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Inviato

Buongiorno,

di seguito Vi propongo alcuni esemplari monetali.

Esemplare 1

immagine.png

Marcus Aurelius
as Caesar, AD 139-161. Æ Sestertius (32.5mm, 23.94 g.)

Rome mint, struck under Antoninus Pius, AD 151-152.

Obv. Bare head right.

Rev. Virtus advancing left, holding parazonium and spear, with foot on helmet.

RIC III 1304 (Pius)

Nice VF,

Light brown patina.

 

https://www.vcoins.com/en/stores/marti_classical_numismatics/258/product/marcus_aurelius_ae_sestertius__virtus__as_caesar_vf/1333944/Default.aspx

Esemplare 2:

immagine.png

Ancient Coins - Nero (54-68). Æ Sestertius. Rome, c. AD 65. R/ Roma seated Nero (54-68). Æ Sestertius (35mm, 26.67g, 6h). Rome, c. AD 65. Laureate bust r., slight drapery. R/ Roma seated l. on cuirass, r. foot on helmet, holding Victory in outstretched r. hand and resting l. hand on parazonium; to r., shields set on ground. RIC I 275 var. (wearing aegis). Brown-reddish patina, minor roughness, Good VF

https://www.vcoins.com/en/stores/london_ancient_coins/89/product/nero_5468__sestertius_rome_c_ad_65_r_roma_seated/1318868/Default.aspx

Esemplare 3:

immagine.png

Ancient Coins - Marcus Aurelius Ar Denarius

Marcus Aurelius. C. 156-157 AD

Reverse: TR POT XI COS II, Virtus standing left holding spear and parazonium.

Good metal with a nice portrait.

Ref: RIC 473

Weight: 3.23g, Size: 18mm

https://www.vcoins.com/en/stores/den_of_antiquity/48/product/marcus_aurelius_ar_denarius/1304864/Default.aspx

Esemplare 4:

immagine.png

Ancient Coins - Caracalla PONTIF TR P X COS II; Virtus denarius from Rome

Caracalla A.D. 209  AR Denarius, 18x19mm, 3.4g

ANTONINVS PIVS AVG; laureate head right./ PONTIF TR P X COS II; Virtus, helmeted, stg. r., l. foot on helmet, holding spear and parazonium.  

RIC IV Rome 112

https://www.vcoins.com/en/stores/victors_imperial_coins/208/product/caracalla_pontif_tr_p_x_cos_ii_virtus_denarius_from_rome/1326235/Default.aspx

 

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Inviato

Ne ho presi quattro a caso ma in conservazione abbastanza buona. Cosa notiamo come elemento comune? La presenza del parazonium.

Il parazonio (in latino parazonium, dal greco παραζώνιον, der. di παραζώνη, "cintura") è un' arma bianca manesca del tipo spada corta (daga con punta non acuminata portata dai latini come distinzione sociale, generalmente portata a sinistra). È frequente vederla su statue o monete dell'epoca che riproducono tribuni, ufficiali romani, dei (per esempio Marte) o eroi. Il nome deriva dalla cintura, distintivo dei tribuni romani, usata per attaccarvi l'arma. Per estensione il termine poi indicò l'arma stessa, cadendo in disuso verso la fine del Medioevo.

Il parazonium era lo stiletto in dotazione agli alti ufficiali (legati e anche lo stesso imperatore) delle legioni romane. Era spesso un vero oggetto di lusso e poteva essere riccamente decorato. La forma più comune di parazonium aveva la lama lunga tra i 15 ed i 19 cm ed il manico riccamente decorato, generalmente con una testa d'aquila come pomello. Il parazonium era poco utilizzato in battaglia e gli alti ufficiali, qualora fossero stati minacciati direttamente dal nemico, preferivano utilizzare il gladio.  (da Wikipedia)

 

In generale mi pare utile questo articolo:

... Se presso i Romani si usavano, ovviamente, in via esclusiva armi bianche, queste erano in ogni caso particolarmente caratterizzanti un’epoca ed un popolo che ne faceva uso. Le lame corte che si usavano in combattimento erano suddivise in tre tipi: il Parazonium, triangolare, per l’esattezza a forma di triangolo isoscele, riprendeva le armi in bronzo di popolazioni più antiche.

Poi abbiamo la Sica, arma stretta ed appuntita, di uso non bellico ma civile, atta alla difesa personale. Dalla Sica deriva il termine ancora in uso “sicario”, in riferimento a persona che combatte singolarmente, a vario titolo. Le armi i cui nomi giungono fino al linguaggio dei giorni nostri, sono generalmente caratterizzanti un’epoca, una mentalità, o hanno una storia tanto particolare da rimanere impressa nell’immaginario collettivo non solo dei loro tempi. La Sica, come lo stiletto, è un tipo di coltello che nel tempo ha assunto connotazioni negative, fino a caratterizzare l’equipaggiamento ritenuto idoneo alla mentalità da mercenario. Con una Sica venne ucciso Giulio Cesare nel 44 a.C., secondo quanto la storia tradizionale ci ha tramandato.

Un coltello molto diffuso ma senza un particolare ruolo, come andiamo ad analizzare, era il Pugio. Da esso deriva ogni forma di pugnale. Era l’arma prediletta dei legionari, eppure non veniva usato militarmente. Ognuno ne aveva uno, dunque l’esercito ne era fornitissimo, ma più che altro ad un livello che potremmo definire personale: l’equipaggiamento dei legionari dell’esercito non ha mai contemplato il Pugio come arma ufficiale da possedere. Secondo alcuni studiosi, dopo il I secolo a.C. alcuni reparti dell’esercito avevano il Pugio tra le armi ufficiali, ma non c’è stato mai riscontro di prove archeologiche certe a supporto di questa tesi.

Il Pugio si diffuse specialmente a partire da quando entrò in uso la spada gallica, spada lunga e prevalentemente da taglio, che finì con il soppiantare la precedente spada ellenica, che era invece di tipo corto. Dopo le Guerre Puniche, il Pugio perse smalto e non fu più così ampiamente posseduto da tutti, come ancora fu nel periodo appena precedente. L’impugnatura è estremamente ergonomica, con tanto di avvallamenti per le dita, che ricordano i moderni utensili. Il Pugio era molto diffuso tra i civili soprattutto nelle forgie più corte, anche se la lunghezza poteva variare. Infatti portare la spada era vietato ai civili durante tutta l’età imperiare, che per questo motivo si armavano di armi prevalentemente tanto corte da non poter essere classificate come spade."

https://www.armiespy.com/armi-roma-antica-parazonium-sica-pugio-gladio/

“ … Parazonium, triangolare, per l’esattezza a forma di triangolo isoscele, riprendeva le armi in bronzo di popolazioni più antiche.”

Quindi dove assomigliare a questa arma:

immagine.png

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Inviato

A questo punto torniamo all’analisi degli esemplari monetali proposti in apertura, constatando che:

  • ·         Virtus spesso ha come attributo il parazonium (o lo scudo o una Vittoria – casi non rappresentati nella galleria proposta)

  • ·         Nell’esemplare 1 è probabilmente completo di fodero e cintura

  • ·         Nell’esemplare 2 Roma appoggia la mano sul parazonium

  • ·         Nell’esemplare 3 la Virtus sembra porgere il parazonium completo di cintura (e di fodero?)

Vi ricordo comunque che il parazonium non è esclusivo della Virtus.

Le domande che mi (Vi) porgo sono le seguenti:

  • ·         Se osserviamo l’esemplare 4 (e si tratta di una iconografia comune nel periodo), perché la Virtus regge il parazonium per la punta e praticamente porge l’impugnatura?

  • ·         E perché in genere la Virtus porge il parazonium anziché impugnarlo per l’impugnatura come sarebbe più logico? Una divinità bellicosa e guerriera non dovrebbe di diritto impugnare l'arma bianca e bandirla anzichè esser ritratta nell'atto di "donarla", di "offrirla" a terzi?

Ciao

Illyricum

;)

 

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Supporter
Inviato (modificato)

@Illyricum65

Una possibile spiegazione del perchè la Virtus tenga il parazonio per la punta (con particolare riferimento all'esemplare 4) l'ho trovata in questa pagina: 

http://www.forumancientcoins.com/moonmoth/reverse_virtus.html

In sostanza, l'autore dell'articolo pensa che il parazonio portato dalla Virtus rappresenti un simbolo fallico, considerato che la Virtus e' una personificazione femminile che però viene spesso rappresentata sulle monete con indosso complementi tipicamente maschili. Per esempio, proprio nell'esempio 4, la Virtus e' rappresentata con elementi tipici di Marte (quindi maschili) quali la lancia, l'elmo e, per l'appunto, il parazonio, ma indossa quella che pare una gonna e stivaletti bassi, che paiono proprio da donna. In alcune monete, addirittura, vi e' un seno scoperto. In sostanza, una sorta di ambiguità della Virtus. Nella pagina che ho allegato ci sono altri eloquenti esempi.

Io, in generale, pensavo al modo con cui noi oggi (intendo nel quotidiano) porgiamo per esempio il coltello o le forbici, ossia con la parte tagliente rivolta verso di noi. Penso che sia un richiamo proprio ad una usanza del passato: ti dimostro che di te mi fido, che ti rispetto. 

Non e' strettamente inerente alla discussione, ma mi sembra di ricordare di aver letto o sentito che quando si regala un tagliente, per tradizione,  sia usanza allegare una monetina (guarda caso!) che poi il ricevente il dono restituisce.  In sostanza, il tagliente non si regala, ma si vende. Infatti, regalarlo, potrebbe essere un invito al ricevente ad ammazzarsi o a farsi del male da solo.

Ciao.

Stilicho

Modificato da Stilicho
correzione
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Inviato

Le domande poste da Illyricum sono, come sempre, molto interessanti e curiose.

Non avendo trovato nelle varie fonti delle spiegazioni, provo a dare una mia lettura che parte dalla considerazione che tutto sommato il parazonium era un simbolo di potere e non era di per sè nemmeno una vera e propria arma utilizzabile come tale in quanto mancava della punta. Ad utilizzare un pugnale, un romano avrebbe utilizzato il gladio mentre il parazonium era di per sè un'arma bianca manesca usata come simbolo di distinzione sociale e potere, soprattutto in ambito militare, quindi attributo di alti ufficiali o divinità. Di conseguenza parrebbe un simbolo assimilabile a quello che in tempi poi successivi sarà il bastone dei marescialli di Francia.

Considerato poi che il concetto di Virtus in epoca Romana è associato a quello di Honos e vi erano dei luoghi di culto proprio dedicati a Virtus et Honos si nota che la stretta connessione tra il concetto di virtù ed onore porta alla conclusione che la pratica delle prime porta all'ottenimento del secondo.

Direi quindi che il gesto raffigurato sulle monete è quello di Virtus che porge il parazonium indicando un concetto del tipo che è l'esercizio delle virtù che porta all'onore del comando.

Molto interessante è poi quanto riportato da Stilicho e sulla lettura del simbolo come allusione al genere maschile. Cosa che potrebbe contemplare il fatto che nella parola virtus ci sia proprio la radice vir- che sta ad indicare la parola "uomo" come riferimento proprio a quelle virtù che rendono l'uomo un essere nobile.

 

Enrico :)

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