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Qualche giorno fa, in una calda e luminosa giornata di sole,  percorrevo con la mia auto la SR 10 che collega Alessandria  a Tortona. È un tragitto che faccio spesso,  sia per motivi di lavoro che per motivi personali. Questa strada attraversa una vasta e quasi sconfinata pianura che fu teatro della celebre battaglia di Marengo del 14 giugno del 1800,  di cui proprio in questi giorni ricorrono quindi i 220 anni.

Alessandria-Tortona.png

Torniamo quindi a Marengo in quella assolata giornata di giugno...

Nel 1799 Napoleone era dovuto tornare in tutta fretta dalla spedizione in Egitto per arginare la nuova coalizione (l’ennesima) formatasi contro la Francia rivoluzionaria. In quel momento la situazione interna del paese era molto grave e Napoleone, con il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre) 1799,  assunse  la guida della nazione con il titolo di primo console.

Napoleon_-_4.jpg

 

Subito dovette occuparsi della situazione militare,  tutt'altro che rosea. Praticamente quasi l’intera Europa era un unico e grande campo di battaglia e i  Francesi avevano già subito duri smacchi quasi ovunque.  In tutta Italia le repubbliche rivoluzionarie erano state rovesciate e  i filofrancesi perseguitati o messi in fuga.  A causa della decisione dello zar di Russia  Paolo I di richiamare i suoi eserciti dopo la disfatta di Zurigo e di abbandonare di fatto la coalizione, sul continente erano rimasti solo gli Austriaci a fronteggiare le armate francesi.  All'inizio dell’anno 1800 Napoleone si mise al comando della cosiddetta “Armata di riserva”  (che aveva  radunato in tutta fretta e con pochi fondi) e la guidò in Italia. Attraversò il passo del Gran San Bernardo e, come  il buon vecchio Annibale, giunse in pianura. I Francesi erano mal equipaggiati, mal nutriti e peggio pagati, ma avevano dalla loro la buona stella del loro comandante e  Il 9 giugno 1800 sconfissero un avamposto delle truppe austriache  a Montebello, vicino a Voghera. A questo punto Napoleone si concesse una pausa,  convinto che le prime cariche austriache fossero solo astuti diversivi per coprire una ritirata. Il suo obiettivo era quindi quello di intercettare il ripiegamento del nemico e pertanto decise di dislocare parte delle sue truppe  lungo le diverse direttrici di fuga.

Così,  quando il 14 giugno l’avanguardia francese disposta nella piana di Marengo venne attaccata, Napoleone non si preoccupò più di tanto pensando a una semplice scaramuccia e  rimase erroneamente di questo parere per quasi tutta la mattinata. Tuttavia, le cose precipitano rapidamente. Le sue divisioni di prima linea, sotto la pressione austriaca cominciano a ritirarsi.  Il sacrificio di due battaglioni della sua guardia consolare evitarono che il ripiegamento  si trasformasse in una rotta. La situazione si fece sempre più critica per i Francesi al punto che gli Austriaci si convinsero di poter avere facilmente la meglio. Napoleone resosi però finalmente conto della catastrofe incombente cercò di prendere contromisure e nel primissimo pomeriggio mandò a richiamare in generale Desaix che, secondo i piani errati del mattino,  era stato mandato verso Novi per bloccare la ritirata agli Austriaci in direzione di Genova. Il generale però,  sentendo i cannoneggiamenti, era già tornato indietro più velocemente possibile, ancora prima di venir raggiunto dai messi di Napoleone.

300px-Louis_charles_desaix.jpg

Desaix era un uomo straordinario. Napoleone lo stimava come il migliore tra i suoi generali e pertanto lo informò subito della débâcle  del mattino. Desaix allora chiese «Che ora sono? Le 17? Questa battaglia è perduta. Ma c’è tempo per vincerne un’altra». Iniziò così la riscossa francese. Con le truppe appena rientrate, Napoleone ed il suo stato maggiore pianificarono la controffensiva affidata proprio  agli uomini del generale Desaix la cui carica fu vincente: le truppe austriache arretrarono e si ritirarono, sconfitte alle prime ombre della sera. Nell’attacco vittorioso lo stesso Desaix, vero artefice  della vittoria, troverà la morte. Il giorno dopo uno sconfortato Melas , comandante degli Austriaci,  firmò la Convenzione di Alessandria e si ritirò ad est del Mincio.

È incredibile il destino. Quella che sembrava un catastrofe finì per diventare per Napoleone una delle sue vittorie più belle, sicuramente la più emblematica: quella che ha fatto nascere il suo mito di condottiero invincibile. A questo ha però contribuito  la propaganda del vincitore. All’indomani della battaglia il resoconto degli scontri venne rielaborato e abilmente modificato per cancellare ogni dubbio su genio militare di Napoleone. I fatti del mattino vennero infatti messi in secondo piano e ridotti ad  una sorta di mossa strategica per attirare gli austriaci una trappola mentre tutta l'attenzione venne  posta sul pomeriggio, sulla controffensiva vittoriosa illuminata dall'estremo sacrificio di Desaix che, bello e giovane, si prestava  bene come eroe-icona della vittoria.

L'impresa di Marengo venne  celebrata nel 1805 quando Napoleone,  ormai imperatore,  scese a Milano,  per essere incoronato anche re  d'Italia. Il  5 maggio (guarda caso) a Marengo si mise  in scena una vera e propria ricostruzione della battaglia con  soldati come attori e figuranti (anche ai nostri giorni si effettua annualmente  la rievocazione in costume, ma purtroppo quest’anno non sarà possibile a causa del Coronavirus). In quell'occasione Napoleone ordinò che si costruisse una piramide a  ricorda della vittoria. L'opera fu sicuramente iniziata,  ma oggi non ne rimane traccia, nemmeno la memoria della sua collocazione .

Secondo la tradizione, la sera della vittoria, mentre si trovava nel suo quartier generale che lo ospitava, Napoleone mangiò un piatto  inventato dal suo cuoco personale: quello che poi sarebbe diventato il “pollo alla Marengo” con ingredienti trovati casualmente in una cascina:  pollo, pane, uova  e gamberi di fiume.

Pollo alla Marengo.png

E visto che siamo in un sito di numismatica….per celebrare la vittoria, fu poi coniata una moneta d’oro, il marengo, per l’appunto.. (spero sia la moneta esatta.....non e' la mia monetazione....:pardon:)

Marengo_90002298.jpg

Il campo di battaglia si estende grosso modo tra Alessandria e Torre Garofoli (verso Tortona) dove era acquartierato Napoleone (vedi prima cartina). La zona della battaglia si chiama nel suo complesso, zona delle Fraschetta.

Questa e’ la cascina di Torre Garofoli dove aveva sede il quartier generale di Napoleone:

Cascina di Torre Garofoli.jpg

image.png

cartello.jpg

Il corpo di Desaix venne portato proprio in questa cascina di Torre Garofoli che era stata già trasformata in un grande ospedale militare (lì furono portati anche gli ufficiali austriaci prigionieri).

Oggi tutto intorno e’ ancora campagna, una landa piatta, ordinata e ben coltivata su cui spiccano qua e là qualche cascinale o qualche fabbrica (eh sì, qualcosa e’ cambiato…). A proposito di fabbriche, i combattimenti del mattino cominciarono nella zona dove ora vi è la fabbrica della Paglieri (ricordate il talco “Felce Azzurra”?) e la villa (il Castello di Marengo, quel quadratino verde in basso a sinistra che ospita ora il museo della battaglia "M M") per poi concentrarsi proprio nei  campi lì attorno.

InkedCartina vigna santa_LI.jpg

94050_alessandria_museo_di_marengo.jpg

La villa ottocentesca con facciata in trompe-l’oeil ha nel cortile antistante una delle poche statue ancora visibili di Napoleone primo console sfuggite alla furia della Restaurazione.

I Francesi, dopo aver resistito a lungo proprio in prossimità della villa (fossato del Fontanone, in parte ancora visibile nel parco del museo) cominciarono a retrocedere sulla direttrice verso Tortona.  A San Giuliano Vecchio Napoleone incontrò Desaix e con lui pianificò l’offensiva che si tradusse nella vittoria al cui esito Desaix contribuì in modo decisivo con il sacrificio della vita. Morì infatti in località Vigna Santa (un vecchio toponimo), dove ora vi e’ un agriturismo omonimo al cui interno e’ presente il cippo commemorativo nel punto in cui cadde il generale:

Vigna Santa.jpg

Interessante, infine, la visita la Marengo Museum che si trova nella Villa di cui sopra e il cui ingresso (sul lato posteriore, che guarda un gruppo di case d’epoca di Spinetta) e’ a forma di piramide, a ricordare quella che volle Napoleone.  Il museo che ricostruire gli avvenimenti del 14 giugno 1800 porta il visitatore nel tempo napoleonico descrivendo gli aspetti militari e politici della campagna e  illustrando chi fossero e  come vivessero i protagonista di quegli eventi che hanno segnato un’epoca.

Onestamente non so se in questo periodo il museo sia aperto.

museo.jpg

Una ultima annotazione:

Nella cartina e’ indicato l’albero di Napoleone:

Un grosso platano alto circa 40 mg che la tradizione vuole sia stato piantato nel 1800 da Napoleone per onorare i caduti e i feriti di entrambi gli schieramenti. Oggi la pianta sfida il traffico al km 96 della SR 10.

34220_albero-di-napoleone.jpg

 

Fonti: 

- Marco Scardigli: Il viaggiatore di battaglie. UTET

- Marengo, la vittoria dell'eroe che disobbedì a Napoleone. Di Gianni Riotta. La Stampa

Link utili: 

http://www.marengomuseum.it/

Buona serata da Stilicho

 

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