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IGNORED

Ciao, sono Martina, ho 22 anni e sono una appassionata del mondo greco antico


Risposte migliori

Ho deciso di entrare a far parte di questo forum molto interessante perchè da qualche giorno vi leggo in cerca di qualche informazione che possa essermi utile...

Dunque, sto conducendo una ricerca personale sul III secolo a.C. in Sicilia, più precisamente la zona est. Sto trovando difficoltoso capire quali fossero le monete utilizzate in quella zona a quel tempo...Se qualcuno di voi ha voglia di farmi uno spiegone gliene sarei veramente grata! Ci sono così tanti nomi...Statere, Dracma, Obolo...Litre...cioè capitemi, non sono un'esperta e vorrei tanto che condivideste il vostro sapere con me. Grazie a tutti!!

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Benvenuta  @smARTy  tra di noi .

Come anche Tu hai scritto, il forum è a mio avviso ottimo e troverai 2 valide sezioni ricche di discussioni dedicate alla monetazione greca antica .

Se già non lo conosci, visita anche il sito 'Magna Graecia Coins' dal quale potrai trarre spunti utili per meglio focalizzare gli approfondimenti che vorrai fare con gli utenti del forum su argomenti di Tuo interesse

una buona giornata

 

 

 

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32 minuti fa, VALTERI dice:

Benvenuta  @smARTy  tra di noi .

Come anche Tu hai scritto, il forum è a mio avviso ottimo e troverai 2 valide sezioni ricche di discussioni dedicate alla monetazione greca antica .

Se già non lo conosci, visita anche il sito 'Magna Graecia Coins' dal quale potrai trarre spunti utili per meglio focalizzare gli approfondimenti che vorrai fare con gli utenti del forum su argomenti di Tuo interesse

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Grazie mille!

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Intanto sposto nella sezione dedicata, lì sicuramente avrai un sacco di feedback (mi scuso con i colleghi curatori!).

E ovviamente, benvenuta!

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3 ore fa, gigetto13 dice:

Intanto sposto nella sezione dedicata, lì sicuramente avrai un sacco di feedback (mi scuso con i colleghi curatori!).

E ovviamente, benvenuta!

Grazie!

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Non è un periodo facile il III secolo a.C. perché ai due schieramenti che si sono affrontati in Sicilia nel V e IV sec., Cartagine e Siracusa, se ne aggiunge un terzo: Roma. Questo, infatti, è il secolo della I (264-241) e della II (218-202) Guerra Punica, con la graduale conquista romana della Sicilia, con conseguente modifica dei vari sistemi monetari. Sostanzialmente ognuna delle tre potenze principali aveva un proprio sistema monetario, ma non sempre e non subito dopo la conquista ognuna di queste lo imponeva nella propria zona di influenza, con la conseguenza che, non di rado, nella stessa zona si accalcavano diversi sistemi monetari. Da tenere presente, comunque, che, a differenza di quelle di bronzo, le monete d'argento erano a valore reale (ovvero avevano un valore pari a quello dell'argento che contenevano) quindi erano accettate normalmente dappertutto.

Ne deriva che per affrontare il problema della monetazione siciliana di III sec. a.C. bisogna analizzare nel dettaglio la storia della città che interessa e studiarne poi le emissioni, se la città ha coniato in quel periodo, e, comunque, la composizione dei tesoretti interrati in quel periodo, ammesso, ovviamente, che ce ne siano di noti. Ci sono studi specifici, ma non è un argomento semplice e si incontrano non di rado pareri difformi.

Per farsi un'idea della complessità di quel periodo consiglio di leggere l'articolo di G. Santelli, Le contromarche siciliane della II Guerra Punica scaricabile all'indirizzo  https://www.academia.edu/26694651/LE_CONTROMARCHE_SICILIANE_DELLA_SECONDA_GUERRA_PUNICA

Limitandomi alle cose semplici posso comunque dire che:

- Lo statere (moneta da due dramme) non faceva parte dei vari sistemi monetali siciliani; in Sicilia veniva coniato il didramma, ugualmente moneta da due dramme, ma con peso diverso. In compenso vi sono stati lunghi periodo in cui vi circolavano molto abbondantemente gli stateri di Corinto. In diverse città, come ad esempio Siracusa, poi, la moneta di base (quella su cui si basavano tutte le altre della stessa città) era il tetradramma (da quattro dramme). 

- L'obolo (1/6 di dracma) in Sicilia è stato coniato solo fino a poco prima del 400 a.C., poi è stato sostituito dalla litra, una moneta che esisteva solo in Sicilia, del valore di 1/5 di dracma. i sottomultipli erano: emilitra (1/2 litra ovvero 6 once), trias (1/3 di litra ovvero 4 once), tetras (1/4 di litra ovvero 3 once), hexas (1/6 di litra ovvero 2 once), oncia (1/12 di litra), ma nel III secolo, con l'intervento di Roma, le cose sono gradualmente cambiate. 

 

Modificato da Brig
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Ciao @smARTy, bene arrivata, se ti può interessare per consultazioni veloci , cercati un volume che ti allego. Per un principiante, vedrai che troverai tante risposte alle tue domande. Auguri Gionnysicily.

IMG_9751.JPG.83ae05251c37cbea2e432239e42ee629.JPG

 

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  • 2 settimane dopo...
Il 23/4/2020 alle 07:59, Brig dice:

Non è un periodo facile il III secolo a.C. perché ai due schieramenti che si sono affrontati in Sicilia nel V e IV sec., Cartagine e Siracusa, se ne aggiunge un terzo: Roma. Questo, infatti, è il secolo della I (264-241) e della II (218-202) Guerra Punica, con la graduale conquista romana della Sicilia, con conseguente modifica dei vari sistemi monetari. Sostanzialmente ognuna delle tre potenze principali aveva un proprio sistema monetario, ma non sempre e non subito dopo la conquista ognuna di queste lo imponeva nella propria zona di influenza, con la conseguenza che, non di rado, nella stessa zona si accalcavano diversi sistemi monetari. Da tenere presente, comunque, che, a differenza di quelle di bronzo, le monete d'argento erano a valore reale (ovvero avevano un valore pari a quello dell'argento che contenevano) quindi erano accettate normalmente dappertutto.

Ne deriva che per affrontare il problema della monetazione siciliana di III sec. a.C. bisogna analizzare nel dettaglio la storia della città che interessa e studiarne poi le emissioni, se la città ha coniato in quel periodo, e, comunque, la composizione dei tesoretti interrati in quel periodo, ammesso, ovviamente, che ce ne siano di noti. Ci sono studi specifici, ma non è un argomento semplice e si incontrano non di rado pareri difformi.

Per farsi un'idea della complessità di quel periodo consiglio di leggere l'articolo di G. Santelli, Le contromarche siciliane della II Guerra Punica scaricabile all'indirizzo  https://www.academia.edu/26694651/LE_CONTROMARCHE_SICILIANE_DELLA_SECONDA_GUERRA_PUNICA

Limitandomi alle cose semplici posso comunque dire che:

- Lo statere (moneta da due dramme) non faceva parte dei vari sistemi monetali siciliani; in Sicilia veniva coniato il didramma, ugualmente moneta da due dramme, ma con peso diverso. In compenso vi sono stati lunghi periodo in cui vi circolavano molto abbondantemente gli stateri di Corinto. In diverse città, come ad esempio Siracusa, poi, la moneta di base (quella su cui si basavano tutte le altre della stessa città) era il tetradramma (da quattro dramme). 

- L'obolo (1/6 di dracma) in Sicilia è stato coniato solo fino a poco prima del 400 a.C., poi è stato sostituito dalla litra, una moneta che esisteva solo in Sicilia, del valore di 1/5 di dracma. i sottomultipli erano: emilitra (1/2 litra ovvero 6 once), trias (1/3 di litra ovvero 4 once), tetras (1/4 di litra ovvero 3 once), hexas (1/6 di litra ovvero 2 once), oncia (1/12 di litra), ma nel III secolo, con l'intervento di Roma, le cose sono gradualmente cambiate. 

 

Gentilissimo davvero. Sono già informazioni importantissime che non sono riuscita a trovare (probabilmente non mi sono impegnata abbastanza).

 

Il 26/4/2020 alle 20:01, gionnysicily dice:

Ciao @smARTy, bene arrivata, se ti può interessare per consultazioni veloci , cercati un volume che ti allego. Per un principiante, vedrai che troverai tante risposte alle tue domande. Auguri Gionnysicily.

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Sicuramente utilissimo, grazie!

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Il 23/4/2020 alle 07:59, Brig dice:

Non è un periodo facile il III secolo a.C. perché ai due schieramenti che si sono affrontati in Sicilia nel V e IV sec., Cartagine e Siracusa, se ne aggiunge un terzo: Roma. Questo, infatti, è il secolo della I (264-241) e della II (218-202) Guerra Punica, con la graduale conquista romana della Sicilia, con conseguente modifica dei vari sistemi monetari. Sostanzialmente ognuna delle tre potenze principali aveva un proprio sistema monetario, ma non sempre e non subito dopo la conquista ognuna di queste lo imponeva nella propria zona di influenza, con la conseguenza che, non di rado, nella stessa zona si accalcavano diversi sistemi monetari. Da tenere presente, comunque, che, a differenza di quelle di bronzo, le monete d'argento erano a valore reale (ovvero avevano un valore pari a quello dell'argento che contenevano) quindi erano accettate normalmente dappertutto.

Ne deriva che per affrontare il problema della monetazione siciliana di III sec. a.C. bisogna analizzare nel dettaglio la storia della città che interessa e studiarne poi le emissioni, se la città ha coniato in quel periodo, e, comunque, la composizione dei tesoretti interrati in quel periodo, ammesso, ovviamente, che ce ne siano di noti. Ci sono studi specifici, ma non è un argomento semplice e si incontrano non di rado pareri difformi.

Per farsi un'idea della complessità di quel periodo consiglio di leggere l'articolo di G. Santelli, Le contromarche siciliane della II Guerra Punica scaricabile all'indirizzo  https://www.academia.edu/26694651/LE_CONTROMARCHE_SICILIANE_DELLA_SECONDA_GUERRA_PUNICA

Limitandomi alle cose semplici posso comunque dire che:

- Lo statere (moneta da due dramme) non faceva parte dei vari sistemi monetali siciliani; in Sicilia veniva coniato il didramma, ugualmente moneta da due dramme, ma con peso diverso. In compenso vi sono stati lunghi periodo in cui vi circolavano molto abbondantemente gli stateri di Corinto. In diverse città, come ad esempio Siracusa, poi, la moneta di base (quella su cui si basavano tutte le altre della stessa città) era il tetradramma (da quattro dramme). 

- L'obolo (1/6 di dracma) in Sicilia è stato coniato solo fino a poco prima del 400 a.C., poi è stato sostituito dalla litra, una moneta che esisteva solo in Sicilia, del valore di 1/5 di dracma. i sottomultipli erano: emilitra (1/2 litra ovvero 6 once), trias (1/3 di litra ovvero 4 once), tetras (1/4 di litra ovvero 3 once), hexas (1/6 di litra ovvero 2 once), oncia (1/12 di litra), ma nel III secolo, con l'intervento di Roma, le cose sono gradualmente cambiate. 

 

Esposizione concisa e molto efficace

ne approfitto: il bronzo emesso da poleis greche in epoca romana (III-II secolo) conserva le principali caratteristiche di emissioni greche per tipi raporesentati, metrologia ed etnico ( con caratteri greci) oppure procede ad assumere caratteri piu’ ‘romanizzati’? 

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Anche questa non è una domanda a cui è semplice rispondere in breve, perché la situazione è decisamente variegata ed il periodo scarso di notizie specifiche, tanto è vero che molte pubblicazioni, nel catalogare le monete di questo periodo, si limitano a indicare "Periodo Romano", senza alcuna indicazione non solo dell'anno, ma neppure del secolo. Alcuni punti fermi, tuttavia ci sono.

Convenzionalmente viene considerata monetazione greca di Sicilia, quella che porta le iscrizioni in greco, anche se è stata emessa da municipi di diritto romano e, quindi, sarebbe più corretto definirla monetazione provinciale romana. Il fenomeno, comunque, si esaurì entro il regno di Tiberio, attorno al 30 d.C. Un ottimo testo per lo studio della monetazione di questo ultimo periodo è ancora, nonostante i trenta anni trascorsi, Rodolfo Martini, Monetazione Provinciale Romana I - Sicilia, Edizioni ennerre, Milano, 1991.

È ovvio che la conquista romana della Sicilia, come tutte le conquiste, si è concretizzata nell'imposizione di imposte e nella limitazione dell'autonomia, in modo da impedire che i nuovi sottomessi potessero insorgere in armi contro Roma. Ne derivò che alcune città persero qualsiasi forma di autonomia amministrativa, altre la conservarono almeno parzialmente; di conseguenza diverse città, con la conquista romana, cessarono di emettere moneta, altre divennero municipi romani, altre ancora conservarono parzialmente la loro autonomia come società alleate di diritto latino, ma anche come «sine foedere immunes civitates ac liberae», ovvero città immuni e libere da imposte pur non essendo federate (e, quindi, non avendo l'obbligo di servire in armi al fianco di Roma), di cui sappiamo da Cicerone[1] che nel 70 a.C. in Sicilia ve n'erano ancora 5. Ne derivò che cessarono in generale le emissioni in metalli nobili (argento e oro), ma in diverse città continuarono quelle in bronzo.

Va da sé che il passaggio da una monetazione autonoma a una sostanzialmente romana, quanto meno nella scala dei valori basata sull'asse, fu o non fu rapida e  traumatica in relazione al modo come la città si era sottomessa a Roma. Così, ad esempio, Siracusa, che nel 212 a.C. fu conquistata e sottomessa con le armi, vide le proprie monete andare fuori corso repentinamente, come documentano i non pochi riconi di monete Siracusane con tipi romani (cfr Calciati pp. 400-402/II).

Segesta, viceversa, che non scese mai in armi contro Roma, e che nel 70 a.C. era ancora una delle 5 città «sine foedere» continuò ad emettere monete con i propri tipi fino al tempo di Augusto, se non, forse, di Tiberio (cfr. G. Santelli e A. Campana, Il linguaggio delle immagini - Il Serpente, in Monete Antiche 108 di novembre-dicembre 2019). Anche Segesta, tuttavia, adeguò nel tempo la propria scala monetaria a quella della potenza dominante (cfr. A. Campana e G. Santelli, Un chalkous a Segesta?, in Monete Antiche 54 di novembre-dicembre 2010).

 

 

 

[1]    Cicerone, Il Processo di Verre, II. 3, 1

 

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