifatura dovrebbe essere stata realizzata in un momento sconosciuto ma verosimilmente molto tempo dopo la sua emissione, forse addirittura diversi secoli dopo.

Oltre ad un utilizzo scaramantico, nei secoli scorsi una moneta appositamente modellata allo scopo veniva utilizzata anche come rimedio popolare per “curare” e/o “prevenire” l’ernia ombelicale dei neonati. 

 

Buona giornata, Teofrasto

Buona giornata

 

Sono d'accordo con Teofrasto.

 

saluti

luciano

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Buongiorno a voi,

riguardo all’ultimo pezzo postato da @@gigetto13, credo che si debba escludere completamente l’idea che in quel modo si volesse ricordare la forma dei bisanti d’oro.

Potrebbe invece trattarsi di una moneta trasformata in un cd. “gobbino portafortuna", da toccare “alla bisogna”, per fare gli scongiuri. Nel qual caso la sua scifatura dovrebbe essere stata realizzata in un momento sconosciuto ma verosimilmente molto tempo dopo la sua emissione, forse addirittura diversi secoli dopo.

Oltre ad un utilizzo scaramantico, nei secoli scorsi una moneta appositamente modellata allo scopo veniva utilizzata anche come rimedio popolare per “curare” e/o “prevenire” l’ernia ombelicale dei neonati. 

 

Buona giornata, Teofrasto

Interessantissimo, non conoscevo minimamente l'esistenza di questi gobbini... non si finisce mai di imparare. Così sono andata in cerca di qualche informazione in più e ho trovato qualcosina anche qui in vecchie discussioni.

Grazie delle preziose curiosità.

Buon pomeriggio.

Chiara

 

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Supporter

Buona serata

 

Soliti salti di conio ... e per non fargli mancare nulla, buco e sfregio :cray:

Eppure il fascino che emana - per me - resta lo stesso di altre messe meglio .....

 

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moneta in asta Lanz su eBay.

 

saluti

luciano

Modificato da 417sonia
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Curiosissima... il taglio poi le conferisce qualcosa di più... misterioso. La conservazione tuttavia è a parte il taglio ed il foro molto buona per il tipo di moneta. (è la variante con I invece con I F, secondo i testi sarebbe più "comune" ma da quello che si vede in giro, mi pare che non ci sia grande differenza)

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ed oggi finalmente è arrivato il mio bisante :)

 

4.66 grammi, variante con I F

 

foto fatte al volo , scusate.

 

cominciamo con i quesiti:

 

1) (e forse più stupido) il peso medio, sui 4.5-4.7 grammi di quasi tutti i pezzi che ho visto in giro potrebbe essere volutamente "compatibile" con il peso degli hystamenon bizantini?

 

2) le sigle I o I F... all'inizio, tanti anni fa, pensavo si riferissero a qualche provveditore o magistrato o comunque una personalità veneziana di rilievo sull'isola in quel periodo... poi però, dato che esistono pezzi con I F ma anche solo con I, ho dedotto che non poteva essere così, e che forse la I sta per "1" (bisante), e la F per Famagosta. Non ho ancora trovato conferma, voi cosa pensate?

 

3) (per me il più affascinante storicamente): l'amorino, che non trova paragoni in tutta la monetazione veneziana (e meno che meno in coniazioni di emergenza), ma che sembra così ben delineato, sembra avere in effetti delle reminiscenze classiche. Avendo visitato l'isola, ed avendo visto la grande quantità di testimonianze greche e romane, sembrerebbe la motivazione più credibile. Ma inserire una figura "pagana" e sotto scrivere addirittura che la fede dei veneziani è inviolabile, mi risulta poco chiaro. Mi spiego, potrebbe anche darsi che una statua, o meglio un bronzetto (o un mosaico pavimentale, un bassorilievo ecc.) possa essere stato scelto come "simbolo" veneziano, ricordiamo gli infiniti contatti e scambi culturali tra Venezia e l'isola fin dai tempi di Caterina Cornaro, e tutti i rimandi al mondo umanistico. Come seconda ipotesi, data anche l'iconografia, si potrebbe azzardare perfino la rappresentazione di un'opera veneziana tout court (assomiglia molto a molti amorini presenti nelle opere coeve di Tiziano e Tintoretto, solo per indicare i maggiori), presa come simbolo appunto della Fides Inviolabilis quasi come sfida. Quesito che rimarrà forse senza risposte, ma sarei curioso di sapere cosa ne pensate.

 

 

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Supporter

Buona giornata

 

proprio bello, hai fatto bene a prenderlo.

 

Circa i tuoi quesiti, a dopo .... appena ho 10 minuti di tempo; qualche commissione da fare, quelle improcrastinabili. :dirol:

 

saluti

luciano

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Supporter

Inutile cercare risposte nel Montenegro (non so se nel Paolucci c'è qualche cosa al riguardo) ... sono andato quindi a rileggermi quello che ha scritto il Lazari ne: "Le Monete dei Possedimenti veneziani di Oltremare e di Terraferma" (tra l'altro scaricabile nel sito di Incuso).

 

Circa il peso, il Lazari denuncia l'esistenza di bisanti, uguali per iconografia, che hanno un peso tra i K. 17 e i K 46 (da ca. gr. 3 a gr. 9); il Lazari riporta ciò che scrisse al riguardo Antonio Riccoboni, storico contemporaneo dell'assedio, che cita i bisanti ragguagliati a duodecim assium o quattuor quadrantium  a seconda del peso; peccato che i pesi siano così diversi e incerti tra loro, che paiono del tutto arbitrari ... oltre a ciò non si conoscono le valute alle quali il Riccoboni fa riferimento.

 

Nell'esergo si possono trovare: IIII, I, I E, I F può essere che il IIII si riferisca a  quattuor quadrantium, ma anche se fosse questa l'ipotesi, il peso tra esemplari che hanno in esergo IIII è molto vario, quindi?

Nessun chiarimento può essere fatto, giacché il peso non è indice regolatore tra i differenti tipi di esergo .....

 

L'amorino si, anche per il Lazari è un'allusione alle tradizioni mitologiche dell'isola cara a Venere.

 

Quindi alle ipotesi da te fatte:

 

I F = I sta per "1" (bisante), e la F per Famagosta.

I = "1" (bisante)

 

io sarei propenso a "legittimare" I = 1  ... in questo modo avrebbe logica anche il "IIII", per il resto "nebbia assoluta"; nel campo delle ipotesi, potremmo aggiungere anche

 

I F = Inviolabilis Fides

 

ma credo siano forzature; resterebb comunque incerta la I E. :pleasantry:

 

saluti

luciano

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