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Miti associati alle “civette” di Atene


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Salve

Dato l’attuale boom dei tetradrammi del titolo nelle aste volevo parlare dei miti associati alla dea Atena che al diritto appare di profilo, a mezzo busto, elmata e circondata da un decoro classico, mentre al rovescio campeggia la civetta in una composizione centrale e frontale tra l’estremità di un ramo d’ulivo e le iniziali in greco della città di Atene. Atena è la dea della sapienza, delle arti (le abilità tecniche e manuali nei vari aspetti della vita), della tessitura e della strategia militare, ovvero gli aspetti più nobili della guerra (gli aspetti più crudeli e violenti rientrano invece nel dominio di Ares). I suoi simboli sacri erano la civetta e l’ulivo; spesso, infatti, è ritratta assieme al suo animale sacro e indossa un mantello realizzato con la pelle della capra Amaltea (un materiale che nella mitologia è considerato indistruttibile).

Nella mitologia classica Atena nacque – già adulta e armata – dalla testa di Zeus (secondo alcune fonti, dal polpaccio), dopo che il padre degli dei ne aveva mangiata la madre Metis.

Il primo mito riguarda proprio la nascita della dea e lo si può intitolare: “Il parto di Zeus”.

Metis, divinità figlia di Oceano e di Teti personificazione della saggezza, della ragione e dell'intelligenza, è stata la prima moglie di Zeus che, rimasta incinta di Atena, venne ingoiata dal consorte per essere sicuro di mantenere il regno dopo che gli era stato predetto che il secondogenito l’avrebbe detronizzato.

Zeus decise che non gli serviva la “Metis” al suo fianco, bensì lui doveva diventare Metis. Sfruttò così, con un po’ di astuzia, la vanità e la capacità di metamorfosi della moglie.

…Zeus interroga perciò Metis: "Veramente puoi assumere qualsiasi forma? Puoi essere, ad esempio, un leone che sputa fuoco?". Subito Metis diventa un leone che sputa fuoco. Spettacolo terrificante. Quindi Zeus le domanda: "Potresti forse trasformarti in una goccia d’acqua?". "Ma certo" risponde la dea. "Allora dimostramelo" Metis non fa in tempo a mutarsi in una goccia d’acqua sulla mano di Zeus che questi l’ha già inghiottita e cacciata nel suo ventre.

La dea continuò la sua gestazione all’interno di Zeus e un giorno il dio avvertì un terribile mal di testa talmente insopportabile che fece chiamare Efesto e gli ordinò di spaccargli la testa con un’ascia. Fatto ciò, improvvisamente dalla testa del padre uscì Atena, già adulta, imponente, bellissima, armata di scudo e lancia con tanto di elmo da guerriera. Per un attimo Zeus ne fu atterrito ma subito dopo la dea posò le armi ai piedi del padre, segno della sua sottomissione al genitore che poté continuare a governare incontrastato sugli dei avendo ora la figlia al suo fianco, una figlia per la cui nascita aveva sofferto e che pertanto amava ancora di più.

Fu così che Pallade (giovane) Atena divenne la dea della guerra (precisamente della strategia militare) ma anche della saggezza e di altre arti, tra cui spiccava la tessitura. Come Artemide, Atena sarà per i Greci una dea vergine, considerata però in quanto nata dal padre una ‘virago’, ovvero dotata di bellezza e grazia come una donna e nel contempo maestosa e coraggiosa in armi come un uomo.

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Il secondo mito riguarda l’uccello simbolo sacro di Atena

Tra gli attributi di Atena già venerata dai Micenei del 13° sec. a.C. vi è il serpente e la trasformazione in uccello. Solo più tardi l’uccello sacro diventa la civetta, γλαῦξ, raccostata ad Atena. anche per l’epiteto glaucòpide che viene interpretato nella duplice accezione di dea "dagli occhi glauchi" (azzurri, lucenti) o dea "dagli occhi di civetta". Nel greco antico le due accezioni si sovrappongono e pertanto la dea glaucòpide è la dea dai lucenti occhi di civetta. Il fatto che, come è stato osservato in altre discussioni, nelle didascalie in italiano delle “civette” di Atena si legga spesso “gufo” deriva dal fatto che questa è la prima traduzione dell’inglese “owl” che si trova sui dizionari, senza tener presente che il lemma si riferisce per gli inglesi a “any of various large-headed, nocturnal birds of prey…”. Shakespeare chiama il gufo che elenca tra i cattivi presagi con un generico “Birth of Night”, uccello della notte, che quindi potrebbe essere anche una civetta o un barbagianni.

Bisogna dire che la civetta e il gufo sono entrambi uccelli rapaci e animali notturni che si assomigliano molto ma appartengono a specie diverse: il gufo fa parte del genere Bubo mentre la civetta appartiene al genere Athene (la sottospecie più comune è Athene noctua cioè "Atene notturna"). Per quanto riguarda l'aspetto fisico, il gufo si distingue dalla civetta per i ciuffi sulla testa, tranne il gufo delle nevi che non ha ciuffi e potrebbe quindi essere scambiato facilmente per una civetta.

Questa differenza si riflette anche nel diverso significato che questi due animali hanno nella cultura delle civiltà presenti e passate come simbologia e significato.

Per quanto concerne la civetta, questo volatile già presente nei miti degli antichi greci accompagnava la dea Atena simbolo di filosofia e saggezza, dell'intelligenza razionale che "vede" dove altri scorgono solo ombre e tenebre. Stiamo parlando della "Civetta di Minerva", considerata sacra alla dea Atena perché capace di vedere al buio, cui la dea affida la supervisione delle faccende notturne. Da qui deriva il nome del genere a cui appartiene il rapace, ovvero Athene.

Fin dalle prime raffigurazioni di Atena, la dea è dipinta con una civetta appollaiata sulla testa. In epoca arcaica Atena potrebbe essere stata infatti una dea-uccello simile a Lilith oppure alla dea con le ali e gli artigli da civetta raffigurata sul Rilievo Burney, un rilievo di epoca mesopotamica in terracotta degli inizi del millennio II a.C. Più volte infatti Omero definisce la dea della sapienza come dea "dal volto di civetta".

Nell'antica Grecia esisteva un proverbio che si riferiva ad abbondanza e ricchezza che diceva "Portare le civette ad Atene". Per questo significato simbolico sulle monete ateniesi era raffigurata proprio la civetta ed il suo nome divenne sinonimo di denaro. Dalla fine del VI secolo a.C. compaiono nelle monete di Atene al recto la testa di Atena e al verso una civetta con un ramo di olivo e le prime tre lettere del nome della città: per dire in conclusione che il gufo non c’entra proprio.

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L’ultimo mito riguarda l’albero simbolo sacro di Atena (da http://primaclassesacchetti.blogspot.com/2013/11/atena-e-poseidone.html)

 

Il Fato aveva predetto che l’Attica sarebbe diventata la regione più forte, ricca e importante di tutta la Grecia e così gli dei decisero di insediarsi nelle città della regione dove ognuno di loro avrebbe avuto il suo culto personale. Poseidone per primo si recò in Attica, vibrò un colpo di tridente nella roccia e fece apparire una fonte di acqua salata che formò un lago. Dopo di lui venne Atena che piantò un ulivo simbolo di pace e fertilità.

Scoppiò una contesa perché nessuno dei due dei voleva cedere la città all'altro e Zeus, che non era riuscito a riconciliare sua figlia e suo fratello, decretò che la scelta del dio protettore spettasse a un tribunale composto da tutte le divinità olimpiche. Poseidone e Atena si presentarono dunque davanti al tribunale divino: Zeus non espresse parere, ma mentre tutti gli dei maschi appoggiavano Poseidone, le dee si schierarono dalla parte di Atena. Così, per un voto di maggioranza, Atena ottenne di governare sull'Attica poiché aveva fatto a quella terra il dono migliore: la pace. Poseidone, furibondo, inviò un’inondazione che ricoprì la pianura.

Secondo un’altra versione del mito, Poseidone avrebbe offerto in dono il primo cavallo, simbolo di guerra e potenza, ma l’esito non sarebbe cambiato.

Il racconto della disputa rappresenta la giustificazione mitologica del dominio di Atena sulla capitale dell’Attica, ma sottolinea anche l’importanza che fin dall’origine ebbe l’ulivo nell’economia di questa terra. Qualche tempo dopo uno dei figli di Poseidone cercò di sradicare l’albero di Atena, ma si ferì nel commettere l’atto sacrilego e morì. Gli ateniesi decisero così di far sorgere in quel punto l’acropoli e far presidiare notte e giorno dai soldati la sacra pianta dell’ulivo.

 

La contesa tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Attica è raffigurata nel frontone occidentale del Partenone, il tempio dedicato ad Atena che sorgeva sull’acropoli della città. Il fregio che corre su tutti e quattro i lati del tempio rappresenta la solenne processione che si teneva ogni quattro anni in occasione delle Panatenee, feste solenni che si svolgevano alla fine di luglio nel giorno della nascita della dea e comprendevano i giochi panatenaici.

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Il 29/2/2020 alle 23:08, apollonia dice:

L’ultimo mito riguarda l’albero simbolo sacro di Atena (da http://primaclassesacchetti.blogspot.com/2013/11/atena-e-poseidone.html)

 

Il Fato aveva predetto che l’Attica sarebbe diventata la regione più forte, ricca e importante di tutta la Grecia e così gli dei decisero di insediarsi nelle città della regione dove ognuno di loro avrebbe avuto il suo culto personale. Poseidone per primo si recò in Attica, vibrò un colpo di tridente nella roccia e fece apparire una fonte di acqua salata che formò un lago. Dopo di lui venne Atena che piantò un ulivo simbolo di pace e fertilità.

Scoppiò una contesa perché nessuno dei due dei voleva cedere la città all'altro e Zeus, che non era riuscito a riconciliare sua figlia e suo fratello, decretò che la scelta del dio protettore spettasse a un tribunale composto da tutte le divinità olimpiche. Poseidone e Atena si presentarono dunque davanti al tribunale divino: Zeus non espresse parere, ma mentre tutti gli dei maschi appoggiavano Poseidone, le dee si schierarono dalla parte di Atena. Così, per un voto di maggioranza, Atena ottenne di governare sull'Attica poiché aveva fatto a quella terra il dono migliore: la pace. Poseidone, furibondo, inviò un’inondazione che ricoprì la pianura.

Secondo un’altra versione del mito, Poseidone avrebbe offerto in dono il primo cavallo, simbolo di guerra e potenza, ma l’esito non sarebbe cambiato.

Il racconto della disputa rappresenta la giustificazione mitologica del dominio di Atena sulla capitale dell’Attica, ma sottolinea anche l’importanza che fin dall’origine ebbe l’ulivo nell’economia di questa terra. Qualche tempo dopo uno dei figli di Poseidone cercò di sradicare l’albero di Atena, ma si ferì nel commettere l’atto sacrilego e morì. Gli ateniesi decisero così di far sorgere in quel punto l’acropoli e far presidiare notte e giorno dai soldati la sacra pianta dell’ulivo.

 

La contesa tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Attica è raffigurata nel frontone occidentale del Partenone, il tempio dedicato ad Atena che sorgeva sull’acropoli della città. Il fregio che corre su tutti e quattro i lati del tempio rappresenta la solenne processione che si teneva ogni quattro anni in occasione delle Panatenee, feste solenni che si svolgevano alla fine di luglio nel giorno della nascita della dea e comprendevano i giochi panatenaici.

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L’Ulivo inoltre rende l’olio che è carburante per le lampade. Torna anche qui, quindi, il vedere nelle tenebre tipico della civetta e della Sapienza.

Modificato da lacivettadiatena

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Verissimo.

Sull’acropoli di Atene, oltre all’Eretteo, si trovava anche il tempio di Atena Poliade “della città” e a riguardo Pausania scrive: “l’oggetto di culto da tutti ritenuto più sacro, sia in città che in campagna […] è una statua di Atena” al cui cospetto ardeva sempre una lampada a olio in oro; questa lucerna perpetua veniva riempita d’olio solo una volta all’anno e il combustibile bastava per tutto il periodo.

L’abitudine di mantenere luci sempre accese fa parte delle più diverse religioni, e il fatto che queste lampade perpetue potessero essere alimentate con i frutti dell’ulivo, ha fatto di quest’albero una sorta di “portatore di luce” vegetale.

apollonia

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Il primo ad estrarre l’olio dalle olive fu Aristeo, grande eroe civilizzatore “rurale” che avrebbe anche insegnato agli uomini a fare il formaggio, raccogliere il miele e tessere la lana; Diodoro Siculo (IV, 81, 1) aggiunge che tutto ciò gl’era stato insegnato dalla Ninfe che l’avevano cresciuto, e questo motivo delle donne selvatiche che, benevolmente, donano preziose conoscenze agli uomini, è molto diffuso nella mitologia e nel folklore, anche quello, più vicino a noi, dell’arco alpino.

 

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Di nulla. Anche nell’Iliade e nell’Odissea vi sono vari episodi in cui si cita l’ulivo e l’olio che si estrae da esso.

Nell’Iliade immancabilmente gli eroi si lavano e poi ungono il corpo con “splendente, abbondante, grasso” olio; così ci si comporta anche con i cavalli di Achille, il cadavere di Patroclo e quello di Ettore, quest’ultimo cosparso con olio rosato da Afrodite affinché non lo divorassero i cani.

E così fa anche Era, spalmandosi con olio ambrosio, profumato, di cui brillano gli dei, per attirare l’attenzione di Zeus.

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Nell’Odissea l’albero da cui l’olio si ricava viene nominato più volte: sotto questi alberi Odisseo si rifugia, sfinito, dopo il naufragio che lo porta a Scheria.

Nell’economia della narrazione il suo ricorrere potrebbe indicare che l’eroe è approdato in luoghi civili o semi-civilizzati (secondo la mentalità greca), anche se si tratta del regno incantato di Circe.

Inoltre d’ulivo sono il palo col quale Odisseo e compagni accecano Polifemo e il manico della scure con la quale l’eroe si fabbrica l’imbarcazione sull’isola di Calipso.

 

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Quando Odisseo approda finalmente ad Itaca, non è certo che quella sia la sua terra, ma Atena svela la campagna ai suoi occhi e in particolare un ulivo presso l’antro delle Ninfe dove l’eroe racchiuderà i suoi tesori. Compiuta l’opera, Dea ed eroe si siedono ai piedi dell’albero meditando nuovi intrighi. Questa scena di insolita – almeno per la civiltà greca – vicinanza fra Dio e Uomo non ci dovrebbe stupire; vedere Atena sotto un ulivo non è per nulla strano, e anzi si tratta di una sorta di “doppia” epifania, l’uno rimanda vicendevolmente all’altra: dove c’è l’ulivo c’è anche Atena.

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Grazie! Senti, non è che ti andrebbe di postare anche la storia delle "civette di Atena"? Da quando a quando è stata coniata, la sua importanza in Grecia e non solo, insomma la storia di questa meravigliosa moneta :)


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Infine l’ulivo è il mezzo di riconoscimento fra Penelope e Odisseo, il quale ricorda il segreto del loro letto che lui stesso ha costruito: non può essere spostato poiché poggia su un ceppo d’ulivo. La conoscenza di questo particolare scioglie finalmente tutti i dubbi e gli inganni e i due sposi si ritrovano finalmente l’uno nelle braccia dell’altra, dopo innumerevoli anni.

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17 ore fa, Crine dice:

Grazie! Senti, non è che ti andrebbe di postare anche la storia delle "civette di Atena"? Da quando a quando è stata coniata, la sua importanza in Grecia e non solo, insomma la storia di questa meravigliosa moneta :)

Una delle pagine più interessanti sul sito Web di Reid Goldsborough riguarda proprio gli aspetti storici e numismatici delle “civette” ateniesi. Magari vedrò di tradurne alcuni passi.

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Le civette sono state la prima moneta internazionale ampiamente utilizzata. Hanno reso popolare la pratica di mettere una testa sul dritto di una moneta e una coda (animale) sul rovescio. Le civette sono state maneggiate da Pitagora, Senofane, Democrito, Ippocrate, Socrate, Platone, Aristotele, Euclide, Archimede e altri il cui pensiero costituiva il fondamento stesso della civiltà occidentale. Esse sono rimaste tematicamente immutate, Atena sul dritto, la sua civetta sul rovescio, per mezzo millennio, attraverso grandi cambiamenti nel mondo antico. Per la loro centralità, nell'antichità erano conosciuti come "civette", così come lo sono oggi, nonostante molte altre monete antiche raffigurino le civettein modo altrettanto prominente.

Come altre grandi potenze, Atene ha trattato il suo denaro non solo come un modo per facilitare il commercio e gli scambi e per proiettare la sua immagine all'estero, ma anche come un modo per fare soldi. Atene guadagnava profitti di signoraggio su ogni civetta coniata, sia che la fonte fosse argento appena estratto sia che si trattasse di monete d'argento di altre città. I commercianti e i mercanti di altre città, a loro volta, amavano le civette per la loro facile intercambiabilità. Le civette divennero così la prima grande moneta commerciale del mondo e furono seguite in questo ruolo, tra gli altri, dai tetradrammi e stateri di Alessandro Magno, dai denari romani, dai pezzi di otto spagnoli americani, dai dollari leone olandesi, dai talleri austriaci di Maria Teresa e dai dollari americani.

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  • Grazie 1

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Altrettanto interessante è la mitologia raffigurata sulle civette. Atena era dea della saggezza e della guerra, combinando in sé due qualità che oggi troviamo incompatibili, ma per gli antichi non lo erano, una differenza significativa tra il loro mondo e il nostro. Era la dea protettrice di Atene, una delle più grandi città di tutti i tempi.

Secondo l'antica mitologia greca, Atena era figlia di Zeus e della sua prima moglie, Metis, il cui nome significava "saggezza". Meti aveva avvertito Zeus che il loro primo figlio sarebbe stato più potente di lui, il che aveva agitato Zeus a tal punto che quando Meti rimase incinta inghiottì Meti e la loro creatura non ancora nata. Questo gli provocò un mal di testa che curò facendosi spaccare la testa con un'ascia. Dalla ferita uscì Atena, completamente cresciuta.

Uno dei precursori di Atena è stata la Dea dell'Occhio dei popoli del Neolitico. Gli occhi spalancati della Dea dell'Occhio erano onniveggenti e onniscienti. Oltre ad essere la dea della saggezza e della guerra, nell'antica Grecia Atena era anche conosciuta come dea dell'occhio ed era descritta come "l'occhio lampeggiante". Il grande occhio frontale a forma di mandorla sulle prime civette può quindi avere un significato religioso. Alcuni non sono d'accordo, indicando l'arte attica e l'arte egizia e la ceramica dello stesso periodo con lo stesso occhio frontale sulle figure umane. La civetta è l'attributo o la mascotte di Atena. Secondo la mitologia, Atena a volte ha assunto anche la forma stessa della civetta. La specie di volatile raffigurato sulle civette ateniesi è l'Athena Noctua, chiamata anche civetta o Minerva Owl. Da 6 a 8 pollici in piedi e con un peso da 2,5 a 4,5 once, vanno dal Mediterraneo alla Scandinavia. La civetta allora come oggi era un simbolo di saggezza. In luoghi e tempi diversi, tuttavia, le civettehanno simboleggiato altre cose tra cui il terrore e la morte.

Nessuna moneta rappresenta Atene meglio della Civetta e nessuna città era più centrale in Grecia di Atene. La Grecia, a sua volta, è stata il luogo in cui sono state costruite le fondamenta del nostro modo di vivere, del nostro modo di pensare e di interagire fra di noi. La nostra filosofia, la politica, l'educazione, la matematica, le scienze, la medicina, l'arte, il teatro, l'architettura e lo sport hanno avuto origine nell'antica Grecia da antecedenti relativamente agli inizi. I Greci hanno sviluppato magistralmente la sostanza stessa della nostra civiltà da ciò che hanno ereditato dalla Mesopotamia, dall'Egitto e da Minoa.

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@apollonia Poco fa ho letto a mia moglie, che è laureata in lettere, buona parte di quello che hai scritto su questo post, ed è rimasta molto affascinata! adesso questa moneta piace anche a lei! Grazie mille! 


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2 ore fa, Crine dice:

@apollonia Poco fa ho letto a mia moglie, che è laureata in lettere, buona parte di quello che hai scritto su questo post, ed è rimasta molto affascinata! adesso questa moneta piace anche a lei! Grazie mille! 

Che una moneta piaccia anche alla moglie è un ottimo passo per il collezionista. Lo posso dire anche per esperienza diretta.

apollonia

 


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Civette arcaiche

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Archaic Owl tetradrachm (16.24g, 22mm), Athens, c. 490-482 BC, Sear 1842v., Seltman Group Gi, Price and Waggoner Group IVg, SNG München 29, Szego 3.

Le Civette arcaiche furono i primi tetradrammi coniati tra il 510 e il 480 a. C. circa. La loro emissione intorno al 510 a. C. avvenne all’incirca nello stesso periodo dell'instaurazione della democrazia ateniese sotto Kleistene.

Tutte le civette arcaiche, classiche e intermedie (non però le civette New Style, le ultime) raffigurano sul rovescio un ramoscello di ulivo con riferimento alla grande esportazione di olio d'oliva di Atene, che insieme all'argento, alla ceramica e al successo militare furono le principali ragioni della sua prosperità.

Tutte le civette hanno sul rovescio l’etnico che identifica un popolo AQE, talvolta scritto in inglese come AOE o A-TH-E. Le tre lettere greche sono alfa, theta ed epsilon, con la theta che appare come una O con un punto al centro e con un suono TH. (Nel greco moderno il theta è rappresentato come una O con una linea al centro, mentre in precedenza in Grecia era rappresentato come una O con una croce o una X al centro). Come per la maggior parte delle monete greche antiche, il caso genitivo (possessivo) era usato per la legenda: così invece di "Atene" significa "Degli Ateniesi".

Le civette arcaiche hanno uno stile rozzo. L'esemplare illustrato è tra quelli di stile migliore, con Atena che ha una testa relativamente piccola, un collo lungo, e caratteristiche generali fini, anche se il suo naso si fonde in modo innaturale con la fronte. Il numismatico Paul Szego ha descritto lo stile di questa varietà come "primitivo" ma "permeato dalla dolce freschezza del fascino arcaico". L'esemplare ha un diritto battuto da un conio consumato e una frattura di tondello sul bordo e vicino all'orecchio di Atena.

La moneta di cui sopra è stata probabilmente coniata dopo la scoperta di nuovi depositi d'argento a Laurion vicino ad Atene intorno al 483 a. C., con le miniere di Laurion che si pensa siano state sfruttate per la prima volta intorno al 520 a. C. Il nuovo argento di Laurion fu utilizzato per aumentare significativamente la produzione delle civette allo scopo della costruzione della marina ateniese in preparazione della prevista invasione persiana della Grecia. L'argento di Laurion sarebbe stato in seguito al centro del successo militare, politico, economico e culturale di Atene.

La vittoria greca sulla flotta persiana nella battaglia di Salamina del 480 a. C. circa determinerà il successivo corso della storia occidentale. Questo fu un momento epocale, che lo storico Victor Davis Hanson chiamò il confronto supremo tra Oriente e Occidente, tra dispotismo e libertà individuali. A proposito di Salamina, scrisse il filosofo del XIX secolo Georg Hegel: "Gli interessi della storia del mondo tremavano in bilico".

Dopo Salamina il re persiano Serse si ritirò in Asia con il grosso del suo esercito e i Greci poterono continuare la loro embrionale e inedita sperimentazione con l'individualismo e la democrazia. Per i tre secoli e mezzo successivi gli ideali greci sul governo costituzionale, la proprietà privata, la libera indagine scientifica, il razionalismo e la separazione tra autorità politica e religiosa permeeranno le terre dall'Italia all'India e, attraverso l'Impero Romano, si diffonderanno in Europa e fino a noi, anche se non senza interruzioni e regressioni.

La Battaglia di Maratona del 490 a. C. e la Battaglia delle Termopili, avvenuta un po' prima nel 480 a. C., ci sono oggi più note, la prima per l'eroismo di un corridore solitario a lunga distanza, la seconda per un film hollywoodiano del 2007. Ma la Battaglia di Salamina è stata molto più memorabile.

 

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1 ora fa, apollonia dice:

Civette arcaiche

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Archaic Owl tetradrachm (16.24g, 22mm), Athens, c. 490-482 BC, Sear 1842v., Seltman Group Gi, Price and Waggoner Group IVg, SNG München 29, Szego 3.

Le Civette arcaiche furono i primi tetradrammi coniati tra il 510 e il 480 a. C. circa. La loro emissione intorno al 510 a. C. avvenne all’incirca nello stesso periodo dell'instaurazione della democrazia ateniese sotto Kleistene.

Tutte le civette arcaiche, classiche e intermedie (non però le civette New Style, le ultime) raffigurano sul rovescio un ramoscello di ulivo con riferimento alla grande esportazione di olio d'oliva di Atene, che insieme all'argento, alla ceramica e al successo militare furono le principali ragioni della sua prosperità.

Tutte le civette hanno sul rovescio l’etnico che identifica un popolo AQE, talvolta scritto in inglese come AOE o A-TH-E. Le tre lettere greche sono alfa, theta ed epsilon, con la theta che appare come una O con un punto al centro e con un suono TH. (Nel greco moderno il theta è rappresentato come una O con una linea al centro, mentre in precedenza in Grecia era rappresentato come una O con una croce o una X al centro). Come per la maggior parte delle monete greche antiche, il caso genitivo (possessivo) era usato per la legenda: così invece di "Atene" significa "Degli Ateniesi".

Le civette arcaiche hanno uno stile rozzo. L'esemplare illustrato è tra quelli di stile migliore, con Atena che ha una testa relativamente piccola, un collo lungo, e caratteristiche generali fini, anche se il suo naso si fonde in modo innaturale con la fronte. Il numismatico Paul Szego ha descritto lo stile di questa varietà come "primitivo" ma "permeato dalla dolce freschezza del fascino arcaico". L'esemplare ha un diritto battuto da un conio consumato e una frattura di tondello sul bordo e vicino all'orecchio di Atena.

La moneta di cui sopra è stata probabilmente coniata dopo la scoperta di nuovi depositi d'argento a Laurion vicino ad Atene intorno al 483 a. C., con le miniere di Laurion che si pensa siano state sfruttate per la prima volta intorno al 520 a. C. Il nuovo argento di Laurion fu utilizzato per aumentare significativamente la produzione delle civette allo scopo della costruzione della marina ateniese in preparazione della prevista invasione persiana della Grecia. L'argento di Laurion sarebbe stato in seguito al centro del successo militare, politico, economico e culturale di Atene.

La vittoria greca sulla flotta persiana nella battaglia di Salamina del 480 a. C. circa determinerà il successivo corso della storia occidentale. Questo fu un momento epocale, che lo storico Victor Davis Hanson chiamò il confronto supremo tra Oriente e Occidente, tra dispotismo e libertà individuali. A proposito di Salamina, scrisse il filosofo del XIX secolo Georg Hegel: "Gli interessi della storia del mondo tremavano in bilico".

Dopo Salamina il re persiano Serse si ritirò in Asia con il grosso del suo esercito e i Greci poterono continuare la loro embrionale e inedita sperimentazione con l'individualismo e la democrazia. Per i tre secoli e mezzo successivi gli ideali greci sul governo costituzionale, la proprietà privata, la libera indagine scientifica, il razionalismo e la separazione tra autorità politica e religiosa permeeranno le terre dall'Italia all'India e, attraverso l'Impero Romano, si diffonderanno in Europa e fino a noi, anche se non senza interruzioni e regressioni.

La Battaglia di Maratona del 490 a. C. e la Battaglia delle Termopili, avvenuta un po' prima nel 480 a. C., ci sono oggi più note, la prima per l'eroismo di un corridore solitario a lunga distanza, la seconda per un film hollywoodiano del 2007. Ma la Battaglia di Salamina è stata molto più memorabile.

 

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È normale che nelle civette arcaiche manchi circa 1g di argento rispetto a quelle più comunemente note, le quali pesano circa 17,2g? 


Supporter
Inviato
12 ore fa, Crine dice:

È normale che nelle civette arcaiche manchi circa 1g di argento rispetto a quelle più comunemente note, le quali pesano circa 17,2g? 

Penso di no. C'è stata una diminuzione dello standard ponderale nei tetradrammi "New Style", come puoi vedere qui

https://www.ngccoin.com/news/article/2245/Ancients-Owls-Through-the-Years---A-Look-at-the-Evolution-of-Athenian-Tetradrachms/

apollonia

  • Grazie 1

Inviato
Il 11/3/2020 alle 00:04, apollonia dice:

Il primo ad estrarre l’olio dalle olive fu Aristeo, grande eroe civilizzatore “rurale” che avrebbe anche insegnato agli uomini a fare il formaggio, raccogliere il miele e tessere la lana; Diodoro Siculo (IV, 81, 1) aggiunge che tutto ciò gl’era stato insegnato dalla Ninfe che l’avevano cresciuto, e questo motivo delle donne selvatiche che, benevolmente, donano preziose conoscenze agli uomini, è molto diffuso nella mitologia e nel folklore, anche quello, più vicino a noi, dell’arco alpino.

 

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A questo excursus sull'olivo e sull'olio potremmo aggiungere un breve passo del Corano, Sura  24 (La Luce), 35:

نُورِهِ كَمِشْكَاةٍ فِيهَا مِصْبَاحٌ الْمِصْبَاحُ فِي زُجَاجَةٍ الزُّجَاجَةُ كَأَنَّهَا كَوْكَبٌ دُرِّيٌّ يُوقَدُ مِنْ شَجَرَةٍ مُبَارَكَةٍ زَيْتُونَةٍ لَا شَرْقِيَّةٍ وَلَا غَرْبِيَّةٍ يَكَادُ زَيْتُهَا يُضِيءُ وَلَوْ لَمْ تَمْسَسْهُ نَارٌ نُورٌ عَلَى نُورٍ يَهْدِي

La Sua luce è come quella di una lampada entro una nicchia, la lampada è in un vaso di cristallo, ed è come una stella che splende; il suo combustibile viene da un albero benedetto: un olivo che non sta né  in oriente, né in occidente e il cui olio darebbe luce anche senza essere toccato dal fuoco. Luce su luce.   

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In una medaglia del noto artista pavese Angelo Grilli coniata nel 2008 per il decimo anniversario dell’Università Bicocca di Milano, Atena è raffigurata in piedi, con una lancia nella mano sinistra, una civetta, simbolo della saggezza, ai suoi piedi dal lato della lancia e dall’altro lato uno scudo sul quale è fissata la testa della Gorgone Medusa (penso ripresa dall’olio su tela del Caravaggio nella Galleria degli Uffizi).

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Atena detestava la giovane Medusa perché, fiera della sua splendida chioma, aveva osato competere con lei nella bellezza. Offesa, la dea aveva mutato Medusa in una creatura ripugnante e la sua chioma in un groviglio di serpi, cosicché chiunque ne avesse incrociato lo sguardo sarebbe rimasto pietrificato.

Atena è al fianco di Perso quando intraprende il viaggio al termine del quale affronterà Medusa, l'unica delle tre Gorgoni ad essere mortale. Infatti Atena istruisce Perseo a farsi cedere dalle tre Graie i tre oggetti prodigiosi che lo aiuteranno nell'impresa di decapitare Medusa, la cui testa dovrà poi portare come dono nuziale a Polidette, il re dell'isola di Serifo. L'eroe riceve da Ermes un affilatissimo falcetto adamantino, dalla stessa Atena lo scudo lucente attraverso il quale potrà guardare senza restare pietrificato e dalle Graie gli strumenti magici necessari. Con l'elmo di Ade, che rende invisibili, i calzari alati e la bisaccia magica dove nascondere la testa di Medusa, Perseo giunge all'oceano attraverso la tetra foresta di statue che precede la dimora di Medusa. Atena è ancora al suo fianco e gli guida la mano. Perseo porta a compimento la sua impresa: si rende invisibile indossando l'elmo di Ade, si libra in aria grazie ai sandali alati e recide il capo di Medusa.

 

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  • 1 anno dopo...
Inviato (modificato)
Il 17/3/2020 alle 14:55, apollonia dice:

Uno dei precursori di Atena è stata la Dea dell'Occhio dei popoli del Neolitico. Gli occhi spalancati della Dea dell'Occhio erano onniveggenti e onniscienti. Oltre ad essere la dea della saggezza e della guerra, nell'antica Grecia Atena era anche conosciuta come dea dell'occhio ed era descritta come "l'occhio lampeggiante". Il grande occhio frontale a forma di mandorla sulle prime civette può quindi avere un significato religioso. Alcuni non sono d'accordo, indicando l'arte attica e l'arte egizia e la ceramica dello stesso periodo con lo stesso occhio frontale sulle figure umane. 

Secondo te quel punto presente sulla 'fronte' di molte civette nelle monete di atene sarebbe l'occhio frontale ?

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Modificato da coinzh

Supporter
Inviato

Non credo.

L’aggettivo “frontal” va inteso nel significato di “parte anteriore”, cioè riguardante la zona verso il volto della persona. Quindi il grande occhio frontale a forma di mandorla sulle prime civette è quello della dea Atena sul diritto delle monete classiche e arcaiche.

Sulle monete di stile intermedio, chiamate anche civette tardo classiche, civette ellenistiche, o (confusamente) civette di transizione, l'occhio di Atena appare realisticamente di profilo, di forma triangolare, mettendosi in pari esteticamente con altre monete greche classiche.

Un’altra differenza stilistica è il punto pronunciato sulla fronte della civetta. Non ho idea di cosa possa significare: forse è il punto centrale della theta (ora mancante) che è andato a finire lì.

apollonia


Inviato

Intuisco solo ora che forse quando tu scrivi 'civette' intendi dire 'tetradrammi di atene' e non gli uccelli civette sul rovescio delle monete.

dunque quando scrivi 'occhi a mandorla delle civette' vuoi dire 'occhi a mandorla di atena sul dritto' e non 'occhi a mandorla degli uccelli civetta sul rovescio'.

corretto o sbagliato ?

se tu invece 'con occhi a mandorla delle civette' intendi propio dire gli occhi a mandorla degli uccelli civetta sul rovescio ti pregherei apollonia di postare una foto di questi uccelli civetta sui tetradeammi per farmi capire a che uccelli civetta con occhi a mandorla sulle monete alludi.


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