Vai al contenuto

Risposte migliori

Supporter
Inviato

Salve.

Apro con Commodo e la scena mitologica sul rovescio con il dio Sol in piedi a destra e una frusta in mano, in procinto di salire sulla quadriga in ascesa a destra sopra le onde, il dio della luce del mattino Phosphorus nel campo in alto a destra e la dea Tellus sdraiata sul terreno a destra, con in mano una cornucopia.

Heritage Auctions, Inc., Auction 3071, lot 32134, 06.01.2019

commodus-ad-177-192-ae-bimetallic-4643632-XL.jpg.a9f15ce537c7414d45317b01f251de2f.jpg

Ancients
Commodus (AD 177-192). AE bimetallic medallion (40mm, 72.86 gm, 11h). NGC Choice XF 5/5 - 4/5, Fine Style. Rome. M COMMODVS ANTONI-NVS PIVS FELIX AVG BRIT, laureate, draped and cuirassed bust of Commodus right, seen from front / Sol standing right, holding whip, about to climb into quadriga rising right over waves; Phosphorus in upper right field, Tellus reclining right on ground, holding cornucopiae. COS VI P P in exergue. C 70. Gnecchi p. 52, 3 and pl. 78, 3. Extremely rare and a very interesting reverse type.
From the Morris Collection. Ex NAC 40, (16 May 2007), lot 749.
HID02901242017

Starting price: 3.000 USD - Estimate: 6.000 USD - Result: 5.500 USD

1548780848_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.e3102ecc5fcbdbbd48bf59d03e5f43b9.jpg

 

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Il mito di Sol/Elio

Sol (o Helius) in latino ed Elio (o Elios) in italiano è la divinità della religione greca nota come il titano dell’astro solare in quanto figlio del titano Iperione e di Teia, e quindi fratello di Selene, titanide legata alla Luna. Così Elio è la personificazione del Sole, che ogni mattina si solleva ad oriente sulle acque del fiume Oceano che circonda tutta la Terra per guidare nel cielo il suo carro d'oro fabbricato da Efesto, trainato da quattro cavalli che gettano fuoco dalle narici. Durante il giorno percorre il cielo da oriente a occidente fin quando arriva la sera, poi si immerge nuovamente nel fiume Oceano. Durante la notte torna al punto di partenza per mare, navigando in una barca d'oro che pure era opera di Efesto. Si racconta che nelle pianure della Sicilia possedeva una mandria di settecento buoi, i quali certamente rappresentavano l'antico anno solare diviso in trecentocinquanta giorni e trecentocinquanta notti.

Poichè il Sole riesce a penetrare in ogni luogo e dunque vede tutto, la figura di Elio è anche legata a quella di colui che rivela (e a volte punisce) le colpe degli uomini e degli dèi. È infatti Elio a rivelare a Efesto del tradimento della sua sposa, Afrodite, con Ares, e ad informare Demetra di chi avesse rapito la figlia.

L'oceanina Climene, divenuta sua moglie, gli diede sette figlie, le Elìadi, ossia le figlie di Elio, e un figlio, Fetonte. Un giorno questo giovinetto venne a contesa con un coetaneo, Epafo, figlio di Zeus e di Io, il quale, orgoglioso della sua origine divina, si riteneva superiore a Fetonte e negava che egli fosse figlio del Sole. Fetonte, per dimostrarglielo, scongiurò il padre di lasciargli guidare, per un giorno, il carro solare, e tanto fece che Elio glielo concesse, tanto più che anche la madre lo desiderava. Il giovinetto, però, non riuscì a padroneggiare i quattro cavalli che gli presero la mano correndo così vicini alla terra che tutta la Libia inaridì e divenne un deserto mentre gli Etiopi, mezzo abbrustoliti, si fecero tutti neri. Zeus, per evitare un disastro peggiore, abbattè con un fulmine l'incauto Fetonte facendolo precipitare nel fiume Eridano, il Po. Le sette Eliadi furono così addolorate per la morte del fratello che si trasformarono in pioppi, alberi che, ancor oggi, crescono numerosi sulle rive di quel fiume.

1808873196_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.1778fd537a28df9f8a05601e1fda6b90.jpg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Il mito del dio della luce del mattino Phosphorus

Nella mitologia greca Phosphoros o Eosforo, figlio del titano Astreo e di Eos, dea dell'Aurora, rappresentava il dio e la personificazione della luce. Inizialmente la Stella del Mattino (chiamata in genere Phosphoros che significa «apportatore di luce») e la Stella della Sera (chiamata Hesperos e divenuta poi Vespero per i Latini) erano considerate due oggetti celesti distinti, ma in seguito i popoli dell'Antica Grecia compresero che si trattava dello stesso astro, pur continuando però a considerarli come due entità distinte. Fu Pitagora a identificare nel pianeta Venere entrambe le stelle. Successivamente, nella mitologia romana, Phosphoros ed Hesperos vennero identificati come una singola divinità che prese il nome di Vespero (oppure Lucifero) inteso come "Portatore di luce". Infine Lucifero divenne la personificazione del Demonio a causa dell’influenza del Cristianesimo.

Secondo una tradizione Espero era il nome dell’uomo che salì per primo sul monte Atlante per osservare le stelle più da vicino. Fu sorpreso da un uragano e scomparve senza lasciare traccia. In sua memoria, venne dato il suo nome all'astro che compare per primo alla sera e che annuncia il tempo del riposo della Notte.

Espero è ritenuto il padre di Esperide la quale, sposata ad Atlante, gli diede come figlie le Esperidi. Era tanto bello che Afrodite lo rapì facendolo guardiano del suo templi.

Un'altra versione del mito narrava che Espero avesse gareggiato in bellezza con Afrodite e fosse poi stato trasformato in astro.

 

670526690_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.ffc087cf45eea9b38b5d11e8ebeb82be.jpg


Supporter
Inviato

Il mito della dea della fertilità Tellus

Tellus (Tellure) è la divinità romana della Terra, strettamente associata a Cerere. È protettrice della fecondità, dei morti e contro i terremoti.

Il suo culto, probabilmente più antico della religione ufficiale romana, pare ricollegarsi a quello similare della della Grande Madre (vedi https://www.romanoimpero.com/2010/11/culto-di-tellus-gea.html ).

In tutta l’area appenninica si adorava la Dea Tellus Cyprum, (un po' Terra e un po' Venere) detta anche Nemesi o Vesta e più tardi Nortia, riconosciuta come fato e necessità, provvidenza e destino. Il tempio più antico sorgeva sul fianco del Monte Patino mentre il suo oracolo era sulla montagna che oggi chiamiamo Sibilla. Qui si consumavano i sacrifici del grano e il rito misterico del “ver sacrum” in primavera sotto la montagna e qui la sacerdotessa oracolava nella grotta ed evocava gli spiriti dei morti attraverso il lago Averno.

Fonte https://il-matriarcato.blogspot.com/2014/02/dea-tellus.html

242461387_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.3cf7f642b23c4b18975aa232169722a2.jpg


Supporter
Inviato

Marco Aurelio e Lucio Vero/Salus

A. Tkalec AG, Auction October 2003, lot 285, 24.10.2003

43084561_medaglionemarcoaurelioluciovero.PNG.12d47222ef2e055711a5d279370ecd00.PNG

RöMISCHES KAISERREICH
MARCVS AVRELIS und LVCIVS VERVS
No.: 285
Rufpreis-Opening bid: CHF 5000.-
d=27 mm
AE- ovaler Medaillon 23,81g Rom 161
Av: Die Köpfe der beiden Herrscher einander zugewendet. Kopf des Marcus nach rechts, Kopf des Lucius Verus nach links.
Rv: Salus sitzend nach links, füttert eine Schlange, die sich von einem Altar erhebt, aus einer Patera.
Gnecchi -, Av. vgl. S. 43, 3 und 5 (stempelgleich?). Coh - Av. vgl. 1f. Szaivert, MIB -, vgl. Em. 3, S.176/177.
Einziges bekanntes Exemplar.
Gutes Vorzüglich

 

Salus era la divinità della salute nella religione romana, la personificazione dello stare bene (salute e prosperità), sia come individuo, sia come Res publica. Era equiparabile alla divinità greca Igea, figlia di Asclepio e di Epione (o Lampezia), benché avesse funzioni differenti.

La Salus era spesso rappresentata come qui, seduta con le gambe incrociate (posizione comune anche alla dea Securitas) e il gomito appoggiato sul bracciolo di un trono. Nella mano destra tiene una patera (piatto fondo usato nelle cerimonie religiose) per alimentare un serpente avvolto intorno a un altare. Il serpente si alza dall’altare e bagna la testa fino alla patera.

 

1090384876_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.7b3f0dc3fa2aa19f1ac9b5f41adc96a1.jpg


Supporter
Inviato

Alessandro Severo/Elio di fronte su quadriga alla sommità di un grande altare

Harmers of London, COINS AUCTION 1, LOT 99, 25 Sep 2020

severus-alexander-222-235-ad-6266319-XL.jpg.66567f4d36e0def143431ef3722f10c6.jpg

Starting price: 400 GBP - Estimate: 600 GBP

Lot 99. Severus Alexander (222-235 AD) - Medallion or AE38 (10 Assiria) 228-229 AD - Mint: Amasia (Pontus) - Obverse: Laureate and draped bust right - Reverse: Helios in facing quadriga atop large altar - gr. 23,33 - Very fine BMC 40

690835602_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.e582bd1d3d8a89fd2e06bf14d35b83d0.jpg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Antonino Pio/Scena di amore filiale

Classical Numismatic Group, Inc., Triton VIII, lot 1141, 11.01.2005

2025900766_AntoninoPioamorefiliale.PNG.6f5591b7f343b4810f37b7914b94c34f.PNG

ANTONINUS PIUS. 138-161 AD. Æ Medallion (44.87 gm, 1h). Struck 145-161 AD.
Estimate $7500
ANTONINUS PIUS. 138-161 AD. Æ Medallion (44.87 gm, 1h). Struck 145-161 AD. ANTONINVS AVG PIVS P P TR P COS IIII, laureate and cuirassed bust right, seen from front / PIETAS in exergue, two nude young men advancing left, drawing ornate car containing female figure raising hands in prayer; pillar and tetrastyle temple set on podium in background. Cf. Gnecchi II pg. 16, 67 and pl. 50, 6 (Sol mounting quadriga; same obverse die); Strack -; cf. Banti 547 (same); Toynbee -; Dressel -; BMCREM -; MRV -; MFA-; Froehner -; cf. Kent & Hirmer 307 (same); cf. Cohen 1135 (same). VF, dark green patina with flecks of brick-red, choice. Unique and unpublished. ($7500)
 

PIETAS in esergo, due giovani uomini nudi che avanzano verso sinistra tirando un carro ornato sul quale c’è una figura femminile con le mani alzate in preghiera; sullo sfondo pilastro e tempio tetrastilo posti su un podio

 

Il periodo del quarto consolato di Antonino Pio fu l'occasione per l'emissione di una serie di medaglioni. Quelli che commemorano il 900° anniversario di Roma nel 148 d.C. hanno chiari temi romani o italiani. Altri, invece, sono ispirati alla mitologia greca e, in questo caso, forse a un episodio della prima storia greca.

Erodoto ritiene che il secondo esempio di felicità che Solone diede a Creso fu il racconto di Cleobide e Bitone. I due giovani erano i fratelli argivi che presero il posto dei buoi nel trainare il carro della madre a circa due miglia e mezzo di distanza da Argo al tempio di Era. Per il loro amore e la loro forza la madre dei giovani pregò la dea di dare loro quanto ci fosse di meglio per l'uomo. Dopo la festa, i giovani si sdraiarono nel tempio di Era, presero sonno e non si svegliarono più.

Mentre la data e lo scopo specifico per cui questo medaglione è stato coniato rimangono tuttora sconosciuti, una possibilità è il 154 d.C., l'anno in cui Lucio Vero fu nominato console e venne scongiurata una potenziale guerra contro i Parti. Vero avrebbe potuto d'ora in poi avere un ruolo nella gestione del governo insieme al fratello adottivo Marco Aurelio e, come Cleobide e Bitone prima di loro, entrambi avrebbero potuto compiere il loro dovere filiale verso l'imperatore e lo Stato. Anche se questa interpretazione è possibile, è certamente un’ipotesi e sarebbe l’argomento perfetto per ulteriori indagini.

1920550457_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.f6e007086ad0c337f47a9cf7ad6d8f61.jpg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Antonino Pio/Prometeo e Minerva

Heritage Auctions, Inc., Auction 3021, Lot 21396, 06.01.2013

antoninus-pius-ad-138-161-ae-605115-XL.jpg.a9d57b0a434bb4380dd5fcaacb86cf2e.jpg

Antoninus Pius (AD 138-161). AE framed medallion (67mm, 100.42 gm, 12h).  Rome, AD 140-144. ANTONINVS AVG PIVS P P TR P COS III, laureate head of Antoninus left / Prometheus seated right on cuirass, fashioning image of man out of clay; Minerva stands before him to left, reaching out with right hand to bestow life and intellect into the figure. Unpublished with bust left in frame, but cf. Gnecchi, pl. 54, 8 for reverse die; cf. Toynbee pl. XXIV, 1 (framed, same obverse die) and 4 (unframed, same obverse die, same reverse composition but different die).

Starting price: 17.500 USD - Estimate: 35.000 USD - Result: 22.000 USD

Il rovescio raffigura Prometeo seduto a destra su una corazza mentre modella l'immagine dell'uomo con l'argilla; Atena, in piedi davanti a lui rivolta a sinistra, ha la mano destra nell’atto di donare vita e intelletto alla figura.

 

892761591_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.ace8a93dedfefd189eca49649da78558.jpg


Supporter
Inviato

Un magnifico medaglione quello sopra di 67 mm di diametro e oltre 100 grammi di peso, forse il più grande pezzo incorniciato mai offerto, con una bella patina verde scura.

"Medaglioni incorniciati" come questo rimarchevole pezzo erano prodotti dalla zecca di Roma verso la fine di ogni anno e presentati a dignitari stranieri, ufficiali militari e cittadini illustri, probabilmente dall'imperatore stesso in una cerimonia speciale.

Un attento esame di questo e di altri medaglioni simili conferma che l'ampio bordo scanalato lungo il perimetro non è un pezzo a parte, ma che il medaglione centrale e l'orlo sono coniati da un'unica serie di matrici su un tondello composto da anelli concentrici di bronzo rossastro e ottone giallo, o oricalco come lo avrebbero chiamato i Romani. Medaglioni simili furono prodotti con una certa regolarità nei regni successivi, in particolare quelli di Marco Aurelio, Commodo e dei Severi.

L'attraente tema del rovescio che raffigura il mito della creazione di Prometeo che fa nascere il genere umano, coadiuvato da Pallade Minerva, fu ampiamente celebrato durante il regno di Antonino, in particolare in occasione dei festeggiamenti per il 900° anniversario di Roma (147-148 d.C.)

Sebbene questo medaglione debba essere datato prima del 145 d.C. (quando Antonino entrò nel suo quarto Consolato; la leggenda del diritto è qui datata COS III), le monete e i medaglioni con scene mitologiche che prefigurano chiaramente il 900° anniversario sono stati ampiamente coniati dal 140 al 144 d.C.

2011613824_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.0a52e1d7f5ba1df5d3dd2800aec039e7.jpg

 

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

@apollonia

Un medaglione davvero splendido. Sono rimasto molto colpito dalla tecnica usata per coniarlo.

Ciao da Stilicho


Inviato

Apollonia , ti ringrazio per il grande lavoro di ricerca.. ho letto tutto con grande interesse..

  • Grazie 1

Supporter
Inviato

Medaglione del fidanzamento

The New York Sale, Auction 4, lot 373, 17.01.2002

1441218412_Medaglioneantoninopiobaccoarianna.PNG.2f09a506addc484273ddba7e15785a85.PNG

ROMAN COINS
IMPERIAL COINAGE
ANTONINUS PIUS, 138-161
No.: 373
Estimation: $ 10000
"Engagement-medallion", bronze, 139. AE 46.58 g. IMP T AEL CAES HADR - ANTONINVS AVG PIVS Laureate head l. Rev. PM TR POT / COS in exergue. Ariadne, naked, and Bacchus, naked but for chlamys, holding thyrsus in his outstretched l. hand, standing in a chariot r. drawn by a female panther guided by a satyr with goat's horns and legs. C. 646. Gnecchi II, 13, 37 and pl. 46, 9 (same dies). Very rare and interesting. Large flan. Dark and light green patina. Scratch on rev. Very fine.
Ex Numismatica Ars Classica AG, Zurich 6 (1993), 435 and I. Vecchi Ltd., London 4 (1996), 214 sales. –

The famous myth of Bacchus and Ariadne serves on this medallion as metapher for the engagement of Marcus Aurelius and Faustina II, whose wedding was in AD 145.

 

Il rovescio raffigura Arianna, nuda, e Bacco, che veste solo la clamide e tiene il tirso nella mano tesa, entrambi in piedi su un carro trainato da una pantera guidata da un satiro con le corna e le zampe di capra.

Il famoso mito di Bacco e Arianna è servito qui come metafora per l’annuncio del fidanzamento di Marco Aurelio con Faustina II, che convoleranno a nozze nel 145 d.C.

438257348_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.4758cca2e00d69bf5405a3e9225ac380.jpg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Il mito di Bacco e Arianna è stato ripreso anche in questo medaglione dedicato a Settimio Severo e alla sua sposa Giulia Domna, augusta dell’impero romano che detenne un potere mai ottenuto prima dalle imperatrici romane.

Il tema del rovescio è Arianna dormiente distesa a sinistra in una grotta a Nasso, scoperta da una menade che regge il tirso e una corona e da un satiro che regge il lagobolon.

466853493_MedaglioneSettimioSeveroGiuliaDomna.PNG.529f236bc7f44d808fd768d7e1262b81.PNG

MYSIA, Pergamum. Septimius Severus, with Julia Domna. 193-211 AD. Æ Medallion (44mm, 44.06 gm, 6h). Claudianus Terpander, strategus. AVT • KAI • Λ • CЄΠ CЄOVHPO-C • ΠЄP/ IOV ΔOMNA/ CЄBACTH, confronted busts of Severus, laureate, draped and cuirassed right, and Domna, draped, left; c/m: laureate head of Caracalla right / ЄΠI CTPA KΛAVΔIANOV TЄPΠANΔP/OV/ ΠЄPΓAMHNΩN/ B NЄOKOPΩN, Ariadne, forlorn in the grotto on Naxos, being discovered by a maenad with thyrsus and diadem and a satyr with logobolon. For coin: SNG France 2210; SNG Copenhagen -; cf. BMC Mysia p. 152, 314; for c/m: Howgego 70. Good VF, dark black-green patina, slight smoothing. Spectacular mythological type. Very rare. ($7500)

Arianna, figlia di Minosse re di Creta, si innamorò dell'eroe ateniese Teseo e lo aiutò a sconfiggere il Minotauro e a liberare i prigionieri ateniesi dal Labirinto. Poi fuggì con lui da Creta ma nella sosta a Nasso Teseo abbandonò Arianna tornando ad Atene da solo. Arianna fu scoperta da Dioniso che la fece sua moglie. La maggior parte delle versioni del racconto dipinge Teseo come un mascalzone, ma secondo una versione fu Dioniso a costringere Teseo ad abbandonare Arianna perché avevano profanato la sua grotta sacra a Nasso. In ogni caso, Arianna si unì alle fila del divino dando molti figli a Dioniso e il suo diadema nuziale divenne la Corona Boreale. Pergamo, con i suoi forti legami con il culto dionisiaco, celebra la consorte umana del dio su questo straordinario medaglione.

Sale: CNG 69, 8 June 2005, Lot: 986. Estimate $7500. Sold For $6500.

106982481_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.d69ad5d3c385e4ca75df030965899f0a.jpg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Il mito di Attis e Cibele sul rovescio di questo medaglione di Gordiano III, che raffigura Cibele seduta a sinistra sul trono, con una patera nella mano destra e il gomito sinistro appoggiato sul timpano; sotto il trono, un leone seduto a sinistra; nel campo a sinistra, Attis in piedi rivolto verso destra, testa a destra, che tiene il peduncolo e il palmo.

1510908414_GordianoIII842226.jpg.0e1fa3bb92948aae5ffe785c223f122a.jpg

The Myth of Attis and Cybele As Precursors to Early Christianity

THRACE, Anchialus. Gordian III. AD 238-244. Æ Medallion (34mm, 29.04 g, 2h). AVT K · M · ANT ΓOPΔIANOC · AVΓ, laureate, draped, and cuiassed but right / O-VΛΠIAN-(ΩN) AΓXIAΛEΩ-N, Cybele seated left on throne, holding patera, with left elbow resting on tympanum; under thone, lion seated left; to left, Attis standing facing, head right, holding pedum and palm. AMNG II 623; SNG Copenhagen -; Varbanov 633 (same rev. die as medallion illustrated). Good VF, green patina, minor roughness.

CNG 842226. Sold For $3650

 

Attis era una divinità frigia associata al mito di Cibele (o Agdistis). Era il figlio di Nana, figlia del dio del fiume Sangarius. Lo concepì dopo aver raccolto il fiore di un mandorlo sbocciato dal sangue di Agdistis. Quando Attis volle sposarsi, Cibele, che lo amava ed era gelosa, lo fece impazzire, tanto che si castrò e morì. Alla preghiera della dea pentita, Zeus lasciò che il suo spirito passasse in un pino, mentre dal suo sangue sgorgavano violette. Questo mito, come quello di Adone, simboleggia la morte e la rinascita della vita vegetale.

Nel Nuovo ramo d'oro, Fraser identifica gli elementi di questo mito come precursori di quelli del primo cristianesimo: la nascita vergine di Attis insieme alla sua morte sacrificale e alla sua resurrezione. Fraser suggerisce anche che il mito ha avuto origine nel tentativo di spiegare l'automutilazione dei sacerdoti di Cibele, che si castravano regolarmente quando entravano al servizio della dea.

 

983269666_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.c8b02249cdbadf1abc7561cf2e2b46ac.jpg


Inviato

Le provinciali definirle medaglioni.... Mah

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

L’esemplare battuto alla Roma Numismatics E-Sale 66 di quest’anno è assegnato effettivamente ai bronzi provinciali romani, ferma restando però la qualifica di medaglione penso per il peso e le dimensioni.

gordian-iii-ae-medallion-of-anchialus-5728102-XL.jpg.2f163574693b56b8f68ecaa5800a83ca.jpg

Roman Provincial
Gordian III Æ Medallion of Anchialus, Thrace. AD 238-244. AVT K M ANT ΓOPΔIANOC AVΓ, laureate, draped and cuirassed bust right / OVΛΠIANΩN AΓXIAΛEΩN, Cybele, veiled and wearing mural crown, enthroned left, holding phiale, and resting arm on tympanon; below throne, lion seated left; to left, Attis, wearing Phrygian cap, standing facing, head right, holding pedum and raising hand; pine tree in background.

AMNG II 623 (same rev. die); Mouchmov 2927 (same dies); Varbanov 633 (same dies). 31.53g, 35mm, 12h.
Good Very Fine; heavily tooled. Very Rare.

 

La parola agli esperti di questa monetazione.

 

406481093_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.8c268100cb5987e5b699aaad60b3521c.jpg


Supporter
Inviato

Anchialus (Anchialo in italiano) è una celebre città greca della Tracia sulla costa del Mar Nero che fiorì fra il II e III sec. d. C., specialmente per il commercio del sale; collegata da strade con Filippopoli e con la costa dell'Egeo, rimase greca di lingua, pur con molti coloni stranieri e numerosi culti religiosi.

Dioecesis_Thraciae_400_AD.png.0e4082dd1a1cbf5ed9c8c50de945e3af.png

La zecca di Anchialo coniò moneta da Antonino Pio a Gordiano e in wildwinds è riportata una sessantina di bronzi di Gordiano III, in più di metà dei quali l’imperatore si trova sul diritto in compagnia della consorte Tranquillina: https://www.wildwinds.com/coins/greece/thrace/anchialus/i.html

Tra i bronzi con il solo Gordiano sul diritto, la definizione “Medallion of Anchialus” è attribuita al Moushmov 2927 (bronzo in esame) e al Moushmov 2932 che raffigura al rovescio Eracle che afferra per le corna la Cerva di Cirenea.

La mia domanda è se questi esemplari sono da considerarsi medaglioni oppure bronzi di grandi dimensioni.

In ogni caso, la collocazione tra i medaglioni della monetazione imperiale di Gordiano III non è giusta e auspico che qualcuno dello staff provveda a trasferirli tra le monete provinciali.

 

424948840_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.8995e158a858f744cbbe6f69905062dd.jpg


Inviato

DE GREGE EPICURI

Anch'io ho forti dubbi sulla definizione di "medaglioni" per questi bronzi provinciali; ma la discussione comprende anche veri medaglioni imperiali, ed è impossibile  (oltre che poco sensato) spezzarla, quindi direi di lasciare le cose come stanno.


Inviato
11 ore fa, gpittini dice:

DE GREGE EPICURI

Anch'io ho forti dubbi sulla definizione di "medaglioni" per questi bronzi provinciali; ma la discussione comprende anche veri medaglioni imperiali, ed è impossibile  (oltre che poco sensato) spezzarla, quindi direi di lasciare le cose come stanno.

Concordo. La mia era una critica solo tra virgolette. La discussione ha una sua omogeneità e non spezzerei nemmeno io

Nella mia pur piccola esperienza di provinciali ne ho viste molte oltre i 38 o 40 mm

Penso fosse un modulo, più che medaglione, ma parlo da vero ignorante

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

@Poemenius che scrive:

Concordo. La mia era una critica solo tra virgolette.

Per me è stata un’osservazione utile a chiarire le idee in generale su queste emissioni in bronzo provinciali/imperiali e in particolare a spiegare come mai sullo stesso sito l’esemplare 1 è classificato “THRACE. Anchialus. Gordian III. 238-244 AD. Æ Medallion (36mm, 29.57 gm, 2h)… Moushmov 2927” e l’esemplare 2 “Gordian III, AE35 of Anchialus, Thrace… Varbanov 633”.

confronto.jpg.ae81989bdf05ff66045ded16bc4f3d99.jpg

È fuori di dubbio che la definizione di “medaglione” qui va presa con riserva.

302005686_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.d31d8b10a0b009a9205c76a86038894b.jpg

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Questo è l’altro “AE39 medallion of Anchialus” di Gordiano III in Wildwinds

_anchialus_AE39_Moushmov_2932.jpg.b6b7d923f7a5f052a06ca02f77e7c76d.jpg

Gordian III, AE39 medallion of Anchialus, Thrace.

Obv: AVG GORDIANOC AVT K M ANT, laureate, draped and cuirassed bust left, holding spear and shield. Rev: OVLPIANWN AGXIALEWN, Herakles, naked, standing left, his right knee on the back of the Keryneian stag, grasping its antlers with both hands.

Varbanov 639 (this coin); Demetrov 56; Moushmov 2932.

Courtesy Ivan Varbanov 2011.

405038077_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.79e42cb0c0f13b2c8e571f565966a103.jpg


Supporter
Inviato

L’esemplare “Roman Provincial, Bronze, Labor of Hercules type” battuto alla CNG Feature Auction 114, Lot 502, del 13 maggio scorso a un hammer di $ 3 000 aveva anch’esso in didascalia la qualifica di Medallion.

400665978_4-CLNKFcng.jpg.a3839ba26026394020faa64771fc45ab.jpg

THRACE, Anchialus. Gordian III. AD 238-244. Æ Medallion (37mm, 35.55 g, 6h). Labor of Hercules type. Laureate, draped, and cuirassed bust left, holding spear and shield decorated with eagle / Herakles and the Cerynean Hind – Herakles standing left, grasping the antlers of the Cerynean Hind with both hands and leaning on its back with his right knee. AMNG II 622; Varbanov 639; Voegtli Type 3j; Stoll, Herakles –. Dark green and brown surfaces, some light smoothing. Near EF. Very rare.

From the Benito Collection. Ex Gemini III (9 January 2007), lot 433.

For his third labor, Herakles was required to capture the Cerynean hind, with its brazen hooves and golden horns, alive and bring it from Oenoe to Mycenae. Herakles chased the stag for one full year before it finally tired, and then he captured it – as shown on the coin type.

 

792962303_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.2dd07b9764e8c9e7aa88d16e7c095beb.jpg


Supporter
Inviato

Un po’ di mitologia

Il mito connesso a questo bronzo ci porta a Cerinea, antica città greca in Acaia, d’incerta ubicazione. La mitologia narra che su un vicino ipotetico monte Cerinea vivesse la cerva cerinitide dalle corna d'oro e dalle zampe d'argento e di bronzo cacciata da Eracle durante la sua terza fatica.

A0000001VP9LSM.jpg.ef9e66dae4514d013182590f27e567d2.jpg

La cerva era stata dedicata ad Artemide dalla ninfa Taigete quando la dea l'aveva salvata dall'inseguimento di Zeus. Taigete era una delle Pleiadi che cercò di sfuggire a Zeus, che voleva concupirla, invocando Artemide che la trasformò in cerbiatta. Tornata alla forma umana Taigete consacrò alla dea cacciatrice la Cerva di Cerinea. La cerva fuggiva senza mai fermarsi incantando chi la inseguiva, trascinandolo così in un paese dal quale non avrebbe più fatto ritorno; poiché era una cerva sacra, il suo sangue non poteva essere assolutamente sparso. Quando Eracle fu incaricato da Euristeo di catturarla, inizialmente si limitò a inseguirla: la cerva si rifugiò salendo su una montagna di nome Artemisio e cercò di attraversare il fiume Ladone, ma durante la traversata Eracle riuscì a catturarla colpendola con una freccia in un punto della zampa cartilagineo, quindi privo di vasi sanguinei; poi se la caricò sulle spalle la portò in Arcadia. Lungo la strada Artemide ed Apollo lo fermarono e la dea lo rimproverò per aver tentato di uccidere il suo animale sacro, ma l'eroe riuscì a placare le sue ire e ottenne da lei il permesso di portare la cerva ad Euristeo. La cerva fu infine portata a Micene e lì fu liberata.

1782486697_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.598add4c4400a7aad7b589474839a087.jpg


Supporter
Inviato

Dubbio sulla terza e quarta fatica di Eracle

Ho sempre pensato che la cattura della cerva di Cerinea fosse la terza fatica e la cattura del cinghiale di Erimanto la quarta, ma secondo il “calendario” di vari siti in rete, la sequenza è inversa.

La Treccani stessa lascia il dubbio.

Terza fatica è la cattura della cerva cerinitica, che E. raggiunge dopo una caccia (o una corsa durata un anno intero), attraverso tutta l'Arcadia o, secondo Pindaro, addirittura dal Peloponneso al paese degli Iperborei e viceversa.

Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/ercole_(Enciclopedia-Italiana)/#:~:text=nel sangue dell'idra divengono,della cerva cerinitica%2C che E.

Erimanto (gr. ᾿Ερύμανϑος) Catena montuosa, la più occidentale dei tre massicci del Peloponneso settentrionale; culmina, con il monte omonimo, a 2224 m s.l.m.; dal versante SE della montagna discende un fiume dal medesimo nome. Vi era localizzata dagli antichi la terza fatica d’Ercole, la cattura del cinghiale che l’eroe prese vivo e presentò a Euristeo.

Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/erimanto/

 

È il caso di fare un sondaggio: la terza fatica che Euristeo comandò a Eracle fu la cattura della cerva di Cerinea o del cinghiale di Erimanto?

 

488768664_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.f7edd66d7b2f337d062867cbd21af01c.jpg


Supporter
Inviato

Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.