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L'articolo che leggerete contiene riferimenti espliciti (quasi istigatori) all'utilizzo del Metal detector.

Ricordando che le normative italiane sono assai differenti da quelle inglesi, e che l'utilizzo di questo strumento è consentito anche in Italia ma con precisi e più stringenti vincoli normativi, si avvertono i nuovi iscritti che non lo sappiano già, che non si può iniziare a scavare come conigli. Grazie e buona lettura.

Nel Berkshire inglese torna alla luce la sepoltura di un capo tribale del VI secolo d.C., accompagnato da un ricco corredo di armi e manufatti. Un ritrovamento che fornisce nuovi dettagli sulle vicende che tormentarono la valle del Tamigi subito dopo il collasso della Britannia romana. Successo per il crowdfunding lanciato dall’Università di Reading per finanziare il restauro e l’analisi dei reperti.

Sue Washington è una ricercatrice dilettante della Maidenhead Search Society, l’associazione britannica che raccoglie gli appassionati della ricerca archeologica effettuata con l’impiego di metal detector. Due anni fa stava esplorando una collina nei pressi di Marlow, località del Berkshire affacciata sulla valle del Tamigi, quando il suo apparecchio si mise a suonare. Rinvenire oggetti metallici nella campagna inglese è cosa tutt’altro che infrequente e ben di rado si incappa in reperti significativi. Tornando sul posto qualche giorno dopo, però, Sue si accorse che non si trattava del solito falso allarme: smossa un po’ la terra, ecco spuntare due recipienti di bronzo, di quelli che gli antichi deponevano nelle tombe per accompagnare i defunti. Com’era suo dovere, la donna contattò subito il Portable Antiquities Scheme, il progetto di archeologia pubblica che il British Museum ha dedicato alla catalogazione di materiale archeologico segnalato dagli amatori: sono infatti numerosi gli appassionati che, del tutto legalmente, percorrono in lungo e in largo l’Inghilterra e il Galles con il metal detector, sperando d’imbattersi in testimonianze del passato.

Una volta esaminati gli oggetti rinvenuti dalla Washington, cui nel frattempo si erano aggiunte due cuspidi di lancia in ferro, gli esperti ipotizzarono che i reperti potessero provenire da una sepoltura privilegiata di epoca anglosassone (V-XI secolo). Il luogo del ritrovamento, in effetti, si trovava in una zona di confine tra gli antichi regni di Wessex, Kent e Mercia, che in quei secoli si contendevano il territorio. Il sito, purtroppo, era già stato in parte compromesso dalle attività agricole, ragion per cui gli archeologi dell’Università di Reading, intervenuti sul posto, decisero di procedere allo scavo completo dell’area.

Il “gigante” anglosassone

I lavori sono iniziati nell’agosto 2020 sotto la guida di Gabor Thomas, professore associato di Archeologia altomedievale, in collaborazione con il Portable Antiquities Scheme e con il Drakon Heritage and Conservation, e hanno visto la partecipazione della stessa Sue Washington e di altri membri della Maidenhead Search Society. I loro sforzi sono stati ampiamente ripagati: non solo è stata riportata alla luce l’importante sepoltura di un capo guerriero anglosassone, ribattezzato il “guerriero di Marlow”, ma i dati raccolti hanno anche consentito di riconsiderare quanto si conosceva a proposito di un periodo della storia inglese, quello fra tardo-antico e alto Medioevo, per molti versi ancora ricco di zone oscure. Vissuto nel VI secolo d.C., il “guerriero di Marlow” era stato deposto insieme a un ricco corredo di armi e oggetti preziosi. Oltre ai recipienti di bronzo e alle punte di lancia, ad accompagnarlo nel viaggio verso l’eternità c’era una spada ancora custodita nel suo fodero in legno e cuoio, ben preservato e decorato con elementi in bronzo. Accanto alla salma, un recipiente di vetro e altri oggetti personali. Ciò che ha destato la maggior impressione è stato proprio lo scheletro del defunto, anch’esso ben conservato. Apparteneva a un individuo di sesso maschile di altezza imponente per l’epoca, intorno ai 180 cm, e dotato di un fisico molto robusto: a indicarlo, le significative inserzioni muscolari sulle ossa, segno che svolgeva un’intensa attività di combattimento.

Ci spiega Gabor Thomas: «Ci aspettavamo di trovare una sepoltura anglosassone, ma quel che abbiamo rinvenuto è andato ben oltre le nostre speranze. La scoperta permette di addentrarci in maniera più profonda nella storia di questo lembo di territorio, seguendolo nei decenni immediatamente susseguenti al collasso dell’amministrazione romana in Britannia: un periodo in parte ancora poco conosciuto. Si tratta della prima sepoltura di questo tipo ritrovata lungo il medio corso del continente per far fronte alla crescente minaccia delle invasioni barbariche. Il vuoto creatosi con la dipartita delle legioni e il conseguente progressivo e inesorabile collasso delle strutture amministrative imperiali vennero colmati dal crescente flusso d’immigrati provenienti dalle coste continentali, che diedero vita a nuovi equilibri, identità e strutture di potere. Nel VI secolo, l’epoca in cui visse il “guerriero di Marlow”, l’Inghilterra era occupata da numerosi e vari gruppi tribali, alcuni dei quali mutarono la loro struttura per dare vita ai cosiddetti “regni anglosassoni”.

Finora gli storici ritenevano che la regione del medio corso del Tamigi, compresa tra Londra e Oxford, fosse una zona di confine: una sorta di “terra di nessuno” contesa da gruppi stanziati sulle rive opposte afferenti ai regni di Wessex, Mercia e Kent. La scoperta della tomba suggerisce, invece, che anche questa piccola zona ospitasse gruppi autonomi governati da guerrieri di alto rango, e che solo in seguito tali comunità siano state conquistate e assorbite dai più grandi e potenti regni confinanti. Uno di questi capi tribali potrebbe essere proprio il “guerriero di Marlow”, come sembrano suggerire la sua statura imponente, la qualità del suo corredo e il luogo stesso della sepoltura, in posizione prominente sulla collina in direzione nord-sud verso il Tamigi: come se fosse “a guardia” del territorio. A chiarire l’entità del suo ruolo e gli altri dettagli della sua vita saranno le analisi scientifiche che verranno presto condotte sui resti e sul Dna.

https://percevalasnotizie.wordpress.com/2020/11/28/archeologia-il-guerriero-di-marlow-riscrive-la-storia-anglosassone/amp/

Testo pubblicato su “Storie di Guerre & Guerrieri” n. 34 / 2020 (in edicola) e in contemporanea su “Vi racconto una storia….“. 

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