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Quel tragico giorno del 15 Marzo del 44 a. C. segno’ una data indelebile e di svolta nella storia di Roma , data indelebile per i posteri , ma imprevista e densa di cattivi presagi , come i successivi eventi dimostrarono , per gli uomini che la vissero .

L’ uccisione di Cesare fu un atto di puro odio verso l’ uomo Cesare , odio ed esaltazione , che nella fase di massima eccitazione per i congiurati , cioe’ nel momento che porto’ all’ azione materiale dell’ omicidio , coinvolse anche gli assassini con ferimenti reciproci da pugnale ; il motivo o probabilmente i motivi che portarono tutti i congiurati nel raggiungimento di una simile azione , per di piu’ attuata in un luogo sacro quale era in quel momento il luogo di riunione del Senato , non pote' essere dovuto soltanto alla presunta megalomania di Cesare di anelare a diventare re di Roma , corona , espressione dei re , per altro gia’ piu’ volte offertagli da Marco Antonio , ma sempre rifiutata e sempre respinta da Cesare come una offesa personale .

Evidentemente qualcosa di ugualmente grave , per quei tempi , che frullava nella testa di Cesare era stata percepita dai congiurati perche’ espressamente voluta da Cesare stesso ; a nulla valsero i favori e gli onori ricevuti da Cesare da parte di alcuni congiurati , alcuni erano anche nominati nel suo testamento e stando alla tradizione storica non valse neanche uno strettissimo legame di parentela di uno di loro , l’ odio verso Cesare evidentemente era al massimo livello .

La Liberta’ , questa magica parola che vuol dire tutto e niente , poteva da sola essere la forza scatenante della congiura ? E’ probabile , anche se l’ atteggiamento di Cesare di fronte all’ offerta della corona sembrerebbe escluderla , ma puo’ anche darsi che Cesare fingesse il rifiuto , e’ un atteggiamento possibile da parte di un politico astuto e navigato quale Cesare era , ma non convince del tutto .

Allora quale altra causa pote’ indurre all’ assassinio oltre alla presunta finzione di Cesare di fronte al dominio individuale su Roma ? Una seconda causa forse la pone Svetonio nella vita del Divo Giulio , tomo LXXX , 2 : “Al momento dell’ entrata in Senato di alcuni stranieri venne affisso questo libello < Salute e Prosperita’! , nessuno voglia indicare la Curia a un nuovo Senatore ! > e si cantavano in pubblico questi versi famosi < Cesare trascina i Galli in trionfo e lui stesso li trascina nella Curia , i Galli hanno tolto le braghe e hanno indossato il Laticlavio” . Frasi all’ apparenza solo ironiche , ma che rendono bene l’ idea di ostilita’ verso Cesare per questa sua scelta di rendere Senatori dei Galli .

E’ noto che Cesare aveva concesso agli esponenti di rilievo di alcuni popoli dei Galli la cittadinanza romana , fu senza dubbio un’ ottima mossa politica , ma al popolo romano di quei tempi vedere dei Galli diventare anche Senatori forse non andava giu’ , il tempo non era ancora adatto , i Galli erano stati fino ad alcuni decenni prima aspri nemici di Roma ed ora si prospettava un loro ingresso addirittura in Senato . I tempi forse non erano ancora maturi , occorreva attendere un erede di Cesare , l’ imperatore Claudio , affinche’ cio’ si verificasse senza riluttanza .

Vincenzo_Camuccini_-_La_morte_di_Cesare.jpg

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Giulio
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@Agricola

 

Il mio pensiero.

Uno dei momenti cruciali fu sicuramente la vittoria di Munda del 45 a.C., cui seguì un  trionfo che rappresentò una vera e propria rottura della tradizione in quanto celebrato da un romano su altri romani.   E sappiamo quanto le tradizioni fossero importanti, soprattutto per gli optimates che incarnavano l’ideale repubblicano.

Fu proprio dopo Munda che Cesare, al rientro a Roma, fu nominato imperatore  a vita,  fu eletto console per 10 anni e ottenne altri privilegi che ora non sto a elencare.

Cesare ottenne, tra l’altro, il diritto di nominare i magistrati (tranne i consoli) per i tre anni consecutivi (in attesa cioè di terminare la campagna partica che lo avrebbe tenuto a lungo lontano da Roma)  e si avvalse di questo grande potere non solo come di uno strumento per garantire stabilità di governo, ma anche come di un formidabile mezzo per premiare gli alleati fedeli e per attirare a sé gli optimates oppositori.

Perche’ allora gli optimates decisero di ucciderlo? Oltre alle motivazioni che hai elencato,  essi subivano Cesare, ne accettavano le decisioni che pure li premiavano (in particolare le cariche magistratuali), ma non ne approvavano l’atteggiamento autocratico in senso generale in quanto per loro gli ideali repubblicani erano al di sopra di tutto, anche al di sopra del compromesso con la realtà quotidiana.

Buona notte.

Stilicho

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8 ore fa, Stilicho dice:

@Agricola

 

Il mio pensiero.

Uno dei momenti cruciali fu sicuramente la vittoria di Munda del 45 a.C., cui seguì un  trionfo che rappresentò una vera rottura della tradizione in quanto celebrato da un romano su altri romani.   E sappiamo quanto le tradizioni fossero importanti, soprattutto per gli optimates che incarnavano l’ideale repubblicano.

Fu proprio dopo Munda che Cesare, al rientro a Roma, fu nominato i imperatore  a vita,  fu eletto console per 10 anni e ottenne altri privilegi che ora non sto a elencare.

Cesare ottenne, tra l’altro, il diritto di nominare i magistrati (tranne i consoli) per i tre anni consecutivi (in attesa cioè di terminare la campagna partica che lo avrebbe tenuto a lungo lontano da Roma)  e si avvalse di questo grande potere non solo come di uno strumento per garantire stabilità di governo, ma anche come di un formidabile mezzo per premiare gli alleati fedeli e per attirare a sé gli optimates oppositori.

Perche’ allora gli optimates decisero di ucciderlo? Oltre alle motivazioni che hai elencato,  essi subivano Cesare, ne accettavano le decisioni che pure li premiavano (in particolare le cariche magistratuali), ma non ne approvavano l’atteggiamento autocratico in senso generale in quanto per loro gli ideali repubblicani erano al di sopra di tutto, anche al di sopra del compromesso con la realtà quotidiana.

Buona notte.

Stilicho

Ciao @Stilicho , sono perfettamente d' accordo ; i motivi dell' assassinio di Cesare furono diversi e tutti legati alla sua forte personalita' ma non fu per il solo motivo di aspirare , in teoria , alla reggenza su Roma ; allora verrebbe spontaneo chiedersi perche' lo stesso trattamento non avvenne per Silla , dittatore certamente ben piu' autoritario e feroce di Cesare , anche nei confronti dei cittadini romani , cosa che Cesare evito' sempre , anzi' perdono' i suoi diretti avversari , famoso il gesto di Pietas nei confronti di Pompeo stesso ; Silla nonostante le nefandezze compiute tranquillamente si ritiro' dalla vita pubblica e mori' naturalmente di malattia in mezzo ad ozi e vizi .

Svetonio stesso ci offre un ricco elenco di possibili motivi per cui , sommandoli , si giunse a quel fatidico giorno di Marzo .

P.S. il futuro Ottaviano quando divenne erede di Cesare e conscio di quanto a lui avvenne , si guardo' bene di esercitare la Clementia di Cesare , quando divenne triumviro' divise con gli altri due colleghi gli avversari politici da eliminare , poi rimasto solo penso' infine a Marco Antonio ; terminate le epurazioni cambio' atteggiamento pur subendo anche da Augusto alcuni tentativi di ribellione interna ; la fine di Cesare segno' il suo percorso politico , la Clementia non era ammessa .

Modificato da Ospite
P.S.
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Il mio pensiero.

Riflettevo sulla figura di Cesare, che di fatto non era più Silla, ma non era ancora Augusto.

Mi spiego meglio.

Silla aveva avuto una atteggiamento fortemente autocratico e imposto un potere repressivo (pensiamo alle proscrizioni) che aveva di fatto eliminato ogni opposizione. Forse questo potrebbe anche spiegare come mai non emersero tentativi seri di rivolta.

Augusto fu “un grande baro”, usando una espressione di Spinosa che trovo molto efficace. Arrivato al potere con metodi assai poco ortodossi (facendo fare il lavoro sporco ad altri e mantenendo però  le sua mani sempre apparentemente pulite) seppe detenere un potere immenso facendo finta di rispettare gli ideali repubblicani e di mantenere tutte le istituzioni preesistenti. Ciò gli consentì di ottenere un largo consenso.

Cesare sta nel mezzo. Sicuramente mirava ad un potere autocratico, ma si mosse (se si può dire così)  con cautela o meglio con prudenza, cercando di ottenere un progressivo allargamento della base di consenso utilizzando i mezzi e i poteri a sua disposizione (che crebbero sempre di più). Credo che non si possa dimenticare un fatto. Rispetto a  Silla, Cesare era del partito dei  populares", per così dire (con termine moderno), dei "progressisti";  questo credo che possa avere inciso nell’azione dei congiurati che, come sappiamo,  appartenevano al partito degli “optimates” che si vantavano di essere depositari di quella stessa tradizione che Cesare voleva cambiare, mescolando metodi legali ad altri assai meno ortodossi.

Insomma, erano passati i tempi di Silla, ma non erano ancora maturi i tempi di Augusto.

Ciao.

Stilicho

 

Modificato da Stilicho
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Ciao @Stilicho , se Spinosa definisce Augusto in quel modo da "giocatore" , ha ragione nel senso che la vita e' una "partita" con il destino . Personalmente lo riterrei piu' l' uomo che il mondo romano aspettava , senza tanti sottintesi , la situazione in cui versava Roma non era piu' sopportabile occorreva porre un termine alle sanguinose guerre civili e in questo vi riusci' , non serviva essere sinceri ed onesti per raggiungere lo scopo , "il fine (giusto) giustifica i mezzi" , l' importante era ottenere la Pace interna .

Comunque sia Ottaviano nel corso della sua vita da Augusto , si comporto' piu' o meno coerentemente con quanto predicava agli altri facessero e si comportassero ; secondo me fu una bella figura storica , compatibilmente con i tempi in cui visse .

Modificato da Ospite
Inviato

Cesare,prima di morire,prestò a Cicerone 800000 Sesterzi ad un tasso di favore del 2,50 %(la metà del normale).Cicerone era un"pozzo senza fondo"per quanto concerne lo sperperio di denaro che andava tutto speso per l'esibizione del lusso,per porsi in considerazione dall'alta società romana.Cicerone aveva redditi fondiari che si aggiravano intorno ai 500000 sesterzi annui ed altri redditi gli derivavano da case popolari in suo possesso che aveva dato in affitto e possedeva anche sette lussuose ville che gli costavano più di quanto rendessero.Questi spendeva circa 40000 Sesterzi al mese.

Il fatto che Cicerone non fosse in grado di restituire il prestito a Cesare può essere un buon motivo per far uccidere il creditore alimentando una rivolta che non riconducesse al debitore.Inoltre vi è anche da aggiungere che Cesare aveva condonato ai poveri un anno di affitti arretrati e Cicerone che avanzava denaro dagli affittuari delle sue case popolari non perdonò mai Cesare per questo atto.

Cesare,dal momento che Cicerone non sarebbe mai stato in grado di restituire il denaro prestato ,avrebbe potuto pubblicizzare la cosa e Cicerone non avrebbe potuto permettere ciò dal momento che,come ho precedentemente scritto,egli spendeva ingenti somme di denaro per farsi prendere in considerazione dall'alta società romana.   

Si leggano a tal proposito i seguenti libri:

"Cicerone ed il suo tempo" di S.L.Utcenko

"Metodi di indagine archeometrica"di C.Botrè

"Economia e finanza a Roma" di F.Carlà e A.Marcone

Altri motivi si possono far risalire alla politica adottata da Cesare dopo il trionfo della sanguinosa guerra civile contro il rivale Pompeo e la maggior parte del Senato romano.Nel Senato vi facevano parte gli optimates,cioè la nobiltà senatoriale che fino ad allora aveva controllato la Repubblica ma che era lo zoccolo duro dei nemici di Cesare.Quest'ultimo ,dopo le vittorie di Farsalo,Tapso e Munda avvenute fra il 48 ed il 45 a.C. aveva avuto un comportamento magnanimo verso i vinti non giustiziandoli ma perdonandoli e facendo, addirittura, in modo che alcuni di essi fossero ammessi nel governo,poichè ritenne che in tal modo ,i vinti perdonati,avrebbero riconosciuto il suo potere e ,forse,una volta al governo, avrebbero potuto appoggiarlo in politica.Fra i vinti perdonati si annoverano proprio Marco Giunio Bruto ed il cognato Caio Cassio Longino che furono i futuri capi della congiura che uccise Cesare.

Il perdono di Cesare ai vinti fu ritenuto da molti umiliante e deciso arbitrariamente da colui che ,agli occhi dei suoi detrattori,appariva come un tiranno.Cesare era giunto a controllare la politica romana : monitorava le elezioni dei magistrati che governavano Roma ma monitorava anche l'accesso al Senato che aveva finito per nominarlo dittatore a vita(dictator perpetuus).Con tale carica egli riuniva a sè i poteri sia civili che militari dell'Urbe ,ma,per questo,fu accusato di ambire alla monarchia.

Inoltre un antenato della madre di Bruto,un certo Servilio Ahala, aveva pugnalato nel foro un uomo che si credeva ambisse alla tirannide.

Cesare fu avvertito circa la cospirazione nei suoi confronti ma no vi diede peso poichè credeva che la sua morte avrebbe scatenato una nuova guerra civile e per questo si sarebbe evitato di agire contro di lui. Per questo si potrebbe affermare che egli fu vittima della congiura per aver sopravvalutato l'intelligenza politica dei suoi nemici.

Forse Cesare si sentiva anche protetto poichè non si spostava mai da solo:lo precedevano sempre 24 littori(ufficiali incaricati di proteggere i magistrati) ,era accompagnato da amici ma anche da seguaci ben armati che costituivano la sua scorta ufficiosa.Infatti i congiurati decisero di colpire a morte il dittatore durante una seduta del Senato perchè lì sarebbe stato solo dal momento che solo i Senatori potevano essere presenti alle assemblee senatoriali.

Altro motivo che possa aver causato la morte di Cesare è proprio il fatto che il dittatore,sapendo della congiura contro di lui e sapendosi malato,si sia lasciato uccidere.Infatti da Nicola Damasceno si apprende che i medici provarono ad impedire a Cesare di recarsi al Senato la mattina del 15 marzo del 44 a.C. poichè egli era stato colto da una"strana malattia che lo colpiva di frequente"(si ipotizza fossero attacchi ischemici transitori).Cesare ,in un primo tempo,si convinse a restare a casa ma intervenne Decimo,un "amico",il quale,preso per mano il dittatore lo trascinò fuori di casa convincendolo a prendere parte al Senato quel giorno.

Salutoni

odjob   

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