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Il Doge Andrea Gritti in Salento


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Supporter

Buona giornata

Nel 1884, durante alcuni lavori di scavo nel giardino del palazzo di proprietà del Signor De Donno e che oggi è sede del Comune di Cursi, piccola località tra Lecce e Otranto, gli operai rinvennero una pentola di terracotta colma di monete.

 

Municipio Cursi.jpg

Palazzo del Comune di Cursi

Si stima che il loro numero fosse di circa 370 esemplari in oro e 2 in argento, sotterrate presumibilmente intorno al 1554, quando il palazzo era occupato dalla nobile famiglia dei Maramonte; di queste solo 112 d'oro e 2 d'argento vennero recuperate dal proprietario del palazzo, mentre le rimanenti restarono nella disponibilità di taluni degli operai che effettuarono il ritrovamento. Voci non verificate ci dicono che, intorno al Natale del 1884, in alcune oreficerie di Lecce, furono acquistate circa 260 monete.

Tra le monete recuperate dal proprietario del palazzo, figurano ben 42 ducati d'oro veneziani, tutti a nome del Doge Andrea Gritti, chissà se tra quelli “dispersi” ce n'erano altri e di quali Dogi.

Allego di seguito il link dove viene raccontato il ritrovamento; è un “gustoso” racconto che vale la pena leggerlo con le parole dell'autore.

http://cursi.salentovirtuale.net/cursi_tesoro.htm

Che ci facevano a Cursi tutti questi ducati a nome del Doge Gritti?

segue ....

 

Modificato da 417sonia
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Assolutamente interessante, Luciano, attendiamo il seguito. Non faccio spoiler, perché qualcosa mi hai già detto e mi pare ben ragionevole.

 

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Supporter
Inviato (modificato)

E' notorio che talune aree della Puglia, sebbene per poche decine d'anni, tra il 1484 e il 1530, erano state “Terra di San Marco” ed erano soggette alla Serenissima; in quegli anni, pur in tempi differenti, a Monopoli, Trani, Brindisi, Otranto, Mola, Polignano e Gallipoli c'erano Governatori e/o Provveditori veneziani che amministravano il territorio.

I mercanti veneziani commerciavano però da secoli con la Puglia; i documenti ci dicono che i rapporti erano fiorenti già ai tempi dei normanni e degli svevi; ed erano di casa nelle città marinare del Tacco d'Italia: da Bari a Bitonto, da Terlizi a Tricase, da Monopoli a Melendugno e poi Lecce, San Cataldo, Nardò, Barletta e Otranto; dove c'era un grande o piccolo porto o un mercato ben frequentato, la Serenissima era presente.

Dai porti pugliesi prendevano la rotta per Venezia i prodotti tipici del territorio: vino, olio, grano, legumi, cera, canestri, ceramiche, formaggio, sale, pelli, frutta secca, mandorle, zolfo, legno e bestiame; in cambio vi arrivavano soprattutto prodotti lavorati, come i tessuti di lana, seta, lino, cotone e misti; ferramenta, utensili in ferro e rame, cornici, specchi, vetrerie, spezie, zucchero, drapperie, mobili, tappeti e beni di lusso.

Spesso la presenza della Serenissima era permanente, con veri centri operativi retti da consoli, con depositi per stivare le merci e con rappresentanti in loco delle più importanti famiglie mercantili veneziane.

A Lecce la “nazione veneta” aveva il proprio centro operativo nella antica piazza dei Mercanti (ora piazza Sant'Oronzo) e nell'attiguo isolato detto delle Capande, cioè dei portici dove insistevano le botteghe ed i depositi alternati alle residenze civili, al consolato e all'ospedale; non poteva mancare la chiesa, denominata Cappella di San Marco, che fungeva da sede alla confraternita dei cittadini della Serenissima.

 

Piazza S.Oronzo.jpg

Piazza S. Oronzo alla fine dell'800 con i portici (Capande) ancora esistenti

1915-via-San-Marco.jpg

La stessa Piazza e a destra, a lato dei portici, la non più esistente via San Marco e la chiesa di San Marco, dove si vede, sopra l'entrata, il leone marciano

 

San-Marco-1.jpg

Ingrandimento del leone marciano

Piazza S.Oronzo nuova.jpg

Piazza S. Oronzo oggi; al posto dei portici e della via San Marco, un ampio spazio aperto con, al centro, nel selciato, lo stemma di Lecce

Malauguratamente nel racconto di cui al soprascritto link non ci sono immagini del tipo di ducato a nome del Doge Gritti.

catena-portrait-doge-andrea-gritti-NG5751-fm.jpg

Ritratto del Doge Andrea Gritti - 1540 Tiziano Vecellio

Prescindendo dalle eventuali varianti determinate da differenti interpunzioni ed errori nella legenda (ce n'è un tipo che presenta, al posto del consueto ° S ° M ° VENETI alle spalle di S. Marco, la scritta ° S ° M ° VINITI), le differenze iconografiche sono tre.

C'è il ducato tipo, che non si discosta dal ducato del Doge precedente, come segue:

 

Ducato icollector.jpg

 

La prima differenza iconografica riguarda la banderuola in cima all'asta che S. Marco consegna al Doge genuflesso; non è il solito rettangolo minuscolo e statico, spesso poco definito, è una bella e lunga bandiera che garrisce al vento, con tanto di coda svolazzante che lambisce il corno ducale.

 

Tipo Andrea Gritti 2.jpg

La seconda differenza iconografica riguarda la coda svolazzante della banderuola; talvolta si vedono, come sopra, due svolazzi ben distinti, altre volte se ne vede chiaramente uno solo.

 

Tipo Andrea Gritti.jpg

 

Sempre nel tipo con la bandiera svolazzante, abbiamo un tipo che, al rovescio, all'interno della mandorla, non presenta le solite stelline a cinque raggi, ma a sei.

 

Tipo Andrea Gritti 6 raggi.jpg

saluti

luciano

 

Modificato da 417sonia
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Certo che mi fa effetto rivedere Lecce, anche se in cartolina e foto dopo 40 anni. Non mi sembrava così bella all'epoca del militare. Forse perchè la Nacci era ben fuori e noi non eravamo visti benissimo.

Bei ricordi in ogni caso, come belle sono le raffigurazioni del Gritti che stridono fortemente con l'immagine del Cristo.

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Awards

Da documenti in mio possesso risultano contatti commerciali nel XVIII sec. tra Capodistria (dominio veneto) e Mola di Bari. Non solo, anche un matrimonio, sempre nel '700, di una giovane di Capodistria con un molano di nome Rocco Pesce.

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Supporter
15 minuti fa, okt dice:

Da documenti in mio possesso risultano contatti commerciali nel XVIII sec. tra Capodistria (dominio veneto) e Mola di Bari. Non solo, anche un matrimonio, sempre nel '700, di una giovane di Capodistria con un molano di nome Rocco Pesce.

Buona giornata

Grazie! La presenza stabile di veneziani in Puglia è un dato di fatto.

Pensa che nel 1592 fu Sindaco di Lecce un tale Pietro Mocenigo e l'anno dopo un Vittorio Prioli; cognomi certamente veneziani. Che dire poi di un tal Giovanni Domenico Veneziano, Sindaco anch'egli di Lecce nel 1629; ci giurerei che il cognome è di quelli che indicano la città di provenienza.

Nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, sempre a Lecce, c'è un'altare laterale con un dipinto che rappresenta Maria Maddalena ed è inserito in una struttura marmorea con in cima il leone marciano, affiancato da due scudi araldici della famiglia Zorzi, che, probabilmente, l'ha commissionato.

 

Santa-Maria-degli-Angeli.jpg

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28 minuti fa, 417sonia dice:

Buona giornata

Grazie! La presenza stabile di veneziani in Puglia è un dato di fatto.

Pensa che nel 1592 fu Sindaco di Lecce un tale Pietro Mocenigo e l'anno dopo un Vittorio Prioli; cognomi certamente veneziani. Che dire poi di un tal Giovanni Domenico Veneziano, Sindaco anch'egli di Lecce nel 1629; ci giurerei che il cognome è di quelli che indicano la città di provenienza.

Nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, sempre a Lecce, c'è un'altare laterale con un dipinto che rappresenta Maria Maddalena ed è inserito in una struttura marmorea con in cima il leone marciano, affiancato da due scudi araldici della famiglia Zorzi, che, probabilmente, l'ha commissionato.

 

Santa-Maria-degli-Angeli.jpg

Dall'opera di Alberto Rizzi, "Il leone di San Marco":

 

IMG_20200311_134421.jpg

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Supporter
1 ora fa, gigetto13 dice:

Dall'opera di Alberto Rizzi, "Il leone di San Marco":

 

IMG_20200311_134421.jpg

Ciao!

Leone con le rughe sulla fronte :rofl: :lol:

Più che senile, forse era preoccupato!

saluti

luciano

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