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Il 1728 rappresenta un anno importante nella storia ungherese, sebbene spesso dimenticato o ignorato, soprattutto fuori dai confini del Paese di Stefano il Santo. Fu infatti allora che avvenne la più grande caccia alle streghe, con conseguenti esecuzioni, nella storia d’Ungheria. Il teatro in cui andò in scena il macabro spettacolo fu la città di Szeged, conosciuta in Italia con il nome di Seghedino. Prima di spendere qualche parola sul tragico avvenimento è però necessario compiere un salto indietro e analizzare certi fatti muovendoci su tre livelli: gli avvenimenti storico-politici, le vicende legate più propriamente alla stregoneria e, infine, le conseguenze che questi aspetti ebbero sulla città di Szeged.

Per quanto riguarda gli avvenimenti storico-politici è necessario ricordare come la vita dell’Ungheria durante l’Età moderna fosse estremamente travagliata. Dal punto di vista politico la battaglia di Mohács del 1526 portò allo smembramento del Regno in tre parti: la maggior parte del territorio, infatti, venne occupata dall’Impero ottomano, mentre una sottile striscia di terra a settentrione passò sotto il controllo asburgico e la Transilvania si trasformò in un principato semi-indipendente. Fu in questo contesto che esplosero innumerevoli conflitti che videro contrapposti i sultani di Istanbul e Casa d’Asburgo.

Alla divisione politica si univa, e questo è un fatto fondamentale per capire meglio la storia della stregoneria magiara, la divisione religiosa. La fede cattolica, infatti, non era l’unica presente in Ungheria. Una grande fetta della popolazione, infatti, apparteneva 

al culto riformato (soprattutto calvinista) presente e dominante in diverse regioni e città come, per esempio, Debrecen. Questa divisione portò ad una diversa interpretazione della stregoneria e ad una diversa interpretazione demonologica, con conseguenti divergenze nella repressione del presunto crimine.

La storia della stregoneria e della sua repressione, quindi, si intreccia profondamente con gli avvenimenti appena menzionati. Analizzando i dati relativi alle accuse di stregoneria in Ungheria durante l’Età moderna, infatti, si nota come esse furono relativamente poche fino alla metà del XVII secolo, mentre subirono un forte incremento dalla seconda metà del ‘600, raggiungendo il culmine nel XVIII secolo. Una spiegazione è da rintracciarsi proprio nel contesto storico-politico dell’epoca. Nei territori sottoposti all’Impero ottomano, non vi furono grandi caccie alle streghe, nonostante il sultano non avesse impedito il funzionamento dei tribunali locali. Qui è necessario sottolineare una particolarità del caso magiaro: la stregoneria non fu mai considerata come un crimen exceptum e non venne mai giudicata da tribunali ecclesiastici. La repressione del presunto crimine, infatti, era affidata, fin dal medioevo, ai tribunali ordinari.

La svolta, come accennato, avvenne nel corso del XVII secolo. La seconda battaglia di Mohács avvenuta nel 1687 portò, con quella che sembrerebbe essere una sottile ironia della Storia, alla sconfitta dell’Impero ottomano e alla dominazione asburgica sui territori ungheresi. Nello stesso anno vi fu un altro avvenimento fondamentale per l’argomento che stiamo trattando: l’Università cattolica di Nagyszombat pubblicò, in latino, la “Forma processus judicii criminalisseu praxis criminalis” (“Forma della procedura di giurisdizione o pratica dell’indagine criminale”) redatta dal luterano Benedict Carpzov nel 1656. Il testo entrò a far parte del Corpus iuris ungherese nel 1696. La tarda pubblicazione dell’opera potrebbe fornire un’ulteriore spiegazione al tardo sviluppo della caccia alle streghe in Ungheria.

Il vero e proprio incremento delle accuse di stregoneria, infatti, avvenne nel corso del XVIII secolo, con un picco nella sua prima metà. Queste accuse possono essere raggruppate in tre grandi categorie, alla cui base stavano ben determinati rivolgimenti sociali. Il primo caso era quello rappresentato da un membro di un ceto elevato che accusava un membro di un ceto inferiore (si pensi, per esempio, ai processi per stregoneria che nascondevano un movente politico o alle accuse di ceti che sentivano incombente la perdita di determinati privilegi o della tradizionale influenza sulla società). Il secondo caso era quello riguardante accuse tra membri appartenenti allo stesso ceto, i quali usavano la scusa della stregoneria per cercare di liberarsi di scomodi concorrenti. Il terzo ed ultimo caso, infine, era quello per cui membri di un ceto inferiore accusavano dell’orrendo crimine alcuni membri del ceto superiore. Il processo di Szeged, come vedremo, rientra proprio in questa casistica.

Quanto detto sino ad ora ebbe pesanti conseguenze sulla città di Szeged e rappresenta la base da cui partire per comprendere il grande processo avvenuto nel 1728.

La ridente località ebbe sempre un ruolo economicamente importante nella storia ungherese. La prosperità della città subì un duro colpo proprio in seguito alla vittoria ottomana, quando i ricchi borghesi abbandonarono il borgo per trasferirsi al nord, nei territori sottoposti alla corona asburgica. Gli ungheresi rimasti, inoltre, furono costretti a spostarsi ai margini della città, al cui centro trovarono residenza raggruppamenti musulmani e serbi. Szeged sarebbe poi stata conquistata dalle truppe asburgiche nel 1686 e, essendo città di confine, sarebbe restata sotto controllo militare fino al 1719, quando re Carlo III (ossia l’imperatore Carlo VI) decise di riconfermare l’autonomia ottenuta dalla città nel lontano 1498, grazie al privilegio concesso da Ladislao II.

La dominazione asburgica, cui fece seguito una forte immigrazione tedesca e serba, non pose fine alle tensioni sociali che, anzi, si rinnovarono. A questo bisogna aggiungere le cattive condizioni climatiche e la carestia che funestò la città nel periodo precedente al processo, con il conseguente aumento della povertà. Per cercare di porre rimedio alla situazione si moltiplicarono le messe, ma ben presto iniziarono a circolare voci riguardanti certi loschi individui che, in seguito all’Eucaristia, sputavano di nascosto l’ostia. Il panico iniziò a serpeggiare e si giunse presto ad un processo contro i presunti servi di Satana. Capo della cospirazione era l’ottantaduenne Dániel Rózsa, ricco cittadino ed ex giudice, mentre l’accusa rivolta alle streghe ed agli stregoni era quella di aver venduto la pioggia ai turchi, impedendo quindi le precipitazioni e causando la carestia.

La corte incaricata di giudicare gli accusati era composta dal supremo magistrato e dal consiglio cittadino. Gli imputati, la cui maggioranza era costituita da poveri abitanti della città, vennero sottoposti al rito dell’ordalia dell’acqua fredda, durante il quale vennero immersi, con mani e piedi legati, nelle acque del fiume Tisza. Tre donne morirono durante l’ordalia e, quindi, venneroritenute innocenti. Altri tre accusati morirono in carcere, probabilmente in seguito a torture, ma è interessante notare come delle loro morti venisse accusato proprio Dániel Rózsa, reo di aver assassinato i complici con alcuni sortilegi.

Il 23 luglio 1728, infine, tredici persone (sette donne e sei uomini) vennero condotti su un’isola nel fiume Tisza e qui vennero arsi sul rogo. Altre due donne vennero giustiziate l’anno seguente. Oltre alle 15 vittime e alle altre sei vittime vennero processate altre ventotto persone, di cui, però, ignoriamo le sorti.

Il processo di Szeged, causato dai rivolgimenti sociali, dalla carestia, dagli scontri interni alla comunità e dalla volontà di purificare la società dall’eresia, è restato fortemente impresso nella memoria cittadina e, ancora oggi, è possibile vedere la famigerata Boszorkány-sziget, ossia l’isola delle streghe, teatro dell’orrenda strage.

http://lanostrastoria.corriere.it/2020/04/29/szeged-1728-la-piu-grande-caccia-alle-streghe-dungheria/?refresh_ce-cp


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La collina di San Gerardo

La città di Budapest si estende  anche su delle colline e la più famosa è quella di San Gerardo. Sulla cima della medesima si possono ammirare anche la Cittadella, fortezza costruita dagli austriaci dopo la rivoluzione del 1848-49 e la Statua della Libertá. Il luogo é un sito considerato Patrimonio dell’Umanitá e quindi protetto dall’U.N.E.S.C.O.

(Inoltre vorrei ricordare che in epoca arcaica sulle colline di Buda c'era anche un castrum celtico degli Eravisci)

Il nome della collina deriva dal nome di San Gerardo (Szent Gellért), il monaco benedittino veneziano che arrivó in Ungheria nel 1015 e divenne l’insegnante del principe ereditario, San Emerigo (Szent Imre). San Gerardo morí nel 1046 presso il traghetto di Pest, ai piedi della collina, in seguito ad un attacco di pagani ungheresi. La statua del santo si trova sul lato orientale della collina.

Sarebbe logico che tutto questo leghi la collina al cristianesimo ed alle cose sante in generale. Invece non é cosí. La Collina San Gerardo ha il suo lato mistico. Secondo le leggende per tanti secoli fu luogo d’incontro delle streghe. Questo fatto venne descritto la prima volta in un libro scritto in latino da Joannes C. Mediomontanus nel 1656 a Nagyvárad (oggigiorno Oradea, Romania). Stranamente le forze pubbliche né prima né in seguito non fecero nulla per impedire il raduno. Un secolo dopo, nel 1728 si tenne a Szeged (Seghedino) il processo alle streghe piú conosciuto in Ungheria. Durante il processo dodici streghe vennero condannate a morte e giustiziate. Gli accusati confessarono le loro partecipazioni agli incontri sulla Collina San Gerardo. In seguito, durante altri processi a Debrecen (1693-1737) per esempio, anche altre streghe confessarono la stessa colpa. Molte dissero di arrivare agli incontri volando sui corvi oppure sul dorso di uomini stregati. Queste confessioni indicano che il luogo del raduno delle streghe era  a conoscenza  non solo dalle streghe di Buda, ma anche dalle streghe di altre cittá ungheresi. Le feste piú grandi tenute sulla cima della collina San Gerardo erano il 24 aprile (giorno di San Giorgio), la Pentecoste ed il 13 dicembre, ma alcuni cristiani videro le streghe anche in altre occasioni secondo le deposizioni rese dai testimoni.

Nel 1755, l’imperatrice e regina Maria Teresa (1740-1780) proibí la caccia alle streghe. Non fu lei comunque la prima che in Ungheria provó a proteggere questi uomini e donne. Nel medio-evo, Kálmán I (1095-1116) nel suo famoso codice negó l’esistenza delle streghe. Ma con questa legge ci furono dei problemi di interpretazione. La legge dice: “De strigis vero quae non sunt, nulla questio fiat.” (Le streghe, che non esistono, non si esaminino piú). La parola “strigis” nel testo latino peró indica in ungherese solo “strega” (boszorkány) un tipo di strega. Le strigis erano le streghe che volavano sulla scopa, e si trasformavano  in un animale (gatto o corvo in generale) mentre le “malefica” potevano anche lanciare maledizioni e quindi causare danni. La legge di Kálmán comunque salvó la vita a molte donne in Ungheria.

Ma perché le streghe scelsero proprio la Collina San Gerardo, una collina che porta il nome di un santo cristiano? Nel fondo dei miti ciò sarebbe dovuto alla sua posizione geografica, le fonti d’acqua termale sotto la collina (fonte Mattia, fonte Rákóczi e fonte Árpád) e quindi i vapori sulfurei, le grotte misteriose hanno giocato un ruolo importante nella scelta del sito. Sulle pendici orientali della collina crescono anche molte piante medicinali. Nei tempi “barbari” la collina era già un posto sacro: secondo le ricerche archeologiche, i celti vissero qui prima della conquista romana del Bacino dei Carpazi. Durante l’occupazione ottomana (1526-1686) la collina portó il nome dell’imam Gürz Elias che dopo la sua morte venne sepolto su di essa. Presso la sua tomba ancora fino al XX secolo si organizzarono pellegrinaggi. Dopo l’occupazione ottomana  quando molti tedeschi vi si stabilirono, la collina cambiò  nome: Blocksberg o Brocken (Collina delle Streghe).

Dalla fine del XVIII secolo le storie e le leggende degli incontri delle streghe sulla collina svanirono. Nel 1815 sulla sua cima venne costruito un osservatorio (Uraniae) .

https://fromhungarywithlove.wordpress.com/2017/10/27/una-collina-delle-streghe-o-un-luogo-sacro-cristiano/amp/

 

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