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Tra il XIV e il XV miliario da Benevento , percorrendo la Via Appia in direzione della Puglia , sono presenti gli avanzi dell’ antica Aeclanum , poco distante dalla moderna Mirabella che ha acquisito anche il doppio nome antico di Eclano . Fu citta’ degli Irpini una delle tribu’ dei Sanniti , Eclano e’ citata anche da Cicerone in un passo delle lettere ad Attico .

Eclano ha origini molto antiche , i primi insediamenti umani risalgono al periodo neolitico .

L’ Aeclanum storica si afferma come importante centro ad iniziare dal periodo sannitico proseguendo con la successiva romanizzazione . Alla fine del III sec a.C. , l'antica Aeclanum è uno dei centri sanniti più importanti dell' Irpinia , posto tra le valli dei fiumi Calore ed Ufita , in località attualmente chiamata Passo di Mirabella , situata su di un pianoro di forma triangolare , l' antica città era un tempo accessibile solo dalla via Appia , che attraversava l' abitato . Nell' 89 a.C. la città partecipò alla guerra sociale contro Roma allo scopo di ottenere la cittadinanza romana , venne distrutta da Silla che voleva ridurre il Sannio ad una landa desolata . Venne poi ricostruita e fortificata dai Romani divenendo Municipio e acquisendo il titolo di colonia romana nel II secolo con diritto di voto diventando Colonia Aelia Augusta Aeclanum . Fu importante città di sosta e di mercato sulla Via Appia , arricchendosi di opere pubbliche e monumenti . Con l' affermarsi del cristianesimo divenne sede episcopale ed ebbe nel suo vescovo Giuliano un fiero oppositore di sant' Agostino.

Con la caduta dell’ impero romano e la successiva conquista ad opera dei Longobardi , Eclano fu compresa nel Ducato di Benevento per essere poi definitivamente distrutta dall' esercito bizantino di Costante II nel 663 . Da questo periodo Eclano si ridusse ad un misero borgo chiamato Quintodecimo che appunto significa distante 15 miglia da Benevento . Nei secoli X-XI il centro abitato venne trasferito , acquisendo il nome di Aquaputrida prima e di Mirabella dal XIV secolo . Il borgo già gravemente danneggiato a causa della posizione su di una faglia appenninica dal sisma di Benevento del 1702 , venne poi completamente raso al suolo dal terremoto dell' Irpinia del 1732 e successivamente ricostruito nella sede attuale .

Ruderi della Eclano romana si trovano a poca distanza dell’ attale Mirabella Eclano e fin dall’ epoca rinascimentale vennero trovate numerose epigrafi , ne riporto alcune meglio conservate come le ha tramandate il Pratilli , tra le quali alcune epigrafi furono riportate dal Pratilli da un testo epigrafico di Jan Gruter , latinizzato Janus Gruterus , scritto tra il XVI e XVII secolo , il quale puo’ essere considerato uno dei pionieri dell’ epigrafia :

Alcune note su Aeclanum da Wikipedia e dal Pratilli , sul Grutero e sul Pratilli , da Wikipedia :

Frutto della sua accurata educazione classica, svoltasi in Inghilterra e in Olanda, furono le numerose edizioni di classici latini (Seneca, Heidelberg 1593; Marziale, Francoforte 1596; Sallustio e Tacito, ivi 1607; Scriptores Historiae Augustae, Hanau 1611, voll. 2, ecc.) e soprattutto la raccolta Inscriptiones antiquae totius orbis romani (Heidelberg 1603, voll. 2), che, grazie anche agli indici aggiuntivi dallo Scaligero, costituì per i suoi tempi un notevole contributo alla sorgente scienza epigrafica.

Nel 1608 pubblicò a Francoforte due piccoli ma densi volumi, contenenti rispettivamente 1399 e 1481 pagine di testo, intitolati Delitiae CC. Italorum Poetarum, huius superiorisque aevi illustrium; furono i primi di una serie divenuta famosa di Delitiae, tutte nello stesso piccolo formato, e tutte pubblicate a Francoforte nel decennio successivo. Il nome di Gruter appare nel frontespizio con lo pseudonimo anagrammato 'Ranutius Gherus' ('Collectore Ranvtio Ghero').[2] Alle Delitiae Italorum Poetarum fecero seguito le Delitiae C. poetarum Gallorum (1609) e le Delitiae C. poetarum Belgicorum (1614). La serie fu continuata da altri studiosi con le Delitiae poetarum Germanorum (1612), le Delitiae poetarum Hungarorum (1619) e le Delitiae poetarum Scotorum (1637).[3]

Da ricordare inoltre: Suspicionum libri IX, emendazioni e glosse interpretative a Plauto, Terenzio e Seneca; il Florilegium ethico-politicum (Francoforte 1610), raccolta di sentenze e proverbi greci, italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc.; il Chronicon chronicorum eeclesiastico-politicum (Francoforte 1614, voll. 4), compilazione di storia della Chiesa; e svariatissime altre opere, collettanei, antologie, in cui il Gruter riversò in diversa misura la sua grande dottrina e la sua abilità compilatoria.

Pratilli :

Laureato in scienze sacre e profane all'Università di Napoli, fu canonico della cattedrale di Capua[2] e seppe abilmente condurre in porto le missioni che il cardinale Niccolò Caracciolo (1703-1728), arcivescovo di quella città, gli affidò presso i viceré e i nunzi apostolici a Napoli nonché presso il cardinale Vincenzo Maria Orsini a Benevento anche quando quest'ultimo fu eletto pontefice (Benedetto XIII, 1724-1730). Morto il cardinal Caracciolo, suo mentore, Pratilli rinunciò al canonicato di Capua e si stabilì a Napoli, dove visse dedicandosi interamente agli studi di storia e archeologia, con i quali si conquistò una solida fama di studioso. La sua opera in campo archeologico si concentrò soprattutto sullo studio delle vie romane e della numismatica; mentre in campo più schiettamente storico si occupò sia della città di Capua, sia di redigere una biografia di Tommaso d'Aquino e della sua famiglia. In riconoscimento delle sue qualità, Carlo III di Borbone lo nominò socio dell'Accademia Ercolanense, dove ebbe come colleghi alcuni dei più eminenti filologi del tempo.

In campo epigrafico, la sua attività falsificatrice incontrò tra i critici più feroci il famoso storico e archeologo Theodor Mommsen, il quale, nel Corpus Inscriptionum Latinarum[15], si espresse sul Pratilli con un giudizio tranchant: "Sequitur qui infestavit et maculavit cum universam regni Neapolitani epigraphiam tum maxime litteratorum lapidum thesaurum Campanum Franciscus Maria Pratillius canonicus Capuanus"[16][17].

Stante il giudizio negativo del Mommsen, nel Novecento sono state riconosciute come autentiche alcune iscrizioni epigrafiche latine riportate dal canonico capuano

Alcune epigrafi eclanensi , dal Pratilli :

P. OTACILIO L.F. PAL. RUFO IIII VIR. I.D. II Q.Q. FLAM. PERPETUO DIVI HADRIANI AB

EODEM EQUO PUBL. HONORATO CURATORI KALENDARI REI PUB AECLANENSIUM

ELECTO AB DIVO PIO PATRONO MUNICIPI

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Q. PAEDIO Q. FIL. PRAETORI TRIB. MIL. PATRONO COLONIAE RESP. AECLANENSIUM D.D.

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L. SECUNDUS L.F. COR CRESCENS II VIR. PRAEF. ALIMON PROV. APULIAE ET LUCAN STATUAM MERCURI OB HONOREM QUINQ. POSUIT IN CUIUS DEDIC. DECUR. SING ET POPUL. VIRITEM DENARIOS SING. DEDIT L.D.D.D.

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DIANAE NEMORENSIS FELICI MAXIMA LUCINIANA PRO INCO LUMIT. ET REDIT L. LUCINI VIRI S. VOT. SOL.

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IMP. CAES. M. ANTONINO AUG. ARM. PARTH. PATRI PATRIAE VIA AD PONTEM AUF. ET VENUSIAM AQUAR. INTERRUPT ET LATROCINIS RESTITUTA AECLANENSES D.D.

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CN. HERENNIUS Q. F. PULCHER PRAEF. LEG. II ITALIC Q. HERDONIO FIL. DULC. N.S. POS. L.D. VIX. AN. XVIIII M. II

 

Q. CEPIDIO NIGERIO AUFUSTIANO INVICTO AURIGATORI IN FACTION VARIS PLURIES AGITATO SEMPER VICTORI AB IMP. DOMITIANO AUG. CAES. PLURIES CORONATO PREMISQ. III AUCTO P.S. VIX. ANN. LXIV M. III LUCILIA APPULEIA UXOR MAR. B.M. FEC.

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PANI MERCURIO SAC. CLAUDIUS OFELLIUS LUPERCUS PRO VOTO

In foto ruderi dell'antica Aeclanum

Aeclanum case.jpg

Aeclanum terme.jpg

Aeclanum.b.jpg

Aeclanum.jpg

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