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All’inizio del 42 Bruto e Cassio si recarono in Asia per estorcere le ricchiezze necessarie a finanziare l'imminente scontro coi cesariani.

Cassio arrivò per probabilmente primo; quando Bruto sopraggiunse si incontrarono a Smyrna. All’epoca la collaborazione tra i due era divenuta intollerabile; racconta infatti Plutarco che "come spesso accade nelle grandi imprese in cui sono impegnati un gran numero di amici e comandanti, c'era stata qualche differenza di vedute ed erano state scambiate accuse reciproche. Quindi, la loro prima azione fu di incontrare in una stanza faccia a faccia. Le porte erano chiuse, e con nessun altro presente i due grandi uomini cominciarono a darsi la colpa l'un l'altro; poi passarono a recriminazioni ed accuse. Questo ben presto portò a rimproveri indignati e lacrime e i loro amici, stupiti dalla veemenza e dall'amarezza della loro rabbia, temevano che la lite degenerasse in violenza". Cassio era uomo di passioni violente e incontrollate, malvoluto dai soldati che comandanva colla paura, bramoso di denaro e spesso tentato di allontanarsi dalla via della giustizia; combatté per interesse personale, non per la libertà di Roma. Doveva quindi sentirsi sempre più risentito per la popolarità di Bruto, apprezzato dalle truppe, amato dagli amici e ammirato dalla nobiltà per le sue virtù; persino i nemici trovavano impossibile odiarlo.

Dopo l’incontro di Smyrna Bruto sottomise la Licia e Cassio conquistò Rodi, riuscendovi in entrambi i casi con estrema severità.

 

Secondo Sear, la monetazione cominciò dopo l’incontro di Smyrna; in alternativa, si può supporre una sequenza delle emissioni.

Appena giunto in Asia, Cassio battè a suo nome il primo aureo, l’unico che gli attribuisca il titolo PR COS (Cr. 498/1); in seguito fece emettere l’aureo identico, ma con il titolo di IMP (Cr. 499/1) e in contemporanea un denario (Cr. 500/1) anch'esso con il titolo IMP. 

Bruto, a Smyrne, fece allestire un'emissione parallela a quella di Cassio, copiando il R/ del suo denario, sulla quale non si attribuisce alcun titolo (Cr. 500/6-7). Essendo sottoscritta da un Spinther, è possibile che sia stata fatta battere da Cassio, in segno di omaggio al suo alleato; dice infatti Plutarco che “Cassio desiderava tributare a Bruto gli stessi onori di cui si era investito”.

In alternativa, è stato supposto che questi denarî di Bruto iano stati emessi in occasione del successivo in contro di Sardi.

A quel punto Cassio avviò una nuova emissione, con R/ simile e Libertas al D/ (Cr. 500/2-5), sottoscritta da Spinther.

 

Al R/, il tripode sormontato da un calderone (cortina) e da due rami di alloro era una chiara allusione ad Apollo, il dio della profezia e al quale i tirannicidi avevano chiesto protezione nella loro disperata lotta.

Al D/, la Libertas è invece la dea per la quale è stato ucciso Cesare e per la quale si combatte ora contro Antonio e Ottaviano.

Modificato da L. Licinio Lucullo

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