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Questa discussione  trae spunto da una precedente (molto interessante) che è stata frutto di un proficuo dibattito tra gli utenti del forum (e che linkerò al fondo). Parla di una moneta che ha suscitato la mia curiosità.

Si tratta di un antoniniano di Claudio II il Gotico:

Claudio II 1.jpgClaudio II 2.jpg

D/: IMP CLAVDIVS AVG: Busto di Claudio II, elmato, radiato, corazzato, con balteo, portante una lancia senza punta visibile sulla spalla destra e uno scudo sulla spalla sinistra su cui è incisa la testa di Medusa.

R/: SPES AVG: la Speranza stante, con un fiore nella mano destra e nell’atto di sollevare la gonna con la mano sinistra

RIC temp # 715 (RIC online)

È una emissione molto rara della zecca di Siscia di cui si conoscevano due esemplari. 

Uno e' quello allegato sopra e proviene del ripostiglio (penso che sia la traduzione di “trouvaille”) di Çanakkale (località sul buon vecchio stretto dei Dardanelli, in Turchia).

L’altro e' di una collezione privata:

 

image.pngimage.png

 

Dicevamo due esemplari, finché ad essi non si è aggiunto quello di un nostro amico del forum, @checco70:

  image.png image.png

 

La moneta celebra la battaglia di Naisso  (Moesia superiore) del 269 d.C. nella quale Claudio II riuscì a fermare i Goti che nel 267 avevano varcato il Danubio e invaso i territori circostanti fino a rappresentare una seria minaccia per Roma stessa. I Goti furono inizialmente battuti (ma non in modo definitivo) da Gallieno, ma alla morte di questo continuarono a imperversare nelle province imperiali. Sarà proprio Claudio II a sconfiggerli pesantemente al punto che questi non costituirono poi una seria minaccia per l’impero per almeno un secolo. Per questa vittoria Claudio II ricevette il titolo di Gothicus Maximus (da cui il soprannome con cui lo conosciamo e cioè “Il Gotico”).

Veniamo infine all’aspetto stilistico dell'antoniniano in oggetto. Dal mio punto di vista, questa moneta mi piace molto.  Mi ha colpito una cosa: il forte contrasto tra la “marzialità” (e quindi mascolinità) del dritto e la “vezzosità” (quindi “femminilità”) del rovescio; infatti sul dritto vediamo l’imperatore tutto bardato e armato pronto alla battaglia, mentre sul retro c’e’ la Spes che con gesto sensuale tiene su un lembo della gonna (che sembra quasi semitrasparente). Nulla è casuale: la forza militare (e quindi del sovrano) è la speranza per la salvezza dell’impero e quindi per la sua prosperità. Insomma, dove appare un fiore c’è speranza che arrivi un frutto.

Allego la discussione di cui dicevo: 

E la pagina di riferimento del RIC online:

http://www.ric.mom.fr/en/coin/715?q=715&page=1&mod=result&x=51&y=5&from=quick

Buona Pasqua.

Stilicho

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Inviato (modificato)

qualche appunto e considerazioni che presi rispetto a una delle più famose vittorie attribuite a Claudio....

L’ impresa militare che gli valse il titolo di Gotico (Gothicus Maximus), fu l’annientamento nei pressi di Naisso (attuale Nis in Serbia) all’inizio del 269 di un’orda di Goti, Eruli e Gepidi che aveva devastato la Grecia e le coste del Mar Mediterraneo.  Anche in questo caso furono emesse dalla zecca di Cizico monete, che celebravano il successo militare ottenuto da Claudio, con rovescio “VICTORIAE GOTHIC”  e “VICTORIA GVTTICA AVG”.  Peraltro l’appellativo “Gothico” si rinviene anche sulle monete di Consacrazione coniate dalla zecca di Milano dai suoi due successori il fratello Quintillo (più probabile) e Aureliano dopo il 270.

La battaglia di Naisso fu l’atto finale di un’invasione iniziata sin dall’anno 267 attraverso la Pannonia che aveva già impegnato il precedente Imperatore Gallieno.  L’esercito romano poteva disporre di una nuova organizzazione militare denominata comitatus: un esercito ad alta mobilità composto principalmente di forze di cavalleria. Il comitatus di Claudio era composto probabilmente da unità della Guardia Pretoriana, che accompagnava sempre l'imperatore in battaglia, e da vexillationes delle legioni II Parthica, I Minervia, XXX Ulpia Victrix, VIII Augusta, XXII Primigenia, I, II e III Italica, X, XIII e XIV Gemina, I e II Adiutrix, IV Flavia Felix, VII e XI Claudia e V Macedonica.

Le fonti dell’epoca narrano che l’esercito goto era formato da circa 320.000 uomini, cifra certamente esagerata, anche se probabilmente i Goti dovevano superare in numero i Romani. All'inizio della battaglia la cavalleria dalmata romana sbaragliò un'avanguardia di qualche migliaio di cavalieri Goti; una volta che lo scontro principale fu iniziato il peso del numeroso esercito barbaro spinse indietro i Romani, che però si ripresero, e con l'aiuto di un attacco della cavalleria comandata da Aureliano a sorpresa alle spalle dei Goti, contrattaccò, infliggendo ai Germani gravi perdite (si parla di 55.000 uomini) e li costrinse a ritirarsi nel loro campo fortificato. L’esercito di Claudio era formato da un numero significativo, anche se non preponderante, di cavalleria sia leggera che pesante, che giocò un ruolo importante nella battaglia. Giova precisare peraltro che la fanteria romana all’epoca era già dotata di scudi ovali e spada lunga.

La battaglia fu meno decisiva di quanto potesse essere, ma in ogni modo ebbe come conseguenza l'annullamento della minaccia gota. Alcuni Goti rimasero in territorio romano fino al 271, quando Aureliano li respinse definitivamente oltre il Danubio. Altri, principalmente i prigionieri della battaglia, entrarono come ausiliari nelle file dell'esercito romano, partecipando alle vittoriose campagne di Claudio e di Aureliano. L'effetto immediato della battaglia fu però che per almeno un secolo non vi fu più alcuna importante invasione gota.

Esiste una controversia storico-cronologica sul fatto che le truppe nella battaglia di Naisso fossero effettivamente comandate da Claudio o da Gallieno. In realtà sembra non plausibile che fossero comandate da quest’ultimo Imperatore, se come è probabile la battaglia ebbe luogo nei primi mesi dell’anno 269. Occorre considerare che l’Imperatore Gallieno fu assassinato alla fine dell’ anno 268. Inoltre non sarebbe stato logico onorare Claudio del titolo di Gotico con il predecessore ancora in vita, ancorché questi fosse onorato dal Senato, mentre Gallieno fosse invece odiato e avversato. Si narra peraltro di una vittoria minore dell’Imperatore precedente nei pressi del fiume Nessus al confine tra Macedonia e Tracia ed è quindi possibile che le fonti dell’epoca abbiano fatto confusione, considerato la somiglianza dei nomi dei luoghi.

Modificato da Flavio_bo
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Grazie @Flavio_bo

una ottima integrazione!

Mi e' sovvenuta una coincidenza: proprio a Naisso nacque,  da Costanzo Cloro ed Elena, Costantino che rivendicherà la sua discendenza proprio da Claudio il Gotico. Se non ricordo male, Costantino emetterà anche monete di consacrazione in onore di Claudio il Gotico, del tipo REQVIES OPTIMOR MERIT.

Ciao da Stilicho


Inviato

Spesso si celebravano con coniazioni anche vittorie militari precedenti all’ascesa al potere, per esempio Carausio con la Vittoria sui Germani.

Riguardo la VITTORIA GOTHIC, qui posto tre dei miei esemplari, uno tra l’altro estremamente raro quello di Quintillo senza esergo.

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IMP CLAVDIVS P F AVG, busto radiatore corazzato a destra. VICTORIAE GOTHIC, trofeo d’armi tra due prigionieri, all’esergo SPQR.

 

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IMP QVINTILLVS P F AVG, busto radiato drappeggiato e corazzato visto da dietro rivolto a destra. VICTORIAE GOTHIC, trofeo d’armi tra due prigionieri.

 

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IMP C DOM AVRELIANVS AVG, busto radiato drappeggiato e corazzato visto da dietro rivolto a destra. VICTORIAE GOTHIC, trofeo d’armi tra due prionieri. EX Hoard balcanico disperso.

 

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Inviato

@Massenzio

Complimenti per le tue monete, molto belle. Notavo SPQR in esergo. Sta forse a significare un buon rapporto con il Senato di Roma?

Ciao da Stilicho


Inviato (modificato)

faccio seguito per la zecca SPQR....

 

L’ubicazione della zecca genericamente chiamata SPQR rappresenta ancor oggi un mistero intrigante al quale non si è ancora dato una soluzione certa e diverse sono le ipotesi avanzate da numerosi studiosi: le più avvalorate Serdica e  Smyrna.

 

La necessità di aprire zecche da parte di Gallieno nelle vicinanze di vari fronti e allo stesso modo c’era la necessità di avere una zecca imperiale in territorio orientale, nelle vicinanze del fronte militare che combatteva i goti, gli eruli e gli altri popoli barbarici che premevano in quel confine.

Che la zecca fosse a Serdica come ipotizzato da Markl, a Smyrna come ipotizzato da Callu – teoria questa che sembrerebbe confermata da J Mairat , a Efeso come teorizzato da Alfoldi oppure in altra sede,  è comunque  plausibile l’esistenza di uno stabilimento, aperto probabilmente attorno agli anni 266-267,  che ha coniato esemplari di stile fortemente orientale, ma così particolare da impedirne il loro inserimento nella zecca di Antiochia, che aveva ripreso a funzionare nell’anno 263, in quanto dall’anno 257 era stata chiusa a seguito dell’invasione sassanide.

 La particolarità delle monete di tale zecca è rappresentata dalla presenza della sigla SPQR in esergo del rovescio, molto probabilmente per differenziare le monete imperiali dalle monete locali che continuavano a essere coniate nella stessa zecca. Gobl peraltro presume la presenza di una zecca a Sirmium che alcuni studiosi la identificano nella zecca SPQR.

 Le rassomiglianze stilistiche delle monete con la zecca siriaca di Antiochia sono però tali che potrebbero fare pensare che le maestranze siano in origine della stessa provenienza o che abbiano comunque lavorato assieme. Il busto dell’Imperatore ha le medesime caratteristiche virtuali non rappresentando la vera fisionomia dell’Imperatore.

 Alcuni studi vorrebbero già funzionante come imperiale la zecca di Cizico sotto Gallieno, ma questo sarebbe contraddittorio con il simbolo di zecca “MC” apparso solo sulle prime monete di Claudio a cui si attribuisce  il  significato di “Moneta Cyzicena”. E’ molto probabile invece che la zecca di Cizico sia sta aperta durante il regno di Claudio con i monetieri provenienti dalla suddetta “zecca SPQR”, trasferimento che potrebbe essersi verificato tra gli anni 268 e 269.

  L’individuazione dello stabilimento nella città di Serdica (attuale Sofia in Bulgaria), all’epoca importante centro della Moesia,e capitale della Dacia, è ipotizzata da Andreas Markl nel suo studio sulle zecche imperiali operanti durante il regno di Claudio II pubblicato nel 1884. Tale conclusione fu fortemente contestata già nel 1889 dal numismatico francese Emilio Lapauille, che invece sosteneva che le monete della succitata “zecca SPQR” per le loro caratteristiche dovevano essere attribuite ad Antiochia.  

 Markl spiegò che era arrivato a tale conclusione studiando le monete della tipologia  MINERVA AVG e ROMA AETERNAE, che pur avendo diverse somiglianze con monete per certo attribuibili a Cizico, quali la sigla  SPQR in esergo, i globetti indicanti l’officina di produzione sotto il busto del sovrano,  l’insieme stilistico faceva pensare ad una zecca sconosciuta. Altro motivo per il quale era escludibile Cizico era che quest’ultima zecca aveva iniziato ad operare sotto Claudio, mentre monete con l’effige di Gallieno e con le caratteristiche della “zecca SPQR”, erano già state rinvenute in un ripostiglio nei pressi di Smyrna (rif. l’ipotesi di Callu che la zecca potesse essere ubicata in quella città).

Secondo la teoria di Markl, Serdica aveva tutti i requisiti per essere la sede della “zecca SPQR”: era stata già in passato sede di zecca provinciale, particolarmente attiva durante il regno dei Severi. Preme precisare che anche per Gallieno nella zecca mesica sono state coniate monete con legenda greca, che riportano il ritratto giovanile dell’Imperatore. Questo potrebbe suggerire che la trasformazione da stabilimento provinciale a imperiale sia avvenuto durante il suo regno. E’ probabile che durante il successivo regno di Claudio, trovandosi la città troppo esposta, prima ancora che scoppiasse la guerra con i goti, si ritenne prudente spostarla presso la città fortificata di Cizico, che cessò di essere quindi una zecca provinciale. Questo sarebbe confermato dal basso numero di monete con legenda greca coniate da questa zecca per Claudio II.

 Se questa ipotesi suggestiva avesse fondamento, la zecca di Serdica non avrebbe prodotto che per pochi mesi, limitandosi probabilmente ad una sola emissione.

Dagli studi che ho potuto effettuare sulle affascinanti monete attribuibili a questa zecca è indiscusso che presentino delle caratteristiche stilistiche uniche, oltre a possedere una residua discreta  argentatura. Con le monete delle emissioni successive di Cizico, il ritratto dell’Imperatore subirà delle modifiche sostanziali, passando da una immagine virtuale, tipicamente orientale, ad un ritratto più reale dell’Imperatore.

  Riassumendo le caratteristiche della zecca sono quindi:

  • la presenza nel rovescio della moneta della sigla SPQR

  • la presenza sotto il busto dell’Imperatore di globetti che indicano il numero dell’officina

  • la lettera “A” assume l’aspetto di una “/ \” per arrivare nelle ultime emissioni di Cizico ad una “I/I” e a un “π”

  • busto virtuale nelle prime emissioni

 La legenda del dritto è sempre di tipo esteso  IMP C M AVR CLAVDIVS AVG.

 Ovviamente per questa zecca non possono esistere emissioni di Consacrazione.

 

La presenza di SPQR continuò poi per le coniazioni di CIzico.

Modificato da Flavio_bo
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Inviato

@Flavio_bo

Grazie!! 

Ammetto: di questa zecca SPQR non sapevo assolutamente nulla:blush:, nemmeno della sua esistenza!!:unknw:

Stavo guardando la moneta postata da Massenzio: i globetti di cui parli sono quelli dietro la testa o quelli sulla corazza?

Poi una domanda:  non ho capito bene quanto scrivi qui

3 ore fa, Flavio_bo dice:

La presenza di SPQR continuò poi per le coniazioni di CIzico.

Significa che rimane la sigla SPQR, ma la zecca e' diventata Cizico?

Ciao e Buona Pasqua.

Stilicho

  • Grazie 1

Inviato (modificato)

i globetti sono di norma sotto al busto,

significa che SPQR è indicato anche nella monete di Cizico (anche se tende a scomparire nelle emissioni più tarde) se è vera l'ipotesi avanzata da diversi studiosi che sia il naturale proseguimento a seguito della chiusura e/o spostamento della  cosiddetta e ipotizzata "zecca SPQR" per problemi di sicurezza militare.

Di seguito in sequenza tre monete: la prima zecca SPQR, le altre due attribuibili a Cizico, si noti la progressiva concretezza dell'immagine dell'Imperatore da un'immagine totalmente virtuale tipica delle zecche orientali (molto rassomigliante a quella di Antiochia) e una più reale ai tratti dell'Imperatore.

 

 

m1.jpg

m2.jpg

m3.jpg

Modificato da Flavio_bo
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Inviato

Spiegazione molto chiara. 

Ho quindi riguardato la moneta di Massenzio: e' possibile che sia stata battuta proprio a Cyzico? Notavo l'assenza di globetti e la fisionomia di Claudio II, davvero più realistica.

Grazie ancora.

Stilicho


Inviato

si Cizico sia Claudio, che Quintillo che Aureliano , il rovescio di Victoriae Gothic è solo di Cizico.

  • Grazie 1

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