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VIII centenario dell'assedio di Alatri da parte del re Enrico VI


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Inviato (modificato)

Scrivo per la prima volta in questa sezione del forum per presentare una medaglia che mi piacerebbe moltissimo trovare, ma che per ora ho visto dal vivo una sola volta. Si tratta di una medaglia realizzata nel 1987 dall'artista Luciano Zanelli e coniata presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, per celebrare l'VIII centenario dell'assedio di Alatri da parte del re Enrico VI, figlio dell'imperatore Federico I Barbarossa.

In realtà l'anniversario cadeva nel 1986, visto che l'episodio storico si colloca nel 1186; tuttavia, per una serie di ritardi nell'appalto e nella preparazione della medaglia, la presentazione ufficiale da parte dell'Autore avviene soltanto il 22 aprile del 1987, presso il civico museo di Palazzo Gottifredo.

Prima di mostravi la medaglia, vorrei circostanziare l'episodio (in realtà sono più episodi collegati) da cui prende spunto la rappresentazione realizzata dal maestro Luciano Zanelli.

Quanto segue è tratto in larga misura dall'articolo "1987 - 2000 L'epoca delle MEDAGLIE d'ARTE" presente sul sito http://www.aletriumcollection.it/, a sua volta inspirato al racconto dei fatti riportato dall'artista Luciano Zanelli nel suo libro “Felcia Anticoli Fiuggi”.

Ci troviamo nel pieno delle lotte tra papato e impero per l'affermazione, da parte del potere temporale, della superiorità dell'autorità imperiale nei riguardi della Chiesa e del Papato. Nel 1186 il futuro re Enrico VI di Hoenstaufen, diretto in Sicilia, penetra nel Lazio ed impone a tutte le città di passaggio il versamento del “fodro”, una tassa dovuta dai sudditi per il sostentamento delle truppe imperiali. Diversi comuni, tra cui Anagni, Anticoli (l'attuale Fiuggi), Frosinone, Guarcino, Palestrina, Veroli, si piegano alla richiesta di Enrico VI. Altri, invece, si oppongono e iniziano una lunga e caparbia resistenza. Fumone, ad esempio (meraviglioso paese situato a pochi chilometri da Alatri) chiude in faccia le porte ai messi imperiali. Enrico VI invano tenta di prenderla d'assalto, giudicando dispendiosa l'azione (il paese si trova arroccato a circa 800 metri slm), e si dirige invece verso Ferentino, che si era unita a Fumone. Dopo martellanti azioni gli imperiali superano le mura e mettono a sacco la cittadina.

Presa Ferentino, l'ira del germanico si rivolge contro Alatri, nella quale nel frattempo si erano asserragliati anche armati delle stesse città che avevano pagato il “fodro”. Ma le mura pelasgiche, la Civita e gli animosi difensori sono un ostacolo insormontabile; l'Hoenstaufen aveva posto il suo quartier generale sul Colle di San Pietro mentre la cavalleria chiudeva la valle di Carano e le fanterie circondavano le mura con macchine da guerra. L'assedio si protrae senza esito per giorni e, piano piano, gli assedianti incominciano ad avere la sensazione di trovarsi a loro volta circondati, dal momento che gli Alatrensi avevano chiesto rinforzi ai vicini alleati. Guarcino, Vico e Collepardo si erano uniti in lega ed altri uomini si erano messi in moto da Anticoli, Porciano, Anagni e da altri paesi limitrofi. Resosi conto dell'imminente pericolo, gli imperiali tolgono l'assedio e si dirigono verso Guarcino, con l'intento di eliminare la più pericolosa spina nel fianco.

Sull'abbandono dell'assedio da parte degli imperiali, gli Alatrensi hanno creato diverse leggende, che riporto sinteticamente di seguito, visto che alcune di esse furono riprese nella realizzazione della medaglia:

- un prodigioso intervento di San Sisto, il Santo Patrono della città, settimo Papa della Chiesa di Roma;

- la straordinaria azione di una vergine paesana che, dagli spalti delle mura, incitava i concittadini alla pugna;

- l'ingegnosa trovata secondo cui, durante una pausa dell'assedio, gli abitanti fecero sfilare dalle 4 porte della città l'esercito per più volte, facendo cambiare ogni volta abiti e insegne alle truppe, in modo da ingannare gli assedianti circa il reale numero dei difensori;

- la messa in scena di un gruppo di contradaioli, che si mise a giocare alla “ruzzica” in uno spazio tra le mura e l'accampamento in cui si trovavano gli assedianti, con delle grandi forme di cacio che vennero poi offerte allo stesso Enrico VI, per dimostrare la ricchezza di vettovaglie di Alatri.

Dicevamo dell'abbandono dell'assedio da parte degli uomini di Enrico VI. Le asperità del terreno (balze, gole, boschi, strettoie, il fiume Cosa) non consentono all'esercito tedesco di procedere compatto. Enrico VI vede tornare a brandelli le sue avanguardie, che cadono in imboscate e sono incalzate dai locali, che sfruttano tatticamente la superiore conoscenza del territorio. Finalmente l'esercito imperiale sbocca nella valle del Cosa sulla piana che si estende tra le città di Guarcino e Vico. Alle proprie spalle ha lasciato le indomite Alatri e Fumone, imbaldanzite dal successo. Verso nord la ritirata sarebbe un suicidio, non consentendo il terreno un buon campo di manovra per la cavalleria teutonica, nerbo dell'esercito. Enrico VI si trincea perciò nella valletta sotto Guarcino, con la preoccupazione di come defilarsi da questa critica situazione.

In questo contesto si colloca l'episodio della "Disfida del Malpensa". 

Le cronache del tempo, pur non risolvendo l'enigma di quali furono i presupposti dell'idea della disfida fra due campioni degli eserciti contrapposti (c'è da supporre che la proposta sia nata dai germanici che cercavano un espediente a buon mercato per sganciarsi dalla trappola che poteva scattare) narrano che un “teutonicus” ed un latino, tale Malpensa Guttifredi scesero a singolar tenzone davanti al re Enrico VI con l'esercito posto a cerchio e il popolo di Guarcino sugli spalti. Se avesse vinto il germanico, Enrico VI avrebbe avuto la concessione di proseguire sul sentiero che portava verso Napoli. In caso contrario, avrebbe ritirato l’esercito a nord di Roma.

Come potete immaginare, il Malpensa ebbe la meglio e il suo successo sancisce la definitiva vittoria delle città laziali sui tedeschi.

Ed ora la medaglia:

sansisto1_1.jpg

sansisto2_0.jpg

Modificato da demonetis
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Inviato

Al dritto, entro una cornice a losanga, la scritta in caratteri goticizzanti “RE ENRICO VI ASSEDIA ALATRI A.D. 1186 – 1986”. Sul bordo, a destra di 1186, la scritta L Zanelli XII 86.

Al centro, la complessa scena dove l'antica città, cinta d'assedio dalle truppe di Re Enrico VI (in basso da sinistra), si difende strenuamente, con sulla torretta centrale la leggendaria vergine popolana, che, brandendo una spada, incita i concittadini al combattimento. Sempre al centro, in alto, un raggiante San Sisto ingiunge in modo minaccioso ai teutonici di desistere dall'assedio e ritirarsi. In cerchio, attorno al Santo, gli scudi dei 9 rioni di Alatri a ricordare lo stratagemma delle sfilate con i vessilli diversi. In alto, verso il vertice della medaglia, lo stemma di Alatri, la torre alata. 

In basso, all'opposto, lo scudo degli Hohenstaufen. Inoltre, in bella evidenza, oltre ai bastioni della città, sono raffigurati i due monumenti più celebri di Alatri: la Chiesa di S. Maria Maggiore e l'Acropoli con la Porta Maggiore.

Sul rovescio, nel campo su 13 righe, la legenda, tratta dal “Chronicon Fossae Novae”, che descrive gli eventi narrati.

La scritta è racchiusa entro due ali di scudi schierati come due eserciti contrapposti, a sinistra, quelli dei Comuni della "Lega Ernica", a destra quelli degli imperiali. In alto, al vertice della medaglia, lo stemma del Papato con a fianco sulla destra il cimiero del Malpensa. In basso, all'opposto, lo stemma dell'Impero con a sinistra l'elmo del cavaliere teutonico. Sul bordo destro, spostata verso il basso, la scritta L Zan 87 (iniziali dell'Autore e l'anno 1987, che ben indica come l'opera, iniziata verso la fine del 1986, sia giunta a compimento nei primi mesi dell'anno successivo).

LA TIRATURA della MEDAGLIA d'ARTE (sempre secondo quanto indicato sul sito http://www.aletriumcollection.it/ .

Medaglie in Bronzo (grammi 200) - N. 199 esemplari, di cui N. 19 in dotazione dell'autore, 5 donate ad autorità e personalità, e 175 vendute;

Medaglie in Argento (grammi 204) - N.  40  esemplari, di cui N. 7 in dotazione dell'autore e 33 vendute; 

Medaglie in Oro (grammi 234,5) - N. 2  esemplari, vendute a privati tramite prenotazione.

Le medaglie vengono coniate presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, le tirature massime indicate sul certificato di garanzia (500 per il bronzo e 70 per l'argento) non sono quelle, molto più basse, effettivamente realizzate, ma indicano la possibilità, di fronte ad altre richieste, di poter effettuare una ristampa, partendo dal numero progressivo precedente e con l'indicazione sul contorno di una R (= ristampa) e del nuovo anno di riconiazione.

Una copia della medaglia d'arte del presente articolo viene depositata nei musei della Zecca di Stato e della Città del Vaticano.


Inviato

Di seguito posto le foto dei simboli della città di Alatri rappresentati sulla medaglia, la chiesa di Santa Maria Maggiore e la porta Maggiore dell'Acropoli.

Piazza Santa Maria Maggiore.jpg259702880_93dd8bb856_o.jpg

 

Chiaramente, se qualcuno fosse in possesso di un esemplare della medaglia, sarei lieto se me lo segnalasse.

Ciao


  • 3 anni dopo...
Inviato

Ho letto quanto riguarda la medaglia in oggetto e al proposito devo dare alcune informazioni che ritendo più che necessarie:

- Ricorrendo il VIII anniversario dell'evento la neonata sezione dell'Archeoclub d'Italia di Alatri della quale ero stato il promotore e ne ero il presidente, ritenne di contattare l'allora sindaco perché prendesse in considerazione l'avvenimento storico che, a mio parere, non riguardava un fatto importante soltanto per  la storia locale.

- Accertata la scarsa disponibilità dell'Amministrazione Comunale, tramite la FAO con la quale avevo contatti per la collezione delle sue monete, ho conosciuto  l'autore della medaglia ed insieme abbiamo elaborato il soggetto e stabilito le modalità.

-Per poter raggiungere il numero necessario al limite minimo per il conio, ho contattato il presidente del circolo numismatico di Alatri ed insieme, soltanto attraverso contatti personali con gli eventuali interessati  all'acquisto, abbiamo raggiunto il numero di medaglie da te indicato.

-Penso sia importante far presente che l'anniversario e la medaglia sono  stati completamente ignorati dalla giunta e che  non c'è stata nessuna presentazione ufficiale. anzi,, addirittura non  ha concesso l'uso di un locale per la sua presentazione da parte dell'autore.

-In collaborazione con l circolo numismatico di Alatri, con lo stesso autore, è stata, successivamente  coniata la medaglia che ricorda l'episodio di Malpensa, protagonista del duello. 

 

  • Grazie 1

Inviato (modificato)

@CdC, forse @Amilcare Culicelli fà riferimento a questo vecchio post del 2016, penso sia possibile unirli?  Mi sembra una bella testimonianza.

Grazie Amilcare per averci raccontanto la storia della nascita della medaglia

 

Allego anche il link con la storia delle 2 medaglie di Alatri

https://www.aletriumcollection.it/it/1987-2000-lepoca-delle-medaglie-darte

Modificato da Zenzero

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