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Collezionare monete di Venezia


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ENRICO IV di Franconia dal 1094-1105. Denaro g 0,65 ⚖ D/ + ENRICVS IMPER Croce patente R/ + S MARCVS VENECIA busto frontale senza aureola [emoji56]

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ENRICO IV di Franconia dal 1094-1105. Denaro g 0,65 ⚖ D/ + ENRICVS IMPER Croce patente R/ + S MARCVS VENECIA busto frontale senza aureola [emoji56]

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Con aureola [emoji56]
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Repubblica di Venezia

Enrico V e successori (1105-seconda metà del XII sec.)

Denaro scodellato

Argento

D/ + ENRIC IMPE (globetto su globetto), croce patente accantonata da quattro globetti in cerchio di perline

R/ + S MARCVS VE (globetto), busto frontale di S. Marco in cerchio di perline

Rif.: Zub-Luciani 15

Dopo i due esemplari postati da @ak72 vorrei illustrarvi anche questo denaro. Nei due esemplari precedenti la croce patente termina con le croci a cuspide. Nelle immagini precedenti, le prime cuspidi erano presenti sul denaro di Berengario I ovvero alla fine del IX secolo. Questa caratteristica è durata quindi circa due secoli nella zecca di Venezia. In questo esemplare invece le estremità della croce patente cambiano forma e diventano ''ad ali di rondine''. Infatti verso la fine di questa tipologia gli esemplari presentano questa croce e legende meno leggibili. Anche il peso diminuisce così come il diametro. Gli ultimi esemplari pesano circa 0,30-0,40 grammi e passano da 20 a 16 millimetri circa di diametro. Due ultime notizie. La prima riguardante il valore è che questi denari venivano conteggiati alla metà dei contemporanei denari di Verona. La seconda è che questa tipologia viene ripresa sul primo denaro dogale di Vitale II Michiel con piccoli aggiustamenti.

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato (modificato)

            

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Repubblica di Venezia

Sebastiano Ziani (1172-1178)

Denaro scodellato

Mistura

D/ + (globetto) SEB (globetto) DVX (globetto), croce patente in cerchio di perline

R/ + (globetto) S (globetto) MARCVS, croce patente in cerchio di perline

Rif.: Zub-Luciani 20.1

La prima moneta dogale fu il denaro di Vitale II Michiel. Ma ben presto sotto il dogado di Sebastiano Ziani Venezia emise un nuovo tipo di denaro (qui illustrato), che valeva il doppio di quello di Vitale II raggiungendo così il valore del denaro di Verona, che fu preso ad esempio per la nuova emissione. Il suo peso era di 0,36 grammi e il diametro 13 millimetri. Questo denaro fu coniato anche dai due dogi che succedettero a Ziani, ovvero Orio Malipiero e Enrico Dandolo prima dell'interruzione della sua coniazione. Le coniazioni di questa tipologia ripresero poi con il dogado di Lorenzo Tiepolo e durarono, con qualche interruzione, fino a Francesco Foscari.

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka
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Repubblica di Venezia

Enrico Dandolo (1192-1205)

Grosso

Argento

D/ + (globetto) H (globetto) DANDOL (globetto)   S (globetto) M (globetto) VENETI, S. Marco nimbato e il doge stanti di fronte reggono un vessillo, lungo l'asta DVX

R/ Il Redentore seduto in trono, ai lati le lettere IC - XC

Rif.: Zub-Luciani 63.1

Verso la fine del XII secolo la zecca di Venezia conia il primo grosso. Il peso di 2,16 grammi e il largo modulo di 21 millimetri sono una rivolozione in un'area monetaria abituata ai piccoli denari di 0,30 grammi. Sul dritto vengono rappresentati S. Marco nimbato e con il Vangelo nella mano sinistra e il doge, identificato con la scritta DVX a fianco della sua testa, con un rotolo delle leggi. Entrambi con la mano destra reggono il vessillo della Repubblica. Sul rovescio è rappresentato il Redentore seduto in un grande trono in puro stile bizantino. Ai lati della testa le lettere greche IC - XC lo identificano come Jesus Christus. Questa moneta ebbe un enorme successo commerciale e fu imitata in molte nazioni. Rimase immutata fino a Giovanni Gredenigo (1355-1356) per riprendere poi con Andrea Contarini, ma modificata nel peso e nel disegno.

Arka

Diligite iustitiam

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Supporter
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Repubblica di Venezia
Enrico Dandolo (1192-1205)
Grosso
Argento
D/ + (globetto) H (globetto) DANDOL (globetto)   S (globetto) M (globetto) VENETI, S. Marco nimbato e il doge stanti di fronte reggono un vessillo, lungo l'asta DVX
R/ Il Redentore seduto in trono, ai lati le lettere IC - XC
Rif.: Zub-Luciani 63.1
Verso la fine del XII secolo la zecca di Venezia conia il primo grosso. Il peso di 2,16 grammi e il largo modulo di 21 millimetri sono una rivolozione in un'area monetaria abituata ai piccoli denari di 0,30 grammi. Sul dritto vengono rappresentati S. Marco nimbato e con il Vangelo nella mano sinistra e il doge, identificato con la scritta DVX a fianco della sua testa, con un rotolo delle leggi. Entrambi con la mano destra reggono il vessillo della Repubblica. Sul rovescio è rappresentato il Redentore seduto in un grande trono in puro stile bizantino. Ai lati della testa le lettere greche IC - XC lo identificano come Jesus Christus. Questa moneta ebbe un enorme successo commerciale e fu imitata in molte nazioni. Rimase immutata fino a Giovanni Gredenigo (1355-1356) per riprendere poi con Andrea Contarini, ma modificata nel peso e nel disegno.
Arka
Diligite iustitiam

Con pallino nella veste del Redentore... [emoji6]
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Inviato (modificato)

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Repubblica di Venezia

Jacopo Contarini (1275-1280)

Bianco scodellato

Mistura

D/ + (globetto) IA (globetto) 9TARE (globetto) DVX, croce patente accantonata da quattro losanghe in doppio cerchio di perline

R/ + (globetto) S (globetto) MARCVS (globetto) V (globetto) N (globetto), busto frontale di San Marco in doppio cerchio di perline

Rif.: Zub-Luciani 19.8

Il bianco scodellato del valore di mezzo denaro è l'erede del denaro enriciano. L'impostazione della moneta è la stessa con croce patente e busto di San Marco. Sul dritto cambia la legenda che adesso indica il nome del doge sotto cui è coniata. Da notare la notevole cura nell'incisione a differenza dei contemporanei denari. Il peso è di circa 0,56 grammi e il diametro di 13 millimetri.

Arka

Diligite iustitiam

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Andando avanti così, questa discussione sconfiggerà il SARS-CoV-2! (nominale per nominale, per arrivare a Ludovico Manin ci vorranno dei mesi) ;) 

Bravo Artur e tutti quanti contribuiscono, il compito di noi curatori è quasi superfluo quando ci offrite queste chicche.

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Inviato (modificato)

Bè, non è necessario seguire un ordine. La mia è una scelta cronologica. Ma scelte di altro tipo vanno altrettanto bene.

L'importante è far vedere e far conoscere le monete di Venezia.

Arka

Diligite iustitiam

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Una domanda magari stupida ma non ho potuto non pensarci dato il grosso abbastanza raro postato da Arka del Dandolo. La sua nuova moneta si conia a fine XII secolo, di ottimo argento, di grande modulo per l'epoca e rispetto alla concorrenza eppure se ha avuto successo fin da subito ( questo è certo credo dato l'ottimo proseguimento dei grossi veneziani nella storia commerciale ed economica medievale europea ) perché ad oggi si tratta di una moneta abbastanza rara ( R3 ! ) numismaticamente parlando ? Sul mercato non dovrebbe essercene un numero più alto ? Ipotizzo una situazione di fanta numismatica se non trovo risposta al fatto che il nuovo grosso fu emesso in quantità abbondanti perché Venezia già ricca ed economicamente molto forte doveva finanziare la crociata in terra Santa poi dirottata a Costantinopoli per motivi politici ? Dove sono dunque i grossi del fiero vecchio e abile doge Enrico Dandolo ? 

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Supporter
11 ore fa, Faletro78 dice:

Una domanda magari stupida ma non ho potuto non pensarci dato il grosso abbastanza raro postato da Arka del Dandolo. La sua nuova moneta si conia a fine XII secolo, di ottimo argento, di grande modulo per l'epoca e rispetto alla concorrenza eppure se ha avuto successo fin da subito ( questo è certo credo dato l'ottimo proseguimento dei grossi veneziani nella storia commerciale ed economica medievale europea ) perché ad oggi si tratta di una moneta abbastanza rara ( R3 ! ) numismaticamente parlando ? Sul mercato non dovrebbe essercene un numero più alto ? Ipotizzo una situazione di fanta numismatica se non trovo risposta al fatto che il nuovo grosso fu emesso in quantità abbondanti perché Venezia già ricca ed economicamente molto forte doveva finanziare la crociata in terra Santa poi dirottata a Costantinopoli per motivi politici ? Dove sono dunque i grossi del fiero vecchio e abile doge Enrico Dandolo ? 

Ciao!

Bella domanda .....  nessun testo che ho avuto l'occasione di leggere ha dato una risposta ultimativa; anche lo Stahl cita una evidente penuria di Grossi a nome del Doge Enrico Dandolo nei ritrovamenti, nonostante la loro imponente emissione; il perché lo ascrive ad una possibile tesaurizzazione e successiva fusione di queste monete a tutto vantaggio dei denari.

Io ho sempre pensato che l'accaparramento e fusione dei Grossi potrebbe benissimo essere avvenuta anche ad opera di zecche straniere che, con l'argento dei Grossi, emettevano loro monete ad un titolo inferiore dell'argento e lucrando sulla differenza.

saluti

luciano

 

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Enrico Dandolo

 

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1 ora fa, 417sonia dice:

Io ho sempre pensato che l'accaparramento e fusione dei Grossi potrebbe benissimo essere avvenuta anche ad opera di zecche straniere che, con l'argento dei Grossi, emettevano loro monete ad un titolo inferiore dell'argento e lucrando sulla differenza.

Ciao Luciano, sul punto concordo con te. E sebbene a distanza di molti secoli, penso che il momento più probabile sia quello che tu richiamavi già nel #37 del topic "Ducato Andrea Dandolo", in cui dicevi  ....... "Ricordo la carenza di argento intervenuta in Egitto a cavallo del 1400, che costrinse le autorità a sospendere la coniazione del dirham, che fecero rinascere in anni successivi, più sottile e piccolo".  Anche se le epoche distano oltre 200 anni, non è affatto improbabile una forte tesaurizzazione avvenuta nel tempo di questi grossi, vista la loro grandissima qualità e fino d'argento.

Questo periodo difficile per le zecche (inizio/metà del '400), inoltre, era abbastanza comune anche nel nord Europa, visto che alcune sospesero la loro attività per molti anni (Bruxelles per diciassette), ed altre chiusero per sempre.

Paolo

Modificato da Bassi22
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E' un argomento molto complesso. Se fosse causa la crisi del '400 credo che sarebbero spariti anche gli altri grossi.  Inoltre il grosso nei confronti dei denari si comporta da moneta cattiva, come scritto da Saccocci. Infatti le emissioni di denari furono sospese proprio a partire da Enrico Dandolo.

Arka

Diligite iustitiam

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6 minuti fa, Arka dice:

E' un argomento molto complesso

Si, certo, e non possiamo trattarlo in poche righe. Quello che intendo considerare attiene in parte anche ai comportamenti sociali posti in essere sia dai singoli individui sia dagli Stati, e che sono spesso ripetitivi nel tempo. Tesaurizzare qualcosa implica anche il considerare la concentrazione di valore nello spazio, oltre che nel tempo. La buona fattura di (tutti) i Grossi depone a loro favore; dopo di che - in quei momenti storici - la tesaurizzazione poteva avvenire in momenti (i) di elevata disponibilità economica, quindi per accumulare e diversificare i valori (ii) di necessità, quindi a protezione personale in un momento storico contingente (guerre, carestie, epidemie).  Dopo di che il loro successivo utilizzo poteva avvenire in momenti completamente slegati dalla loro genesi; anche ad ampia distanza di tempo. 

Paolo

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Repubblica di Venezia

Ranieri Zeno (1253-1268)

Quartarolo

Mistura

D/ + (globetto) RA (globetto) ZENO DVX (globetto), lettere V N C E disposte a croce accantonate da cinque globetti

R/ + (globetto) S (globetto) MARCVS (globetto), croce potenziata accantonata da quattro gigli

Rif.: Zub-Luciani 17.5

Il quartarolo è la moneta dal valore più basso fra quelle coniate dalla zecca di Venezia. La coniazione iniziò con Enrico Dandolo (1192-1205) e si concluse con Giovanni Soranzo (1312-1328). Il peso è di circa 0,90 grammi e il diametro di 16 millimetri. Vennero coniati anche doppi quartaroli, oggi estremamente rari. Da notare la notevole cura degli incisori nel forgiare le lettere, molte come le A e le V con una cornice.

Arka

Diligite iustitiam

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Ragionando sui grossi di Enrico Dandolo e sul perchè oggi sono così rari, mi chiedo perchè non solo sono rari, ma anche molto circolati. In effetti non ho memoria di aver visto un grosso di Enrico Dandolo in FDC, mentre ne ho visti di Pietro Ziani e di Jacopo Tiepolo, per non parlare dei successori... Quindi penso che proprio i grossi di Dandolo sono stati parecchio in circolazione e non furono tesaurizzati, cosa che andrebbe in sintonia alla moneta cattiva. E forse proprio a causa della lunga circolazione, la maggior parte fini nel crogiolo per essere fusa e riconiata.

Arka

Diligite iustitiam

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Repubblica di Venezia

Bartolomeo Gradenigo (1339-1342)

Ducato

Oro

Peso: 3,54 g    Diametro: 20 mm

D/ BA GRADONICO  (globetto) S M VENETI, S. Marco stante a d. e il doge inginocchiato a s. reggono il vessillo, lungo l'asta DVX

R/ (g) SIT (g) T (g) XPE (g) DAT' (g) Q (g) TV  REGIS ISTE DVCAT', Il Redentore stante in mandorla stellata

Rif.: Zub-Luciani 122.6

La prima moneta d'oro pesante occidentale, il fiorino, fu coniata a Firenze, seguita dopo breve tempo da Genova. Venezia attese più di trent'anni per coniare il suo ducato d'oro sotto il dogado di Giovanni Dandolo (1280-1289). Probabilmente perchè fino ad allora aveva usato monete d'oro bizantine. Qui è illustrato il sesto ducato coniato da Bartolomeo Gradenigo (1339-1342). Al dritto ci sono San Marco nimbato reggente un libro e il doge inginocchiato con il corno ducale. Entrambi reggono il vessillo come nel grosso, a indicare che si sostengono nella gestione della Repubblica. Sul rovescio è rappresentato il Redentore benedicente stante con libro nella mano sinistra e circondato di stelle e mandorla di perline. La legenda è un'invocazione al Redentore e dice: ''Sia dato a Te, o Cristo, poichè Tu reggi questo ducato''. Il ducato, chiamato poi zecchino a partire da Francesco Donà, ebbe molta fortuna, soprattutto in oriente. Con piccole varianti di stile questa tipologia dura fino alla fine della Repubblica nel 1797 ovvero per più di 500 anni.

Arka

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Repubblica di Venezia
Bartolomeo Gradenigo (1339-1342)
Ducato
Oro
Peso: 3,54 g    Diametro: 20 mm
D/ BA GRADONICO  (globetto) S M VENETI, S. Marco stante a d. e il doge inginocchiato a s. reggono il vessillo, lungo l'asta DVX
R/ (g) SIT (g) T (g) XPE (g) DAT' (g) Q (g) TV  REGIS ISTE DVCAT', Il Redentore stante in mandorla stellata
Rif.: Zub-Luciani 122.6
La prima moneta d'oro pesante occidentale, il fiorino, fu coniata a Firenze, seguita dopo breve tempo da Genova. Venezia attese più di trent'anni per coniare il suo ducato d'oro sotto il dogado di Giovanni Dandolo (1280-1289). Probabilmente perchè fino ad allora aveva usato monete d'oro bizantine. Qui è illustrato il sesto ducato coniato da Bartolomeo Gradenigo (1339-1342). Al dritto ci sono San Marco nimbato reggente un libro e il doge inginocchiato con il corno ducale. Entrambi reggono il vessillo come nel grosso, a indicare che si sostengono nella gestione della Repubblica. Sul rovescio è rappresentato il Redentore benedicente stante con libro nella mano sinistra e circondato di stelle e mandorla di perline. La legenda è un'invocazione al Redentore e dice: ''Sia dato a Te, o Cristo, poichè Tu reggi questo ducato''. Il ducato, chiamato poi zecchino a partire da Francesco Donà, ebbe molta fortuna, soprattutto in oriente. Con piccole varianti di stile questa tipologia dura fino alla fine della Repubblica nel 1797 ovvero per più di 500 anni.
Arka
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Da notare il volto del Redentore _20200404_161814.JPG
Con alcune variazioni stilistiche.
Ennesimo segno di controllo o antifrode, da aggiungere, per esempio a...? _20200404_161855.JPG
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Da notare il volto del Redentore _20200404_161814.thumb.JPG.110b26bf9b4e6b0087d1919967598ae9.JPG
Con alcune variazioni stilistiche.
Ennesimo segno di controllo o antifrode, da aggiungere, per esempio a...? _20200404_161855.thumb.JPG.adbf2600b11f969b8c58436faa2bae1a.JPG

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Magnifico e raro il ducato del Bartolomeo Gradenigo caro Arka, complimenti sinceri anche per il quartarolo. Solitamente non do mai la conservazione fdc per monete medievali pensando che già uno splendido sia una qualità insolita e molto molto bella per una moneta di quel periodo qui però fdc si può usare. Purtroppo troppe monete belle e interessanti su 3 discussioni contemporaneamente e i mi piace finiscono subito. 

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Giusta l'osservazione della sempre media o bassa qualità dei grossi di Enrico Dandolo. Dunque nonostante l'appeal legato ad esso come moneta grossa di ottimo argento ed emessa da uno stato in piena ascesa economica e militare e ancora con una imissione sul mercato che si può ipotizzare abbondante per alcuni anni esso infine funge da moneta cattiva e circola dunque per moltissimi anni per poi essere rifuso. Perché no ? È possibile, altre opinioni o idee ? 

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