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IGNORED

Diritto certificazione di lecita provenienza acquisto asta


Risposte migliori

Salve a tutti, torno su un tema affrontato spesso e da molti punti di vista. 

Voglio fare una domanda semplice e netta :

- mi aggiudico un lotto in asta numismatica pubblica 

Se la richiedo, la casa d'aste è tenuta a rilasciarmi la certificazione scritta di lecita provenienza della moneta aggiudicata come da legislazione vigente? Anche in carta semplice senza foto senza sigilli e robe varie con la semplice indicazione di asta e lotto. 

Non è un mio diritto riceverla con il lotto vinto e pagato?

È  un documento da pagare a parte e se si per quale ragione? 

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19 minuti fa, fagiolino dice:

Asta italiana o asta estera ?

Ci sono sul forum decine di discussioni sull'argomento.

Basta cercare "lecita provenienza", c'è da leggere per settimane.

Non sono riuscito a leggerle tutte e su questo singolo argomento non ho trovato nulla...cerco una risposta precisa ed esattamente se il certificato di lecita provenienza spetta di diritto all'acquirente di un lotto all' asta. 

Asta italiana e RSM farebbe differenza?

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Supporter

Asta estera legislazione estera .

San Marino è estero..

Il materiale offerto nelle aste italiche normalmente viene 'registrato" ed è garantito senza "problemi"di provenienza.

Poi se ti svegliano alle sei perché una casa D'Aste italica mette in vendita un "ripostiglio bizantino"....

 

 

  • Grazie 1
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Nelle condizioni di vendita viene dichiarato (direi da tutte le case d'asta italiane) che il materiale posto in vendita è garantito originale e di lecita provenienza, quindi la fattura/ricevuta che accompagna l'acquisto ne attesta la lecita provenienza. All'estero hanno altre leggi e quindi chiederlo non ha molto senso.

  • Grazie 1
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Buongiorno, il certificato di autenticità e lecita provenienza (ovvero la documentazione equipollente) a cui fa riferimento l’art. 64 del codice dei beni culturali deve essere rilasciato obbligatoriamente (e, quindi, gratuitamente da chiunque eserciti sul territorio italiano l’attività (a livello professionale) di commercializzazione di beni di interesse storico, archeologico, artistico ecc.

Al medesimo obbligo non soggiaciono i venditori (e le case d’asta) estere (quali, ad esempio, quelle con sede nella RSM). In questo caso, tuttavia, la casa d’aste estera può decidere di offrire ai propri clienti il certificato dietro corresponsione di un prezzo predeterminato (non essendo per legge obbligata a emetterlo, lo considera come un servizio aggiuntivo a pagamento).

Il discrimine, quindi, è il paese (e la legislazione) del venditore.

A mio avviso (come rilevato anche da simonesrt) l’assenza del certificato non deve destare troppe preoccupazioni in capo a chi acquista purché ricorrano le seguenti condizioni: (i) la monta sia inserita in un catalogo d’asta, corredata di fotografia e descrizione delle sue peculiari caratteristiche (dati ponderali, tipologia, anno e zecca di emissione, eventuali precedenti passaggi in asta ecc., ossia la classica descrizione che si ritrova in quasi tutti i cataloghi delle case d’asta serie); (ii) nel catalogo siano anche indicate le condizioni generali di vendita e tra queste vi sia (come di regola avviene) la dichiarazione di autenticità e lecita provenienza del materiale offerto in vendita.

Ritengo, in questo caso, che questi elementi sopperiscano - nella sostanza -  in maniera più che adeguata all’assenza del certificato specifico per la singola moneta, pur con le inevitabili differenze di forma con quest’ultimo.

E’ bene precisare, in ogni caso, che il certificato in parola non porrà comunque l’acquirente al riparo da eventuali “sveglie all’alba” da parte di visitatori in nero vestiti.

Tuttavia non lo renderà partecipe o autore di un eventuale reato (avendo acquistato in buona fede e nel rispetto della legge) e gli consentirà di ottenere un rimborso/risarcimento da parte del venditore (naturalmente con tutte le difficoltà legate alla legislazione di volta in volta applicabile in base al paese di provenienza di quest’ultimo).

Saluti.

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