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Inviato

Il vino, probabilmente si è autoinventato per l'occasionale fermentazione di uva lasciata in qualche contenitore in lontani tempi preistorici : le prime notizie che dicono della coltivazione della vite risalgono al XVII sec. A.C. dalla civiltà degli Egizi .

Viticoltura e vinificazione sono nel mondo greco dalle epoche minoica e micenea : per i procedimenti di vinificazione di allora, il vino è probabilmente un prodotto di densità quasi sciropposa e piuttosto alcoolico che, per essere consumato richiede di essere miscelato con acqua ed addizionato con miele e spezie per il sapore apprezzato in quei tempi .

DA Vafiò, non lontano da Sparta, abbiamo 2 oggetti da libagione del XVI sec. A.C., 2 tazze d'oro lavorate a sbalzo con pregevole fattura (di probabile importazione cretese) e da Micene il vaso dei guerrieri (1150 A.C.) un cratere con dipinta una fila di guerrieri in marcia con lance alla spalla alle quali sono legati piccoli otri, forse per il vino .

La monetazione greca propone dalla Macedonia arcaica un tetradrammo  (V sec. A.C.) con la figurazione di 2 fanciulle che reggono una anfora vinaria a punta, mentre da Corcira abbiamo su una dracma (III sec. A.C.) , un cratere per la miscelazione del vino, affiancato da un oinochoe, brocca nella quale il vino miscelato veniva versato ed un kantharos, tazza dalla quale berlo .

Nella religione dei Greci, Dioniso è il dio che si cura della natura selvaggia ma anche della vite e del vino, come ben rappresentato nell'estremamente raro statere (V sec. A.C.) dei non meglio identificati Serdaioi dove è rappresentato a figura intera con un kantharos nella destra e sulla spalla un tralcio di vite con grappoli .

Sodale di Dioniso, Sileno, su uno statere in elettro di Cizico (V sec. A.C.) è inginocchiato in atto di versare vino da una anfora ad un kantharos .

Da non pochi esempi nella ceramica greca, ma soprattutto dall' importantissimo affresco greco ( V sec. A.C.) della tomba del tuffatore a Paestum, è documentato il kottabos, gioco conviviale nel quale le ultime gocce di vino in una kylix, venivano lanciate verso un bersaglio .

301 vino ed olio nel Mediterraneo.png

302 Tazze di Vafiò.jpeg

303 cratere dei guerrieri.jpg

304 dettaglio.jpg

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306.jpg

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313 ceramica conkottabos.jpg

314 Kottabos da Paestum.jpg

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Inviato
11 ore fa, VALTERI dice:

Il vino, probabilmente si è autoinventato per l'occasionale fermentazione di uva lasciata in qualche contenitore in lontani tempi preistorici : le prime notizie che dicono della coltivazione della vite risalgono al XVII sec. A.C. dalla civiltà degli Egizi .

Viticoltura e vinificazione sono nel mondo greco dalle epoche minoica e micenea : per i procedimenti di vinificazione di allora, il vino è probabilmente un prodotto di densità quasi sciropposa e piuttosto alcoolico che, per essere consumato richiede di essere miscelato con acqua ed addizionato con miele e spezie per il sapore apprezzato in quei tempi .

DA Vafiò, non lontano da Sparta, abbiamo 2 oggetti da libagione del XVI sec. A.C., 2 tazze d'oro lavorate a sbalzo con pregevole fattura (di probabile importazione cretese) e da Micene il vaso dei guerrieri (1150 A.C.) un cratere con dipinta una fila di guerrieri in marcia con lance alla spalla alle quali sono legati piccoli otri, forse per il vino .

La monetazione greca propone dalla Macedonia arcaica un tetradrammo  (V sec. A.C.) con la figurazione di 2 fanciulle che reggono una anfora vinaria a punta, mentre da Corcira abbiamo su una dracma (III sec. A.C.) , un cratere per la miscelazione del vino, affiancato da un oinochoe, brocca nella quale il vino miscelato veniva versato ed un kantharos, tazza dalla quale berlo .

Nella religione dei Greci, Dioniso è il dio che si cura della natura selvaggia ma anche della vite e del vino, come ben rappresentato nell'estremamente raro statere (V sec. A.C.) dei non meglio identificati Serdaioi dove è rappresentato a figura intera con un kantharos nella destra e sulla spalla un tralcio di vite con grappoli .

Sodale di Dioniso, Sileno, su uno statere in elettro di Cizico (V sec. A.C.) è inginocchiato in atto di versare vino da una anfora ad un kantharos .

Da non pochi esempi nella ceramica greca, ma soprattutto dall' importantissimo affresco greco ( V sec. A.C.) della tomba del tuffatore a Paestum, è documentato il kottabos, gioco conviviale nel quale le ultime gocce di vino in una kylix, venivano lanciate verso un bersaglio .

301 vino ed olio nel Mediterraneo.png

302 Tazze di Vafiò.jpeg

303 cratere dei guerrieri.jpg

304 dettaglio.jpg

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310.jpg

311.jpg

312.jpg

313 ceramica conkottabos.jpg

314 Kottabos da Paestum.jpg

Ciao @Valteri,

sull'origine del vino, ho letto che la vite addirittura risalga a 9000 anni fa ( https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/territorio/item/6410-la-vera-storia-di-uno-dei-vini-più-antichi-del-mondo-il-falerno.html)

 

Sull'utilizzo da parte dei  Greci,  ti allego brevemente la storia del Falerno ( della provincia di Caserta):

"Il vino Falerno, che ha origini antichissime, presumibilmente deriva dalle primitive popolazioni greche che sbarcarono sulle coste casertane, almeno un migliaio di anni prima dell’epoca romana, portando con sé le loro tradizionali coltivazioni della vite, nell’ampia pianura che dal mar Tirreno porta alle pendici del Monte Petrino e, proseguendo verso l’interno, del Monte Massico. Luoghi che probabilmente ricalcavano l’habitat della Grecia dalla quale questi provenivano.

In epoca successiva, i Romani ne fecero tra i vini più noti e costosi. Qualcuno lo ha definito il primo vino a denominazione del mondo intero.
I Romani, infatti, lo conservavano in anfore chiuse da tappi muniti di targhette (pitaccium) che ne garantivano l’origine e l’annata.
Il vino Falerno era venduto in tutto il mondo. Anfore bollate contenenti il prezioso Falerno sono state rinvenute in Alessandria d’Egitto, in Cartagine, in Bretagna e in Spagna.
Falerno era il vino offerto da Cesare (47 a.C.) per festeggiare le sue vittorie. “Falerno puro e resistentissimo” (Lucano) era il vino offerto da Cleopatra allo stesso Cesare.
L’origine del Falerno è avvolta nella leggenda: “Bacco, sotto mentite spoglie, chiese ospitalità al vecchio Falerno; commosso dalla sua generosità fece nascere sulle pendici del monte Massico viti lussureggianti” (Silvio Italico).
Mentre Petronio Arbitro racconta che durante la famosa cena di Trimalcione, gli haustores (antichi coppieri) servivano un falerno vecchio di 100 anni."  ( https://www.cantinasantoro.it/vino-falerno-una-lunga-storia-che-dura-da-millenni/)

Saluti Eliodoro

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