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Inviato (modificato)

Buona serata

Mi rivolgo a Voi per chiedere un parere storico su un bronzetto votivo (precisiamo subito non è mio, non lo voglio, ne mi interessa il suo valore economico) che viene attribuito alle popolazioni dell'Italia centrale del IV - III secolo a.C.

Questa piccola testa apparentemente calva, all'incirca di qualche centimetro, mi ricorda un fregio di un tempio di cui ho già parlato:

 La cosa interessante è che il fregio è datato IV secolo a.C. , quindi dovrebbe essere coevo al bronzetto.

Qualcuno conosce altri bronzetti simili?

O magari sa anche qualche informazione in più?

Grazie.

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Modificato da ARES III

Inviato

Mi ero scordato di aggiungere un'osservazione: per il fregio si ipotizza che sia un sacerdote etrusco quindi anche il bronzetto potrebbe esserlo ugualmente. Naturalmente sono solo congetture in attesa di qualche conferma esterna.

Inoltre cosa interessante, ma non collegata direttamente (l'arco temporale è troppo ampio per poter avere qualche appiglio, in virtù dei cinque secoli di distanza), ho scoperto che nell'Italia centrale si era diffuso il culto di Iside e che i suoi sacerdoti erano soliti radersi il capo, come risulta anche da una testa in pietra di sacerdote isiaco proveniente proprio dall'Italia centrale, precisamente da Gubbio. 

Vi posto un articoletto su questo:

"Uno scavo archeologico condotto in località Vittorina a Gubbio, nei primi anni ’80, sembra dimostrare la diffusione di culti orientali (in particolare di quello isiaco ) in questa zona impervia e montuosa del centro Italia, dove un tempo sorgeva l’antico centro umbro di Ikuvium, divenuto nel 82 a.C. municipio romano.
Il ritrovamento di due interessanti reperti archeologici, riconducibili alla tradizione egizia e al culto di Iside, sono la prova che nell’entroterra dell’appennino umbromarchigiano vi furono devoti e sacerdoti di Iside fin dal II secolo d.C..
All’interno del museo civico locale si possono ammirare i due reperti: un bronzetto raffigurante il dio bambino Arpocrate (Horus), e una testa scolpita nel marmo risalente al 300 d.C., identificabile con un sacerdote di Iside grazie alla croce distintiva che risulta incisa sopra la tempia destra, a riprodurre la cicatrice a forma di tau semitica che i sacerdoti isiaci erano soliti procurarsi per motivi rituali.

Come spesso purtroppo accade, vuoi per mancanza di fondi vuoi per mancanza di volontà, gli scavi archeologici, per quanto interessanti, non sempre conducono ad ulteriori ricerche.
Ed è davvero un peccato, perché uno scavo come quello effettuato in località Vittorina, a sudest dell’abitato di Gubbio, ha riportato alla luce una necropoli di età imperiale in cui erano stati sepolti sia schiavi che liberti, ed ha permesso di scoprire che tra queste classi sociali che frequentavano l’Ikuvium romana era praticato il culto per la dea egizia Iside.

Il primo aspetto interessante è che tutte le sepolture scoperte nella necropoli eugubina presentano lo stesso tipo di orientamento nordovest – sudest. Tutte, tranne una. La tomba classificata con il n. 117, databile tra il 112 e il 140 d.C., si differenzia infatti dalle altre perchè è l’unica ad essere orientata lungo la direttrice nordest – sudovest, cioè esattamente perpendicolare rispetto alle altre.

Al momento dell’apertura della tomba a fossa, giaceva supino al suo interno lo scheletro di una devota di Iside, forse una sacerdotessa della dea, che al momento della morte poteva avere tra i 35 e i 45 anni.

La testa della defunta era orientata verso nord-est e le sue braccia erano in posizione conserte.
Nella mano sinistra la defunta teneva un piccolo sistro bronzeo, antico strumento musicale ad uso rituale che troviamo spesso rappresentato tra gli attributi di Iside.
Accanto al sistro era visibile anche una strana macchia grigia all’altezza del ventre. Sempre al momento del ritrovamento, due unguentari di vetro erano collocati lungo il lato destro del corpo, vicino all’anca e accanto al ginocchio.
Nella tomba vennero trovati anche due recipienti per unguenti, un bicchiere, un chiodo di ferro e un sesterzio di Traiano, che ha consentito peraltro di datare la sepoltura all’epoca traianea permettendo così di ipotizzare che nel corso del II secolo il culto di Iside si era già diffuso da Roma al territorio eugubino.

La descrizione della tomba n. 117 rivela inoltre la presenza di interessanti tracce lasciate nel corso dell’ultimo rito funerario che fu riservato alla defunta: ai quattro angoli della sepoltura erano stati collocati quattro tymiatheria in ceramica, ovvero quattro incensieri ad uso rituale.
Considerando l’orientamento nordest – sudovest della tomba, è evidente che gli incensieri si trovavano esattamente in corrispondenza dei quattro punti cardinali.

Presso l’incensiere posto a nord della fossa c’era una lucerna a disco con tanto di bollo.
Mentre l’incensiere posto all’angolo sud era provvisto di un frammento di bacino fittile su un lato, fissato verosimilmente per proteggere la fiamma dal vento che forse durante il rito funerario soffiava proprio da quel versante.

Sorprendente è anche la presenza di alcune tracce di tessuto di lino nero, rinvenute al momento dello scavo in uno dei quattro incensieri. Analizzando il frammento di tessuto che si è conservato fino a noi, si è potuto notare che esso presenta ancora i resti di una cucitura servita ad unire due teli di lino nero.

Torna in mente la famosa descrizione della dea che Apuleio fa nell’episodio de L’Asino d’Oro, laddove Iside appare a Lucio sotto queste sembianze: “Indossava una tunica di bisso leggero, dal colore cangiante, che andava dal bianco splendente al giallo del fiore di croco, al rosso acceso delle rose, ma quello che soprattutto confondeva il mio sguardo era la sopravveste, nerissima, dai cupi riflessi, che girandole intorno alla vita le risaliva su per il fianco destro fino alla spalla sinistra e, di qui, stretta da un nodo, le ricadeva sul davanti in un ampio drappeggio ondeggiante, agli orli graziosamente guarnito di frange” (L’asino d’Oro, XI, 3).

L’autore descrive così il nerissimo mantello a frange della dea, caratterizzato tra i due seni dal cosiddetto nodo isiaco.

Questo simbolo, derivato da un antico amuleto egizio detto tjt, aveva una funzione magica che assicurava, a chi lo indossava, protezione sia in vita che durante il viaggio nell’aldilà.

Per creare il nodo isiaco si usavano gli angoli superiori di una stola, in modo tale da formare un cappio che doveva posizionarsi esattamente al centro del petto tra i due seni.

Forse il simbolismo di questo nodo, in ambito funerario, rappresentava come i legami allacciati su questa terra non si sarebbero potuti sciogliere neanche nella vita ultraterrena che attendeva il defunto.

Bibliografia di riferimento:

M.CIPOLLONE, Necropoli in località Vittorina a Gubbio in Notizie degli scavi di Antichità Serie IX vol.XI-XII 2000-2001"

http://www.evus.it/it/index.php/news/reportage/in-italia-sulle-tracce-di-iside/

PS: vi allego la foto della testa di sacerdote isiaco proveniente da Gubbio e quella del bronzetto raffigurante Arpocrate - Horus , ritrovato nella necripoli della Vittorina entrambe conservati nel museo civico di Gubbio

 

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Inviato

Le uniche testine votive che ho trovato in rete sono etrusche: una è conservata nel museo di Fiesole e l'altra nel casentino (e quest'ultima è simile).

Testina votiva etrusca in bronzo.jpg

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Inviato (modificato)

Buongiorno @ARES III, frammento interessante, ammettendo un posizionamento geografico in area centro Italica, ammettendo l'appartenenza alla facies etrusca, ipotizzerei essere un generico bronzetto votivo, nella migliore delle ipotesi potrebbe trattarsi del frammento di un "ombra della sera", enigmatiche statuette non del tutto comprese dagli studiosi.

Da quello che posso intuire dalla foto la testa non mi pare calva, anzi, la depressione che attraversa la fronte potrebbe indicare una sorta di capigliatura con frangia e le ondulazioni sula cima del capo eventuali ricci. 

Tralascerei tutto iI discorso isiaco, la situazione del "pezzo" è troppo aleatoria per poter trarre conclusioni definitive, naturalmente questa considerazione riguarda anche le mie di... considerazioni. ?

Saluti 

Adelchi. 

P. S. @ARES III sempre stimolante, complimenti. 

Modificato da Adelchi66
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Supporter
Inviato
17 ore fa, Adelchi66 dice:

Buongiorno @ARES III, frammento interessante, ammettendo un posizionamento geografico in area centro Italica, ammettendo l'appartenenza alla facies etrusca, ipotizzerei essere un generico bronzetto votivo, nella migliore delle ipotesi potrebbe trattarsi del frammento di un "ombra della sera", enigmatiche statuette non del tutto comprese dagli studiosi.

Da quello che posso intuire dalla foto la testa non mi pare calva, anzi, la depressione che attraversa la fronte potrebbe indicare una sorta di capigliatura con frangia e le ondulazioni sula cima del capo eventuali ricci. 

Tralascerei tutto iI discorso isiaco, la situazione del "pezzo" è troppo aleatoria per poter trarre conclusioni definitive, naturalmente questa considerazione riguarda anche le mie di... considerazioni. ?

Saluti 

Adelchi. 

P. S. @ARES III sempre stimolante, complimenti. 

Buonasera  essendo io umbro e appassionato di storia, archeologia e Numismatica vi posso dire che il piccolo bronzo viene chiamato "testina chiodata" e molto comune nei depositi votivi dei tempietto collinari e montani della Italia centrale. Sono delle rappresentazioni molto schematiche di una testa il supporto era a punta come un chiodo, quello della foto credo che abbia la punta spezzata, la depressione sulla fronte sta a rappresentare un tipo di elmo infatti ne esistono anche con il cimiero e paragnatidi, negli stessi depositi si trovano bronzetti interi con gli stessi tipi di teste, quelle chiodata secondo me era una forma più economica per fare una offerta, come oggi in chiesa possiamo accendere una semplice candela od un cero di peso maggiore. Di solito  queste teste o bronzetti interi rappresentavano un guerriero, gli studiosi li interpretano come una rappresentazione di Marte. Saluti

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Inviato

Grazie @Ranbel.

Potresti citare qualche testo e qualche foto per arricchire la discussione ?

Grazie ancora.


Inviato

Purtroppo ho trovato al momento solo questa testina (assieme a due orecchie orecchie) votiva in terracotta di provenienza laziale, presso il Museo Civico Bruzza di Vercelli.

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Inviato

No gli unici bronzetti votivi italici che trovo (ma che credo tutti noi conosciamo meglio) sono quelli a forma di stella:

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Inviato

Ho trovato solo numerose terrecotte votive, raffiguranti statuette, teste, mezze teste, maschere, parti anatomiche e animali, soprattutto conservate presso il Museo archeologico di Sezze e rinvenute nell’area del santuario suburbano di Crocevecchia (fine del IV e il II sec. a.C.), che testimoniano non solo la venerazione di una divinità legata alla sanatio, ma soprattutto evidenziano le particolari esigenze di salute e prosperità dei fedeli. La grande quantità di testine femminili e coppie di coniugi in terracotta potrebbero essere riferiti al culto di Giunone Regina, divinità protettrice del mondo femminile, della procreazione e della famiglia.

https://www.archeomedia.net/sezze-lt-museo-archeologico/

sezze-1.jpg


Inviato
6 ore fa, Ranbel dice:

Buonasera  essendo io umbro e appassionato di storia, archeologia e Numismatica vi posso dire che il piccolo bronzo viene chiamato "testina chiodata" e molto comune nei depositi votivi dei tempietto collinari e montani della Italia centrale. Sono delle rappresentazioni molto schematiche di una testa il supporto era a punta come un chiodo, quello della foto credo che abbia la punta spezzata, la depressione sulla fronte sta a rappresentare un tipo di elmo infatti ne esistono anche con il cimiero e paragnatidi, negli stessi depositi si trovano bronzetti interi con gli stessi tipi di teste, quelle chiodata secondo me era una forma più economica per fare una offerta, come oggi in chiesa possiamo accendere una semplice candela od un cero di peso maggiore. Di solito  queste teste o bronzetti interi rappresentavano un guerriero, gli studiosi li interpretano come una rappresentazione di Marte. Saluti

Mi associo alla richiesta di @ARES III nel sollecitare una tua pubblicazione di esempi del tipo di bronzetti "testina chiodata". 


Inviato

Ad una sommaria scorsa sul web ho ottenuto solo questo risultato, un 'immagine dal museo archeologico di Terni in cui appaiono una serie di bronzetti votivi tra cui spicca una specie di grosso chiodo che rimanda al nostro bronzo, purtroppo la foto non è sufficientemente nitida da essere dirimente. 

Screenshot_20200612_061529.jpg

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Inviato (modificato)

 @Agricola @Theodor Mommsenavete qualche foto e/o informazioni su questo tipo di bronzetto votivo chiamato "testina chiodata" ?

Grazie.

 
Modificato da ARES III

Supporter
Inviato
15 minuti fa, ARES III dice:

 @Agricola @Theodor Mommsenavete qualche foto e/o informazioni su questo tipo di bronzetto votivo chiamato "testina chiodata" ?

Grazie.

Buongiorno nella foto pubblicata da Adelchi66 la testina chiodata è quella con il numero 17 appena avrò un po' di tempo cercherò tro le pubblicazioni in mio possesso alcune risalgono al 18mo secolo, ma sinceramente sul momento non saprei dove andarle a cercare, saluti

Supporter
Inviato

Scusatemi ma sono abbastanza imbranato con la tecnologia non so perché ma la mia risposta è compresa nella citazione che ho fatto di Areslll


Inviato

Ciao @ARES III , mi dispiace deluderti ma non saprei proprio dove documentarmi ; posso pero' trarre una considerazione personale su questi bronzetti chiodati , quindi prendila per quello che e' , una ipotesi : come accade per gli oggetti votivi cristiani in particolare le immagini della Madonna che nelle Chiese vengono appese a parete per grazie ricevute , in egual modo questi particolari bronzetti potrebbero essere stati oggetti votivi infissi in qualcosa .

Inviato

@Ranbel eventualmente se non riesci a postare immagini o testi, potresti almeno indicarci i

Il 11/6/2020 alle 23:57, Ranbel dice:

depositi votivi dei tempietto collinari e montani della Italia centrale

a cui alludi? O i musei dove sono raccolti? 

Grazie.


Supporter
Inviato
2 ore fa, ARES III dice:

@Ranbel eventualmente se non riesci a postare immagini o testi, potresti almeno indicarci i

a cui alludi? O i musei dove sono raccolti? 

Grazie.

Buongiorno mi sto attrezzando con un carissimo amico per pubblicare una piccola ricerca in merito  vedremo di mettere tutte le notizie in m compresi i testi che nel passato hanno trattato questo argomento, intanto ti posso dire che anni fa partecipai in qualità di rappresentante della amministrazione comunale a due campagne di scavo fatte a Monte Moro unluogo di culto situato nel comune di Montefranco. Furono rinvenuti numerosi ex voto che credo siano nei depositi del museo archeologico di Spoleto come pure credo quelli di Forma cavaliera , di Monteleone, diRuscio, oppure nei depositi del museo di Terni o Perugia per gli scavo di Torre Maggiore o Grotta Bella, in pratica il nostro territorio è pieno di luoghi sacri alcuni scavati altri preda di clandestini. Il luogo sacro più importante è quello di di Ancarano dov si dice si riunivano le varie tribù umbre e i cui reperti credo siano a Villa Giulia. Comunque di solito nelle vetrine dei musei locali si vede solo una piccolissima parte dei reperti ancora meno le testine chiodata che vengono considerate di scarso impatto visivo, saluti

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Supporter
Inviato

Buona sera, come promesso ho ricevuto da poco uno scritto dal mio carissimo amico Dr Carlo Faioni che condivido qui in allegato. Ho scoperto inoltre che é anche autore di una pubblicazione riguardante i bronzetti umbri. Potrete costatare che sono molto rare le documentazioni fotografiche riguardanti le testine chiodate, perché considerate di scarso interesse artistico. Mi ha fornito un elenco di bibliografia che tratta i bronzetti umbri. 

-Colonna G., Bronzi votivi umbro sabelici a figura umana (1970)

-Todi Preromana, catalogo del Museo comunale di Todi

-Bignami Luigi, Bronzetti della Valle del Fuino di Cascia

- Spoleto, il colle della Rocca, primi risultati di scavo, a cura del MIBAC

- Finetti A., Dal Paleolitico alla Conquista Romana

-Fulginates e Plestini, popolazioni antiche nel territorio di Foligno, a cura della Soprintendenza archeologica dell'Umbria. 

Tra questi testi il più importante é il Colonna, perché tratta in modo dettagliato tutta la produzione di bronzetti dell'Italia centrale, identificando e associando i diversi stili alle aree geografiche. 

Spero di aver soddisfatto la vostra disponibilità e rimango a vostra disposizione. 

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  • Grazie 1

Inviato

Grazie @Ranbel per averci consegnato la giusta chiave di lettura che non solo apre ma addirittura spalanca le porte di questa discussione.

Adesso dovremmo tentare di ricercare le foto di quelle altre testine votive.


Inviato

Scusa @Ranbel hai tu o il Dr. Fabioni qualche copia di queste pubblicazioni ?

Perché in caso affermativo, vi pregherei, anche a nome di tutti gli utenti del forum, di postarci qualche foto.

Grazie ancora.


Supporter
Inviato
59 minuti fa, ARES III dice:

Scusa @Ranbel hai tu o il Dr. Fabioni qualche copia di queste pubblicazioni ?

Perché in caso affermativo, vi pregherei, anche a nome di tutti gli utenti del forum, di postarci qualche foto.

Grazie ancora.

Buongiorno, non tanto io, ma Carlo possiede decine di pubblicazioni sull argomento, io ho fatto alcune foto, soprattutto delle copertine, e poche dei contenuti, se il sistema me lo consente ve le invierò volentieri, ma tenete presente che sono un pessimo fotografo ed ogni vota che provo a caricare una foto incontro difficoltà come è già successo poco fa, tanto che ho dovuto riscrivere tutto il testo, saluti

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Supporter
Inviato
Il 13/6/2020 alle 22:22, ARES III dice:

Sono d'accordo con @Adelchi66

Sono riuscito a rimpicciolire altre foto, spero di poterle caricare tra cui un piccolo bronzo di tipologia molto comune che ha la testa identica a quella con cui ARES terzo ha iniziato questa discussione, 

IMG_20200615_203848.jpg

Screenshot_20200615_203736.jpg

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Supporter
Inviato
Il 15/6/2020 alle 09:25, ARES III dice:

Scusa @Ranbel hai tu o il Dr. Fabioni qualche copia di queste pubblicazioni ?

Perché in caso affermativo, vi pregherei, anche a nome di tutti gli utenti del forum, di postarci qualche foto.

Grazie ancora.

Scusatemi ma l argomento è per me molto affascinante non solo p le testine chiodate ma anche per altri ritrovamento avvenuti nelle stipi votive, per questo vorrei attrarre la vostra attenzione sul volume che tratta del ritrovamento della stipe votiva di Valle Fuina nei pressi di Cascia. In pratica il volumetto è tratto da una cronaca settecentesca che narra come in seguito ad un nubifragio il torrente che attraversa la valle ebbe una grande piena, alla fine della quale gli abitanti trovarono il greto cosparso di ex voto bronzei, intervenne un delegato del papa per  cercare di recuperare il materiale, ci furono persone che furono addirittura torturate.Comunque furono recuperati vari tipi di statuette alcune anche di notevole pregio, ed anche numerose monete  delle serie fuse o greche di queste esistono dei disegni, secondo me sono tutte identificabili tranne una che vorrei condividere con voi ed avere un vostro parere, perché non credo  che come dice chi a scritto la didascalia che sia greca ma piuttosto di ambito etrusco, vi sarei grato di avere un vostro parere anche se sono andato fuori tema, saluti

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