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DEO VOLKANO


Illyricum65

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Vulcanus

Vulcane, impiger deus deumque faber, mea verba audi: magna dis deabusque domicilia in sacro Olympo extrue -
- O Vulcano, Dio infaticabile, fabbro degli dei, ascolta le mie parole: costruisci delle grandi residenze per gli dei e per le dee nel sacro Olimpo. –

Vulcano (Vulcanus, Volcanus o in arcaico Volkano) è divinità del fuoco terrestre e distruttore. Appartiene alla sfera divina dei tempi arcaici (citato da Varrone). Era collegato al fuoco e alla sua azione e come epiteti aveva Mulciber, Quiesus e Mitis, per scongiurarne l’azione distruttiva. In seguito identificato con il greco Efesto, l’epiteto Mulciber fu interpretato come “colui che addolcisce i metalli nella forgia”.

A Roma vi erano molti templi arcaici a lui dedicati. Il principale e più antico santuario di Vulcano a Roma era il Volcanal, situato nell'area Volcani, nell'angolo nord-ovest del Foro Romano, con un'ara e un fuoco perenne. Secondo la tradizione il santuario era stato dedicato da Romolo, che vi aveva posto una quadriga di bronzo, preda di guerra dopo la sconfitta dei Fidenati, e la sua statua con la lista dei suoi successi bellici scritta in greco.

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Al tempo di Plinio il Vecchio (70 d.c.) nel Volcanale c'era un albero di loto che si riteneva più antico della città stessa e le cui radici si diramavano fin sotto il Foro di Cesare, passando sotto le stationes municipiorum, cioè i locali destinati a riunioni di cittadini delle città principali dell'impero.

L'area Volcani era circa 5 m. più alta del Comitium e da essa i re e i magistrati della prima repubblica, prima che fossero costruiti i rostra, si rivolgevano al popolo.

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I Vulcanalia in suo onore si celebravano il 29 aprile, quando il sole iniziava a scaldare i campi e le creature, e il 23 agosto, quando i granai erano a rischio di incendi per la calura. Venivano creati in onore del Dio dei fuochi, in cui venivano sacrificati pesci o piccoli animali che venivano mangiati sul posto dalla gente. Vulcano era tra gli Dei da placare dopo in grande incendio di Roma nel 64 d.c..                                                                                   

In risposta, Domitian (81–96) edificò un nuovo altare a Vulcano sul colle del Quirinale, aggiungendo un vitello e un cinghiale rossicci ai sacrifici dei Vulcanalia.    Un flamen Volcanalis fu preposto al culto del Dio e lo stesso officiava il sacrificio alla Dea Maia, ogni anno alle calende di maggio.

https://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_(divinit%C3%A0)                                                                                                                                                               

Nella Gallia ben presto fu assorbito e assimilato per sincretismo con divinità ctonie che svolgevano funzioni di fabbri divini: uno di questi ad esempio forgiava le armi degli Dei. Talvolta Volcano assorbì anche funzioni svolte da Mercurio.

Tutto ciò funge da prologo ad una moneta e quindi a una serie monetale della seconda metà del III secolo, periodo tribolato per l’Impero e soprattutto per chi viveva nell’area gallica. Area dove doveva era di stanza  un cospicuo numero di truppe romane. Da qui la richiesta di una enorme massa di monete da utilizzare nei pagamenti degli stipendi militari.

La tipologia che ha attirato la mia attenzione è quella seguente...

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Valerianus I Antoninianus, struck AD 259 - 260 at Cologne mint.
Obv: VALERIANVS P F AVG, radiate, drapedand cuirassed bust right.  Rev: DEO VOLKANO, Vulcan standing left in tetrastyle temple, holding hammer and tongs, anvil at feet. 2,80 g, 22 mm.
RIC 5
Ex Hermann-Joseph Lückger collection (1864 - 1951)                                                             

(Sondermann numismatics)

Il Dio Vulcano ritratto entro un tempio tetrastile mentre regge un martello e le pinze mentre a terra vi è un incudine.

Si tratta quasi di un unicum: risulta esser stato rappresentato su un unico esemplare repubblicano.

volcano tinia.jpg

Roma, L. Aurelius Cotta, Denario, 105 a.C., Ag (3.94g x 18mm); D/ Busto di Vulcano drappeggiato e con berretto conico; dietro, una X barrata e delle tenaglie; davanti, una G; tutto dentro corona di mirto. R/ L COT; aquila su saetta; tutto dentro corona d'alloro. Crawford 314/1b; Varesi 107.

(https://www.astetinia.it/it/lot/220/roma-l-aurelius-cotta-denario-105-ac-/)

 

Che sia Vulcano lo evidenzia anche la presenza dell’incudine dietro la nuca della divinità. Strano però che Valeriano dopo 350 anni abbondanti ripeschi il “dimenticato” Vulcano per omaggiarlo per l’attività metallurgica nelle officine della zecca.

Che sia Vulcano lo evidenzia anche la presenza dell’incudine dietro la nuca della divinità. Strano però però che Valeriano dopo 350 anni abbondanti ripeschi il “dimenticato” Vulcano per omaggiarlo per l’attività metallurgica nelle officine della zecca.

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Infatti se andiamo a verificare la produzione del figlio Gallieno nel periodo troviamo una moneta simile per iconografia ma dedicata ad un'altra divinità: Marte.

deo marti.jpg

Gallienus AR Antoninianus A.D. 258-259 Obverse: GALLIENVS P F AVG; Radiate and cuirassed bust right. / DEO MARTI; Mars in temple. RIC Vi Lyons 10; Göbl 889h Cologne. 21x22mm    3.8gm                                                                                                                                            

Attributed to Lyons in RIC, but more recently reattributed to Cologne in Göbl.(tratto da Vcoins)

immagine.png

Gallienus AR Antoninianus A.D. 258-259 Obverse: GALLIENVS P F AVG; Radiate and cuirassed bust right. / DEO MARTI; Mars in temple. RIC Vi Lyons 10; Göbl 889h Cologne. 21x22mm    3.8gm

http://www.fredericweber.com/GALLIEN/deo_marti_g.htm

E’ verosimile pertanto ritenere che la strada giusta da perseguire sia quella di trovare un nesso tra Vulcano (attività di lavorazione dei metalli) e Marte (divinità della guerra). Facilmente intuibile … ferro - forgiatura armi - guerra. In un momento di grande crisi militare contraddistinto da invasioni e guerre il richiamo alla sfera bellica è pienamente congruente.

Detto ciò, andando a verificare la monetazione coeva emerge un terzo esemplare assimilabile per iconografia, emesso a nome di Salonina:

salonina.jpg

SALONINA. Antoninianus. 258-259 AD.
Obv/
SALONINA AVG, diademed and draped bust of Salonina right, resting on a crescent. Rev/ DEAE SEGETIAE, Segetia standing facing within tetrastyle temple, both hands raised. Cat: RIC 5; Göbl 902c; RSC 36. Colonia Agrippinensis mint.
Billon (Bi) 3g - 22mm. Scarce.

(tratto da Vcoins)

La divinità è rappresentata anche questa volta entro tempio tetrastile. Si tratta di Segetia, una divinità femminile collegata alle messi.

Vi segnalo questo link di un articolo di Lamoneta.

https://www.lamoneta.it/topic/140008-la-%E2%80%9Cdeae-segetiae%E2%80%9D-di-salonina/

Quindi una triade di divinità collegate all’esercito dove Vulcano (Valeriano) si occupa della produzione di armi, Marte (Gallieno) di guidare l’esercito mentre Segetia (Salonina) di occupa dei vettovagliamenti e del rifornimenti di viveri dell’esercito. Il tutto avrebbe difeso le frontiere imperiali.

A questa serie sarebbe collegata anche una emissione diversa dal punto di vista iconografico.  immagine.png

 

Gallienus AR Antoninianus A.D. 258-259 Obverse: GALLIENVS P F AVG; Radiate and cuirassed bust right. / VIRTVS GALLIENI AVG; Gallienus advancing right holding spear and shield, right foot on an enemy lying on the ground. RIC Vi 54, Treveri mint.  21,5mm    2.47gm

In realtà ciò non deriva dale mie considerazioni ma da altri studiosi. Già a inizio 1900 l’iconografia aveva incuriosito numismatici francesi dell’epoca

http://www.numisbel.be/1902_6.pdf

pur con ipotesi diverse. L’autore segnala comunque l’origine gallica delle emissioni motivando così la sostituzione di “Vulcano” con “Volkano”.

Quella che vi ho proposto è il pensiero di questo appassionato numismatico gallico, Bruno Bourdel: http://www.forumfw.com/t420-une-serie-de-l-atelier-de-cologne-sous-valerien-temples

Se avrete la curiosità di aprire il link vedrete che in effetti la medesima iconografia usata dalla “triade imperiale” verrà utilizzata dal “gallico” Postumo (probabilmente il tempio tetrastile era molto noto in area gallica).

Infine, un ringraziamento a @grigioviola per l’aiuto nella ricerca.

Saluti

Illyricum

;)

 

 

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Supporter

Ciao @Illyricum65.

Innanzi tutto grazie per questo contributo dal contenuto davvero interessante.

Ho aperto il link a B. Bourdel. Particolare la moneta di Postumo: Vulcano, dopo essere diventato Marte, si e' ora trasformato in Ercole (qui Deusoniensis).

C'e' qualche particolare spiegazione (oltre a quella intuibile della forza, soprattutto militare)?

Buona serata.

Stilicho

 

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27 minuti fa, eliodoro dice:

Ciao Illy, 

Vulcano era anche un Dio Italico, lo ritroviamo su oboli coniati ad Aesernia;

Saluti Eliodoro

obolo isernia diritto.jpg

obolo isernia 1.jpg

Eh già... divinità ctonia italica tra l'altro... nell'area meridionale in particolare gli autoctoni non potevano restare indifferenti ai fenomeni naturali legati all'attività vulcanica... io da parte mia ho insistito sul sincretismo con le divinità galliche pre romane per motivare maggioranza ragione la scelta di una divinità che forgiava secondo i celti "le armi degli dei"...

Ciao

Illyricum

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45 minuti fa, Stilicho dice:

Ciao @Illyricum65.

Innanzi tutto grazie per questo contributo dal contenuto davvero interessante.

Ho aperto il link a B. Bourdel. Particolare la moneta di Postumo: Vulcano, dopo essere diventato Marte, si e' ora trasformato in Ercole (qui Deusoniensis).

C'e' qualche particolare spiegazione (oltre a quella intuibile della forza, soprattutto militare)?

Buona serata.

Stilicho

 

Non fraintendermi... Vulcano forgia le armi (l'imperatore arma l'esercito), Marte guida le fila romane (cioè ispira le azioni militari di Gallieno).

Ercole Devsoniensis é un'altra divinità sincretico gallica cui fa appello il regnante gallico per motivare le truppe autoctone. Ercole è comunque semidio  fortissimo che combatte e vince (vedi le fatiche). Quasi tutte le divinità pre romane galliche sono state abbinate a modelli latini e da queste nel tempo assorbite.

Ciao

Illyricum

;)

 

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Supporter

Scusa, probabilmente non ho ben capito.

Quindi il legame con Postumo e' solo legato al tempio?

Ciao e grazie.

Stilicho

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Adesso, Stilicho dice:

Scusa, probabilmente non ho ben capito.

Quindi il legame con Postumo e' solo legato al tempio?

Ciao e grazie.

Stilicho

Io intendo legato all'iconografia tempio tetrastile + divinità guerriera (in questo caso si latina ma con un netto riferimento al territorio gallico).

Il tempio non é stato identificato e molti di dimensioni contenute erano tetrastile ma il ricorso allo stesso stile in un periodo storico tutto sommato contenuto mi porta a ipotizzare che fosse un edificio templare noto nella Gallia. 

Forse nella stessa Colonia??

Ciao 

Illyricum

 

 

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