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Salve

Ho avuto in dono questo tetradramma che dalla iconografia e dalle caratteristiche fisiche e geometriche è riconducibile ai classici tetradrammi di Alessandro Magno, il cui nome al genitivo è coniato in verticale sul rovescio. Qui troviamo nel campo a sinistra due lettere greche, I (Iota) e Φ (phi), presumibilmente utili all’identificazione della moneta che, come si dice, se non è identificata è un pezzo di metallo mentre se è identificata è un pezzo di storia (HUMANA PER NUMMOS PERQUIRO è il motto dell’Accademia italiana di studi numismatici). E per identificarla serve il luogo e la data di “nascita”.

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LYCIA, Phaselis. Civic issue. Circa 221/0-190 BC. AR Tetradrachm (16.99 g, 30-34 mm). In the name and types of Alexander III of Macedon. Dated CY 10 (circa 209/8 BC). Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, I (date) above Φ. Price 2847; Müller 1185. VF-EF.

 

Dalla didascalia si apprende che la moneta è un’emissione civica in nome e nei tipi di Alessandro Magno di Faselide (in italiano anche Faseli), un’antica città greca e romana sulla costa della Licia, nell’odierna Turchia. L’anno civico 10 (CY 10, circa 209/8 a. C.) è deducibile dalla iota che i Greci usavano anche per esprimere dieci unità (10 del nostro sistema di numerazione decimale), mentre la Φ, pure usata dai Greci per esprimere cinque centinaia (il nostro 500), dovrebbe invece rappresentare fino a prova contraria la ventunesima lettera dell’alfabeto greco.

Per documentarmi ho consultato il libro di Martin Jessop Price The Coinage in the Name of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus che il mondo numismatico riconosce come la fonte di prima scelta per l’attribuzione delle monete del Grande. Premesso che il Price non era certo infallibile, uno non può ignorare il principio di autorità nell’ambito della ricerca, nel senso che tutti hanno una propria testa, ma sicuramente il parere di uno dei più importanti studiosi nella numismatica greca nominato nel 1994 direttore della British School di Atene che si è confrontato per anni con colleghi altrettanto illustri ed esperti, merita la dovuta considerazione.

Dal testo apprendo che la mia moneta catalogata dall’autore col numero 2847 fa parte di una serie di tetradrammi caratterizzati sul rovescio dalla presenza costante della lettera Φ (verosimilmente l’iniziale del nome greco della città sede della zecca, Φασηλίς) e dalla sequenza di lettere da Alfa =1 a Lambda Gamma = 33 (v. tabella del post che seguirà).

 

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1 ora fa, fagiolino dice:

https://www.academia.edu/40746416/La_Lycia_e_le_sue_monete._-_2a_ed._riveduta_e_ampliata

Qui a pag. 20 trovi qualcosa. Dovrebbe essere datata 218/217 a C.

Il tetradramma a pag. 20 è il Price 2868 con l’anno civico contrassegnato da KE = 25, corrispondente a c. 194/3 a. C.

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Il mio tetradramma è dell’anno civico 10, come si vede dalla tabella nel post che segue.

apollonia


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Inviato

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L’anno civico numero [6] è espresso da una lettera arcaica (stigma), inserita nell’alfabeto greco con la coppa (Ϙ = 90) e la sampi (Ϡ = 900) allo scopo di disporre di ventisette lettere rappresentative delle nove unità, nove decine e nove centinaia secondo il seguente prospetto in lettere minuscole, utilizzabili come le maiuscole della tabella nella funzione di numeri.

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I numeri da 1 a 10 sono così espressi da una lettera, mentre per quelli da 11 a 19 sono necessarie due lettere, la iota per indicare una decina e una delle prime nove per indicare di quante unità è composta. Analogamente i numeri da 21 a 29 sono rappresentati dalla lettera kappa (due decine) e da una delle lettere nella prima colonna indicativa delle unità. E così via. Il numero più elevato che si può esprimere con queste lettere si legge nell’ultima riga, tenendo presente che la sequenza delle tre lettere non è influente ai fini del numero espresso che risulta formato da 9 unità, 9 decine e 9 centinaia (999).

Con un semplice accorgimento i Greci hanno adattato la tabella per poter esprimere anche le migliaia, le decine di migliaia e le centinaia di migliaia, contrassegnando ciascuna lettera con un apice in basso a sinistra. Così, per esempio:

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A partire da 10.000, la notazione ionica seguiva un principio moltiplicativo per cui il simbolo di un numero intero qualsiasi da 1 a 9999, se collocato al di sopra della lettera M oppure dopo di essa separato da un puntino, indicava il prodotto del numero stesso per 10.000, il valore di M = miriade dei Greci.

Quindi un rho sovrapposto a M oppure dopo la M separato da un puntino (M.r) rappresentava il prodotto 10.000 x 100 = 1.000.000, un sigma sovrapposto a M oppure dopo la M separato da un puntino (M.s) il prodotto 10.000 x 200 = 2.000.000, ecc.

 

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