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Girolamo Bonaparte e le monete del regno di Westphalia


lorluke

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Supporter
23 minuti fa, DOGE82 dice:

Bellissima discussione. Nonostante non sia la mia monetazione l'ho letta molto volentieri. Descrizioni fatte molto bene! Bravo!! Saluti! 

Gentilissimo! Purtroppo, però, devo darvi una brutta notizia: non ci restano ancora moltissime monete da trattare. Stimo che ci vorranno all’incirca 3-4 “episodi” per finire completamente. Devo ammettere che un po’ mi dispiace... In futuro potrei, tuttavia, creare discussioni similari sulle altre monetazioni “filo-napoleoniche”. Chissà! ??

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42 minuti fa, lorluke dice:

Gentilissimo! Purtroppo, però, devo darvi una brutta notizia: non ci restano ancora moltissime monete da trattare. Stimo che ci vorranno all’incirca 3-4 “episodi” per finire completamente. Devo ammettere che un po’ mi dispiace... In futuro potrei, tuttavia, creare discussioni similari sulle altre monetazioni “filo-napoleoniche”. Chissà! ??

Intanto questo post ti è riuscito benissimo! Mi auguro che ne farai tanti altri di altrettanto interessanti! Saluti. 

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Supporter
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Come detto, del 2/3 di tallero esistono ben 4 tipologie. Quest'oggi andremo ad analizzarle una ad una. Ricordo, prima d'iniziare, che queste monete sono tutte accomunate dal fatto di essere state coniate a Clausthal e di pesare 13,08 gr d'argento 994 millesimi.
La prima tipologia venne coniata ufficialmente nel 1808 e nel 1810 anche se, in realtà, di quest'ultima emissione non vi è alcuna traccia.
Sinceramente, credo sia una delle monete esteticamente più brutte di tutta la monetazione westphaliana.
Al dritto troviamo un ritratto del sovrano eseguito in modo particolarmente semplice, quasi stilizzato oserei dire.
Personalmente, se non ci fosse scritto, farei fatica a capire che si tratta effettivamente di Girolamo Bonaparte... Tralasciando la bellezza estetica della fisionomia del volto, al dritto possiamo notare due piccole curiosità. Innanzitutto, come forse avrete notato, è la prima (ed unica) volta che troviamo Girolamo a capo scoperto. Difatti, in tutte le altre occasioni, lo abbiamo sempre visto portare una corona d'alloro. L'altra piccola curiosità riguarda la legenda. Anche qui abbiamo un'unicità: solo in questo caso potremo osservare la legenda “Napoleon Hieronymus”.
Al rovescio, invece, troneggia a caratteri cubitali stile telefono Brondi il valore nominale 2/3, sotto al quale troviamo due legende. Quella interna riporta un “nebuloso”: N D Reichs fuss fein silber. Sostanzialmente significa che la moneta veniva battuta “a piede dell'Impero”. Ma a quale Impero si fa riferimento? All'ormai decaduto Sacro Romano Impero Germanico? A quale delle varie convenzioni esistenti ci si basa?
Sono abbastanza certo che tale dicitura creasse confusione anche all'epoca. Difatti, come vedremo a breve, verrà sostituita dopo alcuni anni.
La legenda esterna, invece, riporta il classico “Koenig von Westphalen F P” ma da destra a sinistra. Insomma, una moneta ricca di particolarità ?

304 due terzi di tallero 1808 primo tipo.jpg

La seconda tipologia è identica in tutto e per tutto alla precedente, sennonché questa volta la legenda “Hieronymus Napoleon” è riportata dal verso giusto (ovvero da sinistra a destra). Un'altra differenza riguarda gli anni di coniazione: dal 1808 al 1810.

image.png

La terza tipologia è, per certi versi, una vecchia conoscenza. Difatti si tratta della stessa moneta già vista in oro (il cosiddetto 6 ducati del 1811).
Il salto di qualità rispetto alle due precedenti tipologie è notevole. Passiamo dal ritratto più brutto ad uno dei più curati e ben riusciti di tutta la monetazione westphaliana. Ovviamente, non mi dilungherò a ripetere concetti già trattati.
Si consiglia, pertanto, di prendere visione della spiegazione relativa al 6 ducati in oro. Inutile dire che, in questo caso, cambia il metallo ed il peso, oltre che la rarità.
Difatti, nonostante si tratti sempre di una moneta commemorativa coniata nel solo 1811, differentemente dalla versione in oro, quella in argento venne destinata alla libera circolazione. Alcuni studiosi della materia considerano il 6 ducati una prova in oro in preparazione della coniazione dei pezzi in argento da 2/3 di tallero.
Personalmente, ritengo che si tratti semplicemente di due versioni in metalli diversi della stessa moneta.

image.png

La quarta ed ultima tipologia, infine, venne coniata dal 1811 al 1813.
Per nostra somma gioia, si scelse di mantenere lo stesso ritratto della terza tipologia, abbandonando per sempre l'obbrobrio delle precedenti due versioni. Il rovescio, invece, si mantiene pressoché inalterato.
L'unico elemento a cambiare è la legenda interna, la quale diventa finalmente più chiara: N D leipzieger fuss fein silber.
Adesso viene specificato senza lasciare più alcun dubbio che la zecca fa riferimento al metodo ponderale in uso a Lipsia.

image.png

Perfetto! Anche oggi abbiamo finito. Mi rendo conto di essere andato forse un po' di fretta ma volevo assolutamente terminare i 2/3 di tallero.
Mi sembra, comunque, di aver detto tutto. Qualora voleste degli approfondimenti o chiarimenti, basta chiedere ;) 

Modificato da lorluke
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Buon pomeriggio @lorluke

Ti rinnovo i miei complimenti per l'esposizione del materiale di questa discussione. Secondo me è da rilegare in un bel opuscolo. Volevo complimentarmi anche per la qualità delle foto, stai postato monete in altissima conservazione. :hi:

 

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8 minuti fa, miza dice:

Buon pomeriggio @lorluke

Ti rinnovo i miei complimenti per l'esposizione del materiale di questa discussione. Secondo me è da rilegare in un bel opuscolo. Volevo complimentarmi anche per la qualità delle foto, stai postato monete in altissima conservazione. :hi:

 

Ti ringrazio sentitamente. Le foto che ho utilizzato provengono tutte da aste passate o, comunque, sono presenti su Google Immagini. Cerco sempre di puntare alle fotografie migliori e alle monete nella più alta conservazione possibile. Purtroppo, non ho ancora avuto il piacere di possedere monete del regno di Westphalia. Di alcune, tra l’altro, temo di non entrarne mai in possesso, considerando l’elevatissimo valore economico. Si parla, difatti, di decine di migliaia di euro... 

Non so sinceramente se la discussione possa essere addirittura degna di essere stampata e rilegata. Ovviamente, essendo tutto di pubblico dominio, lascio a voi piena libertà di scelta ?

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  • 3 settimane dopo...
Supporter

Ben ritrovati, appassionati del regno di Westphalia!
Prima di iniziare, vorrei scusarmi con tutti voi per la prolungata assenza ma negli ultimi giorni sono stato abbastanza indaffarato.
Siccome questa discussione è un progetto a cui tengo molto e a cui ho dedicato particolari cure ed attenzioni, mi è sembrato più corretto posticipare il tutto anziché tirare via gli ultimi argomenti rimasti, abbassando la qualità complessiva del lavoro.
Bene. Chiusa questa mia parentesi, direi di cominciare!
Quest'oggi tratteremo gli ultimi sottomultipli di tallero rimasti, ovvero gli esemplari da 1/6, 1/12 e 1/24 di tallero.
L'1/6 di tallero è sicuramente il più interessante. Di questa moneta esistono due tipologie che, come vedremo, differiscono in tutto: peso, purezza del metallo, zecca e disegno. Ma facciamo un passo alla volta.
La prima tipologia venne coniata a Brunswick e Cassel dal 1808 al 1813 (saltando il 1811).
Le rispettive zecche sono riconoscibili dalla sigla al rovescio: B per Brunswick e C o F per Cassel. Probabilmente vi chiederete perché mai una singola zecca abbia usato due sigle diverse. In realtà, non si ha ancora una risposta certa a riguardo. Personalmente, ipotizzo che la C volesse indicare una coniazione avvenuta realmente a Cassel, mentre la F una coniazione avvenuta (totalmente o in parte) in Francia.
Ma, ovviamente, questa è soltanto una mia ipotesi, quindi prendetela come tale...
Tornando a noi, la moneta in questione pesa 5,85 grammi d'argento 500 millesimi. Il dritto ricorda molto quello del 10 talleri in oro di 1° tipologia, con lo stemma coronato del reame di Westphalia. Il rovescio presenta, invece, due scritte.
La prima, centrale, indica il valore nominale: “VI einen thaler”, ovvero “6 unità di tallero”.
La seconda, circolare, rappresenta, invece, il valore effettivo della moneta. Difatti, possiamo osservare che la legenda reca: “80 stück eine mark fein iustirt”, traducibile in “Regolato come 80 unità di marco puro”. Ciò vuol dire che sarebbero state necessarie 80 di queste monete per raggiungere il corrispettivo di un marco d'argento puro. E, in effetti, è proprio così: 80 x 5,85 x 0,5 (purezza) = 234 grammi.
Dunque, ricordando che un tallero di convenzione contiene 1/10 dell'argento di un marco puro, sarebbe stato più opportuno definire questa moneta come 1/8 di tallero. Invece, all'epoca si preferì tenere questa “discrepanza” tra valore nominale e valore effettivo...

image.png

Passiamo ora alla 2° tipologia (coniata esclusivamente a Clausthal). Dal modico peso di 3,26 grammi d'argento 994 millesimi (lo stesso argento utilizzato proprio a Clausthal anche per la coniazione dei 2/3 di tallero), questo esemplare di 1/6 di tallero presenta un dritto identico alla tipologia precedente. Il rovescio, invece, ricorda molto lo stile dei 2/3 di tallero già trattati. Anche qui troviamo, infatti, il valore nominale campeggiante a caratteri cubitali, accompagnato da due legende circolari. Quella più interna (in senso antiorario) reca: “N D R F F silb”, un acronimo che starebbe per “Nach dem reichs fuss feine silber”. Sostanzialmente, ci dice che la moneta è stata battuta “a piede dell'Impero”. Ora che sappiamo bene a quale metodo ponderale fa riferimento la zecca di Clausthal, non dobbiamo più “spaventarci” di fronte a simili diciture.
Diversamente dalla tipologia precedente, in questo caso valore nominale e valore effettivo combaciano. Calcoliamolo assieme: 6 x 3,26 x 0,994 x 12 (numero di talleri “di Lipsia” necessari ad ottenere un marco puro d'argento) = 233,3 grammi (ovviamente, un minimo margine d'errore è ammissibile). La legenda più esterna (in senso orario) presenta, invece, il classico “Koenig von Westphalen F P”.

image.png

Le ultime due monete rimaste, personalmente, non mi hanno mai entusiasmato. Le tratterò, quindi, in modo rapido e un po' distaccato.
L'1/12 di tallero venne coniato a Clausthal dal 1808 al 1810. Pesa 3,34 grammi ed è fatto d'argento 437 millesimi (possiamo considerarla tranquillamente una moneta in mistura). Se facessimo i calcoli, noteremmo che contiene un po' meno della metà dell'argento puro presente nell'1/6 di tallero di 2° tipologia (coniato sempre a Clausthal).
Tuttavia, si tratta di quantità d'argento talmente irrisorie che, francamente, credo possano ritenersi trascurabili...
Al dritto troviamo il monogramma HN coronato e, in basso, la C di Clausthal. Al rovescio, invece, osserviamo la scritta “12 einen thaler”, accompagnata dall'ormai classica legenda “Nach dem reichs fuss”. A concludere la sterile esecuzione, possiamo osservare un fiorellino ad ore 12, elemento decorativo tipico della zecca di Clausthal. Se notate, infatti, lo ritroviamo anche nei 2/3 di tallero e nell'1/6 di tallero di 2° tipologia.

image.png

Eccoci, infine, arrivati all'1/24 di tallero, moneta coniata a Cassel dal 1807 al 1809. Anche qui possiamo trovare o la F o la C come simboli di zecca (la F è più comune). Il dritto è pressoché identico al precedente, sennonché la corona presenta dei festoni ai lati.
Al rovescio troviamo, invece, un semplice “24 einen thaler”. Come potete voi stessi constatare, sono entrambe monete eseguite in modo alquanto banale e prive di chissà quale estro creativo...

In termini generali, le monete trattate quest'oggi sono tra le più comuni del Regno di Westphalia e sul mercato viaggiano tra le decine e le centinaia di euro (dipendentemente dalle condizioni, ovviamente). Quindi, per una volta, si tratta di monete alla portata di tutti ;)

image.png

Bene. Anche per oggi abbiamo finito. Spero che abbiate gradito questo mio ritorno.
Il prossimo appuntamento, purtroppo, sarà l'ultimo di questo lungo viaggio... :( 

Modificato da lorluke
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Supporter

Eccoci di nuovo qui. Come già anticipato, questo sarà l'ultimo appuntamento del nostro fantastico viaggio alla scoperta della storia e delle monete del Regno di Westphalia. Purtroppo, ci resta una manciata di monete da trattare, di cui solo una realmente interessante.
Le altre, come vedremo, sono i classici “spiccioli” recanti al dritto il monogramma HN coronato e, al rovescio, il valore nominale.

L'unica moneta (a mio avviso) degna di nota è il cosiddetto 24 mariengroschen.
I cataloghi riportano una coniazione avvenuta sia a Brunswick (B) che a Cassel (F) ma, francamente, tutti gli esemplari che mi è capitato di osservare erano sempre e solo di Brunswick... La moneta pesa all'incirca 17,30 grammi ed è fatta d'argento 750 millesimi.
Al dritto possiamo osservare il classico stemma reale coronato, accompagnato dalla legenda “Hieronymus Napoleon”.
Tutto nella norma, sennonché, affianco alla Legion d'onore in basso, possiamo notare un elemento inusuale e alquanto criptico: “2/3 ST”.
Si tratta di un'indicazione del valore della moneta ed è l'unico caso di moneta westphaliana a recare il proprio valore sia al dritto che al rovescio.
Difatti, quella scritta sottolinea che lo scudo da 24 mariengroschen equivale ad un 2/3 di tallero. A dimostrazione di ciò, ricordando che il 2/3 di tallero ha un contenuto d'argento puro pari a circa 13 grammi, possiamo fare un veloce calcolo: 17,3 x 0,75 = 12,98 grammi.
Al rovescio, invece, possiamo notare il valore nominale (“XXIIII marien grosch”) e più in basso la legenda “Nach d Leipz fus”, che sottolinea come questa moneta faccia riferimento al sistema ponderale in uso a Lipsia (come il 2/3 di tallero, d'altronde).

Più in basso, troviamo la B maiuscola della zecca di Brunswick.

image.png

Delle restanti monete, sinceramente, c'è veramente poco da dire. Sono monete estremamente comuni, specie in bassa conservazione.
Solitamente vengono vendute nelle ciotole dei mercatini tedeschi a pochi euro ciascuna oppure si possono trovare in alcuni lotti di monete sfuse nelle aste di “serie B”. Onestamente, non sono nemmeno riuscito a trovare delle immagini decenti per gli esemplari da 1, 2 e 4 penny.
Non avrò, quindi, il piacere di potervele mostrare ma vi assicuro che non vi state perdendo nulla di così clamoroso...

L'unica foto carina che sono riuscito a reperire è quella di un mariengroschen, moneta in argento povero (mistura).
Al dritto, presenta il monotono monogramma coronato di re Girolamo. Al rovescio, invece, troviamo il valore nominale (“1 marien gros”) accompagnato dall'immancabile “Nach dem reichs fuss”. Wow! Che fantasia... 

image.png

Il 4 penni è praticamente identico: sempre in mistura e con lo stesso disegno sia al dritto che al rovescio.
Cambia soltanto un po' il diametro ed il peso (è una moneta più piccola del mariengroschen).
L'1 ed il 2 penny, infine, sono in rame. Il dritto è sempre lo stesso e il rovescio è caratterizzato (guarda un po'...) dal valore nominale, riportato come “I (o II) pfenning scheide-müntz”. 

Tutti questi “spiccioli” vennero coniati a Clausthal solamente nei primi anni del regno. La loro produzione venne, infatti, interrotta già dalla fine del 1810.

 

Perfetto! Con ciò, abbiamo definitivamente terminato. Spero vivamente che abbiate gradito questa mia piccola trattazione e mi auguro di avervi fatto appassionare un minimo a questa monetazione così di nicchia. Ovviamente, resto sempre a disposizione per eventuali domande o curiosità.
Alla prossima,

Luca

 

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  • 2 mesi dopo...

Complimenti per la discussione Luca, contribuisco con l'immagine di un esemplare recentemente entrato in collezione, ha la particolarità di possedere il ritratto interamente satinato.

Un caro saluto, 

Luca

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Supporter
2 minuti fa, lucadesign85 dice:

Complimenti per la discussione Luca, contribuisco con l'immagine di un esemplare recentemente entrato in collezione, ha la particolarità di possedere il ritratto interamente satinato.

Un caro saluto, 

Luca

Ti ringrazio sentitamente Luca! Esemplare veramente bello. Proprio stamane (neanche a farlo apposta) un mio amico del forum mi aveva informato del passaggio proprio di questa moneta su un gruppo Facebook dedicato alla numismatica.
Sono lieto che sia finita nelle mani di un lamonetiano, amante (come me) del periodo napoleonico!
Magari quando hai tempo (e voglia) potresti mostrarci, per completezza, anche il rovescio?

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Supporter
12 minuti fa, lucadesign85 dice:

Non riesco ad inserire il video, 

Qui forse è visibile, ma bisogna essere iscritti a Facebook per visualizzarlo. 

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3378708828814388&id=985427498142545

Un caro saluto, 

Luca

Grazie!

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Supporter

Rimanendo in tema “monete westphaliane”, segnalo che alla prossima asta Auction World (tra una settimana) verrà battuto il rarissimo tallero del 1810 con lo stemma della casata reale al dritto.
Come forse ricorderete, si tratta di una moneta coniata in soli 5 esemplari!
L’esemplare in questione è lo stesso che passò in asta lo scorso anno (e che vi ho mostrato nella discussione). Cambia solo che è stato slabbato (NGC MS62). Lo consiglio vivamente a chiunque avesse 30/35.000 euro da parte da non saper proprio come spendere ?

https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=4008&lot=3437
 

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  • 1 anno dopo...

Salve, ecco l'ultimissimo arrivo nella mia collezione di monete analoghe agli scudi UML.

L'iscrizione del taglio dovrebbe essere + GOTT eRHALTE den KOENIG (l'iscrizione non è stata impressa con forza uniforme e alcune lettere sono bene impresse, altre evanescenti e quelle che ho indicato in minuscolo non visibili).

Il venditore ha indicato come zecca Cassel, ma dalla discussione mi è parso di capire che è di zecca parigina, confermate?

https://img.ma-shops.com/muenzgalerie/pic/2563_am15887.jpg

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59 minuti fa, Roy Batty dice:

Salve, ecco l'ultimissimo arrivo nella mia collezione di monete analoghe agli scudi UML.

L'iscrizione del taglio dovrebbe essere + GOTT eRHALTE den KOENIG (l'iscrizione non è stata impressa con forza uniforme e alcune lettere sono bene impresse, altre evanescenti e quelle che ho indicato in minuscolo non visibili).

Il venditore ha indicato come zecca Cassel, ma dalla discussione mi è parso di capire che è di zecca parigina, confermate?

Innanzitutto, complimenti per l'acquisto! Come ebbi modo di scrivere al tempo, si tratta di una moneta ostica da reperire anche in conservazione non propriamente eccelsa. 
Per quel che riguarda la questione della zecca, mi rendo conto di aver descritto il 5 franchi in modo forse un po' troppo superficiale. 
Quindi ti ringrazio per questa domanda che mi permette di chiarire una questione che non avevo trattato.

Mentre per la maggior parte delle monete del regno di Westphalia vale la regola testa di cavallo = zecca di Parigi / testa d'aquila = zecca di Cassel, in questo caso la situazione è un po' più complessa.
Difatti, per quanto riguarda il 5 franchi, troveremo sempre e solo la testa di cavallo come simbolo di zecca.
Tuttavia, sappiamo che sia la zecca di Parigi che quella di Cassel coniarono questa tipologia. 
Per distinguere le zecche, in questo caso, occorre controllare l'orientamento degli assi. In caso di assi alla francese, la moneta dovrebbe essere stata coniata a Parigi. Altrimenti, si tratta di un esemplare proveniente da Cassel. 
Spero d'aver chiarito ogni dubbio e ancora complimenti per il nuovo acquisto.

Modificato da lorluke
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Grazie, gli assi sono alla tedesca, quindi è stata coniata a Cassel.

Comunque son stato parecchio fortunato a non prendere un riconio, avevo sì, studiato un po' la monetazione prima di comprare la moneta ma è solo dopo che ho effettuato l'acquisto che mi sono imbattuto in questa discussione, in cui ho scoperto l'esistenza sia dei riconii fatti da Napoleone III che delle due zecche.

Se non ti è di disturbo comunque ho un altro dubbio. Come mai è stata usata la lettera J per indicare Parigi, quando negli altri scudi che ho, quelli coniati a Parigi, sono tutti, a parte il Rial marocchino, col segno di zecca A?

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Supporter
Il 2/9/2021 alle 20:34, Roy Batty dice:

Se non ti è di disturbo comunque ho un altro dubbio. Come mai è stata usata la lettera J per indicare Parigi, quando negli altri scudi che ho, quelli coniati a Parigi, sono tutti, a parte il Rial marocchino, col segno di zecca A?

Un’altra domanda davvero molto interessante. Ammetto che quando scrissi questa discussione non mi era ancora ben chiara la motivazione alla base della scelta della J. 
In realtà, come ho avuto modo di scoprire in seguito (è proprio vero che non si smette mai d’imparare), la J non indica propriamente la zecca di Parigi quanto, invece, l’iniziale di Romain-Vincent Jeuffroy (1749-1826), incisore francese famoso soprattutto per la realizzazione di alcune splendide medaglie.
In questo caso, Jeuffroy deve aver collaborato con Tiolier nella realizzazione dei conii di queste monete. Ecco, dunque, spiegato il perché della J. 

Modificato da lorluke
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