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Guardando stasera la bellissima trasmissione di Angela jr, "Stanotte a Firenze", segnalo che c'è stato un passaggio molto interessante nella cripta di San Lorenzo con immagini della sepoltura dell'ultimo regnante dei Medici. Alla ricognizione sono stati rinvenuti ai lati del capo due medaglioni aurei (credo unici) che però sono stati mostrati velocemente. A occhio sembrano dei capolavori di arte incisoria settecentesca. Qualcuno di voi ne ha notizia o immagini?

Il video credo si potrà rivedere su raiplay, in ogni caso vi segnalo.

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Louis Siries
(Figeac-en-Quercy 1686 circa – Firenze ante agosto 1758)
Due medaglioni dedicatori in morte del granduca Gian Gastone de’ Medici
1737
a) oro, ovale; mm 76 × 70, con le prese mm 82 × 90, peso gr 211,50
recto: Monumento a Gian Gastone de’ Medici, scritta dedicatoria a lettere capitali: IO.GASTO.I.ETR.MAG.DUX.VII, in basso: A. MDCCXXXVII. / L. SIRIES
verso scritta: AMPLIATORI. ARTIUM, sotto A. MDCCXXXVII. / L. SIRIES
b) oro, ovale; mm 75 × 71, con le prese mm 83 × 90, peso gr. 211,20
recto: Monumento a Gian Gastone de’ Medici, scritta dedicatoria a lettere capitali: IO.GASTO.I.ETR.MAG.DUX.VII, in basso: A. MDCCXXXVII. / L. SIRIES
verso scritta: FUNDATORI. SECURITATIS. P., sotto A. MDCCXXXVII. / L. SIRIES

Modificato da ak72
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I due medaglioni furono eseguiti da Luigi Siries, orafo noto per la sua personalissima tecnica con la quale aveva imparato a rendere l’oro resistente quasi quanto l’acciaio. Nei documenti della Guardaroba Medicea (App. 4, cc. 87-88 nuova numerazione, Bietti 2008), sotto la data del 15 luglio 1737, è registrato il pagamento per le due medaglie, con importanti specifiche sulla tecnica esecutiva. Furono coniate usando oro puro ricavato dalla moneta corrente il ‘ruspo” e il modello fu tratto da altro conio già eseguito per Gian Gastone, a cui furono mutate le scritte. Questo ben spiega la presenza dei modelli preliminari alla realizzazione delle medaglie, ora conservati presso il Museo Nazionale del Bargello (inv. n. 10287/88; Vannel, Toderi 2006, p. 88, nn. 550-551). Le raffigurazioni del recto e del verso dei modelli e delle medaglie sono identiche, ma cambiano le scritte e la data di esecuzione.
La realizzazione dei medaglioni fu affidata a un lavorante del Siries, tale Carlo, che li eseguì “con somma diligenza in termine di tre giorni, battuti a martello et improntati” sul conio già esistente, ordinato da Gian Gastone, del quale le due lastrine d’argento del Bargello sono elementi preparatori.
I due medaglioni di Luigi Siries sono quasi in tutto simili fra di loro: quasi identico è il loro peso, ma il primo – quello già posto alla testa del Granduca e con la scritta Ampliatori Artium – è leggermente più alto e meno largo dell’altro. Recano ciascuno due passanti per un nastro che serviva per legarli al corpo del Granduca. Erano infatti,
come descritto nei documenti, uno fermato con un nastro sulla testa e l’altro sul petto dell’ultimo de’ Medici. Questa usanza, che ricorda quella con la quale erano sepolti gli antichi greci sugli occhi dei quali erano poste due monete per poter pagare l’obolo agli dei degli inferi, dovette essere comune a molti dei principi medicei, come si trae dalle descrizioni delle esumazioni di metà Ottocento in cui risultano medaglie d’oro poste nei sepolcri di Ferdinando I, Cosimo II, Ferdinando II, Cosimo III e in quelli dei figli di quest’ultimo, fino ad Anna Maria Luisa, Elettrice Palatina.

Monica Bietti

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