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Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Iulia Maesa era sorella di Iulia Domna, e nonna sia di Elagabalo che di Alessandro Severo. Se la cavò molto meglio delle due figlie (Iulia Soaemias e Iulia Mamaea), entrambe assassinate, ciascuna assieme al proprio figlio imperatore, e morì nel suo letto nel 225 d.C. Sembra che avesse avuto un ruolo importante nella rivolta contro Macrino, e quindi nel ristabilimento della dinastia dei Severi.

In questo denario (piccolo e leggero: 2,1 g. e 18,5 mm) ha un ritratto che mostra i segni dell'età; al rovescio la PUDICITIA (virtù non  difficile a quel punto, si potrebbe dire...)

PIC_5331.JPG

PIC_5332.JPG

Modificato da gpittini
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Inviato

In effetti, l'immagine del dritto  mi ricorda quella tranquillizzante della nonnina del cioccolato Talmone...

See the source image

...anche se certamente,  in questa moneta, Iulia Maesa dovrebbe avere circa 50 anni...Non poi così vecchia, dai!!?:lol:

Scherzi a parte, ecco la definizione di pudicizia (Treccani):

"Disposizione d’animo e atteggiamento caratterizzati da un forte senso di pudore, di riserbo, di vergogna, spec. nei confronti di quanto riguarda la sfera sessuale."

Non proprio quella che aveva l'autorità emittente della moneta:  suo nipote Elagabalo; nè sua figlia e madre dello stesso: Iulia Soemia.

Tornando alla moneta, devo dire che il ritratto del dritto mi piace molto, e' davvero espressivo (mi fa immaginare i capelli bianchi...) e si sposa perfettamente con il rovescio: 

1948.19.1788.rev.width175.jpg

La PVDICITIA sta stendendo un velo sul viso.

Forse veramente Iulia Maesa avrebbe voluto non vedere; non vedere anche ciò a cui aveva purtroppo contribuito.

Buona notte.

Stilicho

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Inviato (modificato)

Elagabalo, imperatore e nipote di quella nonna tanto devota alla Pudicitia, era uomo di grande delicatezza d'animo, tanto da amare alla follia non solo l'impero e i suoi due amanti, ma cosa? I fiori.

Già, sembrerà strano a molti, specie a quelli di noi non troppo amanti della pittura, che l'imperatore prediligesse le rose. In un suo famoso dipinto, il grande pittore olandese Sir Lawrence Alma-Tadema volle trasferire su tela, con i suoi magici oli, la rappresentazione di una scena inverosimile, tanta è la meraviglia cromatica che è capace di sprigionare: "The Roses of Elagabalus", ovvero "Le Rose di Elagabalo". Tanti, tantissimi fiori cascanti su un banchetto, ma tanti da non poter capire, ad uno sguardo sprovveduto, cosa stia succedendo.

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Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912),  "The Roses of Elagabalus", 1888

Rosei e leggeri, i petali cadono come farfalle su splendide donne e giovani romani incoronati di serti di lauro, mollemente sdraiati sui triclini.

Più in alto, una suonatrice di flauti intona melodie; in un braciere bruciano incensi profumati; in secondo piano l'imperatore con diadema d'oro contempla estasiato, o forse commosso, o forse divertito, la scena; accanto a lui la nonna Giulia Mesa, la madre Giulia Soemia, la moglie Annia Faustina, le donne di corte e un generale fedele, quello con il viso rubizzo e il bicchiere alzato, Publio Valerio Comazone Eutichiano, comandante della Legione Gallica, di stanza a Tiro; sulla destra, in basso con la tunica verde, il biondo Hierocle, amante dell'imperatore insieme all'altro, ma assente, il famoso Zotico, noto a Roma per la grandezza del suo membro. In fondo a tutto, una statua bronzea di Bacco.

Il pittore di sua fantasia vi pone poi una fanciulla con qualcosa tra le mani, una melagrana: frutto di morte per i Romani, mangiato da Proserpina prima di scendere agli Inferi. Una nota dissonante in quella festa dei fiori? No.

Se Alma-Tadema ci rappresenta quella festa a colori, lo storico Erodiano, contemporaneo dell'imperatore, ce ne tramanda il ricordo scritto. Un banchetto, insomma di questo si trattò, un delizioso convivio che però non aveva niente di romano, perché l'imperatore amava organizzare feste e banchetti sempre più sorprendenti e diversi, tali che dovessero ogni volta lasciare sorpresi gli amati ospiti. Gli ospiti di quella speciale festa delle rose restarono infatti molto molto stupiti, ma fino a un certo punto, oltre il quale tutto cambiò.

Ci narra Erodiano: "Oppressit in tricliniis versatilibus parasitos suos violis et floribus, sic ut animam aliqui efflaverint, cum erepere ad summum non possent". In pratica Elagabalo "sommerse i suoi ospiti, sdraiati sul triclinio mobile, con viole e altri fiori, così che alcuni non riuscendo a liberarsi, morirono soffocati".

Ecco come si svolsero i fatti: l'imperatore aveva fatto preparare in quella sala un falso soffitto, che reggeva una enorme quantità di petali di rosa, rose, viole e altri fiori profumati. A un certo punto il Velarium si staccò e in uno schiocco sordo una inverosimile cascata di petali e fiori inondò i convitati. La marea li coprì e li sommerse a tal punto che alcuni finirono all'Ade. Credo che quello insomma fu per Elagabalo un banchetto molto ben riuscito.

- - -

Erodiano, Historia Augusta, libro XXIX. 

"Passioni, Intrighi, Atrocità degli Imperatori Romani", F.Sampoli, Newton Compton Editori, 2007

Modificato da Hirpini
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@Hirpini

Conoscevo il  dipinto, ma non conoscevo assolutamente l'interpretazione dell'opera né la sua analisi dettagliata. 

Il tuo intervento mi è piaciuto molto. 

Ciao da Stilicho 

 

  • Grazie 1

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Sul numero di maggio di Panorama Numismatico c’è un articolo di Corrado Marino dal titolo “Un teen ager folle e perverso sul trono: Elagabalo” che parla delle nefandezze che si susseguirono durante il breve regno di questo imperatore. Una di queste furono le nozze con una vestale, Aquilia Severa, avversate dal Senato in quanto la violazione del voto di castità di una sacerdotessa e del suo complice (evidentemente escluso l’imperatore!) era punita con una morte orribile per entrambi: la donna era sepolta viva e l’uomo, rinchiuso in un sacco assieme a un avvoltoio e a un gatto selvatico, era abbandonato a morire sul greto del Tevere.

Oltre alle nozze con diversi uomini, tra cui un auriga (senza apostrofo!) e un gladiatore, scrive Cassio Dione nella Storia romana che Elagabalo si dipingeva le palpebre, si depilava e indossava parrucche prima di prostituirsi nelle taverne e nei bordelli, e persino nel palazzo imperiale: «Infine, riservò una stanza nel palazzo e lì commetteva le sue indecenze, standosene sempre nudo sulla porta della camera, come fanno le prostitute, e scuotendo le tende che pendevano da anelli d'oro, mentre con voce dolce e melliflua sollecitava i passanti.» I passanti che in questo caso erano le sue guardie.

Qui sono descritte varie monete di questo imperatore.

 

 

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Inviato

@apollonia cose orribili a sentirsi, superano quelle poche che sapevo. Come il giorno che il suo amante (non ricordo se il biondo Hierocle o il superdotato bruno Zotico) gli si rivolse dicendo "Sì, mio signore!" e lui lo redarguì severamente: "Non chiamarmi mai più Signore. Io sono la tua Signora!???. Cose da pazzi. Qui c'è da ridere, ma per il resto c'è veramente da piangere. Tanto che m'è passata la voglia di parlare di pittura, avevo pronto un nuovo intervento, ve lo farò leggere un'altra volta.


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Inviato
3 ore fa, Hirpini dice:

@apollonia cose orribili a sentirsi, superano quelle poche che sapevo. Come il giorno che il suo amante (non ricordo se il biondo Hierocle o il superdotato bruno Zotico) gli si rivolse dicendo "Sì, mio signore!" e lui lo redarguì severamente: "Non chiamarmi mai più Signore. Io sono la tua Signora!???. Cose da pazzi. Qui c'è da ridere, ma per il resto c'è veramente da piangere. Tanto che m'è passata la voglia di parlare di pittura, avevo pronto un nuovo intervento, ve lo farò leggere un'altra volta.

@Hirpini 

È probabile che Elagabalo fosse veramente un transessuale, come documentato dal fatto che si fece circoncidere ed ebbe poi pensato di sottoporsi all’evirazione, anche se non ne ebbe il coraggio e rinunciò.

Non vedo però il motivo di procrastinare il tuo intervento sulla pittura.

apollonia

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Inviato

Nella Storia Augusta , dove Elio Lampridio parla della vita di Eliogabalo , si leggono talmente tante nefandezze che avrebbe compiuto questo "Imperatore" romano che riesce difficile credere che un "uomo" possa averle realmente compiute ; infatti l' autore si scusa con il lettore per quanto fu , in base a verita' , costretto a scrivere .

Inviato (modificato)

E' vero @apollonia, non c'è motivo, quindi riprendo un attimo il discorso sul dipinto di Alma-Tadema perché vorrei postarne tre particolari che rendano chiaro il livello artistico cui giunse la pittura vittoriana e preraffaellita neoclassica, nel rievocare tempi a noi familiari per la materia che trattiamo ogni giorno: 

elaga.thumb.jpg.765d36d5018269ae7290a17c0e3fa0ec.jpg

 Qui vediamo a sinistra il giovane Elagabalo accanto alla madre Iulia Soemia, quindi il generale Eutichiano che brinda al soffocamento dei commensali e alla sua destra l'Augusta Annia Faustina (così credo per la somiglianza con le sue sculture) e altre donne di corte. Il pittore ha dato all'imperatore un'espressione quasi indifferente, mentre il diabolico generale alza il calice contemplando sadicamente la scena. Iulia Soemia sta a guardare con un ambiguo sorrisetto sulle labbra, Annia è attratta dalla cascata floreale, ma continua serenamente a spizzicare l'uva.

melograno.thumb.jpg.5f1ab0e4adc696fc385bd6ba3afb16a3.jpg

Qui è la fanciulla sdraiata su un letto del triclinium,  quella con la melograna premonitrice di morte. Lo sguardo ci dà un addio, sul braccio sinistro una vipera simboleggia la sua imminente fine. Ma insieme ai fiori cadeva qualche serpentello?  ...

Modificato da Hirpini

Inviato (modificato)

... così Alma-Tadema vede il biondo Hierocle, amante dell'imperatore:

amante.jpg.4b1e6c2f42264e68efb295b613bcf36f.jpg

 Vera arte !

HIRPINI

Modificato da Hirpini
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