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Inviato (modificato)

Tempo fa, girando su Internet tra una moneta  e l’altra, mi ero imbattuto in questa:

..jpg

 

Un volto di donna molto elegante, con una collana di perle, forse orecchini pendenti e, soprattutto, una acconciatura davvero elaborata, oserei dire quasi sbarazzina, con un elegante diadema di gemme a cingerla.

Tutti sanno bene quanto le donne ci tengano alla loro acconciatura.

Passano parecchio  tempo a pettinarsi, a lisciarsi i capelli, ad arricciarli, a tingerli, a colorarli, a profumarli, a metterli in piega.  Si sottopongono a vere e proprie prove di resistenza, anche con l’utilizzo di sofisticate apparecchiature,  sotto lo sguardo perplesso e indagatore degli uomini.  Tutto ciò non è strano: l’acconciatura è un forte messaggio che le donne lanciano non solo agli uomini, ma anche alle altre donne.

I parrucchieri dal canto loro adorano acconciare le donne. E le donne adorano andare dal parrucchiere: oltre a farsi belle,  possono chiacchierare liberamente e spettegolare di questo e di quello (ma anche di questa e di quella). C’e’ però il rovescio della medaglia (o forse sarebbe il caso di  dire, nella fattispecie,  della moneta): andare dal parrucchiere costa un vero patrimonio. E questo  lo sanno bene anche gli uomini.

Già…. gli uomini…Fino a ora ho parlato essenzialmente delle donne, ma anche su di loro ci sarebbe molto da dire.

Ultimamente anche gli uomini, infatti, dedicano tempo alle loro “acconciature” almeno finché hanno la materia prima primordiale (anche se a volte, in assenza, se la procurano). Certo proprio la materia prima tendente all’esaurimento fa sì che lo spazio per sbizzarrirsi sia davvero poco. E comunque, gli uomini hanno (e avevano) meno fantasia, e lo si vede anche dalle monete dove è difficile trovare pettinature particolari. In effetti, prevalgono più che altro stempiamenti vari.

Tutto questo accade oggi, ma immagino accadesse anche nell’antica Roma. E forse anche in forma più accentuata.

Noi appassionati di numismatica abbiamo una grande fortuna: grazie alle monete possiamo conoscere come le donne romane si acconciassero e sappiamo bene  come le monete veicolino messaggi molto chiari.

Le acconciature che possiamo notare sulle nostre monete sono davvero tra le più svariate e bizzarre.

Cominciamo da Iulia Domna:

:IULIA DOMNA.jpg

La sua acconciatura era, di fatto, un capolavoro in grado di resistere alla gravità.

Janet Stephens è una parrucchiera che si è specializzata nella ricostruzione delle acconciature storiche, in particolare quelle dell’antica Roma, con l’obiettivo di dimostrare che non erano fatte con parrucche (come comunemente creduto) , bensì con i capelli stessi della persona adeguatamente, per l’appunto, “acconciati”.

Un giorno vide il busto di Iulia Domna (con la sua caratteristica acconciatura) al Walter’s Arts Museum di Baltimora e da quel momento decise di studiarla, di capirla e, se possibile, di riprodurla.

Leggendo i testi latini del periodo, l Stephens scoprì che la parola acus può indicare sia la forcina da capelli sia l’ago da cucitura. Eureka! In quel momento che scoprì che, in molti casi, quando le ornatrices che si occupavano dei capelli delle matrone dovevano cimentarsi con strutture di capelli impegnative, ricorrevano all’ago e al filo. Le cucivano davvero. Il lavoro del parrucchiere e quello del sarto erano simili.

Fino alle scoperta della Stephens, molte pettinature elaborate raffigurate sulle statue antiche erano state considerate parrucche. Invece,  erano stabili e resistenti perché erano cucite. Insomma, erano vere e proprie opere artigianali.

Vediamo altri esempi.

Matidia (figlia di Ulpia Marciana -sorella di Traiano- e quindi nipote dello stesso che la considerò come una figlia):

 

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Severina (come qualcuno ha gia’ fatto notare qui sul forum, Aureliano -suo marito- in gonnella): 

Severina.jpg
 

Iulia Titi (figlia di Tito; tale padre, tale figlia):

IULIA TITI.jpg

Ma torniamo alla nostra moneta.

Come avete notato l’ho “lavorata” (sacrilegio!!!) per cancellare la legenda.

Vorrei infatti fare con voi  un piccolo gioco.

Di chi si tratta? Certo, molto di voi l'avranno riconosciuta al primo colpo. Io, lo ammetto, non credo che ci sarei riuscito.

Attendo le vostre risposte.

Buona serata.

Stilicho

Modificato da Stilicho
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Inviato

Aelia Flacilla ?

saluti maumo

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Inviato
1 ora fa, Stilicho dice:

Tempo fa, girando su Internet tra una moneta  e l’altra, mi ero imbattuto in questa:

..jpg

 

Un volto di donna molto elegante, con una collana di perle, forse orecchini pendenti e, soprattutto, una acconciatura davvero elaborata, oserei dire quasi sbarazzina, con un elegante diadema di gemme a cingerla.

Tutti sanno bene quanto le donne ci tengano alla loro acconciatura.

Passano parecchio  tempo a pettinarsi, a lisciarsi i capelli, ad arricciarli, a tingerli, a colorarli, a profumarli, a metterli in piega.  Si sottopongono a vere e proprie prove di resistenza, anche con l’utilizzo di sofisticate apparecchiature,  sotto lo sguardo perplesso e indagatore degli uomini.  Tutto ciò non è strano: l’acconciatura è un forte messaggio che le donne lanciano non solo agli uomini, ma anche alle altre donne.

I parrucchieri dal canto loro adorano acconciare le donne. E le donne adorano andare dal parrucchiere: oltre a farsi belle,  possono chiacchierare liberamente e spettegolare di questo e di quello (ma anche di questa e di quella). C’e’ però il rovescio della medaglia (o forse sarebbe il caso di  dire, nella fattispecie,  della moneta): andare dal parrucchiere costa un vero patrimonio. E questo  lo sanno bene anche gli uomini.

Già…. gli uomini…Fino a ora ho parlato essenzialmente delle donne, ma anche su di loro ci sarebbe molto da dire.

Ultimamente anche gli uomini, infatti, dedicano tempo alle loro “acconciature” almeno finché hanno la materia prima primordiale (anche se a volte, in assenza, se la procurano). Certo proprio la materia prima tendente all’esaurimento fa sì che lo spazio per sbizzarrirsi sia davvero poco. E comunque, gli uomini hanno (e avevano) meno fantasia, e lo si vede anche dalle monete dove è difficile trovare pettinature particolari. In effetti, prevalgono più che altro stempiamenti vari.

Tutto questo accade oggi, ma immagino accadesse anche nell’antica Roma. E forse anche in forma più accentuata.

Noi appassionati di numismatica abbiamo una grande fortuna: grazie alle monete possiamo conoscere come le donne romane si acconciassero e sappiamo bene  come le monete veicolino messaggi molto chiari.

Le acconciature che possiamo notare sulle nostre monete sono davvero tra le più svariate e bizzarre.

Cominciamo da Iulia Domna:

:IULIA DOMNA.jpg

La sua acconciatura era, di fatto, un capolavoro in grado di resistere alla gravità.

Janet Stephens è una parrucchiera che si è specializzata nella ricostruzione delle acconciature storiche, in particolare quelle dell’antica Roma, con l’obiettivo di dimostrare che non erano fatte con parrucche (come comunemente creduto) , bensì con i capelli stessi della persona adeguatamente, per l’appunto, “acconciati”.

Un giorno vide il busto di Iulia Domna (con la sua caratteristica acconciatura) al Walter’s Arts Museum di Baltimora e da quel momento decise di studiarla, di capirla e, se possibile, di riprodurla.

Leggendo i testi latini del periodo, l Stephens scoprì che la parola acus può indicare sia la forcina da capelli sia l’ago da cucitura. Eureka! In quel momento che scoprì che, in molti casi, quando le ornatrices che si occupavano dei capelli delle matrone dovevano cimentarsi con strutture di capelli impegnative, ricorrevano all’ago e al filo. Le cucivano davvero. Il lavoro del parrucchiere e quello del sarto erano simili.

Fino alle scoperta della Stephens, molte pettinature elaborate raffigurate sulle statue antiche erano state considerate parrucche. Invece,  erano stabili e resistenti perché erano cucite. Insomma, erano vere e proprie opere artigianali.

Vediamo altri esempi.

Matidia (figlia di Ulpia Marciana -sorella di Traiano- e quindi nipote dello stesso che la considerò come una figlia):

 

image.png

 

Severina (come qualcuno ha gia’ fatto notare qui sul forum, Aureliano -suo marito- in gonnella): 

Severina.jpg
 

Iulia Titi (figlia di Tito; tale padre, tale figlia):

IULIA TITI.jpg

Ma torniamo alla nostra moneta.

Come avete notato l’ho “lavorata” (sacrilegio!!!) per cancellare la legenda.

Vorrei infatti fare con voi  un piccolo gioco.

Di chi si tratta? Certo, molto di voi l'avranno riconosciuta al primo colpo. Io, lo ammetto, non credo che ci sarei riuscito.

Attendo le vostre risposte.

Buona serata.

Stilicho

Ciao Stilicho,

non dimentichiamoci che la signora Iulia Domna in principio proponeva un'altra acconciatura, fors'anche più complessa:

Ancients:Roman Imperial, Ancients: Julia Domna. Sestertius, 23.43g (11h). Rome, 197 AD. Obv:
IVLIA - AVGVSTA Bust draped right. Rx: IVNO - REGINA S - C Juno,
v...

https://coins.ha.com/itm/ancients/roman-imperial/ancients-julia-domna-sestertius-2343g-11h-rome-197-ad-obv-ivlia-avgvsta-bust-draped-right-rx-ivno-regina-s-c/a/3011-380.s

D'altra parte la Signora forse faceva ricorso a parrucche, come supposto da alcuni studiosi in base anche ad alcune evidenze statuarie

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Non mi pronuncio sulla "donna molto elegante, con una collana di perle, forse orecchini pendenti e, soprattutto, una acconciatura davvero elaborata, oserei dire quasi sbarazzina, con un elegante diadema di gemme a cingerla." lasciando spazio ad altri.

Ciao

Illyricum

;)

 

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Inviato

@Illyricum65

Grazie per l'intervento.

In effetti, l'acconciatura di Iulia Domna e' variata nel corso degli anni pur rimanendo sempre di un certo grado di complessità. Insomma, una vera  "domna".

Buona serata.

Stilicho

 


Supporter
Inviato

Mi stavo domandando quale fosse il colore delle acconciature, ovvero se ricorressero anche qualche elemento colorato o se addirittura tingessero i capelli.


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Inviato

@maumo

Esatto. Si tratta proprio di Aelia Flaccilla.

AELIA FLACCILLA.jpg

D/: AEL FLACCILLA AVG: busto a destra di Aelia Flaccilla

R/: SALVS REIPUBLICAE: La Vittoria, seduta, incide il cristogramma su uno scudo appoggiato su una stretta colonna. T in campo destro.

ESERGO: CON epsilon, zecca di Costantinopoli

RIC IX 81 variante

Ho scritto “variante” come indicato su Wildwinds in quanto il RIC prevede la T solo in campo sinistro:

RIC per Flaccilla.png

La moneta fu coniata a partire dal 383 d.C. Siamo quindi dopo l’Editto di Tessalonica (noto anche come “Cunctos populos”) del 380 che di fatto proclamò il cristianesimo religione ufficiale dell’impero.  Il rovescio manda un messaggio molto chiaro. La vittoria e la salvezza (salus) dell’impero trovano la loro difesa (lo scudo) nel cristianesimo,  qui simbolicamente rappresentato dal chi/rho. Non c’e’ più spazio (ne’ tempo) per gli altri culti, compresi quelli pagani:

«IMPPP. GR(ATI)IANUS, VAL(ENTINI)ANUS ET THE(O)D(OSIUS) AAA. EDICTUM AD POPULUM VRB(IS) CONSTANTINOP(OLITANAE).

Cunctos populos, quos clementiae nostrae regit temperamentum, in tali volumus religione versari, quam divinum Petrum apostolum tradidisse Romanis religio usque ad nunc ab ipso insinuata declarat quamque pontificem Damasum sequi claret et Petrum Alexandriae episcopum virum apostolicae sanctitatis, hoc est, ut secundum apostolicam disciplinam evangelicamque doctrinam patris et filii et spiritus sancti unam deitatem sub pari maiestate et sub pia trinitate credamus. Hanc legem sequentes Christianorum catholicorum nomen iubemus amplecti, reliquos vero dementes vesanosque iudicantes haeretici dogmatis infamiam sustinere ‘nec conciliabula eorum ecclesiarum nomen accipere’, divina primum vindicta, post etiam motus nostri, quem ex caelesti arbitro sumpserimus, ultione plectendos.

DAT. III Kal. Mar. THESSAL(ONICAE) GR(ATI)ANO A. V ET THEOD(OSIO) A. I CONSS.»

 

«GLI IMPERATORI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO AUGUSTI. EDITTO AL POPOLO DELLA CITTÀ DI COSTANTINOPOLI.

Vogliamo che tutti i popoli che ci degniamo di tenere sotto il nostro dominio seguano la religione che san Pietro apostolo ha insegnato ai Romani, oggi professata dal Pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di santità apostolica; cioè che, conformemente all'insegnamento apostolico e alla dottrina evangelica, si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal Giudice Celeste.

DATO IN TESSALONICA NEL TERZO GIORNO DALLE CALENDE DI MARZO, NEL CONSOLATO QUINTO DI GRAZIANO AUGUSTO E PRIMO DI TEODOSIO AUGUSTO»

Ricordiamo, infine,  chi fosse Aelia Flaccilla:

Aelia Flavia Flaccilla -o Flacilla- (Hispania, data ignota-  Costantinopoli, 386) fu Augusta dell'Impero Romano e prima moglie dell'imperatore Teodosio I. Ebbe due figli, i futuri  imperatori Arcadio e Onorio, e una figlia, Pulcheria, morta in tenera età.

È venerata come santa dalla Chiesa ortodossa, il 14 settembre con il nome di Santa Placilla. Fu, infatti, considerata dai contemporanei un modello brillante di virtù e di carità cristiane (confermate dal totale sostegno alla politica religiosa di Teodosio) e ricevette sepoltura presso Costantinopoli, con orazione funebre officiata da Gregorio di Nissa (il massimo difensore dell'ortodossia cattolica a sostegno dell'imperatore Teodosio I, che lo proclamò «difensore della fede»).

Io ricordavo di aver letto da qualche parte che il nome Flaccilla le derivasse dalla salute cagionevole, ma di questo non ho trovato ora  riscontri. Forse questa cosa era sostenuta da chi voleva spiegare il carattere imbelle dei due figli maschi, in particolare di Onorio. Del resto,  Flaccilla deriverebbe da flaccidus che a sua volta deriverebbe da flaccus, fiacco.

Invece e’ probabile che Flaccilla derivi da una trasposizione in latino del greco Plakilla, da cui deriverebbe poi il nome attuale di Santa Placilla.

Ciao.

Stilicho

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Inviato (modificato)

Le acconciature delle auguste sono un tema molto interessante specialmente quando se ne individuano di differenti per la stessa augusta così da poter stabilire per ess una progressione cronologica e, in alcuni casi, datazioni abbastanza precise.

Ad esempio nel mio studio su Faustina II ho individuato e collocato temporalmente 10 acconciature differenti (senza considerare le varianti: filo di perle, diadema, velo...). Quello di Faustina II è una sorta di record che è stato agevolato dai circa 33 anni di coniazioni a suo nome includendo anche le monete postume.

Altre Auguste sono state ritratte con acconciature differenti, di cui elenco qualche esempio (sto andando a memoria quindi perdonatemi eventuali errori):

Sabina: 3 o 4

Lucilla: 3

Crispina: 3

Giulia Domna: 3

Plautilla: 4

 

 

 

Modificato da Ross14
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@Stilicho

Ciao, mi hai preceduto in volata: questo è l’esemplare di Aelia Flaccilla con lo stesso diritto del tuo che avevo trovato in rete.

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Anche Aelia Eudocia, moglie di Teodosio II, usava indossare un elaborato copricapo di perle.

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Dev’essere stata un’abitudine di famiglia.

 

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Inviato

Infatti Aelia Pulceria, sorella di Teodosio II, seguiva la moda della cognata nell’acconciatura del capo.

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Supporter
Inviato

@Ross14

Grazie per l'intervento.

L'argomento, in effetti, e' molto interessante e richiederebbe una discussione dedicata.

Certamente Faustina II rappresenta un vero "unicum" (ho avuto modo di leggere un tuo bell'articolo in proposito).

Buona notte.

Stilicho


Supporter
Inviato

@apollonia

In effetti, paiono proprio ritratti di famiglia.

L'acconciatura così elaborata con perle e gemme sembra proprio una prerogativa delle dame del IV secolo.

Buona notte e grazie per l'intervento.

Stilicho


Inviato

L' impressione che danno alcune acconciature , specialmente a partire dal III secolo , e' che non tutte siano elaborate opere di parrucchieri dell' antichita' , quanto piuttosto dei copricapo , prototipi dei cappellini per signora , o quanto meno dei sostegni per tenere in ordine i capelli . 

Supporter
Inviato

Un elemento aggiuntivo all’iconografia monetale in epoca teodosiana è la “Manus Dei” o la mano celeste che, come uscente dal cielo, impone una ghirlanda sul capo dell'imperatore e dell’imperatrice (qui Eudoxia, moglie di Arcadio).

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La “manus” sta a indicare il diretto legame tra regnante e divinità: un’esplicitazione grafica del concetto della autorità imperiale per grazia e benedizione divina.

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Inviato
3 ore fa, apollonia dice:

Un elemento aggiuntivo all’iconografia monetale in epoca teodosiana è la “Manus Dei” o la mano celeste che, come uscente dal cielo, impone una ghirlanda sul capo dell'imperatore e dell’imperatrice (qui Eudoxia, moglie di Arcadio).

eudoxia.PNG.1ae486eab74dda7f556f6a2ca5be5376.PNG

La “manus” sta a indicare il diretto legame tra regnante e divinità: un’esplicitazione grafica del concetto della autorità imperiale per grazia e benedizione divina.

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Simbologia che poi venne adottata dai Papi a partire dal medioevo tramite la Tiara papale , quella particolare corona o copricapo , utilizzata/o dai Pontefici fino alla seconda metà del secolo XX come simbolo di sovranità .

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Supporter
Inviato

@apollonia, @Agricola

grazie per il vostro contributo alla discussione, davvero interessante. Non lo sapevo assolutamente. Ho imparato un'altra cosa!

Ciao da Stilicho


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