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E' spuntato fuori nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas in via Ponte Romano.

Quando a Porto Torres si scava nei pressi del cuore dell'antica Colonia Iulia Turris Libisonis le sorprese sono sempre dietro l'angolo. O meglio, sotto qualche metro, decimetro di terra, di asfalto. E' così anche stavolta. Un raffinato mosaico policromo caratterizzato dalla presenza di motivi decorativi geometrici complessi, da una fascia a trecce da un lato e da un ampio spazio bianco dall'altro, è spuntato fuori nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas in via Ponte Romano, nel tratto prospiciente il palazzo della Soprintendenza ABAP, dall'impresa specializzata "Luciano Sini srl" sotto la direzione scientifica della referente della sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza Nadia Canu, con responsabile archeologo Antonella Pandolfi e archeologo-addetto ai rilievi Vincenzo Nubile. Il mosaico realizzato attraverso l'utilizzo di tessere di mille colori, dal rosa all'amaranto, dal rosso al nero, dal bianco all'azzurro al bruno, ricorda altri già scoperti in passato a Porto Torres. Quella riemersa finora è solo la porzione di un pavimento che forse prosegue anche nelle parti limitrofe ancora da scavare e decorava un grande ambiente di un edificio di media età imperiale, la cui estensione è ancora solamente ipotizzabile.
Costruzione sulla quale in epoca successiva, in una fase tardo-imperiale/altomedievale, venne tirato su un nuovo edificio riutilizzando con ogni probabilità materiale della costruzione precedente e basoli di strada. Il mosaico è infatti venuto in luce all'interno di un vano dopo la rimozione di un potente crollo dove spiccavano diversi elementi strutturali e grandi blocchi quadrangolari. Soltanto la prosecuzione delle indagini potrà chiarire le dimensioni del mosaico e della stessa costruzione. Questo pavimento era parte di un edificio fisicamente vicino al cosiddetto quartiere Maetzke, un'area caratterizzata dalla presenza di abitazioni di grande pregio edificate su terrazzamenti sfruttando il dolce declivio del colle del Faro, come la Domus del Satiro e la Domus degli Affreschi. Zona caratterizzata da edifici importanti, collegata da strade i cui resti sono riemersi anche nel corso dei lavori per la realizzazione dei parcheggi de La Piccola, una quindicina d'anni fa, quando riemersero resti di edifici con funzione pubblica forse legata all'attività portuale e, più in alto, dalla presenza di una monumentale costruzione con carattere verosimilmente pubblico, scoperta nel 2006 e scavata nel 2009 tra Via delle Terme e Via Petronia, quindi a pochi metri dal nuovo ritrovamento, una campagna quella del 2009, che regalò straordinarie scoperte come le statue di Ercole e di due personaggi che indossano le corazze da parata, probabilmente due imperatori o comunque personaggi di alto rango. Un'area, nel complesso, che si affacciava sul porto della Colonia Iulia, e con la sua magnificenza costituiva il manifesto della politica di comunicazione della grande potenza della Roma imperiale.

https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2020/06/25/news/archeologia-a-porto-torres-riemerge-un-prezioso-mosaico-romano-1.39008180/amp/

Porto Torres, il mosaico scoperto a "Turris" risale al III secolo

Il mosaico policromo rinvenuto in via Ponte Romano nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas ora ha una datazione: risale alla metà del III secolo, di chiara età imperiale.

Si tratta di una porzione di pavimento, parte di una lussuosa abitazione privata paragonabile a quelle scoperte nel corso delle indagini effettuate dalla Soprintendenza in passato, quali la domus di Orfeo e la domus dei Mosaici marini caratterizzate dall'influenza della scuola africana.

Secondo alcuni studiosi il nome "Turris" dell'antica Colonia Iulia Turris Libisonis deriverebbe dalla presenza di una torre nuragica, collegabile ad una popolazione conosciuta dagli antichi come "libica" che stabiliva quindi un legame antico del Nord Africa (Lybia) e la seconda parte del toponimo (Libisonis). In età romana, era uno dei centri urbani più importanti in Sardegna, l'unica Colonia dell'isola citata dalle fonti storiche, popolata con cittadini romani e fulcro di fiorenti traffici e rapporti con Ostia e gli altri principali porti mediterranei.

La scoperta che rivela elementi decorativi mai documentati a Porto Torres rappresenta un patrimonio storico e culturale ben conservato e di alta qualità che merita di essere musealizzato e reso fruibile. I suoi colori tra figure geometriche e clessidre, emergono in tutta la loro bellezza, e nei prossimi giorni il soprintendente Bruno Billeci fornirà ulteriori dettagli di una scoperta fatta a seguito dei lavori dell'impresa specializzata "Luciano Sini", sotto la direzione scientifica della referente della sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza Nadia Canu, con responsabile archeologo Antonella Pandolfi.

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Modificato da ARES III
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