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Inviato

E tali sono gli animali che ci sono compagni nelle nostre case, e non da oggi .

Ritrovata in Orcomeno di Beozia, ed oggi conservata nel museo archeologico di Atene, una stele funeraria attribuita attorno al 490 a.C. , rappresenta un uomo anziano in piedi con lunga veste ed appoggiato ad un lungo bastone : l'uomo è chino verso il basso, dove il suo cane protende il muso verso la mano probabilmente tesa per una carezza .

Sulla base di questa stele, una iscrizione ci dice che è stata scolpita dalla mano di Alxenor dell'isola di Nasso .

Una simile raffigurazione, questa di ambiente domestico, è nel campo del rovescio di un raro didrammo della polis di Taranto attribuito al periodo "Oikistes" tra il 440-425 a.C. : in questa moneta, appunto l'ecista Falanto (o Taras) , seduto su seggio con alto schienale, regge con la destra una conchiglia, con la quale gioca con un gatto che saltella ai suoi piedi . 

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203 NGSA 7 n. 3.jpg

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Inviato
Il 19/10/2020 alle 19:09, VALTERI dice:

l'ecista Falanto (o Taras) , seduto su seggio con alto schienale, regge con la destra una conchiglia, con la quale gioca con un gatto che saltella ai suoi piedi .

Buona sera @VALTERI Non sembra che in mano abbia un volatile e non una conchiglia?


Inviato

La resa di "ciò" che Falanto regge in mano  @margheludo , potrebbe  apparire un piccolo volatile tenuto per le ali : forse il compilatore è stato frettoloso nel vedere una conchiglia ?


Inviato (modificato)

Sembra abbastanza evidente, ce lo vedi un gatto che si lascia conquistare in quel modo da una conchiglia? Probabilmente Falanto gli sta dando da mangiare alla vecchia maniera visto che i croccantini saranno inventati molto tempo dopo ?.

Modificato da margheludo

Inviato

Da una piccola ricerca, posto,  @margheludo ,  2 altri esemplari  della serie "Oikistes" .

Sul 1^ , quanto è tenuto in mano da Falanto è meglio evidente che si tratti di un piccolo volatile, come confermato dal compilatore .

Poichè la serie Oikistes con questo rovescio, ha diversi 'oggetti' tenuti da Falanto, aggiungo un 2^ esemplare nel quale l'Ecista regge un fuso mentre ai suoi piedi l'animaletto che saltella è questa volta identificato come un cane .

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003 N.Y.Sale 27 n. 16.jpg

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Inviato

Aggiungerei anche questo bronzetto di Iasos. Come si può vedere i delfini anch'essi sono nostri amici.

Quanti miti greci e non parlano di naufraghi salvati da questi adorabili cetacei?

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Inviato

Qualche altra immagine dei nostri amici a quattro zampe

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Inviato

Vorrei chiedere un favore: è un po' di tempo che sto cercando delle immagini relative all necropoli etrusca di Spina nella quale dovrebbero essere raffiguranti dei cani molto simili alla razza lagotto. Qualcuno gentilmente potrebbe aiutarmi ?

Grazie.


Inviato (modificato)
4 ore fa, ARES III dice:

Vorrei chiedere un favore: è un po' di tempo che sto cercando delle immagini relative all necropoli etrusca di Spina nella quale dovrebbero essere raffiguranti dei cani molto simili alla razza lagotto. Qualcuno gentilmente potrebbe aiutarmi ?

Grazie.

Quello che ho trovato io :

 

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Screenshot_20201026_124209.jpg

Ciau. 

Modificato da Adelchi66
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Inviato (modificato)

Grazie @Adelchi66 

Non credo che però assomigliano ad un Lagotto

 

lagotto-romagnolo.jpg

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Modificato da ARES III

Supporter
Inviato (modificato)
6 ore fa, ARES III dice:

Grazie @Adelchi66 

Non credo che però assomigliano ad un Lagotto

 

S

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lagotto-romagnolo4.jpg

Buonasera scusatemi se mi intrometto ma da appassionato cinofilo e tartufaio dilettante, sapevo fino ad ora che il lagotto è una razza originaria delle valli di Comacchio e del ravennate risalente al x l secolo, sarebbe interessante dimostrare la sua presenza in periodo etrusco, saluti

Modificato da Ranbel
Sedicesimo secolo

Inviato
1 minuto fa, Ranbel dice:

Buonasera scusatemi se mi intrometto

Ci mancherebbe.

2 minuti fa, Ranbel dice:

appassionato cinofilo e tartufaio

Ho anch'io ho un cane, uno stupendo lagotto, quindi ti capisco (anche se non sono praticante).

In verità ho trovato alcune notizie che questa razza, o una molto simile, fosse già presente all'epoca etrusca:

Fin da tempi remotissimi i popoli italici intrattenevano scambi commerciali assai fiorenti coi popoli dell’Oriente. Tali scambi presupponevano contatti continui a tutti i livelli che consentissero alle diverse popolazioni di venire a conoscenza di usi e costumi diversissimi e che solo in questo modo potevano essere diffusi. A ciò non si sottrassero di certo neanche i cani. Questo spiega i tanti ritrovamenti effettuati (particolarmente durante scavi archeologici nell’Italia nord-orientale) che si riferiscono a diverse etnie canine, ma con particolare riguardo ad un cane da acqua piccolo e dal pelo ispido e arricciato.

Nella necropoli etrusca di Spina (vicino a Ferrara) furono ritrovate raffigurazioni di caccia e pesca ove compare sistematicamente un tipo di cane in tutto simile al nostro Lagotto. Gli etruschi infatti, affacciatisi sull’Adriatico settentrionale tra il VI ed il V secolo a.C. , ebbero rapporti con molti popoli orientali e certamente questo contribuì a diffondere nella zona a nord dell’Adriatico i cani tipici di quelle popolazioni.

È 

vero che le tendenze espansionistiche di molti popoli orientali li portarono verso occidente, fino alla penisola iberica e alle isole britanniche, ma questo avvenne in epoca molto più tarda rispetto ai primi contatti con le popolazioni italiche.

Quando i cani da acqua, attraverso il Nordafrica, giunsero in Spagna, durante le guerre di conquista dei Mori, dando origine agli antenati dell’attuale Perro de Agua Español, erano già diffusi da secoli in tutta la penisola italiana, con particolare riguardo alle zone umide e paludose dell’Italia Settentrionale.

E’ dunque assai probabile che quel Canis acquaticus di cui parla Linneo e che definisce”da tempo diffuso” nel Bacino del Mediterraneo, sia il nostro lagotto. Il disegno che ne fa Linneo è impressionante per aderenza alla morfologia del cane riccio della Romagna.

Dopo la scomparsa della civiltà etrusca infatti i cani da acqua rimasero e si diffusero, in epoca romana prima e poi medioevale, particolarmente in quella fascia costiera che da Ravenna, attraverso le valli comacchiesi e venete, giunge fino al Friuli ed alla costa Istriana.

http://www.lagottoromagnolo.org/?page_id=62

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