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Inviato (modificato)

Salve , vorrei esprimere un mio pensiero generale sui medaglioni romani , emissioni di zecca che mi hanno sempre affascinato per la loro bellezza artistica ; sempre sognato di averne uno ma che sogno rimane per i prezzi altissimi legati alla loro grande rarita' dei rarissimi pezzi che a volte escono in commercio . Studiando su libri questi medaglioni ho notato che si potrebbero dividere in due distinti blocchi , 1 ) quelli di chiara derivazione da monete correnti nell' impero romano e 2 ) quelli di evidente derivazione allegorica / religiosa , miti , come ha ben espresso @apollonia nel titolo .

Nel caso 1 il medaglione riproduce esattamente la corrispettiva moneta tranne che nel maggior diametro , nel maggior peso e a volte nel doppio metallo , quasi a significare , parere personale , l' inizio o la fine di un determinato e specifico conio monetale . cioe' quello che oggi si chiamerebbe "prova" di conio .

Nel caso 2 invece il medaglione , diverso dal caso 1 , sembra avere piu' un significato simbolico , forse legato ad una ricorrenza religiosa , civile o di utilita' pubblica : liberalita' , equita' , congiario , liberta' e miti di Roma in generale ; questi tipi hanno spesso i rovesci anepigrafi o indicano solo il COS .

In particolare per il caso 2 , rimangono le stesse funzioni che fanno dei medaglioni in generale dei doni che gli Imperatori facevano a determinate persone forse della corte imperiale o ad alti personaggi stranieri , re o ambasciatori .

Se riesco , ma non ora , allego qualche foto dei casi 1 e 2 .

Modificato da Ospite
Inviato

Salve , facendo seguito alla mia precedente risposta allego alcune foto che probabilmente rientrano nel tipo 1 sopra esposto , cioe' di quei medaglioni che sembrano di evidente derivazione monetale a causa dei rovesci che presentano quelle legende in cui compaiono cariche civili o altre onorificenze rivestite dall' Imperatore oltre ad allegorie tipiche delle monete in circolazione , ma sui quali non compaiono le classiche S e C delle monete in bronzo circolanti , lettere che insieme ad altre caratteristiche fisiche fanno la differenza tra moneta e medaglia .

Discorso diverso e' per i medaglioni di tipo 2 , cioe' quelli che nei rovesci presentano significati simbolici come allegorie religiose , civili , militari o mitiche di Roma , che spesso non hanno legende , fatto che spesso rendono questi medaglioni di non facile interpretazione , ma che in antico ricordavano a chi li riceveva quelle varie allegorie ben conosciute almeno dalle classi piu' istruite di Roma , oppure che servivano come dimostrazione di alleanza e monito ai re o ambasciatori stranieri in visita a Roma .

In foto alcuni esempi di medaglioni di tipo 1, chi avesse voglia potrebbe cercare le corrispondenti monete anche se il volto dell' Imperatore potrebbe essere rivolto in altra direzione , come puo' avvenire anche nelle monete .

Seguono dalla figura n° 9 tre esempi di medaglioni di tipo 2 senza legende .

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Supporter
Inviato

@Agricola

Il mio pensiero.

E' un argomento su cui, onestamente, so molto poco.

Non sapevo che quelli che tu chiami di tipo 1 riproducessero quasi fedelmente monete circolanti.

Io credo che anche questi avessero un significato propagandistico (se non politico), in particolare se destinati a dignitari della corte imperiale piuttosto che stranieri, proprio forse perche' i primi erano in grado di comprendere meglio il messaggio intrinseco grazie alla presenza della legenda. Tornando all'uso dei medaglioni come regalo per dignitari stranieri, mi domando se essi fossero davvero in grado di comprendere (in linea generale, ovviamente) le allegorie dei rovesci. Credo piuttosto che venissero regalati come oggetti belli e preziosi di per sè.

Buona giornata.

Stilicho


Inviato

Ciao @Stilicho , come avrai ben notato ho sempre usato il condizionale per quanto riguarda la suddivisione in due tipi dei medaglioni , condizionale perche' e' una ipotesi personale che mi sono fatta osservando scritte e legende presenti nel tipo che ho chiamato 1 simili alle monete e spesso assenti nel tipo 2 mitici propagandistici . Sono naturalmente solo delle sensazioni personali nate da un appassionato in materia ma che non hanno nessun riscontro scientifico . Rimangono quindi delle ipotesi , lo studio dei medaglioni e affini e' tutt' altro che concluso .

Ciao e grazie 

Supporter
Inviato

Sì , certo. Ma la tua mi sembra una analisi interessante.

Come dici, siamo ancora nel campo delle ipotesi. Questo , tuttavia, ci permette di ragionarci su, di confrontarci e di approfondire.

Buon pomeriggio.

Stilicho


Supporter
Inviato

L’altro giorno stavo leggendo un articolo di Francesca Ceci comparso su Archeo dell’agosto di quest’anno dal titolo “La regina senza volto”. L’argomento riguardava l’immagine di Olimpiade, la madre di Alessandro Magno. Di essa non esistono statue o altre rappresentazioni che la rappresentino, se si escludono monete e, in particolare, medaglioni e contorniati. L’immagine di Olimpiade su tali manufatti è spesso associata a quella di Alessandro Magno, ma non necessariamente. La cosa interessante che si dice nell’articolo è che i medaglioni con l’immagine del Macedone e dei suoi familiari pare assolvessero ad una funzione apotropaica, fungendo insomma un po' come amuleti porta fortuna che proteggevano chi li possedeva. Si aggiungerebbe quindi un nuovo significato ai medaglioni, da aggiungere a quelli di cui abbiamo già discusso poco sopra.

Vorrei quindi presentarvi un medaglione che fa parte dei cosiddetti “Medaglioni di Aboukir”. Su questi medaglioni (probabilmente  coniati sotto da Alessandro Severo che, come molti imperatori, dedicò un vero culto ad Alessandro Magno di cui portava anche il nome) e sulla sua discussa autenticità non aggiungerei nulla a quanto già detto dal nostro @King John in una interessante discussione che allegherò in calce.

Eccolo:

 

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Sul dritto si vede il ritratto idealizzato di Olimpiade vista di tre quarti, ritratta come una dama velata con una acconciatura morbida trattenuta da una sorta di diadema a fascia. La regina indossa un chitone e un mantello (l'himation) che solleva con la mano sinistra nel tipico “gesto di Hera” che le donne facevano durante la cerimonia nuziale. Al rovescio vi e’ una Nereide cavalca un tritone. Le Nereidi erano figure della mitologia greca, ovvero ninfe marine  figlie di Nereo  e della Oceanina Doride.  Considerate creature immortali e di natura benevola, erano le divinità del mare tranquillo. Erano cinquanta e abitavano in fondo al mare, nel palazzo del padre Nereo, sedute su troni d'oro. Occupavano il tempo a filare, a tessere e a cantare, ma talvolta apparivano alla superficie delle onde, cavalcando tritoni o altre creature marine; erano divinità benefiche alle quali i marinai offrivano sacrifici. Facevano parte del corteo del dio del mare Poseidone insieme ai Tritoni e venivano rappresentate come fanciulle con i capelli ornati di perle, a cavallo di delfini o cavalli marini. Le Nereidi più note sono Anfitrite (sposa di Poseidone), Galatea (amata dal pastore Aci e dal ciclope Polifemo) e Teti, madre dell'eroe Achille.

Si pensa che la nereide rappresentata sul medaglione in questione sia proprio Teti che, sposato Peleo, generò Achille di cui Alessandro si considerava discendente per parte di madre (appunto). E’ assai  nota   la ammirazione del Macedone per Achille, del quale visitò il cenotafio a Troia come raccontato da Plutarco (Alessandro, XV 8).

Spero di non aver detto inesattezze (in particolare sulla mitologia su cui e' ferratissimo @apollonia) e vi saluto.

Stilicho

Fonti: 

- La regina senza volto, di Francesca Ceci. Archeo, agosto 2020

- I medaglioni di Tarso e Aboukir

 

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Inviato
24 minuti fa, Stilicho dice:

L’altro giorno stavo leggendo un articolo di Francesca Ceci comparso su Archeo dell’agosto di quest’anno dal titolo “La regina senza volto”. L’argomento riguardava l’immagine di Olimpiade, la madre di Alessandro Magno. Di essa non esistono statue o altre rappresentazioni che la rappresentino, se si escludono monete e, in particolare, medaglioni e contorniati. L’immagine di Olimpiade su tali manufatti è spesso associata a quella di Alessandro Magno, ma non necessariamente. La cosa interessante che si dice nell’articolo è che i medaglioni con l’immagine del Macedone e dei suoi familiari pare assolvessero ad una funzione apotropaica, fungendo insomma un po' come amuleti porta fortuna che proteggevano chi li possedeva. Si aggiungerebbe quindi un nuovo significato ai medaglioni, da aggiungere a quelli di cui abbiamo già discusso poco sopra.

Ciao @Stilicho , relativamente a questo passo non hai affatto detto inesattezze , infatti a Roma la maggior parte dei medaglioni di eta' alto e medio imperiali furono trovati nei secoli scorsi all' interno delle Catacombe , ma non dentro i loculi , bensi' all' esterno , come ad indicare un punto di riferimento per rintracciare il defunto oppure come una sorta di amuleto di riminiscenza pagana , ma potrebbe essere altro motivo piu' oscuro . La cosa strana infatti e' che le Catacombe erano "abitate" da Cristiani , ma gli indicatori , ovvero medaglioni , erano simboli e materiali pagani .

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Inviato

@Stilicho che scrive

La cosa interessante che si dice nell’articolo è che i medaglioni con l’immagine del Macedone e dei suoi familiari pare assolvessero ad una funzione apotropaica, fungendo insomma un po' come amuleti porta fortuna che proteggevano chi li possedeva. 

 

Da ottimo “romanista” conoscerai sicuramente Tito Fulvio Giunio Quieto che fu elevato al soglio imperiale assieme al fratello Macriano Minore dopo che la cattura di Valeriano durante la campagna contro i Sasanidi ebbe lasciato un vuoto di potere in oriente (260).

Dall’Historia Augusta, Vita tirannorum triginta, XIV, 6:

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Come vedi dalla frase evidenziata in giallo, un'immagine di Alessandro incisa nell'oro o nell'argento portata con sé era considerata un talismano ad ampio raggio.

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@apollonia

Ti ringrazio per la puntuale integrazione che chiarisce bene quanto ho letto in quell'articolo di Archeo e che, lo ammetto, ignoravo.

Non si finisce mai di imparare;)

Buona serata.

Stilicho

 


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Inviato

@Stilicho

Per tua informazione, mi sono occupato dei “medaglioni di famiglia” al post # 144 della discussione https://www.lamoneta.it/topic/112740-le-monete-più-attraenti-di-filippo-ii-di-macedonia/page/6/?tab=comments#comment-1419232 per papà Filippo, ai post # 1823 e 1825 della discussione https://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-più-attraenti-di-alessandro-magno/page/73/?tab=comments#comment-1418785 per Alessandro e ai post #3059 e 3071 della stessa discussione per mamma Myrtale (così alla nascita nel 375 a. C.), alla quale il consorte impose il nome Olimpiade nel 356 a. C. a seguito della sua vittoria nei giochi olimpici tenuti proprio in quel periodo.

Buona serata (anzi, notte).

apollonia

 

 

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Il rovescio di questo contorniato in nome di Nerone (CNG 67) raffigura Olimpiade reclinata a sinistra sul divano, con la mano allungata verso il serpente ai suoi piedi.

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CONTORNIATE, In the name of Nero. Circa late 4th century AD. Æ 36mm (19.11 gm). Laureate head of Nero right / Olympias reclining left on couch, extending hand to serpent coiled at feet. Alföldi, Kontorniat, Tafel 55, 9 (this coin). VF, strong strike, brown patina, light porosity on reverse, hairline flan crack. ($1000)
From the Garth R. Drewry Collection. Ex Frederick S. Knobloch Collection (Stack's, 1-3 May 1980), lot 119

 

È noto che Olimpiade aveva una vera e propria passione per i serpenti, tanto che si dice che fosse stato Zeus sotto forma di serpente e non Filippo II il vero padre di Alessandro. Filippo infatti temeva l'abitudine di Olimpiade di dormire con i serpenti nel letto: allora Zeus ne approfittò e per conquistarla e farla sua si trasformò nel rettile strisciante. Dall'unione nacque Alessandro Magno, considerato anche per questo un semidio dai pagani.

 

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L’amplesso di Olimpiade con Zeus è raffigurato su questo affresco del '500 di Giulio Romano.

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Sulla destra Filippo che sbircia la scena: un mito vuole che abbia perso un occhio proprio perchè Zeus volle punirlo per questa sua curiosità.

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Qui sono descritti vari medaglioni con personaggi della famiglia regale macedone come protagonisti.

https://www.lamoneta.it/topic/139294-medaglie-di-alessandro-magno-e-familiari/page/2/?tab=comments#comment-1771298

 

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Medaglione Alessandro Severo e Giulia Mamea/Le Tre Monete (NAC 51)

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Auction 51 Part I
The Roman Empire
Severus Alexander, 222 – 235
Medallion of 12 denarii circa 231-235, AR 35.62 g. IMP ALEXANDER PIVS AVG IVLIA MAMAEA AVG Confronted busts of Severus Alexander r., laureate, draped and cuirassed and Julia Mamaea l., diademed and draped; beneath, MATER AVG. Rev. AEQVITAS PVBLICA The three Monetae standing l., each holding scales and cornucopiae; at their feet, three piles of coins. C Severus Alexander and Julia Mamaea, - cf. 2 (AEQVITAS AVGVSTI, same scene). Gnecchi Severus Alexander and Julia Mamaea, cf. pl. 23, 4 (AEQVITAS AVGVSTI, same scene); Julia Mamaea, pl. 23, cf. 6 - 7 (this reverse). Jameson II, 219 (this coin).
 

Unique. An extraordinary silver medallion with two portraits of enchanting beauty well struck in high relief on a very broad flan. One of the most impressive and important coins of this period with traces of the original gilding, toned and extremely fine
Ex NAC sale 27, 2004, 462. From the Jameson and William James Conte collections.

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Sul rovescio sono raffigurate le personificazioni femminili dei tre metalli delle monete prodotte dalle zecche (oro, argento e rame o bronzo), ciascuna con bilancia e cornucopia. La figura centrale non guarda a sinistra come le altre ma verso l’osservatore e indubbiamente rappresenta la patrona delle monete d’oro. Essa ha anche una pettinatura diversa da quella delle signore ai suoi lati. Ai piedi delle figure femminili vi sono tre mucchi di monete.

Per una descrizione dettagliata del medaglione vedi https://www.acsearch.info/search.html?id=584262

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Medaglione con la stessa tipologia del rovescio del precedente e un eccezionale ritratto ad alti rilievi sul diritto.

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Probus. AD 276-282. Æ Medallion (36mm, 26.54 g, 12h). Rome mint. Struck AD 281-282. IMP C PROB VS PF AVG, laureate bust left, wearing slight drapery and cuirass with aegis, holding globus surmounted by Victory standing right, holding wreath / MONETA A VG, the Three Monetae standing left, each holding scales above pile of coins in right hand and cornucopia in left. Gnecchi II, p. 118, 26; Pink VI/1, p. 47; Cohen 379. Superb EF/VF, encrustation, a good bit of silvering remaining. Artistic portrait in high relief. Very rare.

Property of Princeton Economics acquired by Martin Armstrong. Ex Numismatica Ars Classica 15 (18 May 1999), lot 451.
The “Three Monetae” medallions of Probus must have been struck in substantial numbers, although they are quite rare today. Like his coinage they feature an impressive array of bust types, albeit produced with the highest artistry. The portrait on the current piece is exceptional, with the details of the protruding upper forehead, deep set eyes, sunken cheeks, and weak jaw of a man in his fifties doing nothing to impede the success of what was truly the goal of the portrait - to show the embodiment of imperium.

CNG 271, Lot: 89. Estimate $30000. Sold for $65000. 

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Inviato (modificato)
16 ore fa, apollonia dice:

Medaglione Alessandro Severo e Giulia Mamea/Le Tre Monete (NAC 51)

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Auction 51 Part I
The Roman Empire
Severus Alexander, 222 – 235
Medallion of 12 denarii circa 231-235, AR 35.62 g. IMP ALEXANDER PIVS AVG IVLIA MAMAEA AVG Confronted busts of Severus Alexander r., laureate, draped and cuirassed and Julia Mamaea l., diademed and draped; beneath, MATER AVG. Rev. AEQVITAS PVBLICA The three Monetae standing l., each holding scales and cornucopiae; at their feet, three piles of coins. C Severus Alexander and Julia Mamaea, - cf. 2 (AEQVITAS AVGVSTI, same scene). Gnecchi Severus Alexander and Julia Mamaea, cf. pl. 23, 4 (AEQVITAS AVGVSTI, same scene); Julia Mamaea, pl. 23, cf. 6 - 7 (this reverse). Jameson II, 219 (this coin).
 

Unique. An extraordinary silver medallion with two portraits of enchanting beauty well struck in high relief on a very broad flan. One of the most impressive and important coins of this period with traces of the original gilding, toned and extremely fine
Ex NAC sale 27, 2004, 462. From the Jameson and William James Conte collections.

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Cio' che sto scrivendo è poco scientifico: ma chissà che effetto fara' tenere un medaglione di questo in argento tra le dita..

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Medaglione di Alessandro Severo con Giulia Mamea/Felicitas (NAC 72)

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The Roman Empire
Severus Alexander, 222 – 235
Medallion 228, Æ 10.18 g. IMP SEV ALEXAND AVG IVLIA MAMAEA AVG Confronting busts of Severus Alexander, l., laureate, draped and cuirassed and Julia Mamaea, r., diademed and draped; below, MATER AVG. Rev. FELICI – TAS TEMPORVM S. Alexander laureate and draped, holding mappa and globe, seated l. on curule chair, crowned by Victory standing l. and holding palm-branch; on far l., Felicitas facing, head r., holding sceptre in r. hand. To her l., draped female figure standing facing, head l. C 8. Gnecchi 16 and pl. 153, 4-5. BMC Roman Medallion 1 and pl. XL, 1. Toynbee cf. p. 147 note 5 and pl. 27, 2 (gold). BMC 540. RIC 661. Gesichter, Austellung im Bernischen Historischen Museum 6. November 1982 bis 6. Februar 1983, 179 (this coin). Extremely rare.

Starting price: 28.000 CHF - Estimate: 35.000 CHF - Result: 37.500 CHF

Per una descrizione dettagliata vedi

https://www.sixbid.com/en/numismatica-ars-classica-zurich/731/roman-empire-part-i/726907/b-the-roman-empire-b?term=701&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false

 

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Medaglione provinciale di Alessandro Severo, zecca di Mallo (Cilicia)

Gerhard Hirsch Nachfolger, Auction 352, lot 3081, 25.09.2019: Starting price: 680 EUR - Estimate: 850 EUR - Result: 1.050 EUR

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RÖMISCHE MÜNZEN
RÖMISCHE MÜNZEN, RÖMISCHES KAISERREICH
SEVERUS ALEXANDER. 222-235, Kilikien, Mallos.AE-Medaillon. 41 mm. Belorbeerte, drapierte und gepanzerte Büste r. Rs: Kaiser steht l., überreicht der Stadttyche eine Statuette des Marsyas. Der Kaiser wird von dem hinter ihm stehenden mythischen Stadtgründer Amphilochos bekränzt. Im Vordergrund 2 Ochsen. SNG Frankreich -. SNG Levante 1288. Etwas fleckige Patina. Min. korrodiert. R vz-ssAus europäischer Sammlung.

 

Il rovescio raffigura al centro l’imperatore in piedi, rivolto a sinistra, che presenta alla dea protettrice della città Tiche una statuetta di Marsia. L'imperatore è incoronato dal mitico fondatore della città, Anfiloco, alle sue spalle. In primo piano due buoi.

 

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Mallo, sede della zecca, era un’antica città della Cilicia piana (Cilicia Campestris), si pensa ubicata quasi alla foce del fiume Piramo.

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Una tradizione ne attribuiva la fondazione ai due indovini Anfiloco e Mopso, reduci dalla guerra di Troia. I due fondatori venuti poi in discordia tra loro si sarebbero uccisi l'un l'altro. Il luogo della città non è stato sicuramente identificato, ma può ritenersi che la città fosse un po' distante dal mare, là dove nel Pyramus confluiva il Kermalas (moderno Hurman-su). La città fece parte dell'impero persiano, pur avendo il diritto di coniare una sua moneta. La città è spesso ricordata nella narrazione delle vicende del periodo dei diadochi. Mallo non divenne romana se non dopo le vittorie di Lucullo su Tigrane e di Pompeo contro Mitridate e contro i pirati; Pompeo concentrò anzi in Mallo i sottomessi durante la guerra coi pirati. Ebbe di nuovo dai Romani facoltà di batter moneta. Si riteneva fosse stata elevata al grado di colonia da Decio, ma un'iscrizione di Miseno mostra che per lo meno già dal tempo di Severo Alessandro Mallo si denominava splendidissima colonia. Molto celebrato era il suo santuario di Anfiloco. In età cristiana fu sede di vescovato.

Fonte https://www.treccani.it/enciclopedia/mallo_(Enciclopedia-Italiana)/

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A Mallo, nella campagna d’Asia, Alessandro Magno venne a sapere della posizione di Dario III di Persia e avanzò lungo la Cilicia che in precedenza fu perlustrata in avanscoperta e fortificata da Parmenione. A Miriandro, nel novembre del 333 a.C., Alessandro pianificò la battaglia decisiva contro Dario che si tenne a circa 37 chilometri a nord della città, nella piana di Isso, aprendo la strada alla conquista macedone della Fenicia.

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La statuetta offerta da Settimio Severo a Tyche, patrona della città, sul rovescio del medaglione richiama il mito di Marsia, il satiro di origine frigia che aveva avuto l’ardire di sfidare Apollo. Un giorno Atena, per riprodurre il lamento lanciato dalle Gorgoni quando Perseo decapitò Medusa, inventò uno strumento a fiato, l’aulòs, una sorta di flauto. Dopo qualche tempo, al termine di un banchetto degli dei sull’Olimpo, la dea, per compiacere Zeus e gli altri convitati, prese lo strumento e iniziò a suonare. La musica era piacevole, ma ciò nonostante Era e Afrodite scoppiarono a ridere, prendendosi gioco di lei. Offesa, Atena fuggì dall'Olimpo fermandosi nei pressi di una fonte nella selva del Monte Ida; qui riprese a suonare lo strumento, ma vedendo il suo volto riflesso nell’acqua, capì il motivo dell’ilarità delle due dee: soffiando nelle canne del flauto, infatti, il suo viso si gonfiava e arrossava deformandosi. Così buttò via lo strumento maledicendo chiunque l’avesse raccolto. L’aulòs fu trovato da Marsia che, esercitandosi, divenne abilissimo nel suonarlo. La fama acquisita era tale che un giorno il satiro osò lanciare una sfida ad Apollo, dio della musica, certo di poterlo battere. Il dio accettò e chiamò le Muse a giudicare la contesa. In un primo momento la giuria rimase molto colpita dalle melodie dell’aulòs di Marsia; Apollo quindi – temendo una sconfitta – iniziò a suonare la sua lira e a cantare contemporaneamente, sfidando il rivale a fare altrettanto: chiaramente, la natura stessa dello strumento a fiato del satiro non gliel’avrebbe consentito, e così la vittoria fu assegnata al dio. Come punizione per aver osato sfidare e mettersi in competizione con un dio, Apollo sottopose Marsia ad una tortura atroce: legatolo a un albero, lo scorticò vivo. I satiri, le ninfe e i fauni, accorsi per piangere la dipartita del loro compagno, crearono una sorgente d’acqua che prese il nome di Marsia.

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Medaglione bimetallico Commodo e Amazzone/Ercole e Commodo in veste sacerdotale

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Commodus. AD 177-192. Bimetallic Medallion (40mm, 69.15 g, 12h). Rome mint. Struck AD 191-192. L • AELIVS • AVRELIVS • COMMO DVS AVG PIVS FELIX, jugate heads of Commodus, radiate, and Amazon (Marcia or Roma), wearing crested helmet with visor, necklace, and pelta on chest / P M TR P XVII • IM P VIII C OS VII P • P, on left, Hercules, naked, right hand behind back, holding club draped with lion’s skin set on stone; on right, Commodus, wearing sacerdotal dress, standing left, sacrificing with patera in right hand over lighted and garlanded altar and holding volumen in left.

Gnecchi II, 116, pl. 85, 9 (same obv. die); Grueber 33, pl. XXXIV; Froehner p. 143; MIR 18, 1158-2/50; Cohen 2; Banti 4 (Commodus and Marcia); cf. Firenze 64. Green-brown patina, lightly chipped around edge. Near EF. Very rare.
 

Triton XXIII – Session Three – Roman Imperial Coinage Part II through World Coinage Part I
Lot: 775. Estimated: $ 20 000. Sold For $ 20 000. 

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Il dritto del medaglione è stato motivo di dibattito. La pelta, uno scudo tipicamente amazzonico, ha portato da tempo alcuni a identificare la figura femminile come Marcia, la concubina e fidata compagna di Commodo che, ci viene detto, l'imperatore amava vedere vestita da amazzone (CSA, Com. 12.1). L'idea che Marcia - che fu coinvolta nell'assassinio di Commodo - debba apparire su un medaglione dell'imperatore coniato l'anno della sua morte ha un incredibile fascino storico ed emotivo, e studiosi di spicco del XX secolo come Harold Mattingly e Jocelyn Toynbee hanno accettato l'identificazione. Altri hanno smentito questa fantastica affermazione, mettendo in dubbio la probabilità che un'amante senza ruolo o titoli ufficiali faccia la sua comparsa sui medaglioni.

Dressel ha sostenuto che la pelta potrebbe essere un attributo di Commodo piuttosto che la figura femminile. "Amazonius" era uno dei tanti titoli che l'imperatore pazzo si era dato in ritardo nel suo regno (quando Commodo ribattezzò i mesi dell'anno, marzo divenne "Amazonius"). Un tipo di diritto simile, anch'esso del 192 d.C., ha busti congiunti di Commodo e una figura femminile con elmo e corazza, normalmente identificata come Minerva. È possibile che l'attuale dritto raffiguri Roma in quanto vi sono prove che Roma e Minerva fossero divinità favorite dall'imperatore.

 

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