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Inviato

Denaro con legenda sia al dritto che al rovescio. 

Rarissima varietà.

Errore dell'incisore?

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Supporter
Inviato (modificato)
17 minuti fa, fabry61 dice:

Denaro con legenda sia al dritto che al rovescio. 

Rarissima varietà.

Errore dell'incisore?

Ci sto pensando e tra le ipotesi avanzate c'è anche quella che gli addetti alla coniazione avessero alzato il gomito ?

Modificato da ak72
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Supporter
Inviato

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Un'immagine, spero, migliore

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Inviato

Credo che sia ribattuta su un altro esemplare.

Arka

Diligite iustitiam


Supporter
Inviato
Credo che sia ribattuta su un altro esemplare.
Arka
Diligite iustitiam

Quindi, sposi la mia teoria dell'addetto di zecca sbronzo [emoji6]?
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Supporter
Inviato
11 ore fa, Arka dice:

Credo che sia ribattuta su un altro esemplare.

Arka

Diligite iustitiam

Ciao!

E' una probabilità.

saluti

luciano


Inviato

Penso anch'io si tratti di una ribattitura. La monetina è abbastanza ben conservata e non si spiegherebbe così quell'immagine imprecisa del leone. Così sembra un bulldog iperdotato.


Inviato

Altri due leoncini, il primo ex collezione AZ, il secondo ex collezione AAZ...

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Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

La coda a S, così pronunciata, rende questi leoncini inconfondibili anche in esemplari malridotti. Ringraziamo l'incisore anonimo.


Inviato

Rimanendo sempre sulle monete di piccolo valore, vorrei riprendere ora il doppio bagattino. Moneta che ha attraversato i secoli, essendo nata agli inizi del XV con Tomaso Mocenigo e fu coniata fino a Alvise Contarini nella seconda metà del XVII secolo. Per una descrizione completa rimando al post n. 265 a pag. 11 dove venne illustrato il doppio bagattino di Nicolò da Ponte. Poi, se ben ricordo ne abbiamo visti di Pasquale Cicogna e di Francesco Erizzo. Qui illustrato è un esemplare di Leonardo Donà (1606-1612).

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Una curiosità che riguarda questa monetina è la straordinaria somiglianza iconografica ad un'altra piccola moneta che abbiamo visto fino a qualche post in precedenza: il bianco scodellato. Entrambe la monete presentano al dritto una croce circondata dal nome del doge. Qui i cunei che accantonavano la croce nel bianco sono stati sostituiti dalle stelle, ma è solo un piccolo particolare. Entrambe sul rovescio hanno il busto di San Marco di fronte, anche se quello del doppio bagattino è decisamente più moderno.

Ovviamente il doppio bagattino non è scodellato, però la somiglianza è notevole.

C'è quindi da chiedersi come mai una moneta tanto simile al mezzo denaro, perchè tale era il valore del bianco, pochi decenni dopo rappresenta un doppio denaro, quadruplicando il proprio valore...

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Continuando con i doppi bagattini, ecco un Marino Grimani (1595-1605).

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Rif.: Zub - Luciani 31.25.

Un'altra curiosità su questa moneta è il fatto che nel primo volume il Papadopoli crede che questa moneta possa essere il bagattino per il Friuli. Nel secondo volume abbandona questa idea e sostiene che questo sia il doppio denaro, come tuttora riteniamo. La mancanza di documentazione fa sì che questa monetina continua a non essere studiata. Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha un'idea del perchè venne ripresa l'iconografia del bianco per questa moneta...

Arka

Diligite iustitiam

 

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Inviato

Continuando la serie dei doppi bagattini, ecco un Marcantonio Memmo (1612-1615).

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Rif.: Zub-Luciani 31.27

come spesso capita, le monete piccole godono di scarsa considerazione. Un po' per lo scarso valore, un po' perchè piccole di modulo, un po' perchè spesso sono rare, non sono studiate e poco collezionate. Credo che il doppio bagattino non sfugga a questa ''legge''. Ma io resto sempre affascinato dalla moneta piccola e, osservandola, mi vengono in mente tutte le possibili domande. Così continuo a pensare che c'è un motivo per cui con il doppio bagattino si riprende l'iconografia del bianco. E il motivo non può essere solo il consevativismo dei veneziani.

E' possibile che il doppio bagattino fosse destinato a circolare là dove circolava il bianco e dove la memoria di questa moneta non era del tutto scomparsa?

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

E qui viene illustrato il doppio bagattino di Giovanni Bembo (1615-1618).

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Rif.: Zub-Luciani 31.28

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Oggi tocca al doppio bagattino di Antonio Priuli (1618-1623). Colgo l'occasione per dire che quella illustrata è solo una delle molte varianti coniate di questa moneta.

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Rif.: Zub-Luciani 31.29

Tornando al discorso sul doppio bagattino, non avendo ricevuto altre ipotesi contrarie a quanto scritto sopra, tengo buona l'ipotesi che il doppio bagattino sia stato immesso nella stessa area dove circolava il bianco. La domanda successiva è perchè il doppio bagattino venne coniato? Se l'ipotesi precedente è valida, credo che il doppio bagattino sia stato coniato perchè dopo cinquant'anni che non venivano più coniati i bianchi stavano sparendo dal mercato. E probabilmente avevano ancora una propria utilità. Ecco che diventa necessario rifornire il mercato di nuove monete di questa tipologia. Mi piacerebbe sentire qualche parere in merito... anche totanlmente contrario.

Arka

Diligite iustitiam

 

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Inviato (modificato)

Non so sinceramente rispondere ad Arka sui suoi quesiti in merito al diffondersi dei doppi bagattini.... Posso solo dire che gli esemplari postati sono di ottima qualità per il tipo di moneta in questione. Inoltre includono dei nomi che per tipologia possno essere ostici da mettere in collezione se si punta ad avere almeno una moneta per doge, vedi ad esempio Marcantonio Memmo, di difficile reperibilità su tutte le emissioni monetarie.

Modificato da Faletro78
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Inviato

Ecco il doppio bagattino di Francesco Contarini (1623-1624).

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Rif.: Zub-Luciani 31.30

Arka

Diligite iustitiam


Supporter
Inviato

Ciao!

E' una ipotesi, la tua, degna di considerazione.

Penso anche che a distanza di 50 anni (praticamente due generazioni) il valore del bianco fosse talmente basso che non aveva senso replicarlo, se non inventarsi il suo doppio che, probabilmente, aveva il medesimo valore di acquisto del primo.

saluti

luciano


Inviato

@417sonia  Luciano dice una cosa interessante, ovvero paragona il potere di acquisto del bianco al doppio bagattino. Questo è probabilmente il motivo per cui si mantengono le impronte del bianco sulla nuova moneta. 

Tuttavia il valore no è il doppio, ma il quadruplo. E' ancora a questo quesito che dobbiamo dare una risposta.

Intanto un doppio bagattino di Giovanni Corner I (1625-1629) purtroppo non in codizioni perfette.

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Rif.: Zub-Luciani 31.31

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

E questo è il doppio bagattino di Nicolò Contarini (1630-1631).

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Rif.: Zub-Luciani 31.32

Qui possiamo vedere l'ultima modifica nell'immagine del dritto. Infatti scompare il cerchio di perline intorno alla croce. Il doppio bagattino resterà cosi fino alla fine delle sue emissioni.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato (modificato)

Un altro esemplare di Francesco Erizzo (1631-1646). Le crocette sostituiscono le stelle negli angoli della croce.

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Rif.: Zub-Luciani 31.33

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka

Inviato

Ed ecco il doppio bagattino di Francesco Molin (1646-1655) dove tornano le stelline.

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Rif.: Zub-Luciani 31.34

Da qui fino alla fine delle emissioni i doppi bagattini diventano molto rari. Probabilmente stavano esaurendo il loro compito.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

Per chiudere la serie dei doppi bagattini ecco infine Alvise Contarini (1676-1684) l'ultimo doge ad averli coniati. Da notare che qui sono 4 globetti ad accantonare la croce.

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Rif.: Zub-Luciani 31.38

E con questa moneta vorrei anche finire il discorso sul bianco e il doppio bagattino. Riassumiamo per comodità. Il doppio bagattino venne coniato sotto Tomaso Mocenigo con i tipi del bianco coniato per l'ultima volta cinquant'anni prima. Il suo valore è di due denari a differenza del bianco che aveva il valore di mezzo denaro. Quindi quattro volte tanto.

Per la somiglianza ho avanzato l'ipotesi di copertura di un mercato tradizionale e medesimo del bianco. E' probabile che il potere di acquisto sia rimasto quello del bianco, come suggerito da @417sonia. E allora come è successo che ha quadruplicato il suo valore? Probabilmente lo ha fatto rispetto a un'altra moneta che si è svalutata molto di più, ovvero il denaro. Infatti proprio durante quei cinquant'anni il denaro piccolo diventa sempre più leggero e con una lega sempre più scarsa. Che c'entri la lira di piccoli e la lira di grossi?

Arka

P.S. La teoria è solo un ipotesi, quindi prendetela come tale.

Diligite iustititiam


Supporter
Inviato
3 ore fa, Arka dice:

Per chiudere la serie dei doppi bagattini ecco infine Alvise Contarini (1676-1684) l'ultimo doge ad averli coniati. Da notare che qui sono 4 globetti ad accantonare la croce.

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Rif.: Zub-Luciani 31.38

E con questa moneta vorrei anche finire il discorso sul bianco e il doppio bagattino. Riassumiamo per comodità. Il doppio bagattino venne coniato sotto Tomaso Mocenigo con i tipi del bianco coniato per l'ultima volta cinquant'anni prima. Il suo valore è di due denari a differenza del bianco che aveva il valore di mezzo denaro. Quindi quattro volte tanto.

Per la somiglianza ho avanzato l'ipotesi di copertura di un mercato tradizionale e medesimo del bianco. E' probabile che il potere di acquisto sia rimasto quello del bianco, come suggerito da @417sonia. E allora come è successo che ha quadruplicato il suo valore? Probabilmente lo ha fatto rispetto a un'altra moneta che si è svalutata molto di più, ovvero il denaro. Infatti proprio durante quei cinquant'anni il denaro piccolo diventa sempre più leggero e con una lega sempre più scarsa. Che c'entri la lira di piccoli e la lira di grossi?

Arka

P.S. La teoria è solo un ipotesi, quindi prendetela come tale.

Diligite iustititiam

Ciao!

Anche il mio pensiero è dettato da una ipotesi!

Ho pensato al denaro che, anno dopo anno, diventava sempre più leggero e con una lega sempre più calante; non potevano ridurre peso e lega all'infinito. Negli anni, però, le merci ed i servizi - certamente - avranno aumentato il loro costo.

Non credo che sia peregrino pensare che una merce che costava all'origine un bianco, dopo 50 anni la stessa merce sarebbe venuta a costare 4 bianchi.

Continuare a coniare i vecchio bianco a distanza di tanto tempo, che dimensioni avrebbe avuto?

Soprattutto avrebbe probabilmente resa esplicita la sua svalutazione rispetto al valore delle merci ed i servizi (ci volevano più bianchi per acquistare la stessa merce); meglio coniare una nuova moneta che lo ricordasse e che rappresentasse un suo multiplo.

saluti

luciano


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