Vai al contenuto
IGNORED

Acquisto monete romane bizantine.


Risposte migliori

Forse se ne parlato tanto, ma la mia domanda e' "secca" e precisa:

Se compro una o piu' monete romane o bizantine in case d'asta italiane sammarinese austriache tedesche etc, sono in regola per detenerle o rivenderle?

Preciso qui sotto i punti dell'acquisto:

1) Monete comprate in aste pubbliche e visibili a tutti e generalmente le case d'aste italiane hanno l'autorizzazione delle belle arti.

2) Massimo costo per ogni singolo prezzo 100E

3)Tutte accompagnate da fatture regolari con dettagliate descrizione della moneta o del lotto.

4) Tutte documentate anche da catalogo fotografico.

5)Tutte pagate tramite bonifico bancario rintracciabile.

Scrivo questo perche' se ne sentono e ne stanno succedendo di tutti i colori, so di sequestri ultimamente solo per il semplice motivo che hanno piu' di settanta anni, quindi decidera' (dopo anni) l'archeologo se posso essere di interesse dello stato, oppure dopo aver visionato la documentazione.

Non so piu' che dire e pensare, grazie degli eventuali interventi

Corallino

Link al commento
Condividi su altri siti


@corallino Io mi trovo spesso nella situazione simile alla tua e, nei trenta giorni che seguono la consegna delle monete, presento una dichiarazione alla Soprintendenza della mia città, accompagnata da una copia di tutta la documentazione (foto, descrizione, fattura e bonifico).

Ritengo di essere nel pieno rispetto della legge, perchè da quel momento la Soprintendenza - in nome e per conto dello Stato - ha la possibilità di comunicarmi eventuali decisioni in merito (che io oltremodo nella nota chiedo); siano queste l'esercizio del riscatto, vuoi la semplice limitazione alla circolazione/rivendibilità, ovvero "nulla", quindi a sottintendere una mancanza assoluta di interesse dello Stato per quelle monete.

Cordialità.

Paolo

Modificato da Bassi22
  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti


20 minuti fa, Bassi22 dice:

@corallino Io mi trovo spesso nella situazione simile alla tua e, nei trenta giorni che seguono la consegna delle monete, presento una dichiarazione alla Soprintendenza della mia città, accompagnata da una copia di tutta la documentazione (foto, descrizione, fattura e bonifico).

Ritengo di essere nel pieno rispetto della legge, perchè da quel momento la Soprintendenza - in nome e per conto dello Stato - ha la possibilità di comunicarmi eventuali decisioni in merito (che io oltremodo nella nota chiedo); siano queste l'esercizio del riscatto, vuoi la semplice limitazione alla circolazione/rivendibilità, ovvero "nulla", quindi a sottintendere una mancanza assoluta di interesse dello Stato per quelle monete.

Cordialità.

Paolo

Capito Paolo, il problema e' che se tu a un convegno o in altre occasioni..... ti vedono queste monete lecite al 100% anche con documentazione allegata, passa una autorita' puo' sequestrarle a sua discrezione.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


13 minuti fa, corallino dice:

passa una autorita' puo' sequestrarle a sua discrezione.

Come abbiamo più volto discusso anche nel forum, non è propriamente così. E in ogni caso credo che la diligente condotta che si pone in essere in questo modo possa agevolmente condizionare, ed in esito favorevole, l'esito di un potenziale contenzioso.

Le fattispecie a cui tu fa riferimento e su cui possiamo ragionare sono ampie ed articolate, quindi ogni caso è a se; però converrai con me che se tu hai tutta la documentazione in regola ed hai notificato il tutto alla Soprintendenza, cosa potrebbero mai contestarti? E questo anche in sede di vendita di quelle monete, dando per scontato che la Soprintendenza non abbia esercitato alcuna delle facoltà attribuitele dalla legge (e prima richiamate; quale esercizio del riscatto, limitazione di vendita all'interno dello Stato italiano, ovvero "nulla").

Paolo

Modificato da Bassi22
Link al commento
Condividi su altri siti


Per una volta che la sovrintendenza risponde in chiaro ,ancora devo leggere di obblighi e comunicazioni di acquisto di monete antiche......?!

4C1840D0-B02E-4578-98A4-71B43F738C08.jpeg

  • Mi piace 6
Link al commento
Condividi su altri siti


Il 10/3/2020 alle 12:24, Tinia Numismatica dice:

Per una volta che la sovrintendenza risponde in chiaro ,ancora devo leggere di obblighi e comunicazioni di acquisto di monete antiche......?!

@Tinia Numismatica Si Tinia, posso essere d'accordo con te, ma questa è la posizione di un (autorevole) Funzionario dello Stato. Poi un giorno  arriva un altro ligio Funzionario dello Stato che, sfortunatamente, dispone il sequestro delle tue monete e li comincia, come tu mi insegni, un contenzioso lungo e dispendioso che, molto probabilmente si andrà a vincere; ma proprio per questo, dico io, l'eventuale comunicazione alla Soprintendenza non fa che rafforzare l'eventuale linea difensiva.

Due punti non secondari, inoltre, li sottolineerei: il primo è insito nella risposta che tu alleghi, laddove la Soprintendenza raccomanda di conservare la documentazione "per ogni eventuale controllo", quindi a ribadire che non è l'unica "struttura" dello Stato che può esercitare dei poteri in tale ambito (i Carabinieri del Nucleo a Tutela del Patrimonio Culturale possono infatti muoversi di iniziativa); il secondo che, con la comunicazione in oggetto, tu adempi all'obbligo di comunicare allo Stato l'ingresso in Italia delle monete proveniente da acquisto su piazza estera, e non mi sembra poco, e ciò anche in ragione della questione principale posta da @corallino

Un caro saluto.

Paolo

Link al commento
Condividi su altri siti


2 ore fa, Bassi22 dice:

@Tinia Numismatica Si Tinia, posso essere d'accordo con te, ma questa è la posizione di un (autorevole) Funzionario dello Stato. Poi un giorno  arriva un altro ligio Funzionario dello Stato che, sfortunatamente, dispone il sequestro delle tue monete e li comincia, come tu mi insegni, un contenzioso lungo e dispendioso che, molto probabilmente si andrà a vincere; ma proprio per questo, dico io, l'eventuale comunicazione alla Soprintendenza non fa che rafforzare l'eventuale linea difensiva.

Due punti non secondari, inoltre, li sottolineerei: il primo è insito nella risposta che tu alleghi, laddove la Soprintendenza raccomanda di conservare la documentazione "per ogni eventuale controllo", quindi a ribadire che non è l'unica "struttura" dello Stato che può esercitare dei poteri in tale ambito (i Carabinieri del Nucleo a Tutela del Patrimonio Culturale possono infatti muoversi di iniziativa); il secondo che, con la comunicazione in oggetto, tu adempi all'obbligo di comunicare allo Stato l'ingresso in Italia delle monete proveniente da acquisto su piazza estera, e non mi sembra poco, e ciò anche in ragione della questione principale posta da @corallino

Un caro saluto.

Paolo

No, non è la posizione di UN autorevole impiegato, ......è protocollato dal MIBAC , quindi non è una iniziativa personale del funzionario, ma l’espressione della sede centrale a cui il funzionario interpellato ha girato la domanda fattagli a suo tempo....quindi, ribadisco: per una volta che si esprimono in chiaro.....

Link al commento
Condividi su altri siti


55 minuti fa, Tinia Numismatica dice:

No, non è la posizione di UN autorevole impiegato, ......è protocollato dal MIBAC

Perdonami @Tinia Numismatica, senza vena polimica alcuna, ma questo documento è della Soprintendenza del Piemonte e, in quanto tale, non ha il valore che potrebbe avere un analogo documento emanato dal Ministero. Infatti ancora non c'è un documento in tal senso, o sbaglio?

È per la comunicazione dell'acquisto di monete dall'estero, come si farebbe se non in questo modo? 

Link al commento
Condividi su altri siti


8 minuti fa, Bassi22 dice:

Perdonami @Tinia Numismatica, senza vena polimica alcuna, ma questo documento è della Soprintendenza del Piemonte e, in quanto tale, non ha il valore che potrebbe avere un analogo documento emanato dal Ministero. Infatti ancora non c'è un documento in tal senso, o sbaglio?

È per la comunicazione dell'acquisto di monete dall'estero, come si farebbe se non in questo modo? 

Dunque, il documento è protocollato, quindi è agli atti del MIBAC , che lo ha in archivio come qualsiasi altra comunicazione ufficiale delle varie sovrintendenze regionali....

Quanto all’acquisto di monete dall’estero non esiste nessun obbligo di alcuna comunicazione di nessun genere a meno che non si intenda avvalerci del dispositivo della temporanea importazione in vista di una uscita entro i tre anni successivi,,,,se non si intende la temporanea importazione , il bene legalmente acquisito con la sua documentazione di origine diventa parte integrante del patrimonio culturale italiano e per poterlo di nuovo esportare deve seguire la procedura di rilascio del permesso di esportazione definitiva , che si ottiene dagli uffici SUE regionali.....

non esiste altro tipo di obbligo qualunque cosa ne possano dire TPC o Sovrintendenti locali , la legge non lo prevede quindi si mettano il cuore in pace. 

  • Mi piace 1
  • Grazie 2
Link al commento
Condividi su altri siti


Staff

Purtroppo il clima non certo sereno ed una normativa non certo perfetta contribuiscono ad incrementare paure e timori del ligio collezionista, che tende dunque a diventare, e non mi sento di dire a torto, più realista del re. Penso tuttavia che si debbano evitare eccessi, l'attuale normativa potrebbe essere migliore, ma potrebbe anche mutare in un qualcosa di ben peggiore. Meglio non sponsorizzare troppo pratiche e procedure non necessarie, poiché ciò che diviene consuetudine, anche se non necessaria, può evolvere in adempimento.

  • Mi piace 3
  • Grazie 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Awards

Il 11/3/2020 alle 20:54, Tinia Numismatica dice:

Dunque, il documento è protocollato, quindi è agli atti del MIBAC , che lo ha in archivio come qualsiasi altra comunicazione ufficiale delle varie sovrintendenze regionali....

Quanto all’acquisto di monete dall’estero non esiste nessun obbligo di alcuna comunicazione di nessun genere a meno che non si intenda avvalerci del dispositivo della temporanea importazione in vista di una uscita entro i tre anni successivi,,,,se non si intende la temporanea importazione , il bene legalmente acquisito con la sua documentazione di origine diventa parte integrante del patrimonio culturale italiano e per poterlo di nuovo esportare deve seguire la procedura di rilascio del permesso di esportazione definitiva , che si ottiene dagli uffici SUE regionali.....

non esiste altro tipo di obbligo qualunque cosa ne possano dire TPC o Sovrintendenti locali , la legge non lo prevede quindi si mettano il cuore in pace. 

Pienamente d’accordo. 
Nessuna legge prescrive una comunicazione simile a quella di cui parla Bassi22. E se mai un obbligo del genere dovesse essere prescritto da una legge futura non potrebbe che valere per gli acquisti effettuati dopo l’entrata in vigore della stessa.

Ma dubito che una normativa simile potrà mai essere partorita perché ciò equivarrebbe a porre fine al collezionismo.

Se si è in grado di dimostrare la lecita provenienza di una moneta, perché si è in possesso di tutta la documentazione necessaria, nessuna autorità potrà contestare alcunché.

Recentemente (forse non più di due anni fa, non ricordo bene), la Cassazione ha addirittura escluso la responsabilità penale di un collezionista che aveva acquistato sulla baia.

Saluti.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


1 ora fa, allek dice:

Recentemente (forse non più di due anni fa, non ricordo bene), la Cassazione ha addirittura escluso la responsabilità penale di un collezionista che aveva acquistato sulla baia.

Io mi spiegherò male, ma voi vi contraddite "di fatto" nelle vostre affermazioni. 

Se qualcuno ha dovuto attendere la pronuncia della Cassazione per veder riconosciute le sue ragioni, qualcosa di poco chiaro nell'impianto normativo vigente forse c'è, o no? E comunque avrà impiegato una decina d'anni e parecchie migliaia di euro di spese legali. 

È un eccesso di zelo quello che io rappresento? Forse si, ma sottende un comportamento che mi pone in una posizione di assoluta trasparenza. Cosa potrebbe infatti contestarmi lo Stato dopo che gli ho comunicato tempestivamente i miei acquisti? Io quindi continuo a comportarmi così, anche perché l'ho convenuto con la Soprintendenza (a proposito, vedete che non tutte la pensano come quella del Piemonte). 

Ritengo inoltre che nell'affrontare un eventuale contenzioso in presenza della documentazione così raccolta,  qualsiasi avvocato (e nel forum ce ne sono parecchi), non avrebbe difficoltà a dimostrare rapidamente le mie ragioni e, proprio per questo, anche far condannare il procedente al rimborso delle spese legali. Cosa che nei casi qui nel forum raccontati, non sempre è successo. 

Un saluto. 

Paolo

Modificato da Bassi22
Link al commento
Condividi su altri siti


8 ore fa, Bassi22 dice:

Io mi spiegherò male, ma voi vi contraddite "di fatto" nelle vostre affermazioni. 

Se qualcuno ha dovuto attendere la pronuncia della Cassazione per veder riconosciute le sue ragioni, qualcosa di poco chiaro nell'impianto normativo vigente forse c'è, o no? E comunque avrà impiegato una decina d'anni e parecchie migliaia di euro di spese legali. 

È un eccesso di zelo quello che io rappresento? Forse si, ma sottende un comportamento che mi pone in una posizione di assoluta trasparenza. Cosa potrebbe infatti contestarmi lo Stato dopo che gli ho comunicato tempestivamente i miei acquisti? Io quindi continuo a comportarmi così, anche perché l'ho convenuto con la Soprintendenza (a proposito, vedete che non tutte la pensano come quella del Piemonte). 

Ritengo inoltre che nell'affrontare un eventuale contenzioso in presenza della documentazione così raccolta,  qualsiasi avvocato (e nel forum ce ne sono parecchi), non avrebbe difficoltà a dimostrare rapidamente le mie ragioni e, proprio per questo, anche far condannare il procedente al rimborso delle spese legali. Cosa che nei casi qui nel forum raccontati, non sempre è successo. 

Un saluto. 

Paolo

Buongiorno, dove sarebbe la contraddizione? Nell’aver portato come esempio estremo quello della baia?

Allora mi spiegherò meglio.

Gli acquisti sulla baia sono nella stragrande maggioranza sprovvisti di certificazioni di lecita provenienza o qualsiasi altra documentazione idonea ad attestare che ciò che si acquista non è frutto di scavo.

Acquistare a queste condizioni espone chi lo fa a rischi che consapevolmente accetta poiché è cosa ben diversa dal farlo da commercianti professionisti ovvero da case d’asta.

Se si possiede la documentazione non sarà necessario pagare avvocati per paralizzare qualsiasi iniziativa “punitiva” dello Stato prima ancora che la stessa possa prendere avvio.

Poi per carità, nessuno dice che Lei non deve fare le comunicazioni che ritiene opportune all’autorità ma, piuttosto, che non bisogna far passare una personale iniziativa come il metodo per ritenersi al riparo dai “problemi”. L’unico metodo è avere sempre la documentazione sulla provenienza.

Spero non legga polemica nel mio post perché non ve ne è.

Saluti.

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti


13 ore fa, Bassi22 dice:

Io mi spiegherò male, ma voi vi contraddite "di fatto" nelle vostre affermazioni. 

Se qualcuno ha dovuto attendere la pronuncia della Cassazione per veder riconosciute le sue ragioni, qualcosa di poco chiaro nell'impianto normativo vigente forse c'è, o no? E comunque avrà impiegato una decina d'anni e parecchie migliaia di euro di spese legali. 

È un eccesso di zelo quello che io rappresento? Forse si, ma sottende un comportamento che mi pone in una posizione di assoluta trasparenza. Cosa potrebbe infatti contestarmi lo Stato dopo che gli ho comunicato tempestivamente i miei acquisti? Io quindi continuo a comportarmi così, anche perché l'ho convenuto con la Soprintendenza (a proposito, vedete che non tutte la pensano come quella del Piemonte). 

Ritengo inoltre che nell'affrontare un eventuale contenzioso in presenza della documentazione così raccolta,  qualsiasi avvocato (e nel forum ce ne sono parecchi), non avrebbe difficoltà a dimostrare rapidamente le mie ragioni e, proprio per questo, anche far condannare il procedente al rimborso delle spese legali. Cosa che nei casi qui nel forum raccontati, non sempre è successo. 

Un saluto. 

Paolo

Non essendo il tuo un comportamento codificato da una norma giuridica, di fatto non ha alcun peso in sede ne istruttoria ne processuale, quindi l’iter che affronteresti sarebbe lo stesso di chi quella comunicazione non l’ha fatta. 
come ti è stato detto ed è scritto nella circolare allegata, non c’è un obbligo di legge, quindi farlo in ogni caso non da automaticamente uno strumento giuridico in più a chi l’ha fatto. 
Nel caso sarà il magistrato che potrà tenere conto del fatto per valutare la posizione del giudicando. 
Quindi il procedente non verrebbe condannato proprio a nulla,non rappresentando il tuo comportamento l’adeguamento a una norma di legge ma solo una tua privata iniziativa non richiesta ne prevista dall’ordinamento. 
non farti comode illusioni. 
Quanto all averlo concordato con la tua sovrintendenza, lo avete stabilito mettendo nero su bianco o solo oralmente? ti hanno protocollato il codice comportamentale? Non credo... di saranno limitati a dirti che tutto quello che fai in più oltre alle specifiche di legge può tornare a tuo vantaggio in caso di sequestro, ma non lo impedirà così come non ti risparmierà l’assunzione di un legale per rappresentarti e questo perché il sequestro è solo un dispositivo giuridico temporaneo a tutela dell’oggetto del contendere, ( come il fermo macchina in caso di incidente con feriti) dell’imputato e dello stato, è non è possibile opporvisi.  È come una istantanea del fatto. In più, in Italia, è obbligatorio farsi rappresentare da un legale in procedimenti penali, quindi non puoi evitare di assumere l’avvocato, al limite te ne assegnano uno di ufficio , ma poi lo paghi. 

Modificato da Tinia Numismatica
  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti


@Tinia Numismatica e @Bassi22......anni e anni fa comprai presso Artemide Aste di San Marino un asse romano, con tanto di certificato, fattura, ecc.......i Carabinieri nucleo tutela mi dissero che la moneta era sequestrabile in quanto proveniente da uno "Stato Estero".....Quindi per loro San Marino o Vaticano sono stati esteri, con una legge diversa dallo Stato Italiano e fanno quello che vogliono

Link al commento
Condividi su altri siti


1 ora fa, Artax dice:

@Tinia Numismatica e @Bassi22......anni e anni fa comprai presso Artemide Aste di San Marino un asse romano, con tanto di certificato, fattura, ecc.......i Carabinieri nucleo tutela mi dissero che la moneta era sequestrabile in quanto proveniente da uno "Stato Estero".....Quindi per loro San Marino o Vaticano sono stati esteri, con una legge diversa dallo Stato Italiano e fanno quello che vogliono

San Marino È uno stato estero da sempre , quindi le sue leggi non valgono su suolo italiano e viceversa( a parte per i vari accordi di interscambio) ricordatevelo se dovrete mettere monete in asta in quel paese: è come metterle in asta in Germania o qualunque altro paese EU , quindi ci vuole l’autorizzazione dello stato italiano all’esportazione definitiva( rilasciato dagli uffici SUE)  al pari di qualsiasi altro paese estero , da richiedere PRIMA di conferirle.....rischiate l’accusa di esportazione illecita di beni culturali e non è un reato da poco ......,se andate a San Marino con le monete in tasca e la finanza italiana vi ferma sotto il confine poi glielo spiegate voi cosa stavate facendo.... 

idem per il Vaticano 

che la moneta fosse sequestrabile può essere, ma sequestrabile non significa la stessa cosa che confiscabile. 
il sequestro è un “ dispositivo giuridico” temporaneo svolto nell’interesse di tutti gli attori del contenzioso.... una volta chiarita la natura e la legittimità della transazione il sequestro cessa. 
Qyello che non cessa è la confisca in caso le indagini stabiliscano che la moneta non abbia una provenienza lecita( perché, come scritto sopra, qualche furbone  l’ha scavata o peggio rubata e poi conferita a San Marino senza dire nulla alla casa d’aste  che la presenta  , ma dichiarandole il falso , ovvero che è di sua legittima proprietaria) o perché,  chi l’ha conferita,  non ha chiesto il permesso di esportazione in forma preventiva e quindi la moneta è uscita dal territorio italiano in maniera illegale per approdare all’asta. 
Si , perché la responsabilità dell’ottenimento  del permesso è a carico di chi esporta, non della casa d’aste che accetta il materiale conferito. 
Quest’ultima si limita a porre in vendita il bene dopo aver fatto firmare una dichiarazione di assunzione di responsabilità legale al conferente relativa a provenienza, possesso e documentazione necessaria. 

  • Grazie 2
Link al commento
Condividi su altri siti


13 ore fa, Tinia Numismatica dice:

San Marino È uno stato estero da sempre , quindi le sue leggi non valgono su suolo italiano e viceversa( a parte per i vari accordi di interscambio) ricordatevelo se dovrete mettere monete in asta in quel paese: è come metterle in asta in Germania o qualunque altro paese EU , quindi ci vuole l’autorizzazione dello stato italiano all’esportazione definitiva( rilasciato dagli uffici SUE)  al pari di qualsiasi altro paese estero , da richiedere PRIMA di conferirle.....rischiate l’accusa di esportazione illecita di beni culturali e non è un reato da poco ......,se andate a San Marino con le monete in tasca e la finanza italiana vi ferma sotto il confine poi glielo spiegate voi cosa stavate facendo.... 

idem per il Vaticano 

che la moneta fosse sequestrabile può essere, ma sequestrabile non significa la stessa cosa che confiscabile. 
il sequestro è un “ dispositivo giuridico” temporaneo svolto nell’interesse di tutti gli attori del contenzioso.... una volta chiarita la natura e la legittimità della transazione il sequestro cessa. 
Qyello che non cessa è la confisca in caso le indagini stabiliscano che la moneta non abbia una provenienza lecita( perché, come scritto sopra, qualche furbone  l’ha scavata o peggio rubata e poi conferita a San Marino senza dire nulla alla casa d’aste  che la presenta  , ma dichiarandole il falso , ovvero che è di sua legittima proprietaria) o perché,  chi l’ha conferita,  non ha chiesto il permesso di esportazione in forma preventiva e quindi la moneta è uscita dal territorio italiano in maniera illegale per approdare all’asta. 
Si , perché la responsabilità dell’ottenimento  del permesso è a carico di chi esporta, non della casa d’aste che accetta il materiale conferito. 
Quest’ultima si limita a porre in vendita il bene dopo aver fatto firmare una dichiarazione di assunzione di responsabilità legale al conferente relativa a provenienza, possesso e documentazione necessaria. 

Riallacciandomi al puntuale post di Tinia mi permetto di aggiungere che in ogni caso l’acquirente, pur subendo il sequestro o la confisca, non sarà passibile di responsabilità penale. E tanto perché manca in lui la coscienza o la volontà di commettere un reato (presupposto indispensabile per la responsabilità), avendo acquistato da venditore professionale (anche estero) che al momento della vendita ha garantito la lecita provenienza del bene.

Quindi perderà la moneta acquistata ma non rischierà, a mio avviso, neanche l’imputazione. A differenza del conferente, come ha evidenziato Tinia.
Saluti.

Link al commento
Condividi su altri siti


Questa materia ( disposizioni sulla tutela) e’ sempre stata scivolosa perche e’ la legge ( e le disposizioni regolamentarie) che non sono ab initio chiare negli ambiti e nelle facolta’.

molta discrezionalita’ viene lasciata ai funzionari che a seconda della loro disposizione possono applicare le medesine norme interpretandole in modi molto differenti. Mi riferisco ai SUE ove in alcune regioni si concedono- ad esempio - permessi all’esportazione molto facilmente mentre altri bloccano pure il classico Topolino del 1968.

come auspicato ad nauseam la soluzione darebbe una revisione profonda della normativa e che questo avvenisse in un sano confronto tra l’autorita’ e glinuffici operativi preposti e rappresentanti delle associazioni parti in causa ( commercianti, collezionisti, archeologi , istituzioni museali anche private etc) al pari di quanto realizzato ad esempio in UK che ha una legislazione di tutela intelligente ed efficace. Tutto questo avrebbe molto buon senso ma penso sia un’utopia che nella gestione attuale delle belle arti possa essere avviato a breve un simile processo. 

Nel  contingente comportamenti da ‘pierino’ sono probabilmente inutili - se non addirittura dannosi come ventilato da qualcuno sopra - non mettendo comunque al riparo fa interpretazioni normative soggettive che non e’ escluso a priori potrebbero intervenire in qualunque momento..

Modificato da numa numa
  • Mi piace 1
  • Grazie 2
Link al commento
Condividi su altri siti


A mio parere questa continua esaltazione della bonta' delle leggi inglesi sulla tutela dei beni culturali che vedo spessissimo qui nel forum e' fuori luogo.

http://news.bbc.co.uk/1/hi/uk/7891954.stm

http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-wiltshire-21252389

roba di qualche anno fa, ma comunque indicativa di problemi anche li. Solo che per qualche strano motivo loro non considerano le monete romane inglesi battute in inghilterra come 'storia patria' e quindi non  le tutelano affatto. Molta piu' attenzione invece hanno per i vichinghi o per i sassoni.

D'altra parte l'autocommiserazione seriale e l'esterofilia a tutti i costi e' roba tutta italiana.

Link al commento
Condividi su altri siti

Awards

Supporter

....fortuna che ci sono quelli come te che capiscono tutto......

  • Grazie 1
  • Haha 1
Link al commento
Condividi su altri siti


16 ore fa, giulira dice:

A mio parere questa continua esaltazione della bonta' delle leggi inglesi sulla tutela dei beni culturali che vedo spessissimo qui nel forum e' fuori luogo.

http://news.bbc.co.uk/1/hi/uk/7891954.stm

http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-wiltshire-21252389

roba di qualche anno fa, ma comunque indicativa di problemi anche li. Solo che per qualche strano motivo loro non considerano le monete romane inglesi battute in inghilterra come 'storia patria' e quindi non  le tutelano affatto. Molta piu' attenzione invece hanno per i vichinghi o per i sassoni.

D'altra parte l'autocommiserazione seriale e l'esterofilia a tutti i costi e' roba tutta italiana.

Non si tratra di esterofilia ma di sano pragmatismo

il sistema inglese lo cito ( e non solo io) perche lo conosco e funziona. Chi trova qualcosa e’ incentivato a riportarlo come ‘find’ e se la moneta e’ di interesse viene adeguatamente compensato diversamente , dopo aver acquisito le utili info/dati gli viene infine  resa per venderla sul mercato . E’ sbagliato ?

entrambi le parti vi guadagnano e soprattutto vi e’ poco o pochissimO mercato nero

in Italia una legislazione stupidamente punitiva ha avuto il solo risultato di far crescere per decenni un mercato neto gigantesco e ancora peggio legioni di pseudo artigiani imbroglioni che riproducevano

le monete buone trovate mischiandole con i falsi da loro prodotti. Interi siti Archeologici sono stati letteralmente sventrati ( sicilia) perdendo completamente non solo reperti ma anche i dati che sono ancora piu importanti visto che le monete le abbiamo praticamente tutte nei duecento musei della Penisola.
I carabinieri e la GdF pero’ preferiscono impiegare il loro tempo a monitorare gli acquisti  di ruzxiche a 30€ il kilo invece che perseguire i grandi trafficanti di reperti ( eccetto  che per l’ultima operazione condotta in calabria - chapeau - che ha avuto il merito di sventare un grande canale di traffico) 

e ancora ce la prendiamo con l’autocommiserazione ? Boh...

Modificato da numa numa
  • Grazie 3
Link al commento
Condividi su altri siti


19 ore fa, luigi78 dice:

...fortuna che ci sono quelli come te che capiscono tutto......

i fenomeni ci sono dappertutto, come i contributi utili alla discussione.

Noto pero' che mi attribuite cose che non ho scritto. Non ho esaltatato la bonta' delle italiche leggi, controllate pure.

Ho solo scritto che il sistema inglese ha dei problemi come il nostro e non tutela  cosi' bene i beni archeologici. Tutela sicuramente di piu' i collezionisti e i cercatori di tesori.

Link al commento
Condividi su altri siti

Awards

2 ore fa, giulira dice:

i fenomeni ci sono dappertutto, come i contributi utili alla discussione.

Noto pero' che mi attribuite cose che non ho scritto. Non ho esaltatato la bonta' delle italiche leggi, controllate pure.

Ho solo scritto che il sistema inglese ha dei problemi come il nostro e non tutela  cosi' bene i beni archeologici. Tutela sicuramente di piu' i collezionisti e i cercatori di tesori.

Mi spiegheresti perché il sistema inglese non tutelerebbe i beni archeologici Bene come farebbe il nostro?

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.