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Grande scoperta in provincia di Foggia, rinvenuto anfiteatro romano di Teanum Apulum. Gli esperti: “È di straordinaria importanza”

Il Soprintendente Maria Piccarreta insieme a Domenico Oione, in una nota stampa comunicano una importante scoperta nel Foggiano. "Il monumento rinvenuto, sinora sconosciuto - scrivono -, rappresenta una testimonianza archeologica di straordinaria importanza per la città di San Paolo di Civitate e per la comprensione dell'assetto urbanistico del municipium di Teanum Apulum. Questo, con molta probabilità, è da collocarsi topograficamente nei pressi del circuito murario della città romana, come di consueto. L'insediamento daunio di Tiati era caratterizzato da un'occupazione di tipo sparso sulle alture di Coppa Mengoni, Pezze della Chiesa, Mezzana, Piani di Lauria e l'area compresa fra il Regio Tratturo "Aquila-Foggia" e la Marana della Defensola. Nel corso del IV secolo a.C. la penetrazione sannita nel territorio di Tiati era tale che la città prese parte alla seconda guerra sannitica, alleandosi con i Sanniti contro Roma. La sconfitta nel 318 a.C. determinò un patto di alleanza tra Tiati e Roma e il territorio, confiscato ai ceti dirigenti indigeni anti-romani, fu dato in affitto all‟aristocrazia locale filo-romana. La presenza di Roma portò ad una ristrutturazione del territorio, che cancellò gli insediamenti sparsi e l‟abitato di Teanum Apulum fu concentrato in un'area ristretta tra Coppa Mengoni e Pezze della Chiesa. Nell'ambito della programmazione dei lavori pubblici 2017-2019 del Ministero - scrivono - è stato finanziato il progetto “San Paolo di Civitate (FG): tombe daunie e strutture romane. Pronto intervento di scavo archeologico e completamento dello scavo e protezione”. Sono state condotte dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia indagini archeologiche che hanno interessato parte dell'insediamento pluristratificato di Tiati-Teanum Apulum-Civitate, tutelato negli anni 90 ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Le attività si sono in parte concentrate nella zona in loc. Pezze della Chiesa in cui emergevano dal piano di campagna attuale resti evidenti di età romana: un ambiente voltato in opera cementizia con paramenti in opera laterizia, pertinenti a una struttura monumentale prospiciente il Regio Tratturo “Aquila-Foggia” che si è rivelata essere uno degli accessi all'anfiteatro di Teanum Apulum.foto-2-scaled.jpg  Gli interventi hanno consentito di riportare alla luce, inaspettatamente, una porzione dell'edificio pubblico, databile al I-II secolo d.C. 

La sua localizzazione non era nota nell'ambito delle strutture urbane della città romana. L‟anfiteatro risulta costituito da murature imponenti, caratterizzate da un possente nucleo in opus caementicium e paramenti in opus latericium perfettamente conservati. Non permane purtroppo l'elevato della cavea, testimoniato dalla sola presenza di sporadici resti delle gradinate inferiori. Si conserva, invece, gran parte di uno degli accessi e la parte terminale della cavea.

Al momento dell'abbandono, probabilmente in età tardoantica/altomedievale, l'anfiteatro fu oggetto di spolio e di distruzione e l'area fu verosimilmente riutilizzata come necropoli, come testimonierebbe la presenza di sporadiche tracce dell'impianto di sepolture nelle zone un tempo destinate alle gradinate della cavea. Indagini di più ampio respiro potranno consentire una maggiore comprensione dell‟ampiezza del monumento nonché della sua capacità. Il proseguo dei lavori potrà mettere in luce ulteriori porzioni di quella che, al momento, risulta essere la più grande scoperta della città romana di Teanum Apulum di sempre.

https://www.immediato.net/2020/09/18/grande-scoperta-in-provincia-di-foggia-rinvenuto-anfiteatro-romano-di-teanum-apulum-gli-esperti-e-di-straordinaria-importanza/amp/

Le indagini archeologiche sono svolte dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia:

  • -  Soprintendente ad interim arch. Maria Piccarreta,
  • -  RUP dott. Italo M. Muntoni,
  • -  Progettista e DL dott. Domenico Oione,
  • -  Direttore operativo geom. Enrico Cornetta,
  • -  Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettazione ed Esecuzione arch. Daniela Fabiano,
  • -  Funzionario restauratore Salvatore Patete
  • -  Assistente Tecnico Franco Racano. I lavori di scavo sono stati affidati alla Ditta Nostoi Srl e si sono svolti in stretta collaborazione conl‟Amministrazione comunale di San Paolo di Civitate, rappresentata dal sindaco Francesco Marino.

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Teanum Apulum

 

Il nome Teanum deriva dal toponimo dall’antica città romana di Teanum Apulum, che si trovava nell’agro dell’odierna San Paolo di Civitate. Fonte Treccani.it BMC_5-390x191.jpgImportante centro daunio, in seguito municipio romano, subito a Est dell’odierno Ponte di Civitate sul Fortore in provincia di Foggia. Il nome della città è tramandato dalle fonti antiche in due forme diverse e in una variante. Nelle monete, d’argento e di bronzo, del III sec. a.C. essa è indicata con il nome Tiati, cui si collega la variante Teate, riportata da alcune fonti letterarie più tarde. La seconda forma Teanum Apulum, molto più diffusa, è attestata dalla metà del I sec. a.C., sia nelle fonti letterarie, da Cicerone in poi sia in epigrafi di età tardo-repubblicana e imperiale. C’è chi ritiene la forma Teate-Tiati osca, e chi, invece, riconosce in Teanum la forma sannitizzata e in Tiati quella originaria daunia. L’abitato si estendeva su un pianoro collinare dominante l’unico passaggio agevole, per un ampio tratto, del fiume Fortore e quindi l’ingresso in Puglia per chi giungeva da Νord lungo la costa. Attraversato il Fortore, la strada saliva lungo il vallone Canneto, raggiungendo Teanum; tale era il percorso della romana Via Litoranea, di cui restano i ruderi del ponte e tratti del basolato stradale, così come quello del grande tratturo L’Aquila-Foggia. BMC_16-390x190.jpgQuanto sappiamo dell’insediamento di Teanum per l’Età del Ferro e per la successiva fase arcaica deriva, quasi esclusivamente, da ritrovamenti sporadici e consiste in oggetti di bronzo e in vasi geometrici daunî, provenienti da tombe (VIII/VII sec. a.C.), cui si aggiungono alcuni frammenti di stele daunie. Nel 1986 iniziò lo scavo sistematico di un edificio a pianta rettangolare con un vestibolo e tre colonne sulla fronte, di cui erano ancora visibili in situ le basi quadrate di pietra. Della struttura restavano i muri perimetrali formati da grandi ciottoli e da tegole, e una notevole quantità di frammenti della decorazione architettonica fittile, consistente in antefisse del tipo nimbato, etrusco-campano, o di forma pentagonale ornate da gorgòneia, cavalli e, infine, da elementi vegetali. L’edificio, di cui è stato riconosciuto il carattere sacro, fu fondato nel V sec. a.C. e abbandonato verso la metà del secolo successivo. SNGANS_753-390x184.jpgFino ad allora Teanum sembra inserita ancora completamente nella cultura daunia, ma già da tempo doveva essere incominciata una progressiva infiltrazione da parte di genti di lingua osca, che avrebbero assunto il controllo della città nella seconda metà del IV sec., snaturandone il carattere daunio. Certo è che nel corso della seconda guerra sannitica, mentre Arpi combatteva contro i Sanniti, come alleata dei Romani, Tiati tentò di contrastare i secondi, fino a che non fu costretta ad arrendersi, nel 318 o 317 a.C. (Liv., ix, 20, 4; 7-8). Il foedus iniquum che ne scaturì parla chiaro sulla reale posizione, tra Sanniti e Romani, assunta da Teanum, la cui oscizzazione è confermata dalle coeve monete con leggenda in lingua osca e dal ritrovamento sporadico di due fittili con iscrizioni osche. Dopo la guerra sociale, Teanum divenne municipium e fu ascritta alla tribù Cornelia. In età imperiale, mutò il suo nome in Civitate, toponimo che tenne fino alla fine dell’Impero Romano


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