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100 anni dalla firma di Trianon


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Inviato

Proprio oggi 4 Giugno 2020 ricorre il centenario della firma del trattato di pace avvenuto nel palazzo del Grand Trianon di Versailles (Francia) tra le potenze vincitrici della prima guerra mondiale e l'Ungheria.

Purtroppo l'anno scorso per motivi personali ho mancato l'appuntamento del centenario della firma del trattato di pace di Saint-Germain-en-Laye (Francia) il 10 Settembre 2019 , con la quale l'Austria veniva umiliata.

Purtroppo stessa sorte toccò all'Ungheria, ma con un tocco di ingiustizia maggiore, ma andiamo con calma.

Gli attori principali del trattato furono le potenze vincitrici, i loro alleati e la parte sconfitta. Le potenze vincitrici comprendevano Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia; i loro alleati erano Romania, Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (in seguito Jugoslavia) e Cecoslovacchia; mentre la parte sconfitta era l'ex monarchia austro-ungarica, rappresentata dall'Ungheria.

Confini provvisori dell'Ungheria vennero definiti già tra il Novembre e il Dicembre del 1918. Rispetto al Regno di Ungheria ma quelli definitivi vennero delineati dal trattato del Trianon nel 1920 con i quali si stabiliva la perdita:

- della Transilvania, che divenne parte della Romania

- della Slovacchia e della Rutenia subcarpatica, che divenne parte della Cecoslovacchia, conformemente al trattato di Saint-Germain del 1919.

- del Burgenlabd, sempre in conformità al trattato di Saint-Germain, dopo un referendum svoltosi nel dicembre 1921, venne assegnato all'Austria, mentre il territorio di Sopron optò per restare all'Ungheria

- della Croazia, Slavonia e Voivodina, a favore del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni

- della città di Fiume che, oggetto di dispute territoriali, fu occupata prima da truppe anglo-francesi e subito dopo (settembre 1919) da truppe irregolari italiane che vi restarono, costituendovi uno stato indipendente, fino all'annessione al Regno d'Italia nel 1924 con il trattato di Roma

- della concessione Concessione austroungarica di Tientsin, territorio nella città cinese di Tientsin occupato colonialmente dall'Austria-Ungheria tra il 1902 e il 1920 ed ottenuta dall'Impero asburgico dopo la firma del Protocollo dei Boxer alla conclusione del conflitto tra la Cina e l'Alleanza delle otto nazioni che avevano inviato un corpo di spedizione internazionale per sedare la Ribellione dei Boxer del 1901.

In un momento l'Ungheria perde il 72% del suo territorio e 13 milioni di abitanti (il 64%) a favore di Cecoslovacchia, Romania, Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, Austria e della città indipendente di Fiume. Insieme alle zone abitate preponderatamente da popolazione non ungherese ai nuovi Stati vengono assegnate numerose regioni e città abitate in prevalenza da magiari. Milioni di ungheresi si ritrovano ad essere cittadini di “serie b” in altri Stati (come tutt'ora, purtroppo).  Un problema geopolitico non indifferente per la futura stabilità europea.

L'iniquità sta nel fatto che le province che l'Ungheria perse con il trattato avrebbero dovuto essere solo quelle con una popolazione in maggioranza non ungherese, ma vennero staccati anche dei territori con significative minoranze ungheresi e territori con una maggioranza ungherese (vedi Slovacchia del sud, parti della Transilvania, parti della Vojvodina, Rutenia meridionale).

Dal punto di vista economico, il 61,4% della terra arabile, l'88% dei boschi, il 62,2% delle ferrovie, il 64,5% delle strade battute, l'83,1% della produzione di ghisa, il 55,7% degli impianti industriali e il 67% degli istituti bancari e di credito dell'ex Regno d'Ungheria divennero parte di altre nazioni oltre che pesanti riparazione belliche furono imposte all'Ungheria (200 milioni di corone). Le condizioni militari furono simili a quelle imposte alla Germania dal trattato di Versailles (1919); l'esercito ungherese venne limitato a 35.000 uomini e dovette rinunciare alla coscrizione obbligatoria. Un'ulteriore disposizione stabiliva che in Ungheria non potessero essere costruite ferrovie con più di un binario.

Il trauma del trattato, la perdita del territorio, delle risorse economiche, e della popolazione costrinsero l'Ungheria a perseguire una politica irredenta nel periodo interbellico. L'esito fu il raggiungimento di un'alleanza con le Potenze dell'Asse, le uniche a mostrarsi favorevoli ad una revisione del trattato del Trianon. Per sopprimere le aspirazioni magiare ed accerchiare l'Ungheria in tutti i sensi, i paesi beneficiari del trattato del Trianon (Regno di Romania, Regno di Jugoslavia, Cecoslovacchia) formarono la Piccola Intesa. L'unica direzione geografica e politica aperta alla politica estera magiara rimase appunto l'Italia fascista, e l'Austria.

 

 

 


Inviato

Andiamo nei particolari: col crollo dell'impero asburgico (ottobre 1918) l'Austria e l'Ungheria furono considerate le eredi della duplice monarchia, con la quale venne stipulato l'armistizio di Villa Giusti. Per quanto il gen. Weber fosse autorizzato a trattare e firmare anche a nome del nuovo governo ungherese, tuttavia questo, credendo di ottenere migliori condizioni dall'Intesa, si rifiutò di riconoscere tale armistizio, e si rivolse al gen. Franchet d'Esperey, col quale concluse la convenzione militare di Belgrado (13 novembre 1918). Essa (analogamente all'armistizio di Villa Giusti) non era preceduta da nessuna clausola politica, come avvenne invece nel caso della Germania. Con la convenzione si prevedeva l'occupazione permanente di una zona determinata (art.1) e l'eventuale di altre (art. 3). Di questa clausola si servirono Romeni e Cecoslovacchi per occupare la maggior parte dei territorî da essi rivendicati.

Alla conferenza della pace la difficoltà maggiore fu quella della sistemazione territoriale, a causa delle rivendicazioni degli stati vecchi e nuovi, i quali, per assicurare la propria indipendenza politica ed economica, chiedevano territorî, abitati da Magiari, ma importanti per le risorse minerarie o per le comunicazioni. Lo studio di quel difficilissimo problema fu affidato a commissioni apposite, la prima delle quali fu creata proprio in seguito alle richieste romene (1° febbraio 1919). Tali commissioni fecero un lavoro lungo e difficile. Le loro conclusioni circa le frontiere con la Cecoslovacchia e la Romania furono pubblicate il 13 giugno. Quelle circa le frontiere con la Iugoslavia furono pubblicate in seguito, ma era noto che corrispondevano alla linea dell'armistizio. Tuttavia la firma del trattato venne ritardata di quasi un anno per due ragioni. Anzitutto la rivoluzione ungherese (21 marzo), causata dalle continue richieste romene e cecoslovacche di estendere la loro zona di occupazione, dall'irritazione prodotta in Ungheria dal trattamento fatto alla popolazione magiara nei territorî occupati, dalla difficile situazione creata dalle barriere economiche stabilite dai nuovi stati e dalla conseguente perdita di mercati e di materie prime, dalla disillusione e dallo scoraggiamento prodotti dalle incertezze e dalle lungaggini della conferenza. Caduto il governo dittatoriale comunista ungherese di Béla Kun gli alleati si rifiutarono di trattare con quello legittimista che gli successe. In secondo luogo il ritardo fu dovuto alla rottura prodottasi in giugno fra la conferenza e Bratianu, capo del governo romeno.

Così solo quando si ebbe un nuovo governo romeno che accettò di sgombrare l'Ungheria (14 novembre 1919), e quando in Ungheria venne costituito un governo, riconosciuto dagli Alleati (25 novembre), fu invitata una delegazione ungherese. Questa, composta dai conti Apponyi, Teleki e Bethlen, arrivò a Parigi il 7 gennaio 1920. Il 16 gennaio, nel ricevere le condizioni di pace, Apponyi con un discorso famoso criticò efficacemente le contraddizioni nelle quali erano incorsi gli Alleati, i quali, nel fissare le frontiere, avevano successivamente fatto appello al principio storico, a quello etnografico, a quello economico, per favorire i nemici dell'Ungheria, e così avevano ridotto questa a circa un terzo del territorio e della popolazione di prima, tagliando fuori quasi tre milioni di Magiari, dei quali alcuni costituivano nuclei compatti adiacenti al resto dell'Ungheria, e soprattutto avevano rotto un'unità economica, favorevole in definitiva a tutti. La risposta ungherese particolareggiata seguì il 10 febbraio. Il 6 maggio seguì la replica degli Alleati, basata soprattutto sugli argomenti forniti da Cecoslovacchia, Romania e Iugoslavia, e con la quale si rigettavano quasi tutte le argomentazioni ungheresi e si facevano solo concessioni di secondaria importanza, concedendo 10 giorni per l'accettazione definitiva. Apponyi allora diede le dimissioni, e il 17 maggio gli venne dato il successore, che il 4 giugno 1920 firmò il trattato, ratificato il 13 novembre dal parlamento.

Le disposizioni del trattato del Trianon prevedevano che dei 283 mila kmq l'Ungheria rimanesse con i  soli  91 mila; e quindi la popolazione da quasi 21 milioni passò a 7 e mezzo, dei quali circa 6 milioni e mezzo Magiari, 500 mila Tedeschi, quasi altrettanti Ebrei, 250 mila Slavi e 50 mila Romeni. E così l'Ungheria cedeva agli altri stati oltre 3 milioni di Magiari, dei quali un milione e mezzo alla Romania, quasi un milione alla Cecoslovacchia, e 500 mila alla Iugoslavia. Gran parte di questa popolazione è costituita da isole magiare in mezzo a Slavi e Romeni; parte, invece - pur essendo contigua al resto - fu staccata per assicurare miniere o comunicazioni ferroviarie agli stati confinanti. Furono stabilite perfino stipulazioni particolari che riguardavano la navigazione del Danubio, per cui fu fatto uno statuto apposito.

Per capire visivamente ciò che successe guardatela prima cartina: la Germania grande sconfitta ha perso solo relativamente pochi territorio e popolazione.

 

 

 

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Inviato

Ma perché questo accanimento e da parte di chi ?

1) Nei circoli diplomatici e politici europei (francesi) c’era voglia di punire la Duplice monarchia vista come “un mostro fuori dal tempo”. 

2) La volontà della Francia di creare un sistema politico-militare di alleanze che andava chiaramente a scontrarsi con un’Ungheria forte e puntava a creare una serie di stati alleati di Parigi, la cosidetta “Piccola Intesa”.

Ecce homo!

Strano è che proprio gli Asburgo optarono per non distruggere la Francia post napoleonica nel 1815 e farla restare della stessa consistenza prebellica! Cosa che quasi cento anni dopo i lor signori francesi scordarono la gratitudine.

Inoltre un aspetto poco conosciuto è i nuovi paesi e le nuove nazionalità in ascesa erano ansiosi di diventare grandi il prima possibile e di annettersi il maggior numero dei territori. Anche territori che non avevano niente a che vedere con loro. Come in tutte le guerre il vincitore cerca di accaparrarsi la maggior parte del bottino. Niente di nuovo. A questo bisogna aggiungere la stupida generosità che l’Ungheria ebbe nei secoli precedenti quanso aprì i propri confini a popolazioni che scappavano dall’Impero ottomano. Soprattutto serbi e romeni trovarono rifugio nella pianura o nelle montagne e questi poi andarono a modificare la struttura demografica.

 

 

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Inviato

Per di più la nazioni vincitrici avevano persino voluto ammantare il trattato di pace con una sorta di legittimità e giustizia: nel Gennaio del 1918, dieci mesi circa prima della fine della Prima Guerrra Mondiale, il presidente Americano Woodrow Wilson aveva stilato una lista di obiettivi che aveva chiamato i “Quattordici Punti”, otto dei quali parlavano specificatamente degli accordi territoriali e politici che avrebbero fatto seguito alla vittoria degli stati dell’Intesa Cordiale e che includevano il concetto di diritto all’autodeterminazione delle popolazioni europee e delle varie etnie che vivevano nel Vecchio Continente. Gli altri punti riguardavano invece come prevenire nuovi conflitti; l’ultimo, in particolare, proponeva la costituzione di una Lega delle Nazioni che avrbbe avuto il compito di mediare le controversie internazionali. Wilson sperava che la sua proposta potesse garantire una pace giusta e duratura, una “pace senza vittoria” che avrebbe messo fine alla “guerra per porre fine a tutte le guerre”.

Come è facile prevedere il trattato fu subito ritenuto unilaterale e ingiusto anche dai contemporanei e secondo alcuni storici contribuì in modo significativo allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Come il generale francese Ferdinand Foch commentò: "Questa non è la pace, ma solo un armistizio per 20 anni" (Ruth Henig, Versailles and After, 1919-1933).

Inoltre il principio della riorganizzazione, su base etnica, della carta dell'Europa, accolto dal trattato in base ai Quattordici punti di Woodrow Wilson, paradossalmente - secondo lo storico britannico Eric Hobsbawm - fornì una giustificazione alle successive pulizie etniche e, addirittura, all'Olocausto degli Ebrei.

Ricordiamoci che dopo il primo conflitto mondiale gli Slavi del sud, i Cecoslovacchi e i Rumeni attuarono delle politiche di pulizia etnica sulle popolazioni tedesche e Ungheresi, cose mai fatte ed inimmaginabili durante il vecchio Impero.

 

  • Mi piace 1

Inviato

Questa era una vignetta sarcastica sul ruolo francese nel "gonfiare" le pretese rumene..... bè i francesi si sono sempre dati delle arie e in quell'occasione l'hanno data anche a qualche loro compare.

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  • Mi piace 1

Inviato

Vae victis!  Non ho le competenze per dare un giudizio ma dai dati da te esposti è chiara la volontà di smembrare lo" zoccolo" dell'Impero Austroungarico, proprio per non rifare l'errore fatto a beneficio di francesi  e tedeschi che permise loro di ritornare grandi sul palcoscenico internazionale, fatto che si è voluto assolutamente evitare con l'Ungheria e l'Austria. 

 


Inviato

Alcune cose fanno però male @Adelchi66 :

1- prima della guerra  le popolazioni, seppur compresse in alcuni diritti, non erano tuttavia vessati oppressi cn o discriminati, a qualunque razza o credo si apparteneva. Nell'amministrazione pubblica c'erano moduli in tutte le lingue e persino l'inno imperiale era tradotto e cantato in tutte le lingue.

2- tra la fine della guerra e la firma del trattato di pace (1918-1920) le truppe rumene e serbe compirono razzie, uccisioni di massa, stupri e quant'altro di vomitevole si può immaginare. A conferma di ciò che dico prendete come esempio i fatti in Jugoslavia degli anni Novanta.

3- la tanto agoniata pace ha solo riscombussolato i confini, rendendoli più fragili e passibili di nuove crisi geopolitiche.

4- non capisco i Cechi e gli Slovacchi, che erano parte dell'Impero, hanno combattuto a fianco di Austriaci e Ungheresi, come possono alla fine essere stati trattati come una nazione vincitrice quale la Romania o la Serbia.

5- la Romania era alleata all'Impero, come l'Italia. Poi come l'Italia è passata al campo avversario. Poi ancora prima della fine della guerra la Romania ha firmato la pace con gli Imperi centrali in cambio del riconoscimento della sovranità della Bessarabia (Moldavia attuale) strappata alla Russia durante la rivoluzione bolscevica. Infine, come se quello che avesse firmato equivalesse a carta igenica, dopo qualche mese ha ripreso le armi contro l'Austria-Ungheria.

........

Potrei continuare ma non voglio abusare della pazienza degli utenti.

In definitiva i relativi vincitori (serbi e rumeni) e quelli che si sono accodati a questi (cechi e slovacchi) si sono comportati molto scorrettamente.... E per di più questi non hanno realmente vinto ma eventualmente sono state altre le nazioni vincitrici, anche se gli Imperi centrali si sono arresi soprattutto perché all'interno il popolo aveva voglia di pace ed era stanco dei sacrifici (a cui non era abituato).

Ricordiamoci che la Germania quando ha capitolato non ebbe neppure un soldato straniero sul suo suolo! E questo la dice lunga!

  • Mi piace 1

Inviato

Sei un sognatore... Tu credi veramente che Cechi, Croati, Rumeni, Serbi e così via, potendo sfruttare la situazione contingente a proprio vantaggio si sarebbero potuti ricordare di alleanze precedenti? La ragion di stato vince su tutto. 

 


Inviato

Certamente

1 ora fa, Adelchi66 dice:

ragion di stato vince su tutto. 

Ma fare il volta faccia due volte di fila in una stessa guerra.....ci vuole proprio una faccia come xx xxxx.

Proprio su i romeni e sui cechi dovrei aggiungere che per potersi accaparrare il maggior numero di terra furono capaci di far iscrivere i propri delegati ad una loggia massonica francese. Si sa, se sei un confratello i favori si fanno più facilmente.

E sulla massoneria ci sono studi recenti che dimostrano il loro intervento per aiutare il dissolvimento dell'impero asburgico:

1- nei primi anni del Novecento venne ucciso il re del Portogallo da dei massoni locali e stranamente nel 1913 e nel 1914 proprio uno di loro frequentò assiduamente la loggia di Budapest (e non credo che veniva per vedere le bellezze architettoniche o per parlare di donne e calcio);

2- gli attentatori serbi dell'arciduca Francesco Ferdinando erano iscritti alla loggia massonica di Belgrado;

3- la loggia di Belgrado era una sezione staccata e figlia di quella di Budapest, dalla quale dipendeva in tutto e per tutto.

Se tanto mi dà tanto, fate voi...

Ad aggravare la situazione c'è anche stato l'omicidio del conte Tisza assassinato il 31 ottobre 1918 da soldati ammutinati che poi si scoprì essere tutti affiliati alla massoneria ungherese. Tisza fino al 1917 era stato il primo ministro del Regno d'Ungheria poi una congiura di sinistra riuscì a farlo dimettere. Per evitare che quest'uomo forte tornasse al potere a guidare la nazione per evitare la catastrofe fu eliminato.

Non sono un paranoico complottista, tuttavia le idee liberali e massoniche erano certamente in contrasto con il concetto stesso di monarchia apostolica, quale era l'Ungheria, fondata sulla religione cristiana.


  • 2 settimane dopo...
Supporter
Inviato (modificato)

Complimenti a @ARES III

per la discussione. Mi interessa moltissimo. Non sapevo della ricorrenza. 

Se me lo concedi, utilizzerei informazioni e nozioni per un contributo sul bollettino del mio circolo collezionistico (È Valtellina, a Morbegno).

Modificato da sdy82

Inviato

Buongiorno a tutti ragazzi, 

Ti faccio i miei migliori complimenti @ARES IIIbellissima discussione ho letto con piacere ed entusiasmo.

Grazie. 

Saluti Raffaele 


Inviato
3 ore fa, sdy82 dice:

Se me lo concedi, utilizzerei informazioni e nozioni per un contributo sul bollettino del mio circolo collezionistico

Di che si tratta ?


Supporter
Inviato (modificato)
1 ora fa, ARES III dice:

Di che si tratta ?

Mi spiego meglio.

La tua ricostruzione è per me molto affascinante perché da ormai un paio d'anni ho definito una collezione numismatica incentrata sul trapasso dalle autorità imperiali e sovranazionali europee alle realtà nazionali e particolaristiche nate essenzialmente nella metà orientale del continente dopo la fine della I G.M.
Praticamente raccolgo monete (che posso permettermi) con l' effigie di Nicola II, Guglielmo II e Francesco Giuseppe e le prime serie monetali (che posso permettermi) dei paesi nati dalle rovine di quei tre imperi: Repubblica di Weimar, Polonia, Danzica, Austria, Ungheria, Paesi baltici, Russia sovietica e via discorrendo

È stato piuttosto laborioso delimitare i confini e i criteri di raccolta della collezione. Tuttora ho dei dubbi...

Comunque...

Faccio parte di un circolo filatelico-numismatico di provincia con sede a Morbegno (SO) che edita un semplicissimo bollettino periodico a uso e consumo dei soci e di tutti gli internauti. Diciamo che non c'è alcuna rilevanza scientifica nel bollettino. I contributi hanno carattere prettamente nozionistico. E avrei appunto voluto scrivere di questa mia collezione. Se mi dai il permesso di estrapolare qualche dato e qualche concetto, lo utilizzerei, probabilmente rielaborato secondo l'economia testuale del caso, in un eventuale mio contributo.

Approfitto anzi per chiederti quali sono le tue fonti.

E comunque... ancora complimenti.
Magari hai scritto qualcosa anche in merito al trattato con l'Austria? 

Modificato da sdy82

Inviato
2 ore fa, sdy82 dice:

Mi spiego meglio.

La tua ricostruzione è per me molto affascinante perché da ormai un paio d'anni ho definito una collezione numismatica incentrata sul trapasso dalle autorità imperiali e sovranazionali europee alle realtà nazionali e particolaristiche nate essenzialmente nella metà orientale del continente dopo la fine della I G.M.
Praticamente raccolgo monete (che posso permettermi) con l' effigie di Nicola II, Guglielmo II e Francesco Giuseppe e le prime serie monetali (che posso permettermi) dei paesi nati dalle rovine di quei tre imperi: Repubblica di Weimar, Polonia, Danzica, Austria, Ungheria, Paesi baltici, Russia sovietica e via discorrendo

È stato piuttosto laborioso delimitare i confini e i criteri di raccolta della collezione. Tuttora ho dei dubbi...

Comunque...

Faccio parte di un circolo filatelico-numismatico di provincia con sede a Morbegno (SO) che edita un semplicissimo bollettino periodico a uso e consumo dei soci e di tutti gli internauti. Diciamo che non c'è alcuna rilevanza scientifica nel bollettino. I contributi hanno carattere prettamente nozionistico. E avrei appunto voluto scrivere di questa mia collezione. Se mi dai il permesso di estrapolare qualche dato e qualche concetto, lo utilizzerei, probabilmente rielaborato secondo l'economia testuale del caso, in un eventuale mio contributo.

Approfitto anzi per chiederti quali sono le tue fonti.

E comunque... ancora complimenti.
Magari hai scritto qualcosa anche in merito al trattato con l'Austria? 

Buonasera , per estrapolare informazioni e riportarle all' esterno del Forum , prima che ad @ARES III , devi chiedere autorizzazione allo Staff del Forum .

Inviato
4 ore fa, sdy82 dice:

La tua ricostruzione è per me molto affascinante perché da ormai un paio d'anni ho definito una collezione numismatica incentrata sul trapasso dalle autorità imperiali e sovranazionali europee alle realtà nazionali e particolaristiche nate essenzialmente nella metà orientale del continente dopo la fine della I G.M.
Praticamente raccolgo monete (che posso permettermi) con l' effigie di Nicola II, Guglielmo II e Francesco Giuseppe e le prime serie monetali (che posso permettermi)

Grazie.

Non è necessario il mio assenso, dal momento che questa non è una pubblicazione soggetta a diritti o quant'altro. Comunque sono lusingato e mi fa piacere il tuo apprezzamento.

Naturalmente non ricordo quando mi sono iscritto al forum di aver mai sottoscritto alcunché riguardante la cessione eventuale dei miei diritti sui mie scritti o sulle mie opere d'intelletto....quindi @sdy82 hai fatto bene giuridicamente a consultarmi, anche se personalmente non ritengo che questi brevi accenni siano meritevoli di tale onore e richiesta.

Comunque per essere sempre garbati sentiamo anche un parere (secondo me utile ma non vincolante) dello staff @incuso

Per tagliare la testa al toro riferisci fonte (forum lamoneta.it , allegando il link della pagina esatta, correlata del titolo della discussione) e naturalmente l'autore dello scritto (se vuoi in MP posso darti il mio nome, ma per questo ne parliamo in seguito) .

 

 

 

  • Grazie 1

  • ADMIN
Staff
Inviato
5 minuti fa, ARES III dice:

Per tagliare la testa al toro riferisci fonte (forum lamoneta.it , allegando il link della pagina esatta, correlata del titolo della discussione) e naturalmente l'autore dello scritto (se vuoi in MP posso darti il mio nome, ma per questo ne parliamo in seguito) .

Direi che questo basta e avanza.  L'importante è che sia d'accordo l'autore (e mi sembra che lo sia)

 

  • Mi piace 2

Inviato
Il 4/6/2020 alle 20:43, ARES III dice:

E questo la dice lunga!

Ottimo scritto, che sottolinea bene come funzionavano le cose quando non esisteva nessuna forma neppure imperfetta di coordinamento unitario europeo e il massimo possibile erano i soliti patti d'acciaio e sacre alleanze da buttare al momento giusto. E dire che molti dementi del XXI secolo vorrebbero tornare a quei tempi, in cui ci si divideva fra "vincitori" e "vinti" di guerre in cui il vero perdente era tutta Europa e il vero vincitore potenze emergenti di altri continenti.

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato
Il 19/6/2020 alle 19:23, ARES III dice:

Non è necessario il mio assenso, dal momento che questa non è una pubblicazione soggetta a diritti o quant'altro. Comunque sono lusingato e mi fa piacere il tuo apprezzamento.

Buonasera,

L'apprezzamento era sincero. Ero per la verità anche abbastanza sicuro del fatto che non ci fosse bisogno di un consenso formale per utilizzare il tuo scritto come fonte, però - come tu stesso scrivevi - mi sembrava corretto e garbato chiederlo. Non dimentichiamo mai il rispetto sancito nelle regole di questo forum.

Peraltro in questo momento non saprei neanche trovare il tempo per scrivere e/o rielaborare alcunché. Terrò comunque aggiornato il forum.

Ti ho chiesto in assoluta buona fede di poter disporre eventualmente dei dati riportati da te. Torno a ogni modo a chiedere le tue fonti. Ho qualche pubblicazione sia in italiano che in lingue straniere sugli argomenti da te trattati, e vorrei capire se magari abbiamo presente le stesse fonti.


Supporter
Inviato (modificato)

Anzi...

Sempre appena trovo il tempo... Dovrei inviare qualche foto del raccoglitore che sto approntando (da mesi ?) per sistemare la collezione di cui scrivevo prima. Magari ricevo da voi spunti per la catalogazione.

Ho appena acquistato l'ultima moneta in AG col ritratto dello Zar Nicola II che mi mancava!

Modificato da sdy82

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