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Collezionare monete del Triveneto


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3 minuti fa, aemilianus253 dice:

Dovrei averne uno anche io. Moneta comunque raretta se non erro. Giusto? 

Abbastanza rara e comunque difficile da reperire in buona conservazione e soprattutto ben battute. È un denaro che presenta spesso debolezze di conio col risultato che soprattutto le legenda risultano mal coniate. 

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Città di Trieste

Comune (1251-1254)

Denaro

Argento

D/ (globetto) SANTVS (globetto)  IVSTVS (globetto), San Giusto stante tra due torri regge un libro con la mano sinistra e una palma con la mano destra

R/ + CIVITAS TERGESTVM, edificio composto da tre torri di cui quella centrale coperta da una cupola e dotato di porta, le altre due merlate

Rif.: CNI VI, 2; Bernardi C

Questo denaro di Trieste è l'unico a non portare il nome di un Vescovo a causa della lotta fra quest'ultimo e il Comune. Il suo peso è di circa 1,10 grammi e diametro di circa 20 millimetri. Il San Giusto è rappresentato nello stesso modo che sui denari di Volrico, mentre è notevole l'incisione dell'edificio posto sul rovescio.

Arka

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Città di Trieste
Comune (1251-1254)
Denaro
Argento
D/ (globetto) SANTVS (globetto)  IVSTVS (globetto), San Giusto stante tra due torri regge un libro con la mano sinistra e una palma con la mano destra
R/ + CIVITAS TERGESTVM, edificio composto da tre torri di cui quella centrale coperta da una cupola e dotato di porta, le altre due merlate
Rif.: CNI VI, 2; Bernardi C
Questo denaro di Trieste è l'unico a non portare il nome di un Vescovo a causa della lotta fra quest'ultimo e il Comune. Il suo peso è di circa 1,10 grammi e diametro di circa 20 millimetri. Il San Giusto è rappresentato nello stesso modo che sui denari di Volrico, mentre è notevole l'incisione dell'edificio posto sul rovescio.
Arka
Diligite iustitiam

Questo denaro che possiamo definire “civico” cioè emesso da un autorità differente rispetto alla chiesa tergestina, che in grandi difficoltà economiche cede al comune tra le altre cose il diritto di zecca, presenta, oltre che alla raffigurazione del Santo, martire e patrono Giusto, quello che a prima vista potrebbe sembrare un edificio a tre torri.
Le rappresentazioni della Trieste medievale giunte fino a noi, che possono essere d’ausilio in questa ricerca sono negli affreschi e nei dipinti della cattedrale di San Giusto, alla scultura linea del Santo Patrono conservata presso il Museo della Fondazione Scaramangà e nel disegno su pergamena noto come “veduta di Trieste nel 1508” in collezione privata._20200404_145412.JPG_20200404_145350.JPG
Il documento si presenta come una veduta della città, presa dal lato mare. L’attenzione del disegnatore si è concentrata sulle strutture difensive e sullo sviluppo della cinta muraria. In tempi recenti questa pergamena è stata sottoposta ad analisi per datarla, ne risulta che sia stata creata verso la metà del XVII secolo, tuttavia il disegno è stato ottenuto con l’ausilio di fonti più antiche, una “ricopiatura” di documenti non più rintracciabili. Nella pergamena, a differenza delle altri fonti a noi disponibili, viene dato risalto all’area portuale.

Il porto, detto mandracchio (dal greco “mandra” cioè recinto), che appare protetto dai due moli entrambi fortificati con prosecuzione delle mura sino alle due torri («boccole») poste all’imboccatura, durante la notte l’imboccatura del Mandracchio viene chiusa da una pesante catena stesa tra queste. Secondo le cronache locali esse vengono abbattute o fortemente danneggiate dal terremoto del 1511.
Il mandracchio, il porto, …..interesse economico, ma anche iconografico della città. Di conseguenza... È puramente una idea [emoji6]_20200404_145332.JPG
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[mention=40771]ak72[/mention] Interessante, grazie.
Mancherebbe la cupola...
Arka
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Si, purtroppo posso solo azzardare a dei lavori, successivi alla la moneta, che ne hanno cambiato l'aspetto
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Patriarcato di Aquileia

Ottobono de' Razzi (1302-1315)

Denaro (1312-1315)

Argento

Peso: 1,05 g    Diametro: 21 mm

D/ (rosetta) OTOBO - NVS (globetto) PA (globetto), il Patriarca seduto sul faldistorio con pastorale e libro con stella

R/ (globetto) A - QVILE - GENSI - S, scudo partito con aquila nella parte superiore e stemma del Patriarca in quella inferiore

Rif.: Passera-Zub 151; CNI VI, 5; Bernardi 35

Questa è la seconda emissione di Ottobono. Al dritto c'è la consueta rappresentazione del Patriarca. Al rovescio uno scudo partito accantonato dalla legenda. La cesura della legenda del rovescio può essere un globetto, come in questo caso, una croce o una stella.

Arka

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Inviato (modificato)

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Regno d'Italia

Ottone I - Ottone II (962-983)

Zecca Verona

Denaro

Argento

D/ OTTO INPERATOR, croce in cerchio

R/ VE // RO, ai lati N - A, croce in cerchio

Rif.: CNI VI, 13

Il denaro a bordo rialzato dei primi Ottoni pesa circa 1,30 grammi e ha 21 millimetri di diametro. Sul dritto la legenda è incisa a mano sul conio e sul rovescio ha un andamento molto curioso. Si potrebbe dire che la legenda del rovescio va letta come il segno della croce: in alto, in basso, a sinistra e a destra. Il bordo è largo e alto. Interessante è il confronto con il contemporaneo denaro dei primi Ottoni della zecca di Venezia che è possibile vedere nella discussione ''Collezionare monete di Venezia'' nella sezione di competenza.

Arka

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Modificato da Arka
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sono due discussioni che stanno avvenendo in contemporanea. Diciamo che una completa l'altra, anche perchè molte monete erano accettate o imitate in tutta l'area.

Ci voleva una discussione cosi. 

Bravo Artur

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4 ore fa, ottone dice:

zecca di Verona

Grosso da 20 denari piccoli ( a partire dagli anni trenta del XIII sec. fino al 1280 )

rif. C.N.V vr 28

 

129-Vr   01018a00.jpg

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Quindi emesso da Ezzelino III da Romano con l'autorizzazione di Federico II di Svevia no ? 

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Fin da quando mi sono interessato alle monete della marca veronese, mi sono sempre chiesto come mai le monete dell'epoca non fossero attribuite a Ezzelino III da Romano. Moltissime monete di altre zecche furono attribuite a Signori di gran lunga meno importanti di Ezzelino e le monete di Verona no. Immagino che fosse la continuazione della damnatio memoriae dichiarata dopo la sua caduta. Nel MEC 12 il grosso è attribuito a Ezzelino e personalmente ritengo che sia corretto attribuire queste emissioni all'indiscussa autorità politica dell'epoca.

Arka

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Ciao, finora non sono apparsi i grossi vigentenari di Trento, ben noti come "marameo", che per me non possono mancare in una bella discussione come questa...

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Patriarcato di Aquileia

Bertrando di San Genesio (1334-1350)

Denaro

Argento

Peso: 1,05 g   Diametro: 20 mm

Descrizione moneta 1:

D/ (crocetta) BER - TR(AN) - D (globetto) PA - Th'A, croce patente intersecante la legenda e un cerchio di perline

R/ (globetto) S (globetto) h'MA - ChOR' (globetto), Sant'Ermacora imberbe seduto sul faldistorio benedice con la mano destra e nella sinistra tiene la croce patriarcale

Passera-Zub 172; CNI VI, 9; Bernardi 43

Descrizione moneta 2:

D/ (globetto) BER - TR(AN) - D (globetto) PA - Th'A, croce patente intersecante la legenda e un cerchio di perline

R/ (globetto) S (globetto) hEMA - CORAS, Sant'Ermacora barbuto seduto sul faldistorio benedice con la mano destra e nella sinistra tiene la croce patriarcale

Rif.: Passera-Zub 178; CNI VI, 13; Bernardi 44

Questa volta vengono rappresentati due denari Di Bertrando. Sono stati messi insieme per rendere più facile un confronto tra gli stili delle due emissioni. Infatti, mentre il dritto resta uguale, sul rovescio si può notare un notevole cambio di stile. La prima moneta presenta il Santo ancora rigido nelle forme, il volto imberbe è stilizzato, le vesti cadono dritte. Nella emissione successiva la figura è molto più naturale, il volto diventa barbuto ma anche più realistico, la veste prende delle piegature che seguono il corpo. In pochi anni l'arte incisoria fa un balzo enorme. Probabilmente il tutto causato dall'arrivo nella zecca di Aquileia di un bravo incisore.

Arka

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Patriarcato di Aquileia

Nicolò di Boemia (1350-1358)

Denaro

Argento

Peso: 0,90 g   Diametro: 20 mm

D/ (rosetta) MONETA (rosetta) NICOLAI, leone rampante di Boemia a s. con N sul petto

R/ + PATh'E (rosetta) AQVILEGE', croce fogliata in doppio quadrilobo

Rif.: Passera-Zub 211; CNI VI, 9; Bernardi 52b

Il denaro di Nicolò di Boemia presenta un bel leone rampante, stemma di Boemia, sul dritto e una croce fogliata sul rovescio. Esistono alcune varianti nella punteggiatura e il leone può essere senza la N sul petto.

Arka

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Bella @appah, si tratta di una variante più rara, con la scritta "imperator" in luogo di "inperator" e con il vescovo abbigliato con una casula differente; come hai detto bene più recente rispetto a quelli del primo tipo ("inperator").

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Contea del Tirolo

Margaretha Maultasch (1335-1363)

Grosso tirolino

Argento

D/ ME -IN - AR - DV', doppia croce patente

R/ + COMES (crocetta) TIROL', aquila tirolese ad ali spiegate con la testa rivolta a s.

Ecco un altro esempio di grosso tirolino della zecca di Merano. Per il riferimento consiglio di vedere il lavoro di Helmut Rizzolli, Munzgeschichte des alttirolischen Raumes im Mittelalter und Corpus Nummorum Tirolensium Mediaevalium 1, Bolzano 1991. Il tirolino qui illustrato è stato coniato durante la reggenza di Margaretha Maultasch, che nel 1363 dona la Contea agli Asburgo, ed è caratterizzato da una moltitudine di globetti che accompagnano la legenda sia sul dritto che sul rovescio. A differenza di altre emissioni di questo periodo, il conio è molto accurato e le lettere hanno una bella forma gotica. Anche l'aquila araldica del Tirolo è di uno stile molto efficace.

Arka

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1 ora fa, Arka dice:

Contea del Tirolo

Margaretha Maultasch (1335-1363)

Grosso tirolino

@Arka, però tu non puoi infierire su di noi con pezzi di questa caratura... ???. Chiedo aiuto ai Curatori, non c'è qualche convenzione internazionale che vieta queste sofferenze da invidia? ???

A parte le battute, complimenti, per questo come per altri parecchi pezzi che hai postato in precedenza. 

Paolo 

Modificato da Bassi22
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