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Inviato

Che bello complimenti

assomiglia un po’ al grosso, anch’esso molto raro, di Federico II per Brindisi - che alcuni danno invece alla zecca Vittoria - una moneta di assoluto fascino 


Inviato
Il 29/9/2021 alle 15:40, eliodoro dice:

Questo denaro di Carlo I lo cercavo da tempo

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Questa è veramente una rarità. Oltre alla difficoltà di reperimento di questa moneta, il problema è trovarla in condizioni che ne facciano apprezzare l'iconografia e che la rendano pienamente leggibile. 

Questo nominale di Carlo I d'Angiò pur se noto da tempo è stato in passato oggetto di errata classificazione a dimostrazione della difficoltà nel reperire esemplari perfettamente leggibili. Lo Spahr, che lo classifica due volte, lo attribuisce alla zecca di Messina come una emissione di Giacomo d'Aragona (nr. 21) e di Federico il Semplice (nr. 222). 

La corretta  attribuzione a Carlo I d'Angiò la si deve a Maurizio Bonanno che nel suo articolo Un inedito denaro siciliano di Carlo I d’Angiò, ovvero riclassificazione di una moneta erroneamente attribuita, in «Sicilia Archeologica», XVI, 51, Trapani 1983, identifica questo denaro come una emissione angioina. Successivamente Antonio Loteta ( @carlino che approfitto per salutare) ha evidenziato una peculiarità tipica di questa emissione nel suo Un inedito denaro siciliano di Carlo I d’Angiò, integrazione all’articolo di Maurizio Bonanno, in «Panorama Numismatico», XXXI, 295, Serravalle 2014. In questo studio l'amico Antonio ha messo in evidenza il carattere della R al rovescio interpretandola come Rx in nesso. Anche nella moneta qui postata da Eliodoro è bel visibile questa particolarità.

Complimenti!

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Inviato

Salve,

ecco il mio denaro regale di Carlo II d’Angio’.

Saluti,

Domenico

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Inviato (modificato)
Il 2/10/2021 alle 12:35, fedafa dice:

Questa è veramente una rarità. Oltre alla difficoltà di reperimento di questa moneta, il problema è trovarla in condizioni che ne facciano apprezzare l'iconografia e che la rendano pienamente leggibile. 

Questo nominale di Carlo I d'Angiò pur se noto da tempo è stato in passato oggetto di errata classificazione a dimostrazione della difficoltà nel reperire esemplari perfettamente leggibili. Lo Spahr, che lo classifica due volte, lo attribuisce alla zecca di Messina come una emissione di Giacomo d'Aragona (nr. 21) e di Federico il Semplice (nr. 222). 

La corretta  attribuzione a Carlo I d'Angiò la si deve a Maurizio Bonanno che nel suo articolo Un inedito denaro siciliano di Carlo I d’Angiò, ovvero riclassificazione di una moneta erroneamente attribuita, in «Sicilia Archeologica», XVI, 51, Trapani 1983, identifica questo denaro come una emissione angioina. Successivamente Antonio Loteta ( @carlino che approfitto per salutare) ha evidenziato una peculiarità tipica di questa emissione nel suo Un inedito denaro siciliano di Carlo I d’Angiò, integrazione all’articolo di Maurizio Bonanno, in «Panorama Numismatico», XXXI, 295, Serravalle 2014. In questo studio l'amico Antonio ha messo in evidenza il carattere della R al rovescio interpretandola come Rx in nesso. Anche nella moneta qui postata da Eliodoro è bel visibile questa particolarità.

Complimenti!

Quella R è un compendio per troncamento, che qui sta a indicare R(ex); non possiamo leggervi una x. È ricorrente nelle scritture antiche, pensiamo a parole come SICILIAR(um), ROMANOR(um) eccetera, che anche nelle monete medievali e della prima età moderna hanno spesso la R barrata. 

Modificato da Anxur
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Inviato
36 minuti fa, Anxur dice:

Quella R è un compendio per troncamento, che qui sta a indicare R(ex); non possiamo leggervi una x. È ricorrente nelle scritture antiche, pensiamo a parole come SICILIAR(um), ROMANOR(um) eccetera, che anche nelle monete medievali e della prima età moderna hanno spesso la R barrata. 

Pienamente d'accordo. Infatti io ho riportato l'interpretazione dell'autore che per primo ha segnalato la peculiarità. 

Nel catalogo sulla monetazione angioina scritto assieme ad Achille Giuliani riportiamo infatti correttamente la R come segno di abbreviazione. Di seguito, testualmente, la nota. 

 

LOTETA 2014, pp. 23-24, ha interpretato il segno obliquo di abbreviazione come una lettera X, in nesso alla R; l’autore, poi, ha 
rilevato che questa caratteristica nell’incisione diventa elemento di unicità per la serie monetale, che SPAHR 1976-1982, vol. II, pp. 10 
e 47, a causa di un apparato iconografico simile, aveva attribuito a sovrani della Casa d’Aragona.

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  • 4 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Bello e particolare,

A retograde,

infule " svolazzanti "

Modificato da santone
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  • 5 mesi dopo...
Inviato
11 ore fa, Litra68 dice:

Buonasera,  una delle mie Angioine,  denaro Carlo I . 

Diametro 14,4 mm

Peso 0,5 g

Saluti 

Alberto

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Screenshot_20220401-212147_Gallery.jpg

 

Anche se la conservazione non è delle migliori, questa è una delle poche monete di Carlo I d'Angiò preriforma databile ed attribuibile senza dubbi alla zecca di Brindisi.

Vi è infatti un documento che ne stabilisce la coniazione, datato 24.06.1277, con relativo disegno (non molto fedele) della moneta da coniare:

Goffrido Buchinardo de Baro, Sergio Sorano de Ravello et Andree Bonito de Scala magistris siclariis Brundusii etc. fidelitati vestre firmiter et expresse precipimus quatenus novam denariorum moneta quam ad presens in sicla nostra Brundusii pro parte Curie nostre laborari et cudi mandavimus laborari et cudi sine mora qualibet faciatis sicut dictum est vobis per vestre commissionis nostras litteras in mandatis ut in termino vobis per easdem litteras designato distribui valeat et expendi, que quidem moneta sit forme et cunei infrascripti videlicet ab una parte sit forme et cunei huius image.png et ex altera sit forme et cunei huius image.png."

Da Giuliani/Fabrizi "Le monete degli Angioini in Italia Meridionale - Indagine archivistica sulla politica monetaria e analisi critica dei materiali", p. 50.

Di seguito la scheda del relativo catalogo.

image.png

 

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  • Grazie 1

Supporter
Inviato
Il 29/9/2021 alle 16:17, numa numa dice:

Che bello complimenti

assomiglia un po’ al grosso, anch’esso molto raro, di Federico II per Brindisi - che alcuni danno invece alla zecca Vittoria - una moneta di assoluto fascino 

 

Ho letto solo oggi questo tuo contributo e sono un pò caduto dalla sedia. @numa numa

La Travaini lo sa per Vittoria, perchè tu lo dai per Brindisi? eventualmente ne discutiamo in una discussione dedicata per non mandare fuori tema questa.


Inviato
Il 2/4/2022 alle 15:47, azaad dice:

Ho letto solo oggi questo tuo contributo e sono un pò caduto dalla sedia. @numa numa

La Travaini lo sa per Vittoria, perchè tu lo dai per Brindisi? eventualmente ne discutiamo in una discussione dedicata per non mandare fuori tema questa.

 

Leggo ora caro Azaad

l’emissione non è attribuita con certezza a Vittoria. Anzi storicamente e’ stata attribuita a Brindisi. A questa zecca la classifica anche il MIR - Italia Meridionale - zecche minori - al n.268

proprio nel Mir e’ riportata una nota interessante che cita vari autori che l’attribuiscono a Brindisi, pur riportando  anche - acriticamente- il contributo della Travaini.

per gli autori classici e’ Brindisi, per i nuovi Vittoria.  Un’attribuzione definitiva parrebbe ancora pendente ☺️

  • Grazie 1

  • 3 settimane dopo...
Inviato
Il 29/9/2021 alle 15:40, eliodoro dice:

Questo denaro di Carlo I lo cercavo da tempo

IMG_20210922_162116.jpg

IMG_20210922_162154.jpg

 

Complimenti,molto raro, sul MIR Sicilia i due Denari sono solo disegnati e questo dovrebbe essere il n°169 di catalogo.

io ho avuto l'altro,il n°168 confondibile facilmente con Denari aragonesi

odjob 

  • Grazie 1

  • 4 mesi dopo...
Inviato

Che discussione incredibile questa. Ho speso tutta la serata nel leggerla. Ci si potrebbe scrivere un manuale.

Detto ciò voglio contribuire anche io con questo pezzo della mia collezione.

Sestino di Luigi XII per l'Aquila con aquiletta nel III quarto.

Ne ho visti pochissimi passare nel corso degli anni e tutti con conservazioni scarse e porose, invece il conio di questo esemplare è molto vivo e la moneta piacevole.

Spero vi possa interessare e possa essere un modo per far ripartire la discussione.

Mi permetto di taggare @santone@fedafa@eliodoro @adolfosvisto che sono stati i più attivi sulla monetazione abbruzzese ma tutti sono ben accetti.

Cura ut valeas

 

Sestino Luigi XII D.jpg

Sestino Luigi XII R.jpg

  • Mi piace 9

Inviato
7 ore fa, Teus I dice:

Che discussione incredibile questa. Ho speso tutta la serata nel leggerla. Ci si potrebbe scrivere un manuale.

Detto ciò voglio contribuire anche io con questo pezzo della mia collezione.

Sestino di Luigi XII per l'Aquila con aquiletta nel III quarto.

Ne ho visti pochissimi passare nel corso degli anni e tutti con conservazioni scarse e porose, invece il conio di questo esemplare è molto vivo e la moneta piacevole.

Spero vi possa interessare e possa essere un modo per far ripartire la discussione.

Mi permetto di taggare @santone@fedafa@eliodoro @adolfosvisto che sono stati i più attivi sulla monetazione abbruzzese ma tutti sono ben accetti.

Cura ut valeas

 

Sestino Luigi XII D.jpg

Sestino Luigi XII R.jpg

 

che splendido sestino!

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Inviato
16 ore fa, Teus I dice:

Che discussione incredibile questa. Ho speso tutta la serata nel leggerla. Ci si potrebbe scrivere un manuale.

Detto ciò voglio contribuire anche io con questo pezzo della mia collezione.

Sestino di Luigi XII per l'Aquila con aquiletta nel III quarto.

Ne ho visti pochissimi passare nel corso degli anni e tutti con conservazioni scarse e porose, invece il conio di questo esemplare è molto vivo e la moneta piacevole.

Spero vi possa interessare e possa essere un modo per far ripartire la discussione.

Mi permetto di taggare @santone@fedafa@eliodoro @adolfosvisto che sono stati i più attivi sulla monetazione abbruzzese ma tutti sono ben accetti.

Cura ut valeas

 

Sestino Luigi XII D.jpg

Sestino Luigi XII R.jpg

 

Si tratta di una moneta ottenuta con i conii dei cavalli di Innocenzo VIII per Aquila.

Al dritto si trovano le tracce dell'aquila coronata, meglio visibili nella tua foto postata al contrario:

image.jpeg.aca0e339f4d7529b0dbf14a2296afbeb.jpeg

Al rovescio ci sono residui delle chiavi decussate e della tiara:

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Rif. Perfetto 1002.

 

  • Mi piace 1

Inviato
17 ore fa, Teus I dice:

Che discussione incredibile questa. Ho speso tutta la serata nel leggerla. Ci si potrebbe scrivere un manuale.

Sono andato a rileggerla anche io ed in effetti, a parte qualche tentennamento iniziale, si è discusso in maniera piacevole di monete presentandone alcune veramente rare ed alle quali oggi si aggiunge questo sestino

Che pezzo! 

Quando passò in asta salvai le immagini per il mio archivio e sinceramente confesso che fui tentato... ma vedo ora che riposa in mani sicuramente migliori. Complimenti!

17 ore fa, Teus I dice:

Spero vi possa interessare e possa essere un modo per far ripartire la discussione.

Credo ce lo auguriamo tutti. Tornare a discutere serenamente postando altri esemplari di monete angioine. 

  • Mi piace 2

Inviato (modificato)

A mio modesto parere mi sembra  più ribattuta su un precedente cavallo pontificio, 

che non un riutilizzo dei vecchi conii rielaborati,

  vecchi di 16 anni prima

Modificato da santone

Inviato

Generalmente la ribattitura di questo periodo è sintomo di annullamento delle monete in circolazione e quindi Francesi su Aragonesi e Aragonesi su Francesi.

In questo caso la linea è continua, da guelfi ad angioini, che si passano i conii.

 


Inviato

Tentando di far ripartire la discussione... ?

In precedenza si è accennato alla produzione monetaria della zecca di Lecce da parte di Giovanni Antonio del Balzo Orsini riferendosi ai denari tornesi ma pare che nella città salentina siano state coniate anche monete d'oro. Di certo però sono stati battuti carlini in argento. Coniati, come per la città dell'Aquila, a nome del pretendente Renato d'Angiò durante la congiura dei baroni. L'Orsini, fedele angioino, probabilmente li coniò su concessione di Giovanni d'Angiò. La fedeltà angioina dell'Orsini terminò però poco dopo la battaglia di Troia quando fu sconfitto dall'esercito aragonese.

"il parroco Giulio Cesare Infantino ha tramandato la prima e unica notizia sulla sede e le monete di questa zecca, aperta durante la Congiura per i bisogni dell’Orsini e che all’epoca si poteva raggiungere attraversando la porta di San Biagio, «che stà nel fine della strada (…) entrando poi dentro al dilettevole parco, oltre una bellissima, e famosissima torre con le sue congionte fabriche fatte fare per sua habitatione da Giovanni Antonio del Balzo Ursino principe di Taranto co’ horti di varii frutti abbondanti, et un bosco d’odorosi aranci con artificiose fontane, che potrebbe esser senza alcun dubbio il poggio reale de’ Leccesi, come a tempi passati fu diporto de’ principi di Taranto (…) in queste habitationi facea egli battere publicamente moneta d’argento, e d’oro, il cui pensiero diede a Gasparo de Argenteris suo molto confidente, il quale fe’ anche protomastro de’ pesi, e di misure, il qual’ufficio questi d’Argenteris han posseduto fin’a questi tempi nostri»".

Ma i carlini d'argento leccesi non riscuotevano successo nelle transazioni rientrando appieno tra quelli definiti mali carlini

«ducati cento ad ragione de deice carlini lo ducato, tucti in carlini tra li quali nce foro ducati quactro de mala moneta, tra carlini aragonesi bactuti, carlini del principe di Taranto novi et del duca Iohanni»;

«tra tucta la dicta summa nce foro carlini trentatre non boni, cioè carlini de ragonesi bactuti, carlini novi del principe de Taranto et del cugno del duca Iohanni».

Dopo tutte queste chiacchiere finalmente la moneta: da asta Varesi nr. 79, lotto 153.

 

9425004.jpg

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  • Grazie 1

  • 1 mese dopo...
Inviato

Salve,

Aquila,

Ladislao di Durazzo 1386 - 1414

bolognino,

variante con stellina a fine legenda del dritto, censito dallo scrivente su Monete Antiche ,

lettere errate AAQL , 

RRRR

 

bol Ladislao stellina.jpg

bol Ladislao stellina d.jpg

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