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Ciao da apollonia

  • Grazie 1

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Un esemplare è stato battuto alla Roma Numismatics E Sale 52.

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Roman Imperial
Galba Æ As. Tarraco, struck late AD 68. SER GALBA IMP CAESAR AVG P M TR P P P, laureate head right / QVADRAGENSVMA REMISSA, triumphal arch surmounted by two equestrian statues riding left; SC in exergue. RIC -; BMC -; CBN 41; Cohen 167; Roma e37, 366. 10.87g, 29mm, 7h.
Good Very Fine. Extremely Rare, only one other example on CoinArchives.

Starting price: 800 GBP - Estimate: 1.000 GBP - Result: 1.500 GBP

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Aggiungo la variante dell’asse al post # 22 con la testa laureata di Galba a sinistra, battuto alla Nomos Web Auction 5.

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Galba, 68-69. As (Copper, 28mm, 9.93 g 4), Tarraco. SER GALBA IMP AVG Laureate head of Galba to left, with globe at point of bust. Rev. QVADRAGENS REMISSAE / S C Arch on right surmounted by two equestrian statues to left; three prisoners, with hands tied behind their backs, are advancing right; the foremost just under the arch, the second and third, close together, a little way behind him; at the rear is an officer marshalling the procession. BMC 205 note. Cohen 165. RIC 78. Very rare. Nice green patina with some light sand deposits. About very fine.

Starting price: 300 CHF - Result: 800 CHF

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Inviato

Avendo allargato il tema alle repubblicane, posto un'altra moneta che ricorda la provocatio ad populum, istituto del diritto romano che prevedeva la possibilità che la pena capitale di un condannato a morte potesse essere trasformata in altra pena se così stabilito da un giudizio popolare.

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Nel 66 d.C. iniziò la prima guerra giudaica promossa da Vespasiano con aiuto del figlio Tito.

Nel 70 d.C. Tito conquistò la città di Gerusalemme ponendo di fatto termine alla guerra. Il Tempio fu distrutto e molti ebrei furono presi prigionieri. Molti di essi furono impiegati come manodopera per costruire il cosiddetto canale  di Tito in Seleucia; altri invece furono deportati in Italia e impiegati nel lavori del Colosseo.

Il favoloso tesoro del Tempio fu portato a Roma dove venne impiegato per risanare le finanze in ginocchio dopo l’incendio di Roma, il governo di Nerone e le guerre civili del 69. Si resero necessarie tuttavia nuove tasse, tra queste il cosiddetto fiscus iudaicus. Di cosa di trattava?

Era in sostanza una tassa pagata dagli ebrei assoggettati all'Impero Romano dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme in favore del tempio di Giove Capitolino in Roma, cui erano obbligati a versare ogni anno due denari ciascuno. Il  fiscus iudaicus fu imposto a tutti gli ebrei;  gli unici che erano esenti dal pagamento della tassa erano coloro che avevano abbandonato l'ebraismo. Di fatto non era una tassa nuova in quanto , di fatto, gli ebrei di età compresa tra i 20 e i 50 anni già pagavano una tassa annuale analoga, ma in favore del Tempio di Gerusalemme. Ora , invece, questi fondi erano destinati a Roma per la ricostruzione per l’appunto del tempio di Giove Ottimo Massimo  (o Capitolino) distrutto dalle guerre civili.

Purtroppo, il pagamento della tassa continuò a gravare sugli ebrei anche quando il tempio fu completamente ricostruito. Ciò non solo per rimpinguare le finanze, ma anche forse per ostacolare il proselitismo ebraico. Inoltre (in particolare sotto Domiziano) non mancarono i soprusi: infatti anche ragazzi e ragazze furono obbligati a pagare la tassa che avrebbe dovuto colpire solo  i cittadini adulti. Tra coloro che dovevano pagare questa imposta furono poi inserite anche altre due categorie distinte: quella di chi aveva uno stile di vita “giudaico”, ma che non lo riconosceva pubblicamente e quella di chi nascondeva le sue origini giudee (dopo averne abbandonato i costumi), con lo scopo di non pagare il tributo; a questo punto entravano in gioco i delatores, che con le loro informazioni ed accuse (calumnie) portavano sotto processo i presunti evasori, ottenendone anche ricavi economici. Tra le loro vittime ci furono anche  membri delle comunità cristiane miste.

Fu per porre fine a questi abusi e a questi metodi inquisitori (che avevano infangato l'amministrazione imperiale) che Nerva decise di intervenire. Nerva di fatto non abolì il fiscus iudaicus, ma  fece sì che la tassa fosse riscossa in maniera più equa e meno controversa, proibendo l'accusa di condurre “vita giudea” e le delazioni; la tassa perciò non fu abolita, ma limitata solo a coloro che erano pubblicamente riconosciuti come Giudei.

Per questo motivo venne emesso il sesterzio con il tipo raffigurante un albero di palma con otto foglie e due grappoli di datteri, simbolo della Giudea, e la legenda FISCI IVDAICI CALVMNIA SVBLATA.

Questa e' la RIC II Nerva 82 (ma anche 58, 59, 72 con lo stesso rovescio)

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Non so se e quando fu poi definitivamente abolito il fiscus iudaicus. Mi sembrava di aver letto sotto Giuliano l'Apostata, ma non ho trovato riscontri. Ne sapete qualcosa in più?

Ciao da Stilicho

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Inviato

DE GREGE EPICURI

Aggiungerei il famoso aureo di Augusto (quasi introvabile) che riporta al rovescio: LEGES ET IVRA POPULI ROMANI RESTITUIT, coniato nel 28 a.C. Si riferisce all'abolizione di molte leggi e decreti, sicuramente liberticidi, emessi durante il periodo del 2° triumvirato, ed al conseguente ripristino, almeno formalmente, delle costituzioni repubblicane precedenti. Ne abbiamo parlato 3 anni fa in questa discussione: https://www.lamoneta.it/topic/158152-aureo-introvabile  E' stato studiato in modo approfondito da Dario Mantovani.

 

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  • 4 settimane dopo...
Inviato

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Harlan J. Berk, Ltd. > Buy or Bid Sale 212

Auction date: 9 September 2020

Lot number: 184
Price realized: 250 USD   (Approx. 212 EUR)  
Starting Price: 163 USD

Note: Prices do not include buyer's fees.

 

Obv: ANTONINVS - PIVS AVG BRIT Head laureate r. Rx: INDVLG FE - CVNDAE Orbis Terrarum, veiled and towered, seated l. on curule chair, extending r. hand and holding scepter. From the Philip Ashton Collection, ex Berk 132, 14 May 2003, lot 477; ex Marc Melcher Collection, Triton VI, January 2003, lot 1651 (part). This type probably commemorates Caracalla's generosity (Indulgentia) in extending the Roman citizenship to all inhabitants of the Roman empire. Hence the World, towered as on Hadrian's RESTITVTORI ORBIS TERRARVM sestertius, is depicted sitting on the curule chair, symbolic of the consulship, praetorship, and curule aedileship, the highest offices open to Roman citizens.. MS
 

 

Il catalogatore di Harlan Berk è Curtis Clay, che ritiene che la moneta rappresenti il mondo, seduto sulla sedia curule e che l’indulgenza corrisponda alla generosità di Caracalla nell’estendere la cittadinanza romana.

Secondo il curatore dell’asta questa moneta commemora un preciso evento storico e giuridico: nel 212 d.C. Caracalla aveva emanato il famoso editto, la Constitutio Antoniniana, che attribuiva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’Impero.

Tale concessione realizzava, o meglio riconosceva sul piano giuridico, una situazione di uguaglianza e unificazione dei vari abitanti dell’Impero, che nei fatti secondo alcuni già esisteva, tanto che Dione Cassio la considerava una semplice misura fiscale, posto che aveva l’unico effetto di far pagare a tutti gli abitanti dell’Impero la tassa di successione che pagavano i Romani.

Tale opinione, ripresa da storici come il Kovaliov (Storia di Roma, II, pag. 162), tralascia di considerare che per il diritto romano ben diversa era la situazione giuridica dei cittadini romani rispetto agli stranieri (detti peregrini, cui non si applicava il ius civile, ma solo il ius gentium).

In realtà l’effetto più significativo della riforma (oltre al fatto che le colonie vennero assimilate ai municipi) fu che il diritto romano divenne applicabile in ogni luogo dell’impero.

Se veramente il denario in esame commemorasse l’Editto di Caracalla avremmo, allora, una moneta di notevole importanza per gli storici del diritto romano.

Tuttavia, a fronte di tale affascinante ipotesi, vi sarebbero due obiezioni.

Innanzitutto l’Editto antoniniano è del 212 d.C., mentre il denario in questione viene datato al 211 d.C. (Sear 6805).

Inoltre l’Indulgentia appare spesso sul rovescio delle monete romane: con ben altri significati era usata da Adriano, Antonio Pio, Settimio Severo e in seguito da Elagabalo, Gallieno, Postumo.

Si deve, poi, considerare che il messaggio propagandato dalla moneta doveva essere chiaramente compreso, anche da chi non sapeva leggere, dovendo avere un’efficacia diretta per raggiungere lo scopo prefisso; non pare che un evento tanto importante come la Constitutio Antoniniana dovesse essere rappresentato in modo criptico.

Voi che ne pensate?

 

 

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@gioal

Il mio pensiero (di semplice appassionato).

Ho controllato sul RIC . La moneta che hai postato è la RIC IV 214, coniata a Roma tra il 210 ed il 213. Quindi come data potrebbe anche starci con la Constitutio Antoniniana che é del 212 d.C.

Quanto alla legenda del rovescio (INDVLG FECVNDAE),  potrebbe, in teoria, anche essere compatibile con l'evento.

Ecco la definizione di INDVLGENTIA  tratta dal FAC (da Dictionary of Roman coins?

Indulgentia: Clemency, lenity, grace, favour. This word is used on Roman coins to denote either some permission given, some privilege bestowed, or some tribute remitted. In inscriptions…

Qui, però,  l’INDVLGENTIA è FECVNDA, dove FECVNDVS significa fertile, produttivo, prolifico.

La FECVNDITAS (anche se qui abbiamo, come detto,  l’aggettivo FECVNDVS) è spesso associata alle Auguste. Non a caso la figura femminile seduta viene ipotizzata essere dal RIC (ma non solo) come Iulia Domna.

Quindi, mi sembra di vedere un legame un po’ flebile con la Constitutio Antoniniana.

A proposito di essa, ecco cosa ho trovato nel libro di Rinaldo Petrignani, I secoli e gli uomini che fecero l’impero:

“Paradossalmente, un provvedimento così importante come quello di Caracalla,  non suscita nella capitale alcun reale dibattito. Il Senato tace. Il mondo politico romano sembra ignorarla. Quella che gli storici considereranno un giorno come una pietra miliare del processo di unificazione politica dell’impero romano passa, agli occhi dei Romani del tempo di Caracalla, quasi inosservata. La verità è che nei 212 la trasformazione sociale è di fatto già venuta. Uniformità nell'impero è già raggiunta. Le classi dirigenti, le borghesie cittadine delle varie parti dell'impero si sono già unificate. La costituzione di Caracalla non ha fatto quindi, in realtà,  che sancirà una unificazione già in gran parte verificatesi.”

Ne “La storia romana” di Geraci-Marcone leggo:

“Il nome di Caracalla è fondamentalmente legato un atto legislativo, noto come Constitutio  antoniniana, le cui origini e finalità non sono invero del tutto chiare, anche perché ignorato di fatto dalle fonti antiche oppure trattato rapidamente (anche il ritrovamento di un papiro pubblicato nel 1910 che sembra contenere una parte del testo originale non ha dissolto i dubbi).”

Quindi, alla luce di quanto ho letto, penso: avrebbe davvero avuto senso enfatizzarla e portarla alla pubblica attenzione, tra l’altro con una moneta dal messaggio che appare di difficile comprensione?

Spero di non aver detto inesattezze. In questo caso, ogni correzione sarà bene accetta.

Ciao da Stilicho

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Inviato
25 minuti fa, Stilicho dice:

@gioal

Il mio pensiero (di semplice appassionato).

Ho controllato sul RIC . La moneta che hai postato è la RIC IV 214, coniata a Roma tra il 210 ed il 213. Quindi come data potrebbe anche starci con la Constitutio Antoniniana che é del 212 d.C.

Quanto alla legenda del rovescio (INDVLG FECVNDAE),  potrebbe, in teoria, anche essere compatibile con l'evento.

Ecco la definizione di INDVLGENTIA  tratta dal FAC (da Dictionary of Roman coins?

Indulgentia: Clemency, lenity, grace, favour. This word is used on Roman coins to denote either some permission given, some privilege bestowed, or some tribute remitted. In inscriptions…

Qui, però,  l’INDVLGENTIA è FECVNDA, dove FECVNDVS significa fertile, produttivo, prolifico.

La FECVNDITAS (anche se qui abbiamo, come detto,  l’aggettivo FECVNDVS) è spesso associata alle Auguste. Non a caso la figura femminile seduta viene ipotizzata essere dal RIC (ma non solo) come Iulia Domna.

Quindi, mi sembra di vedere un legame un po’ flebile con la Constitutio Antoniniana.

A proposito di essa, ecco cosa ho trovato nel libro di Rinaldo Petrignani, I secoli e gli uomini che fecero l’impero:

“Paradossalmente, un provvedimento così importante come quello di Caracalla,  non suscita nella capitale alcun reale dibattito. Il Senato tace. Il mondo politico romano sembra ignorarla. Quella che gli storici considereranno un giorno come una pietra miliare del processo di unificazione politica dell’impero romano passa, agli occhi dei Romani del tempo di Caracalla, quasi inosservata. La verità è che nei 212 la trasformazione sociale è di fatto già venuta. Uniformità nell'impero è già raggiunta. Le classi dirigenti, le borghesie cittadine delle varie parti dell'impero si sono già unificate. La costituzione di Caracalla non ha fatto quindi, in realtà,  che sancirà una unificazione già in gran parte verificatesi.”

Ne “La storia romana” di Geraci-Marcone leggo:

“Il nome di Caracalla è fondamentalmente legato un atto legislativo, noto come Constitutio  antoniniana, le cui origini e finalità non sono invero del tutto chiare, anche perché ignorato di fatto dalle fonti antiche oppure trattato rapidamente (anche il ritrovamento di un papiro pubblicato nel 1910 che sembra contenere una parte del testo originale non ha dissolto i dubbi).”

Quindi, alla luce di quanto ho letto, penso: avrebbe davvero avuto senso enfatizzarla e portarla alla pubblica attenzione, tra l’altro con una moneta dal messaggio che appare di difficile comprensione?

Spero di non aver detto inesattezze. In questo caso, ogni correzione sarà bene accetta.

Ciao da Stilicho

Sono d'accordo su tutto, tranne che sul fatto che la data ci possa stare: se, appunto, la Costituzione è del 212 e la moneta era già apparsa nel 210, dovremmo pensare che con il denario si voleva esaltare un evento futuro, che ancora non ci sarebbe stato per almeno due anni?

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Supporter
Inviato
2 minuti fa, gioal dice:

Sono d'accordo su tutto, tranne che sul fatto che la data ci possa stare: se, appunto, la Costituzione è del 212 e la moneta era già apparsa nel 210, dovremmo pensare che con il denario si voleva esaltare un evento futuro, che ancora non ci sarebbe stato per almeno due anni?

Hai perfettamente ragione. Non ci avevo fatto caso. 

Buona notte.

Stilicho

 


Supporter
Inviato (modificato)

Integrazione: 

Già questo basta, ovviamente, a contrastare l'ipotesi di partenza, al di là della considerazioni che ho fatto.

Stilicho

Modificato da Stilicho

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