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IGNORED

Uso dei vocabolari / dizionari della lingua italiana


sdy82

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Il 17/10/2020 alle 15:36, apollonia dice:

Battute a parte, uno studioso della lingua italiana ti può spiegare il motivo per cui i termini dracma e dramma si possono usare entrambi, mentre con un prefisso solo il secondo rimane in uso. Ciò non toglie naturalmente che uno non segua le regole e perseveri nell’errore, purchè non pretenda di essere nel giusto perché a lui piace così oppure perché altri lo fanno.

apollonia

Secondo me, se il collezionismo numismatico proseguirà negli anni, alcuni dizionari accetteranno anche "la tetradracma". Linguisticamente parlando, è troppo forte e viva l'analogia col femminile ("una dracma", quella neogreca usata fino a 20 anni fa circa). 

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Auspicherei un dizionario con l'elenco in appendice delle valute in vigore attualmente. ?

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3 ore fa, sdy82 dice:

Secondo me, se il collezionismo numismatico proseguirà negli anni, alcuni dizionari accetteranno anche "la tetradracma". Linguisticamente parlando, è troppo forte e viva l'analogia col femminile ("una dracma", quella neogreca usata fino a 20 anni fa circa). 

E quando mai accetteranno “la tetradracma”?

Se fai un giro sul sito della Società Numismatica Italiana http://www.socnumit.org/la_rin_2.html, clicchi a sinistra su "La Biblioteca" e quindi sull’ultima voce del menù a tendina “La Moneta Vocabolario Generale”, puoi consultare (o se vuoi scaricare) l’opera dell'ingegnere Edoardo Martinori pubblicata a Roma nel 1915 che rappresenta ancora, a oltre un secolo di distanza dalla sua pubblicazione, un punto di riferimento per lo studio e il glossario della numismatica.

Qui trovi le voci didramma, tetradramma, decadramma, ma nessun riferimento all’esistenza o alla possibilità d'uso di un multiplo della dramma (o dracma) con cm invece della doppia emme. E anche oggi i linguisti sono d’accordo con i numismatici se nemmeno citano “tetradracma” e simili nei dizionari della nostra lingua.

 

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Il 16/10/2020 alle 14:23, apollonia dice:

Grazie.

Noto con sorpresa che tra le varianti di "tetradramma" non è riportato "tetradrammo", voce in uso in vari articoli numismatici che non lasci dubbi sul genere maschile del termine.

apollonia

Però è attestato "tetradracmo". Il Battaglia e la sua squadra avrà ritenuto superfluo "tetradrammo". Se cerchi poi il lemma "didramma", troverai le attestazioni "didracma" e "didrammo".

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Caro @apollonia,

Ho letto i tuoi interventi appassionati a favore del "tetradramma" anche in altre discussioni e i tuoi ragionamenti sono ineccepibili. Peraltro presenti sempre le giuste fonti. Le tue non sono opinioni, ma la norma. Tuttavia, se la matematica non è opinabile, la scienza linguistica - passatemi lo scherzo - poco poco lo è.

Devo dire che trovo assurdo avere un genere per una parola e un altro genere per i composti di quella stessa parola quando essa stessa costituisce l'elemento principe (Cfr. "il fine settimana"!). Non mi piace neanche la risoluzione del nesso consonantico -cm- in -mm-, inusuale in parole di rango scientifico, ma ancora solo un paio di secoli fa la parola "dracma" doveva essere avvertita come più familiare di quanto lo sia oggi. Questi comunque sono solo miei pensieri. Neanche troppo approfonditi. Le vie dell'evoluzione linguistica sono infinite! La stessa parola "dracma / dramma" ha una storia complessa.

Se potessi fregiarmi del titolo di "linguista", farei forse una battaglia futurista per sovvertire le posizioni dominanti espresse da Apollonia. ?? (confesso che neanche il congiuntivo mi piace!?)

Io comunque intendevo dire che magari tra 100 anni i vocabolari avranno lemmizzato anche "la tetradracma" in quanto nel frattempo si sarà forse persa la cognizione del Martinori e di altri lessicografi e si sarà imposta l'analogia col genere e con la grafia dell'attuale "dracma". Sono cose che succedono.

I vocabolari non sono la Bibbia rivelata. I vocabolari sono opere editoriali redatte da degli autori che, secondo coscienza, cercano di mettere a sistema il valore comunicativo di una parola. I vocabolari sono come Giano Bifronte: se da una parte registrano passivamente l'uso condiviso (e poco normativizzato) di una certa parola, dall'altra contribuiscono a statuirne la dignità.

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@sdy82

La storia della Treccani

L’Istituto della Enciclopedia Italiana nacque a Roma il 18 febbraio 1925, come Istituto Giovanni Treccani per la pubblicazione della Enciclopedia Italiana e del Dizionario Biografico degli Italiani. L’obiettivo che si posero i fondatori dell’Istituto era quello di rispondere innanzitutto all’esigenza di dare anche all’Italia una grande enciclopedia nazionale.

Subito dopo la costituzione dell’Istituto iniziò dunque la fase progettuale dell’enciclopedia con la formazione del Comitato tecnico, incaricato di preparare il lemmario e garantire l’equilibrio tra le varie discipline: dal lemmario si passò poi allo schedario generale, ordinato per lemma, e a quello di assegnazione delle voci, che cominciarono a pervenire all’Istituto a partire dal 1928, e fu costituito un corpo di redattori disciplinari. Tra i moltissimi studiosi di chiara fama coinvolti nell’opera vale la pena di menzionare almeno alcuni nomi: Federigo Enriques per la matematica, Federico Raffaele per la biologia e zoologia, Roberto Almagià per la geografia, Nicola Parravano per la chimica, Enrico Fermi per la fisica, Guglielmo Marconi (presidente dell’Istituto dal 1933 al 1937) per il settore delle radiocomunicazioni, Giulio Bertoni e Bruno Migliorini per la linguistica, Ugo Ojetti e Pietro Toesca per l’arte.

Finalità istituzionali della Treccani

“L'Istituto ha per oggetto la compilazione, l'aggiornamento, la pubblicazione e la diffusione della Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti iniziata dall'Istituto Giovanni Treccani, e delle opere che possono comunque derivarne, o si richiamino alla sua esperienza, in specie per gli sviluppi della cultura umanistica e scientifica, nonché per esigenze educative, di ricerca e di servizio sociale.”

Da https://www.treccani.it/istituto/la-nostra-storia/

apollonia

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DRAMMA o dracma

di Secondina Lorenzina Cesano - Enciclopedia Italiana (1932)

DRAMMA o dracma (δεαχμή). - È il nome corrente della unità monetaria principale presso i popoli ellenici dell'antichità. Dal punto di vista ponderale è un centesimo della mina (v.), e si compone di 6 oboli (v.). Secondo Plutarco e i grammatici la parola deriva da δράξ, pugno", col significato di un pugno, una mano piena di piccoli grani, equivalente sulla bilancia al peso di metallo che costituiva la dramma. Questa è stata quindi considerata in origine una metà, giacché, avendo la bilancia due piatti, la dramma è la metà di ciò che si mette sulla bilancia, la totalità essendo lo statere (v.).

Varî essendo i sistemi monetarî dell'antichità, è vario il peso della dramma, ma in tutti i sistemi i suoi multipli e sottomultipli si dispongono in una graduazione matematica costituendo tre gruppi distinti, nel primo dei quali la dramma è considerata l'unità, onde abbiamo il didramma, il tetradramma, il pentadramma ecc. sino al dodecadramma (vedi sotto); nel secondo l'unità è l'obolo, cioè il sesto della dramma, e quindi abbiamo: il diobolo, il triobolo, il tetrobolo ecc.; nel terzo infine l'unità è il tetartemorion, cioè etimologicamente un quarto dell'obolo o un ventiquattresimo della dramma. Non tutti i multipli e sottomultipli che derivano da questi tre schemi sono stati monetati, o monetati simultaneamente e in tutte le zecche: i tipi più comuni sono il didramma, il tetradramma, la semidramma o triobolo e l'obolo. Secondo il sistema cui si riattacca, e il principale luogo di coniazione, la dramma si denomina attica, eginetica, egizia, rodia, ecc.

Ecc.

Da https://www.treccani.it/enciclopedia/dramma-o-dracma_(Enciclopedia-Italiana)/

apollonia

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dramma²

Vocabolario on line

dramma2 (o dracma; ant. dragma) s. f. [dal lat. drachma, gr. δραχμή, forse der. di δράξ «pugno», per indicare in origine la quantità di ὀβελοί (v. obolo) che poteva esser contenuta in un pugno]. – Unità ponderale e monetaria degli antichi Greci, coniata solitamente in argento con leggere variazioni di massa secondo i tempi e le località: d. attica (4,366 g); d. eginetica (6,22 g). In senso generico e fig., nell’uso letter. e poet., peso minimo, spec. in frasi negative: men che dramma Di sangue m’è rimaso che non tremi (Dante); non partecipava né una dramma del suo secreto ad anima nata (Foscolo).

 

dracma

Vocabolario on line

dracma s. f. [dal gr. mod. δραχμή: v. dramma2]. – 1. Fino all’introduzione dell’euro, unità monetaria della Grecia (abbrev. δρχ), divisa in 100 leptà. 2. Variante fonetica di dramma2, unità ponderale e monetaria degli antichi Greci.

Da https://www.treccani.it/enciclopedia/dramma-o-dracma_(Enciclopedia-Italiana)/

 

Dal 1932 a oggi nessun cenno al lemma “la tetradracma”. E non solo sugli aggiornamenti della Treccani, ma anche in altri vocabolari. Forse nel 2121? Può darsi (anche se non ci credo), ma oggi la situazione alla quale personalmente mi adeguo è questa.

apollonia

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2 ore fa, apollonia dice:

Dal 1932 a oggi nessun cenno al lemma “la tetradracma”. E non solo sugli aggiornamenti della Treccani, ma anche in altri vocabolari. Forse nel 2121? Può darsi (anche se non ci credo), ma oggi la situazione alla quale personalmente mi adeguo è questa.

2121: la disfida della "tetradracma"! Sarebbe bello incontrarsi qui in quell'anno e continuare la disquisizione, ma ahimé non accadrà, caro Apollonia.

Nulla da eccepire comunque a quanto scrivi. Mi permetto però di farti notare ancora una volta come il Battaglia, cioè il GDLI digitalizzato, riporti le attestazioni varietali "didracma" e "tetradrachma", in opposizione a quanto normativizzato su altri dizionari.

Mi piacerebbe sapere a questo punto se i termini di-, tetra-, decadramma e simili si sono conservati anche nella lingua neogreca riguardo alle monete in uso fino a pochi decenni fa. Urge un viaggio nel dizionario ragionato di greco antico / neogreco! Ma questa è un'altra storia...

 

 

 

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Nulla da eccepire comunque a quanto scrivi. Mi permetto però di farti notare ancora una volta come il Battaglia, cioè il GDLI digitalizzato, riporti le attestazioni varietali "didracma" e "tetradrachma", in opposizione a quanto normativizzato su altri dizionari.

Dal “Grande dizionario della lingua italiana” http://www.gdli.it/

Ricerca libera dei lemmi sottolineati e risposta

Tetradracma: Nessun risultato trovato.

Tetradramma: Otto risultati, di cui uno con il lemma seguito da (tetradrachma, tetradracmo, tetradragma).

Didracma: Due risultati, uno come voce antica di didramma (ant. didracma, anche didrammo), sm. e l’altro poetico: dice poi di pagare il didracma, e prova lui esser ubero. Genere maschile.

Didramma: Quattro risultati.

Decadracma: Nessun risultato trovato.

Decadramma: Cinque risultati, di cui uno con altri due multipli (il tetradramma, il pentadramma).

 

In ogni caso sia “la tetradracma” sia “la decadracma” latitano anche qui.

apollonia

 

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  • 1 anno dopo...
Supporter
Il 8/6/2021 alle 19:55, sdy82 dice:

2121: la disfida della "tetradracma"! Sarebbe bello incontrarsi qui in quell'anno e continuare la disquisizione, ma ahimé non accadrà, caro Apollonia.

Nulla da eccepire comunque a quanto scrivi. Mi permetto però di farti notare ancora una volta come il Battaglia, cioè il GDLI digitalizzato, riporti le attestazioni varietali "didracma" e "tetradrachma", in opposizione a quanto normativizzato su altri dizionari.

Mi piacerebbe sapere a questo punto se i termini di-, tetra-, decadramma e simili si sono conservati anche nella lingua neogreca riguardo alle monete in uso fino a pochi decenni fa. Urge un viaggio nel dizionario ragionato di greco antico / neogreco! Ma questa è un'altra storia...

 

 

 

 

@sdy82

Rileggendo questo post ho notato che nelle attestazioni varietali del GDLI digitalizzato riportate, la lettera “h” è presente in uno solo dei due termini virgolettati.

In effetti però

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Quindi, chi vuol seguire il Montanari nell’uso della voce dotta dovrà scrivere “le didrachme e le tetradrachme”, entrambe con l’acca.

Cordialmente,

apollonia

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