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Inviato

In una lezione del prof. Ugo Bartocci, titolare della cattedra di Istituzioni di diritto romano all'Università di Milano, si è accennato al fatto che la numismatica è tra le fonti di conoscenza del diritto romano, ad esempio perché su alcune monete sono riprodotti usi, contratti o leggi.

Chi meglio degli esperti del forum potrebbe indicarmi degli esempi concreti?


Supporter
Inviato (modificato)

Ciao, 

parto io con una cosa semplice, con una moneta di cui mi sono occupato in una discussione: 

vs_exp.jpgrs_exp.jpg

 

Si tratta della RIC II Nerva 93, sesterzio, zecca di Roma, anno di emissione 96-97 d. C.

D/: IMP NERVA CAES AVG PM TR P COS III PP: busto di Nerva, laureato, a destra

R/: VEHICULATIONE ITALIAE REMISSA: due muli (o mule) che pascolano; dietro di loro un carro; SC in esergo

Quella riprodotta sopra e' l'esemplare custodito al Munzkabinett di Berlino.

Cosa significa questa moneta?

Augusto fondò il  sistema di trasporto imperiale, il cursus publicus, che sostituì il sistema tradizionale dei tabellarii o messaggeri privati per trasmettere informazioni governative e comandi militari in tutto l'Impero Romano.

Ecco cosa dice Svetonio:

«Affinché si potesse facilmente e più rapidamente annunciargli e portare a sua conoscenza ciò che succedeva in ciascuna provincia, fece piazzare, di distanza in distanza, sulle strade strategiche, dapprima dei giovani a piccoli intervalli, poi delle vetture. Il secondo procedimento gli parve più pratico, perché lo stesso portatore del dispaccio faceva tutto il tragitto e si poteva, inoltre, interrogarlo in caso di bisogno.»

(Svetonio, Augusto, 49)

Il cursus publicus divenne una delle più grandi istituzioni governative dell'antichità. Funzionava grazie a una serie di alloggi di tappa (mansiones) e di postazioni di scambio intermedie (mutationes) lungo il percorso delle strade romane. La mansio era un edificio dove ci si poteva rifocillare e passare la notte; la mutatio era un edificio dove in più  era possibile trovare delle cavalcature fresche (la parola mutatio significa in effetti scambio, inteso come scambio proprio di cavalli).

Il costo di gestione del cursus publicus, all’epoca, gravava sui privati cittadini. Era il cosiddetto munus vehicularium. In cosa consisteva questo? Il  munus in generale era un "dovere", un "obbligo",  di fornire un servizio o un contributo alla propria comunità. Nelle fattispecie del munus vehicularium, in sostanza, per far funzionare il trasporto pubblico,  i funzionari governativi, gli appaltatori imperiali e i magistrati locali imponevano ai privati cittadini di svolgere la mansione richiesta, ovvero quella di trasporto dei messi utilizzando i propri veicoli e animali (e non mancavano come è facile immaginare abusi per interessi personali). Le comunità interessate però non ricavavano alcun guadagno da tutto ciò, ma anzi (come e’ facilmente intuibile) erano fortemente  penalizzate e per questo venne stanziato un sistema di risarcimenti. In realtà molto raramente tali risarcimenti andavano a coprire (anche solo parzialmente) i costi e le spese subite.  Anzi, sotto Domiziano, tale attività (con la diffusione del servizio ed il conseguente aumento degli abusi dei funzionari imperiali) diventò particolarmente onerosa per i cittadini italici. Si rese pertanto necessario prendere provvedimenti drastici e di ciò si occupò Nerva che decise di riformare il sistema. Con la moneta in questione Nerva pubblicizza proprio la sua riforma promettendo che il governo imperiale avrebbe coperto in futuro i costi del cursus publicus. In sostanza indica  che il peso della posta imperiale non avrebbe più gravato sull'Italia perché delle spese di gestione  si sarebbe occupato direttamente il fisco (Vehiculatione Italiae remissa: tolto all’Italia l’obbligo di sostenere il servizio di trasporto). L’attenzione di Nerva verso gli italici non era in realtà proprio casuale: egli stesso era umbro di nascita, di Narni (Narnia). Questo provvedimento rientra in effetti  in una politica globale di sgravi fiscali e di incentivi che dovevano favorire proprio le comunità italiche.

Buona giornata da Stilicho

Modificato da Stilicho
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Inviato
1 ora fa, Stilicho dice:

Ciao, 

parto io con una cosa semplice, con una moneta di cui mi sono occupato in una discussione: 

vs_exp.jpgrs_exp.jpg

 

Si tratta della RIC II Nerva 93, sesterzio, zecca di Roma, anno di emissione 96-97 d. C.

D/: IMP NERVA CAES AVG PM TR P COS III PP: busto di Nerva, laureato, a destra

R/: VEHICULATIONE ITALIAE REMISSA: due muli (o mule) che pascolano; dietro di loro un carro; SC in esergo

Quella riprodotta sopra e' l'esemplare custodito al Munzkabinett di Berlino.

Cosa significa questa moneta?

Augusto fondò il  sistema di trasporto imperiale, il cursus publicus, che sostituì il sistema tradizionale dei tabellarii o messaggeri privati per trasmettere informazioni governative e comandi militari in tutto l'Impero Romano.

Ecco cosa dice Svetonio:

«Affinché si potesse facilmente e più rapidamente annunciargli e portare a sua conoscenza ciò che succedeva in ciascuna provincia, fece piazzare, di distanza in distanza, sulle strade strategiche, dapprima dei giovani a piccoli intervalli, poi delle vetture. Il secondo procedimento gli parve più pratico, perché lo stesso portatore del dispaccio faceva tutto il tragitto e si poteva, inoltre, interrogarlo in caso di bisogno.»

(Svetonio, Augusto, 49)

Il cursus publicus divenne una delle più grandi istituzioni governative dell'antichità. Funzionava grazie a una serie di alloggi di tappa (mansiones) e di postazioni di scambio intermedie (mutationes) lungo il percorso delle strade romane. La mansio era un edificio dove ci si poteva rifocillare e passare la notte; la mutatio era un edificio dove in più  era possibile trovare delle cavalcature fresche (la parola mutatio significa in effetti scambio, inteso come scambio proprio di cavalli).

Il costo di gestione del cursus publicus, all’epoca, gravava sui privati cittadini. Era il cosiddetto munus vehicularium. In cosa consisteva questo? Il  munus in generale era un "dovere", un "obbligo",  di fornire un servizio o un contributo alla propria comunità. Nelle fattispecie del munus vehicularium, in sostanza, per far funzionare il trasporto pubblico,  i funzionari governativi, gli appaltatori imperiali e i magistrati locali imponevano ai privati cittadini di svolgere la mansione richiesta, ovvero quella di trasporto dei messi utilizzando i propri veicoli e animali (e non mancavano come è facile immaginare abusi per interessi personali). Le comunità interessate però non ricavavano alcun guadagno da tutto ciò, ma anzi (come e’ facilmente intuibile) erano fortemente  penalizzate e per questo venne stanziato un sistema di risarcimenti. In realtà molto raramente tali risarcimenti andavano a coprire (anche solo parzialmente) i costi e le spese subite.  Anzi, sotto Domiziano, tale attività (con la diffusione del servizio ed il conseguente aumento degli abusi dei funzionari imperiali) diventò particolarmente onerosa per i cittadini italici. Si rese pertanto necessario prendere provvedimenti drastici e di ciò si occupò Nerva che decise di riformare il sistema. Con la moneta in questione Nerva pubblicizza proprio la sua riforma promettendo che il governo imperiale avrebbe coperto in futuro i costi del cursus publicus. In sostanza indica  che il peso della posta imperiale non avrebbe più gravato sull'Italia perché delle spese di gestione  si sarebbe occupato direttamente il fisco (Vehiculatione Italiae remissa: tolto all’Italia l’obbligo di sostenere il servizio di trasporto). L’attenzione di Nerva verso gli italici non era in realtà proprio casuale: egli stesso era umbro di nascita, di Narni (Narnia). Questo provvedimento rientra in effetti  in una politica globale di sgravi fiscali e di incentivi che dovevano favorire proprio le comunità italiche.

Buona giornata da Stilicho

Grazie Stilicho, molto interessante.

Mi sapresti anche consigliare qualche testo da dove trarre tali informazioni?


Inviato

Una seconda moneta emessa dal successore di Nerva , Traiano , che continuo' il programma del predecessore a favore dei fanciulli poveri d' Italia : "

Traiano favorì il ripopolamento di liberi contadini nella penisola, investendo capitali e fornendo ai coloni i mezzi per il sostentamento e il lavoro nei campi; in cambio i coloni si impegnavano a versare una parte dei raccolti come saldo del debito. Questo sistema, noto come colonato, aveva bisogno del controllo da parte dello stato affinché potesse funzionare. Da un lato bisognava impedire che gli esattori delle imposte depredassero i coloni o che i latifondisti esigessero più del dovuto riducendo alla miseria e alla semischiavitù i contadini; dall'altro bisognava difendere i coloni dai briganti e gli invasori che avrebbero potuto devastare le terre costringendoli all'abbandono delle campagne e a riversarsi in città lasciando le terre incolte.

Per ovviare al declino dell'agricoltura italica impose ai senatori di investire in Italia almeno un terzo dei loro capitali. Pose dei limiti all'emigrazioni dalla penisola, tentando di incentivare la presenza del ceto imprenditore e della manodopera in un'Italia che stava perdendo la sua centralità e che stava per avviarsi a una fase di declino. Traiano fece bruciare i registri delle tasse arretrate (raffigurato in quest'atto nei Plutei della Curia) per alleggerire la pressione fiscale sulle province e abolì alcune tassazioni che gravavano sui provinciali e gli italici; poté così creare una sorta di cassa risparmio popolare che concedeva prestiti ai piccoli contadini e imprenditori romani che in tal modo beneficiarono di larghe concessioni; vennero poi favorite le prime cooperative e associazioni dei mestieri.

Traiano fu soprattutto, come detto, un grande filantropo e protettore della gioventù romana. Per ovviare alla miseria dei ceti più bassi, e tentare di risollevare le condizioni della declinante economia italica, fece istituire l'Institutio Alimentaria. Con quest'ultimo provvedimento Traiano sacrificò parte del suo patrimonio personale per assicurare il sostentamento a centinaia di bambini e giovani bisognosi. Sull'Arco di Traiano di Benevento è raffigurata la distribuzione di viveri alla popolazione e soprattutto ai bambini poveri in base alla Institutio Alimentaria. Così pure dei rilievi sono conservati nel Foro Romano, riferentisi all'istituzione degli «Alimenta Italiae» in favore dei «pueri et puellae alimentari"

 

RIC_0460.jpg

Inviato

Il successore di Traiano , Adriano : RELIQVA VETERA HS NOVIES MILL ABOLITA  , cioe' un Littore o lo stesso Adriano in piedi rivolto a sinistra , brucia , con una torcia accesa , cumuli di obbligazioni , ovvero vecchi debiti di cittadini verso lo Stato .

RIC_0590b.jpg

Supporter
Inviato
10 minuti fa, gioal dice:

Grazie Stilicho, molto interessante.

Mi sapresti anche consigliare qualche testo da dove trarre tali informazioni?

Ciao, non mi sono attenuto a un testo in particolare, ma ho fatto un lavoro di ricerca su più fonti.

Per quanto riguarda Nerva, fu artefice di diversi provvedimenti che, a scopo propagandistico, rappresentò poi sulle sue monete.

Ti allego un documento che li riassume.

Spero di esserti stato utile.

Stilicho

La_monetazione_di_Nerva.pdf

  • Mi piace 1

Inviato

Devo dire che questo argomento mi interessa parecchio, e mi dispiace molto che non vi siano esempi di monete simili nel periodo che io tratto, cioè nel terzo secolo. 


Inviato
20 minuti fa, gioal dice:

Grazie Stilicho, molto interessante.

Mi sapresti anche consigliare qualche testo da dove trarre tali informazioni?

Ciao , non penso che esista un trattato che leghi diritto romano e sue rappresentazioni numismatiche .

Quindi occorre ricorrere ai testi antichi di autori latini e greci , nonche' a testi moderni , quindi studiare le emissioni monetali romane ; per fare un esempio pratico le monete da me postate , di Traiano e Adriano , sono state ricavate , per quanto riguarda Adriano , dalla lettura della Storia Augusta , la quale tratta delle vite di molte Imperatori romani da Adriano a Numeriano , qui si trovano molte notizie di usi e leggi , che poi andrebbero confrontate con eventuali emissioni di monete ; naturalmente questo testo antico e' solo un esempio su come si potrebbe operare per questa ricerca . 

Se questo lavoro non esistesse , come credo , ne uscirebbe una nuova ricerca di grandissimo valore storico numismatico , anche se probabilmente non alla portata di un' unica persona vista l' enormita' di leggi , usi , contratti , rapportati alle monete romane emesse nel corso della storia .

Inviato
1 ora fa, Agricola dice:

Ciao , non penso che esista un trattato che leghi diritto romano e sue rappresentazioni numismatiche .

Quindi occorre ricorrere ai testi antichi di autori latini e greci , nonche' a testi moderni , quindi studiare le emissioni monetali romane ; per fare un esempio pratico le monete da me postate , di Traiano e Adriano , sono state ricavate , per quanto riguarda Adriano , dalla lettura della Storia Augusta , la quale tratta delle vite di molte Imperatori romani da Adriano a Numeriano , qui si trovano molte notizie di usi e leggi , che poi andrebbero confrontate con eventuali emissioni di monete ; naturalmente questo testo antico e' solo un esempio su come si potrebbe operare per questa ricerca . 

Se questo lavoro non esistesse , come credo , ne uscirebbe una nuova ricerca di grandissimo valore storico numismatico , anche se probabilmente non alla portata di un' unica persona vista l' enormita' di leggi , usi , contratti , rapportati alle monete romane emesse nel corso della storia .

 

1 ora fa, Stilicho dice:

Ciao, non mi sono attenuto a un testo in particolare, ma ho fatto un lavoro di ricerca su più fonti.

Per quanto riguarda Nerva, fu artefice di diversi provvedimenti che, a scopo propagandistico, rappresentò poi sulle sue monete.

Ti allego un documento che li riassume.

Spero di esserti stato utile.

Stilicho

La_monetazione_di_Nerva.pdf 2 MB · 1 download

No, in effetti non pensavo ad un unico testo che tratti il diritto romano e le monete; siccome sia Agricola che Stilicho hanno particolari e approfondite competenze non solo numismatiche, ma sulla Storia romana in generale, volevo anche qualche consiglio sulla bibliografia.

Grazie a entrambi!


Supporter
Inviato

Gli interventi del nostro Agricola mi hanno subito portato alla mente i cosiddetti “plutei di Traiano” e pertanto ho effettuato una ricerca in merito, ovviamente mirata all’argomento della nostra discussione.

Scoperti nel 1872 durante gli scavi del Foro Romano nell’area tra il Comizio e la colonna Foca, i plutei sono conservati attualmente nella Curia, anche se non si sa ancora (a quanto mi risulti) a quale monumento (o parte del Foro) appartenessero.

Si tratta in sostanza di un sorta di due balaustre costituite da pannelli di marmo lavorato da ambo i lati, di cui i più significativi sono quelli che si pensa rappresentino due eventi con ogni probabilità avvenuti proprio nella piazza del Foro.

Uno e' questo:

PLUTEI DI TRAIANO | romanoimpero.com

Qui si vede un imperatore seduto sulla sedia curule su un ampio basamento e una donna che gli si avvicina con un bambino per mano e un altro in braccio. La donna dovrebbe essere  l’Italia che ringrazia l’imperatore per la prosecuzione dei provvedimenti a favore dei giovani italici bisognosi, le alimentationes.  Sappiamo che le alimentationes furono istituite da Nerva e poi mantenute da Traiano e da Adriano.

I Plutei vengono solitamente attribuiti al regno traianeo sia per lo stile dei  rilievi, sia per i soggetti raffigurati che sarebbero correlati  con procedimenti presi dall’imperatore Traiano a favore della popolazione dell’impero. Del resto, come detto da Agricola, fu proprio Traiano ad incrementare sostanzialmente le alimentationes per i bambini italici (vedi post #4).

Tuttavia, la Historia Augusta (De Vita Hadriani, 7, 8 ) ci ricorda che Adriano “Accrebbe generosamente i sussidi ai fanciulli e fanciulle per i quali già Traiano li aveva stanziati”.

Non poteva mancare una documentazione monetaria di ciò. Ecco la RIC II, Part 3  (second edition), Hadrian 236:

RIC_0568.jpg

Dove si vede la stessa scena rappresentata sui plutei. Interessante però l’utilizzo della legenda esplicativa del rovescio, LIBERTAS RESTITVTA,  che  propaganda la restituzione della libertà per la popolazione italica grazie al sussidio imperiale per i bambini più poveri, dato che senza questa possibilità economica non sarebbero divenuti indipendenti.

Veniamo al secondo pluteo.

PLUTEI DI TRAIANO | romanoimpero.com

Qui si vede una piazza animata dove si affaccendano figure maschili (probabilmente littori o schiavi della amministrazione imperiale) che portano grossi registri contabili da accatastare nel Foro dove verranno poi bruciati in un atto di condono delle tasse da parte dell’imperatore.

La scena del rogo e’ quella che vediamo poi sulla moneta di Adriano del post #5, davvero molto evocativa come solo una  moneta può esserlo nella sua essenzialità. La scena di condono la troviamo anche  in altre monete (sempre di Adriano) tipo la RIC II 592 dove ci sono cittadini acclamanti al provvedimento:

RIC_0592.jpg

Alla luce di quanto detto alcuni ritengono pertanto che i plutei appartengano piuttosto al periodo di Adriano che dovrebbe quindi essere l’imperatore raffigurato.

Fonti: 

http://www.moneteimperialiromane.it/plutei-di-traiano-affinita-fra-la-scultura-e-iconografia-delle-monete-nella-propaganda-imperiale/

- OCRE

- Wildwinds

- romanoimpero.com

Ciao da Stilicho

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Inviato

Consiglio anche di dare un'occhiata alle monete repubblicane...

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

Seguendo il consiglio di Arka , mi sono ricordato di questa moneta repubblicana di votazione di una legge , ma probabilmente ce ne saranno altre in tema con il post , di Lucio Cassio Longino , un Denario nel quale al dritto compare la testa velata di Vesta con dietro un simpulum , mentre al rovescio un cittadino romano nell' atto di votare una legge , inserisce una scheda elettorale in un cesto . La legge in questione e' la Lex Cassia del 137 a.C. , fu un provvedimento che allargò lo scrutinio segreto dalle assemblee elettorali , Lex Gabinia del 139 a. C. , alla corte , circa la concussione .

cassia10.jpg

Supporter
Inviato

Ciao @Arka

ottima osservazione ?.

E' chiaro che essendo stata aperta la discussione nelle sezione "Imperiali", ci siamo inizialmente focalizzati tutti su questo periodo. E' pur vero però che @gioal non ha dato un limite temporale.

Sicuramente ci saranno esempi anche nella monetazione repubblicana.

Ne hai qualcuno da postare? Volendo si potrebbe estendere il discorso anche agli amici della sezione "Repubblicane" @L. Licinio Lucullo e @Scipio


Inviato

Guardate, purtroppo mi tocca lavorare. Sabato partecipo al primo convegno di quest'anno e proprio non ho tempo. Ma ricordo, per esempio, un denaro con la tabelle Absolvo - Condanno... 

Arka

Diligite iustitiam


Supporter
Inviato
36 minuti fa, Arka dice:

Guardate, purtroppo mi tocca lavorare. Sabato partecipo al primo convegno di quest'anno e proprio non ho tempo. Ma ricordo, per esempio, un denaro con la tabelle Absolvo - Condanno... 

Arka

Diligite iustitiam

Ciao @Arka

nessun problema, ci mancherebbe. 

Penso di aver capito la moneta a cui ti riferisci: ne ho parlato in una recente discussione. Ora la cerco.

Grazie.

Stilicho


Supporter
Inviato (modificato)

Ed ecco qui come esempio questa moneta che e' stata oggetto di una precedente discussione di cui riporterò i passi salienti inerenti all'argomento in questione.

VEST REST.jpg

D/: Q CASSIVS VEST: busto di Vesta, velata, drappeggiata, a destra

R/: IMP CAES TRAIAN AVG GER DAC P P REST: tempio di Vesta visto di fronte, esastilo, con una statua sul tetto e sedia curule all'interno;  urna per il voto sulla sinistra; tavoletta con A C (absolvo-condemno) sulla destra.

RIC II Traiano 796

E' una moneta di "restituzione" di Traiano, ovvero una sorta di "riedizione" di una moneta repubblicana. 

La moneta è infatti molto simile a questa:

image.png

Si tratta di  un denario di età repubblicana, coniato a Roma nel 55 a.C., il Crawford 428/1.

Questa è la sua scheda:  https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G191/1

Questa moneta ci riporta ad un’appassionante vicenda  legata alle Vestali che fece molto scalpore nella Roma dell’epoca. Si era nell’anno 114 a.C. e si era conclusa da poco la lunga avventura dei Gracchi  con l’uccisione di Caio (121 a.C.) che era seguita a quella del fratello Tiberio (133 a.C.). La morte dei Gracchi aveva posto fine ad un lungo periodo di fermento sociale e politico che aveva visto emergere le istanze dei plebei e degli italici. La loro fine aveva quindi rappresentato una apparente ripresa del potere della aristocrazia, anche se le tensioni rimanevano altissime.

Le Vestali erano le sacerdotesse di Vesta ed erano tutte ragazze di origine patrizia.  Il sacerdozio delle Vestali durava trent’anni e per tutto questo periodo era loro imposto l’obbligo della verginità.  Il loro compito era quello di custodire ed alimentare il fuoco sacro sull’altare del tempio di Vesta. Il fuoco di Vesta non doveva mai spegnersi: le Vestali che per negligenza lo avessero lasciato estinguere venivano battute con verghe. Quelle che avessero tradito il voto di castità pagavano il sacrilegio con la vita, sepolte vive in una grotta nel Campus Sceleratus nei pressi della Porta Collina. Nella sua lunga vita il collegio delle Vestali, per ragioni facilmente intuibili, dovette essere turbato da più di uno scandalo, se la tradizione riferisce che ben tredici Vestali furono sepolte vive per perduta verginità.

Proprio in riferimento a quanto detto, in quell’anno 114 a.C. a Roma corse voce che tra le Vestali si fossero verificati gravi episodi di dissolutezza.  Fu promossa un’inchiesta ufficiale al termine della quale tre Vestali risultarono gravemente indiziate. Il processo, celebrato dal Pontefice Massimo,  si concluse però con la condanna di una sola di esse. Nel clima politico dell’epoca molti (soprattutto i plebei) videro in questa sentenza una sorta di  accordo sottobanco tra il Pontefice Massimo e le Vestali (non so se per ragioni politiche o per coinvolgimento diretto nello scandalo). Fu così che un  tribuno della plebe invocò la revisione del processo portando la causa davanti al tribunale del popolo  la cui presidenza fu affidata a Lucio Cassio Longino (fratello del cesaricida Gaio) , noto per il suo rigore  e la sua integrità morale. Fu emesso quindi un verdetto esemplare che condannò a morte anche le altre due vestali in precedenza assolte. In questo modo si volle colpire non solo l’aristocratico collegio delle Vestali, ma anche e soprattutto il Pontefice Massimo. Circa sessant’anni dopo, nel 55 a.C., il magistrato monetario Quinto Cassio Longino (discendente di Lucio Cassio Longino) fece emettere un denario a memoria di quell’antico scandalo, del clamoroso processo e indirettamente del suo antenato che ne era stato il promotore.

Interessante il fatto che il RIC consideri questa restituzione di Traiano come commemorazione di una Lex Tabellaria.

Ora, spulciando, ho letto che ci fu una Lex Cassia Tabellaria che riformò il sistema elettorale romano introducendo il voto segreto il cui promotore fu proprio quel Lucio Cassio Longino che aveva presieduto la revisione del processo contro le tre Vestali. Ecco che  il cerchio si chiude.

Per chi volesse leggere anche il resto della discussione (che si occupa principalmente delle monete di restituzione di Traiano): 

Buona notte da Stilicho

Modificato da Stilicho
ed ecco qui
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Supporter
Inviato

Bellissimo tema! Cito subito questo denario di Porcius Laeca che commemorava le Leges Porciae de provocatione, che estesero progressivamente la possibilitá di appello ai comizi contro le sentenze che prevedevano pene corporali. 
 

image.jpeg

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Supporter
Inviato

Mi sembra di ricordare che proprio Cicerone sia stato condannato all'esilio per aver condannato a morte i catilinari senza concedere loro la provocatio ad populum

O mi sbaglio?

Ciao da Stilicho


Inviato (modificato)

Ma ce ne sono ancora. Accenni alle leggi agrarie, al sistema elettorale, alle distribuzioni di cibo (il famoso panem)... basta cercare. Le repubblicane sono vere fonti per moltissime materie.

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka

Supporter
Inviato

Nel denario di Publio Licinio Nerva è illustrata una scena di voto, che, a seguito della Lex Gabinia Tabellaria, doveva svolgrsi "per tabellas", e quindi per iscritto; nel catalogo Lamoneta la scena del rovescio è così descritta:

Scena di voto: la figura a sinistra salita sul ponte riceve una tabella (o tesserae) dal rogator visibile a mezzobusto dietro una fitta transenna rettangolare (il pons o ponticulus). A destra un'altra figura votante depone la tabella nell'urna (la cista). Sullo sfondo tre linee parallele orizzontali (i saepta). In alto a destra una barra (oppure lo scabellum) su cui sta una tavoletta con inciso: P

https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G247/1

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Inviato

Possiedo questo esemplare con al rovescio un cittadino che vota.

CASSIA - L. Cassius Longinus  (63 a.C.)

                                                                     image.png.46fc1a960cf6bc516816595ee6bf8b2d.png

Denario. B. 10 Syd. 935 Cr. 413/1 A.V. 181 Ag g 3,80 q.SPL/BB

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Supporter
Inviato

Segnalo tra gli assi dell’Impero Romano questo esemplare della NAC 98 che raffigura sul rovescio un arco sormontato da due statue equestri e tre prigionieri con le mani legate dietro la schiena e un ufficiale alle spalle che avanzano verso l’arco.

63141856_GalbaasseTarracoNAC.jpg.94d4a5a97c3010d657daa0f06e46cab5.jpg

The Roman Empire
Galba, 68 – 69
As, Tarraco (?) circa September to December 68, Æ 8.78 g. SER GALBA IMP AVGVSTVS Laureate head r., globe at point of bust. Rev. [QVA]DRAGENSVMAE REMISSAE Arch surmounted by two equestrian statues; to l., three captives, hands tied behind their backs, advancing r. below and towards arch with an officer behind them. C 166. BMC 205 note *. Kraay, HGG –. RIC 84. CBN –.
Extremely rare and possibly the finest specimen known. An unusual portrait and a very interesting reverse composition. Dark green patina and good very fine This extremely rare coin with the victory arch is probably the finest known example of this type. Literature includes few examples, all in poor condition. AMP.

Starting price: 2.800 CHF - Estimate: 3.500 CHF - Result: 4.000 CHF

 

Il rovescio di questa interessante moneta commemora la remissione del consueto 2½% di tasse o dazi doganali (quadragensumae remissae remissae) riscossi sulle merci che attraversavano i confini provinciali e che Galba aveva concesso alle province di Spagna e Gallia per avergli prestato sostegno durante la guerra civile. Non si conosce la posizione dell'arco equestre raffigurato sul lato destro del rovescio, e in realtà potrebbe anche non essere esistito ma essere invece una costruzione pianificata che Galba non costruì mai a causa del suo breve regno o di un mero immaginario militaristico destinato ad attrarre le legioni, quattro delle quali erano di stanza in Spagna. Se si tratta di un arco che Galba progettava di costruire, allora si tratta di ironia della sorte considerata la sua reputazione di parsimonioso.

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Inviato
2 ore fa, gioal dice:

Possiedo questo esemplare con al rovescio un cittadino che vota.

CASSIA - L. Cassius Longinus  (63 a.C.)

                                                                     image.png.46fc1a960cf6bc516816595ee6bf8b2d.png

Denario. B. 10 Syd. 935 Cr. 413/1 A.V. 181 Ag g 3,80 q.SPL/BB

Mi sembra che la tua moneta sia come quella del post #12. Giusto?

Riesci a postare una foto più grande per poter apprezzare meglio la moneta?

Ciao da Stilicho


Inviato
1 ora fa, Stilicho dice:

Mi sembra che la tua moneta sia come quella del post #12. Giusto?

Riesci a postare una foto più grande per poter apprezzare meglio la moneta?

Ciao da Stilicho

Ecco qua:

 

D-001.jpg

R-001.jpg

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Supporter
Inviato

Lo stesso arco equestre della moneta postata da @apollonia si trova in questa altra moneta di Galba, emessa sempre per richiamare  la QVADRAGENSVMA REMISSA

E' la RIC I (second edition) Galba 134:

http://numismatics.org/ocre/id/ric.1(2).gal.134

L'unica immagine l'ho trovata qui, nel catalogo:

https://numismatica-classica.lamoneta.it/riepilogo/SR-GAL?page=3

La trovate al CLM 236 (si può ingrandire cliccandoci su: io non riesco a postarla:pardon:)

Qui il provvedimento dovrebbe essere abbreviato come XXXX REMISSA (legenda non visibile).

Ciao da Stilicho

 

 


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