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Inviato

ma è sempre il forum greco che mi aveva aiutato per i bisanti? penso di si, mi pare che solo loro hanno una sezione Veneziana. stasera lo guardo bene, riserva sempre delle sorprese interessanti!


Inviato

ah ok , perché mi sa che lo stesso utente ha anche un account sul forum greco. mi potresti per favore dare il link della discussione? grazie mille fabry


Inviato

cavoli, non mi riesce ad aprire il link... mi devo iscrivere?


Inviato (modificato)

strano perchè io lo apro normalmente. forse sì ti devi iscrivere.

Inoltre da una ricerca ho scoperto che il 1821 è stata l'unica data battuta a Corfù, mentre le altre date sono state battute a Londra.

Sono quindi stati usati tondelli molto probabilmente del soldo Corfù Cefalonia Zante o Dalmazia se hanno un peso di 1 grammo.

Se il peso è maggiore probabilmente la gazzetta.

Modificato da fabry61
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Inviato

la questione mi intriga molto... domani provo ad approfondirla! grazie fabry


  • 3 settimane dopo...
Inviato

Buona giornata

 

riguardo all'uso della ribattitura, riporto ciò che scrisse Vincenzo Lazzari nel suo libro "LE MONETE DEI POSSEDIMENTI VENEZIANI - Di Oltremare e di Terraferma":

 

Le sei monete di questa serie (i 4 tipi di gazzette e i 2 tipi di soldi a nome CORFV = CEFALONIA = ZANTE . ndr), come pure quelle di puro rame per la Dalmazia e per l'Albania, continuarono ad aver corso nelle isole Jonie, dove si batterono nel 1801 autonomi pezzi da 5 e 10 gazzette venete, fino al 1819 in cui il governo protettore di queste isole decretava la loro distruzione, e se ne giovava a battere gli oboli e i dittoboli colla figura sedente della britannia.

 

saluti

luciano

  • Mi piace 1

Inviato

il cerchio si chiude. grazie a luciano e al lazari (con una Z, vi prego!). tondelli veneziani da ribattere ve ne erano a migliaia, e alcuni riportano la Britannia.

 

strepitoso.


Inviato (modificato)

Buona giornata a tutti voi

 

Se lo gradite, per quanto mi sia possibile espletare il tutto nello scritto provo a darvi una risposta ai vostri quesiti, ma gradirei innanzitutto avvisarvi che il sistema espresso in grammi ovvero il nostro e’ in difetto rispetto al sistema Veneziano dal momento che i loro calcoli erano espressi in grani veneti, quindi vedrete che nel calcolo che vi illustrero’ troverete la parola per difetto ma che non ha nulla a che vedere con l’aggio.

 

 

 

 

 

Fabry61

 

Nel nostro caso la contromarca è sinonimo di conoscenza del valore in quanto a Cipro non usavano le veneziane ed i Marcelli ed i Mocenighi non avendo chiaramente indicato il valore era necessario rendere la "piazza" edotta.

 

In efetti il primo Marcello pesa solo gr. 2,26 (essendo usato e tosato rispetto ai 3,20 di peso medio) e pertanto contromarca 7 e 2

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi….

 

Allora:

 

il peso giusto con l’aggio di tolleranza e’ 3,20 che corrisponde a 10 soldi

 

bene

 

Quindi, il calcolo del Banco di Cambio ufficiale e’ questo: gr.3,20 diviso 0,32 maggiore risulta 0,32 ovvero 1 soldo.

 

Grammi 2,26 diviso 0,32 (peso ufficiale), che e corrispondente al di sotto di  un soldo ufficiale, ed il risultato e’ 7.06525.

 

Tenendo conto che il dopo 7 e’  ,065, quest’ultimo viene diviso sempre per 2, ovvero il risultato esatto sarebbe 0,65 : 2 = 0,32 -, ma siccome risulta 0,12 e' al di sopra (le tabelle ufficiali descrivono le tolleranze che vanno da 010 a 0,22-sempre in grani veneti) …..dovendo stare sotto l’aggio deciso, … risulta la contromarca  7  e  2.

 

 

 

Nel caso della  8 e 2

 

 

 

Questo Marcello invece ne pesa gr. 2,62 e pertanto contromarca 8 e 2

 

 

 

 

 

 

  

 

Rispondo a Fabry61.

 

 

Il calcolo e’ uguale ma un po’ piu’ macchinoso,  sempre per gli squilibri dei rapporti,  ma comunque comprensibile:

 

 

Grammi 2,62 ( soldo=0,32 ufficiale-in questo caso la moneta e’ 2,62 ed e’ calcolato con questo peso) diviso 0,31, -l’aggio  e’ l’uno dopo il 3-,  risulta 8,45, per difetto,  l’8 e’ stampigliato sulla moneta e il difetto e’ diviso, peso 0,45,  dopo l’8, viene subito calcolato lo 0,45 e diviso 2 (aggio), risulta a 0,225 per difetto,  ed ecco il  2  stampigliato sulla moneta.

 

 

I  quattro cerchi disposti a forma di croce, sono la vidimazione delle monete in quanto alla loro bonta’ del titolo,  con ovviamente la stampigliatura del valore effettivo (dato dall’intrinseco effettivo di cui vi ho descritto nel calcolo), con cui per l'appunto queste monete potessero circolare e per una visione immediata da parte dei commercianti e della popolazione.

 

Attenzione ai cerchi di delimitazione.

 

I cerchietti non venivano messi a caso ma i Saggiatori, con una buona precisione li stampigliavano sui bordi.

Se queste monete venivano ulteriormente stronzate (limate-tosate), intaccando solamente la bombatura esterna del cerchietto, dovevano essere immediatamente cambiate, altrimenti vi era la penale pecuniaria…molto salata.

 

 

Per  Venezia, era cosi’ evitata la rifusione delle monete in argento aventi queste costi onerosi per la riconiazione delle stesse che dovevano arrivare dalla zecca di Venezia, senza contare il trasporto blindato e i rischi del viaggio, guardie, ciurma poco affidabile compresa ecc.ecc..

 

 

In questo modo gli ufficiali saggiatori apportavano dei numeri che stavano a significare il valore effettivo sui mercati.

Queste monete, per Decreto,  erano effettivamente circolanti nei possedimenti ma poco tollerate nella citta’ di Venezia,  dove dovevano essere immediatamente cambiate dai commercianti, al Banco del Cambio.

Difficilmente queste monete arrivavano sui mercati di Venezia, innanzitutto, perche’ dannose per le tasche del commerciante estero, dove oltre alla svalutazione delle stesse subiva anche la perdita dell’aggio, che veniva automaticamente tassato dai banchi ufficiali al Banco del Cambio.

 

Non sempre sulle monete contromarcate dai saggiatori si vedono i numeri del valore e...vi risparmio...per non farvi addormentare.

Nei pochi Decreti (che ho potuto visionare) per i Possedimenti, alla voce Agostino Barbarigo, si legge che le monete dovevano essere marcate con il valore.

 

 

 

 

 

Fabry61,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

stessa asta bellissima contromarca da 10 soldi.

 

 

 

 

 

Il terzo ( seconda foto da me postata) pesa gr. 3,12 integro senza tosatura (vedesi la perlinatura) e mantiene il proprio valore di 10 soldi (contromarca X) Infatti Marcello=mezza lira=10 soldi. Sono convinto che queste contromarche funzionassero anche al contrario per i famosi grossi di Cipro.

 

La conseguenza era un valore certo finchè la popolazione non si abituava alla moneta. Inoltre mettiamo il risparmio per la Serenissima a non dover battere moneta? Siamo sicuri che gli starter kit sono nati al giorno d'oggi? Oppure venezia aveva già aperto la strada del Mar?

 

 

 

 

 

Rispondo a fabry61

 

 

 

 

Giustamente come dice lei Fabry61, esattamente vale anche per le monete con peso giusto.

 

 

Sebbene per le contromarche con 8-2,  7-2, ecc.ecc., erano lasciate circolare (..andare…), per non essere necessariamente  ritirate dalla zecca di Venezia, questo non valeva solitamente -ma non sempre-,  per  le monete con la cifra X –contromarcata-, che stava ad indicare il valore 10 soldi .

Le monete contromarcate con la X , valore 10 soldi (peso pieno), solitamente erano quelle ritirate dai Vidimatori  e cambiate con l’aggio pieno gia’ stabilito per Decreto Sopra i Domini, dai provveditori Sopra le Monete, per essere mandate a Venezia.

 

L'organo esecutivo di Venezia, avendo dato l'ordine ai Saggiatori,  sapeva di avere gia’ guadagnato con l’aggio sulle… monede de buone paste…

 

 

 

Sperando di esservi stato in qualche modo di aiuto vi saluto tutti cordialmente

 

 

 

   A presto

 

 

 

 

R.M.Bordin

Modificato da bordinrolandomirko
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Inviato

 

Buona giornata a tutti voi

 

Se lo gradite, per quanto mi sia possibile espletare il tutto nello scritto provo a darvi una risposta ai vostri quesiti, ma gradirei innanzitutto avvisarvi che il sistema espresso in grammi ovvero il nostro e’ in difetto rispetto al sistema Veneziano dal momento che i loro calcoli erano espressi in grani veneti, quindi vedrete che nel calcolo che vi illustrero’ troverete la parola per difetto ma che non ha nulla a che vedere con l’aggio.

 

 

 

 

 

Fabry61

 

Nel nostro caso la contromarca è sinonimo di conoscenza del valore in quanto a Cipro non usavano le veneziane ed i Marcelli ed i Mocenighi non avendo chiaramente indicato il valore era necessario rendere la "piazza" edotta.

 

In efetti il primo Marcello pesa solo gr. 2,26 (essendo usato e tosato rispetto ai 3,20 di peso medio) e pertanto contromarca 7 e 2

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi….

 

Allora:

 

il peso giusto con l’aggio di tolleranza e’ 3,20 che corrisponde a 10 soldi

 

bene

 

Quindi, il calcolo del Banco di Cambio ufficiale e’ questo: gr.3,20 diviso 0,32 maggiore risulta 0,32 ovvero 1 soldo.

 

Grammi 2,26 diviso 0,32 (peso ufficiale), che e corrispondente al di sotto di  un soldo ufficiale, ed il risultato e’ 7.06525.

 

Tenendo conto che il dopo 7 e’  ,065, quest’ultimo viene diviso sempre per 2, ovvero il risultato esatto sarebbe 0,65 : 2 = 0,32 -, ma siccome risulta 0,12 e' al di sopra (le tabelle ufficiali descrivono le tolleranze che vanno da 010 a 0,22-sempre in grani veneti) …..dovendo stare sotto l’aggio deciso, … risulta la contromarca  7  e  2.

 

 

 

Nel caso della  8 e 2

 

 

 

Questo Marcello invece ne pesa gr. 2,62 e pertanto contromarca 8 e 2

 

 

 

 

 

 

  

 

Rispondo a Fabry61.

 

 

Il calcolo e’ uguale ma un po’ piu’ macchinoso,  sempre per gli squilibri dei rapporti,  ma comunque comprensibile:

 

 

Grammi 2,62 ( soldo=0,32 ufficiale-in questo caso la moneta e’ 2,62 ed e’ calcolato con questo peso) diviso 0,31, -l’aggio  e’ l’uno dopo il 3-,  risulta 8,45, per difetto,  l’8 e’ stampigliato sulla moneta e il difetto e’ diviso, peso 0,45,  dopo l’8, viene subito calcolato lo 0,45 e diviso 2 (aggio), risulta a 0,225 per difetto,  ed ecco il  2  stampigliato sulla moneta.

 

 

I  quattro cerchi disposti a forma di croce, sono la vidimazione delle monete in quanto alla loro bonta’ del titolo,  con ovviamente la stampigliatura del valore effettivo (dato dall’intrinseco effettivo di cui vi ho descritto nel calcolo), con cui per l'appunto queste monete potessero circolare e per una visione immediata da parte dei commercianti e della popolazione.

 

Attenzione ai cerchi di delimitazione.

 

I cerchietti non venivano messi a caso ma i Saggiatori, con una buona precisione li stampigliavano sui bordi.

Se queste monete venivano ulteriormente stronzate (limate-tosate), intaccando solamente la bombatura esterna del cerchietto, dovevano essere immediatamente cambiate, altrimenti vi era la penale pecuniaria…molto salata.

 

 

Per  Venezia, era cosi’ evitata la rifusione delle monete in argento aventi queste costi onerosi per la riconiazione delle stesse che dovevano arrivare dalla zecca di Venezia, senza contare il trasporto blindato e i rischi del viaggio, guardie, ciurma poco affidabile compresa ecc.ecc..

 

 

In questo modo gli ufficiali saggiatori apportavano dei numeri che stavano a significare il valore effettivo sui mercati.

Queste monete, per Decreto,  erano effettivamente circolanti nei possedimenti ma poco tollerate nella citta’ di Venezia,  dove dovevano essere immediatamente cambiate dai commercianti, al Banco del Cambio.

Difficilmente queste monete arrivavano sui mercati di Venezia, innanzitutto, perche’ dannose per le tasche del commerciante estero, dove oltre alla svalutazione delle stesse subiva anche la perdita dell’aggio, che veniva automaticamente tassato dai banchi ufficiali al Banco del Cambio.

 

Non sempre sulle monete contromarcate dai saggiatori si vedono i numeri del valore e...vi risparmio...per non farvi addormentare.

Nei pochi Decreti (che ho potuto visionare) per i Possedimenti, alla voce Agostino Barbarigo, si legge che le monete dovevano essere marcate con il valore.

 

 

 

 

 

Fabry61,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

stessa asta bellissima contromarca da 10 soldi.

 

 

 

 

 

Il terzo ( seconda foto da me postata) pesa gr. 3,12 integro senza tosatura (vedesi la perlinatura) e mantiene il proprio valore di 10 soldi (contromarca X) Infatti Marcello=mezza lira=10 soldi. Sono convinto che queste contromarche funzionassero anche al contrario per i famosi grossi di Cipro.

 

La conseguenza era un valore certo finchè la popolazione non si abituava alla moneta. Inoltre mettiamo il risparmio per la Serenissima a non dover battere moneta? Siamo sicuri che gli starter kit sono nati al giorno d'oggi? Oppure venezia aveva già aperto la strada del Mar?

 

 

 

 

 

Rispondo a fabry61

 

 

 

 

Giustamente come dice lei Fabry61, esattamente vale anche per le monete con peso giusto.

 

 

Sebbene per le contromarche con 8-2,  7-2, ecc.ecc., erano lasciate circolare (..andare…), per non essere necessariamente  ritirate dalla zecca di Venezia, questo non valeva solitamente -ma non sempre-,  per  le monete con la cifra X –contromarcata-, che stava ad indicare il valore 10 soldi .

Le monete contromarcate con la X , valore 10 soldi (peso pieno), solitamente erano quelle ritirate dai Vidimatori  e cambiate con l’aggio pieno gia’ stabilito per Decreto Sopra i Domini, dai provveditori Sopra le Monete, per essere mandate a Venezia.

 

L'organo esecutivo di Venezia, avendo dato l'ordine ai Saggiatori,  sapeva di avere gia’ guadagnato con l’aggio sulle… monede de buone paste…

 

 

 

Sperando di esservi stato in qualche modo di aiuto vi saluto tutti cordialmente

 

 

 

   A presto

 

 

 

 

R.M.Bordin

 

Buona Pasqua Rolando

 

Grazie!

 

Di "mi piace" te ne posso dare uno solo, ma ne meritavi quattro  :good:

 

So che ci penseranno però gli altri "venetici" :blum:

 

Per noi del XX secolo è sempre complicato immergersi in questi conteggi che, certamente, non sono intuitivi (almeno per noi) e che abbisognano di "esercizio".

 

Argomento comunque molto interessante ..... come i calcoli necessari per calcolare il valore delle monete nelle varie valute di conto, ..... tutti argomenti intriganti e da "salvare".

 

saluti

luciano


Inviato

@@bordinrolandomirko

Aggiungo il mio mi piace insieme agli auguri di buona Pasqua.

Ti ringrazio per aver approfondito il discorso dei "resti". Questo perchè molti compilatori di cataloghi assegnano la seconda contromarca (esempio il 2 od il 3) ad un ipotetica officina, quando come giustamente hai scritto tu non sono altro che resti.

Ti ringrazio per il tuo intervento. :good:

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Inviato

Orpo che gran mal di testa! aiutatemi a capire meglio, per favore. Tutti i numeri. Grazie come sempre, Rolando!


Inviato

Buona giornata

 

Bisognerebbe creare un format per la conversione dei grammi in grani, ma anche delle varie unità di misura in uso a Venezia  :pleasantry:


Inviato

Cari amici contromarchettari, ecco un sesino di Marino Grimani contromarcato a Candia con leone (R3 secondo Montenegro e Paolucci). Appena arrivato. La contromarcatura è un po' evanescente, lo so, ma di sicuro non è un santo/doge bensì un leone. Il ribattitore ci è andato pesante, la moneta ora sembra quasi scodellata per la forza del suo martello. Fascino puro per me.

 

Metallo ancora buono, secondo il venditore è un BB+.

 

Il pezzo fa un bel paio con il sesino contromarcato con santo che avevo postato mesi fa.

 

Le mie levantine crescono :)

 

 

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Inviato

Moooolto particolare ed interessantissimo.

 

Bella "mazzata" che s'è preso il sesino ... strano che la contromarca non sia venuta più in rilievo; il colpo si è scaricato altrove .... forse che il conio della contromarca fosse "esaurito"?

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Inviato (modificato)

grazie luciano, ci ho pensato più e più volte. a vederla dal vivo, però (e ve la mostrerò appena possibile!) credo che più verosimilmente il punzone della contromarca sia stato battuto con un angolo inclinato, in modo che si vede bene solo una metà scarsa di esso. la seconda metà, in altre parole, non è stata a contatto diretto con il sesino. Ha senso?

 

In effetti la "bombatura" dell'altro lato è asimmetrica e non uniforme. ma aspetto il vostro parere de visu.

Modificato da gigetto13

Inviato (modificato)

Buona giornata a tutti voi, se posso essere d’aiuto vorrei dare la risposta a gigetto13,

 

 

premessa importante:

 

 

 

 

Gli Albrizzi erano una famiglia di mercanti di Bergamo, con interessi nel commercio di olio d’oliva che esportavano a Venezia, dall’isola di Creta.

Si spostarono a Venezia nel corso del XVI secolo.

Essendo la Repubblica di Venezia, in lotta con i Turchi, era alla continua ricerca di fondi e supporto logistico.

Gli Albrizzi, offrirono la propria flotta mercantile a sostegno della marina della Serenissima. 

 

Come contropartita la Repubblica di Venezia cambio’ in maniera radicale la posizione sociale degli Albrizzi, dandone ampi poteri decisionali nelle mercanzie  delle  isole del levante, portando di conseguenza le loro ricchezze a dismisura. 

 

Gli Albrizzi, furono ammessi al patriziato ricco, nell'anno 1667.

 

Antonio Albrizzi, difese strenuamente la Canea contro i Turchi, impiegando le proprie sostanze.

Caduta la città in mano dei nemici, egli passò ai servizi della Repubblica Veneta, con la carica di comandante: sopra navi da guerra.

Morì nell’isola di Candia; …alcuni testi sostengono in mare, nella parte a sud di Candia,  in seguito alle  ferite riportate nel combattimento.

Maffio Albrizzi, con i sui  figli, continuò a prestare servizio militare. Giovanni  Battista resto’ nella avvocatura.

 

Già dal 1297 i Capello appartenevano al Patriziato veneziano, gli Albrizzi, essendo stati elevati al rango di nobili a seguito dei loro successi durante le campagne militari d’oltremare a salvaguardia del predominio della Serenissima, in occasione del matrimonio, tra un’erede della celebre Bianca Capello e un membro della famiglia Albrizzi venne consolidato  l’appartenenza al patriziato ricco nella Repubblica di Venezia.

 

Il suo sesino al nome del Doge Marino Grimani e' coevo dei tempi, porta la contromarca al R/ con il leone che  tiene una ruota.

La ruota non si vede,  ma si vede bene la parte posteriore del leone avente la coda completa, ricurva verso la testa e l'andatura a sinistra, che fa parte dell'assieme dello stemma gentilizio degli Albrizzi.

 

 

Il leone che tiene una ruota nello stemma gentilizio sormonta due torri (simbologia dei possedimenti), ma queste non sono presenti sulle contromarche.

 

 

image.jpg

 

 

Nella parte del D/, dovrebbe essere stampigliata una – A  al centro, con la gambetta centrale o senza, con due piccoli busti di persone con l’acconciatura tipica dell’epoca aventi una collana con un medaglione, a significare la simbologia dei commercianti ai lati, (sembrano due segnetti  nella contromarca poco chiara e al posto dei busti dei commercianti, possono essere scambiati come  due calici rovesciati).

la lettera A, con la gambetta centrale o senza, attesta il nome del casato degli Albrizzi.

 

Ho avuto l’occasione di vederne solamente  tre esemplari fino ad oggi, di cui uno, dove la contromarca era ben visibile, purtroppo il possessore voleva tenerla per se altrimenti sarebbe finita inevitabilmente nella mia collezione.

Anche le altre, penso siano rimaste ai collezionisti che al suo tempo me le mostrarono.

 

Per me non e’ attendibile l’attribuzione di alcuni scritti,  dove nel caso del suo sesino,  si vede una specie di – V  - larga,  sono le due estremita’  del fiore di (Creta).

 

Bisognerebbe comunque vederla piu’ attentamente dal vivo la sua moneta, ma se risponde a quello che vedo, la contromarca e’ degli Albrizzi.

 

La Repubblica di Venezia avendo dato grossi poteri agli Albrizzi includendoli al Patriziato Ricco per la fedelta’ dimostrata, sembra che allora tollerasse ma non troppo la storpiatura delle proprie monete ufficiali.

 

Mi spiego:

 

La quasi, dico quasi tolleranza,  ci poteva stare da parte dell’organo emittente sopra le monete?

 

Questa tolleranza se cosi’ la possiamo definire, viene accennata in maniera sommaria, celata in alcune filze ufficiali ??,  riguardanti delle notizie sui mercati interni delle  isole come Creta, Candia ecc. per le monete minute...?

 

Assolutamente no, non vi era tolleranza alcuna al riguardo delle contromarche diverse da quelle eseguite dai Vidimatori ufficiali della zecca della Serenissima.

 

Nei Decreti: sopra ori et arzenti et sopra le monete,  riguardanti le monete che dovevano circolare nei possedimenti sia per il rame per l’argento e l’oro, simbolo questo di potenza e di forte egemonia sui possedimenti della Repubblica, non vi e’ alcun riferimento a permessi temporanei per i patrizi aventi interessi commerciali all’interno dei loro mercati.

 

Molto Pericoloso e peculiarmente multati i commercianti in Venezia con queste monete,  anche se devo fare notare, che i commercianti non entravano in Venezia di certo,  con queste monete.

 

Al tempo stesso bisogna notare che Venezia, chiudeva uno, se non due occhi per la circolazione nei possedimenti, …tanto... era la…al di fuori della citta’ dal domino in terraferma,   ma  solamente ed esclusivamente queste monete potevano circolare per un tornaconto economico ragguardevole dai proventi commerciali fatti in quelle isole.

 

Comunque attualmente si riescono a trovare contromarche varie sulle monete in argento di quei privati commercianti, non nell’oro.

Nessun patrizio o potente commerciante si sarebbe azzardato a contromarcare degli zecchini, troppo il rischio.

La perdita di tutte le sostanze accumulate nel tempo per l’ambizione personale di ostentare il proprio status nei mercati era decisamente perseguibile con le leggi vigenti della Repubblica di Venezia.

 

Anche queste monete se entrate a Venezia, venivano immediatamente ritirate e rifuse perche’ …ed ecco la celata tolleranza: …difettose…, quindi venivano semplicemente cambiate ai Banchi di Cambio, senza penalizzare i-il commerciante che le possedeva, per tolleranza di chi le contromarcava, ( in questo caso gli Albrizzi ).

 

La sua e’ una moneta a mio avviso rara, difficile da trovare sui mercati numismatici attuali e a volte queste  monete essendo di rame dove si trovano con una… “certa facilita’”…forse…, fra le tante, si riescono ad acquistare con pochi euro perche’,  non conosciute piu’ di tanto.

 

Sono piu’ sincero…non conosciute.

 

Purtroppo queste monete venivano contromarcate in maniera alquanto sommaria e quindi i marchi soventemente sono difficili da vedere in maniera nitida.

 

Con piacere mio,  questa e’ un’altra moneta rara che sicuramente arricchisce la collezione del sig. Gigetto13....perfetto.

 

 

    Vi saluto cordialmente,  a presto

 

     

                 R.M.Bordin

Modificato da bordinrolandomirko
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Inviato

Buona giornata a tutti voi, se posso essere d’aiuto vorrei dare la risposta a gigetto13,

 

 

premessa importante:

 

 

 

 

Gli Albrizzi erano una famiglia di mercanti di Bergamo, con interessi nel commercio di olio d’oliva che esportavano a Venezia, dall’isola di Creta.

Si spostarono a Venezia nel corso del XVI secolo.

Essendo la Repubblica di Venezia, in lotta con i Turchi, era alla continua ricerca di fondi e supporto logistico.

Gli Albrizzi, offrirono la propria flotta mercantile a sostegno della marina della Serenissima. 

 

Come contropartita la Repubblica di Venezia cambio’ in maniera radicale la posizione sociale degli Albrizzi, dandone ampi poteri decisionali nelle mercanzie  delle  isole del levante, portando di conseguenza le loro ricchezze a dismisura. 

 

Gli Albrizzi, furono ammessi al patriziato ricco, nell'anno 1667.

 

Antonio Albrizzi, difese strenuamente la Canea contro i Turchi, impiegando le proprie sostanze.

Caduta la città in mano dei nemici, egli passò ai servizi della Repubblica Veneta, con la carica di comandante: sopra navi da guerra.

Morì nell’isola di Candia; …alcuni testi sostengono in mare, nella parte a sud di Candia,  in seguito alle  ferite riportate nel combattimento.

Maffio Albrizzi, con i sui  figli, continuò a prestare servizio militare. Giovanni  Battista resto’ nella avvocatura.

 

Già dal 1297 i Capello appartenevano al Patriziato veneziano, gli Albrizzi, essendo stati elevati al rango di nobili a seguito dei loro successi durante le campagne militari d’oltremare a salvaguardia del predominio della Serenissima, in occasione del matrimonio, tra un’erede della celebre Bianca Capello e un membro della famiglia Albrizzi venne consolidato  l’appartenenza al patriziato ricco nella Repubblica di Venezia.

 

Il suo sesino al nome del Doge Marino Grimani e' coevo dei tempi, porta la contromarca al R/ con il leone che  tiene una ruota.

La ruota non si vede,  ma si vede bene la parte posteriore del leone avente la coda completa, ricurva verso la testa e l'andatura a sinistra, che fa parte dell'assieme dello stemma gentilizio degli Albrizzi.

 

 

Il leone che tiene una ruota nello stemma gentilizio sormonta due torri (simbologia dei possedimenti), ma queste non sono presenti sulle contromarche.

 

image.jpg

 

Nella parte del D/, dovrebbe essere stampigliata una – A  al centro, con la gambetta centrale o senza, con due piccoli busti di persone con l’acconciatura tipica dell’epoca aventi una collana con un medaglione, a significare la simbologia dei commercianti ai lati, (sembrano due segnetti  nella contromarca poco chiara e al posto dei busti dei commercianti, possono essere scambiati come  due calici rovesciati).

la lettera A, con la gambetta centrale o senza, attesta il nome del casato degli Albrizzi.

 

Ho avuto l’occasione di vederne solamente  tre esemplari fino ad oggi, di cui uno, dove la contromarca era ben visibile, purtroppo il possessore voleva tenerla per se altrimenti sarebbe finita inevitabilmente nella mia collezione.

Anche le altre, penso siano rimaste ai collezionisti che al suo tempo me le mostrarono.

 

Per me non e’ attendibile l’attribuzione di alcuni scritti,  dove nel caso del suo sesino,  si vede una specie di – V  - larga,  sono le due estremita’  del fiore di (Creta).

 

Bisognerebbe comunque vederla piu’ attentamente dal vivo la sua moneta, ma se risponde a quello che vedo, la contromarca e’ degli Albrizzi.

 

La Repubblica di Venezia avendo dato grossi poteri agli Albrizzi includendoli al Patriziato Ricco per la fedelta’ dimostrata, sembra che allora tollerasse ma non troppo la storpiatura delle proprie monete ufficiali.

 

Mi spiego:

 

La quasi, dico quasi tolleranza,  ci poteva stare da parte dell’organo emittente sopra le monete?

 

Questa tolleranza se cosi’ la possiamo definire, viene accennata in maniera sommaria, celata in alcune filze ufficiali ??,  riguardanti delle notizie sui mercati interni delle  isole come Creta, Candia ecc. per le monete minute...?

 

Assolutamente no, non vi era tolleranza alcuna al riguardo delle contromarche diverse da quelle eseguite dai Vidimatori ufficiali della zecca della Serenissima.

 

Nei Decreti: sopra ori et arzenti et sopra le monete,  riguardanti le monete che dovevano circolare nei possedimenti sia per il rame per l’argento e l’oro, simbolo questo di potenza e di forte egemonia sui possedimenti della Repubblica, non vi e’ alcun riferimento a permessi temporanei per i patrizi aventi interessi commerciali all’interno dei loro mercati.

 

Molto Pericoloso e peculiarmente multati i commercianti in Venezia con queste monete,  anche se devo fare notare, che i commercianti non entravano in Venezia di certo,  con queste monete.

 

Al tempo stesso bisogna notare che Venezia, chiudeva uno, se non due occhi per la circolazione nei possedimenti, …tanto... era la…al di fuori della citta’ dal domino in terraferma,   ma  solamente ed esclusivamente queste monete potevano circolare per un tornaconto economico ragguardevole dai proventi commerciali fatti in quelle isole.

 

Comunque attualmente si riescono a trovare contromarche varie sulle monete in argento di quei privati commercianti, non nell’oro.

Nessun patrizio o potente commerciante si sarebbe azzardato a contromarcare degli zecchini, troppo il rischio.

La perdita di tutte le sostanze accumulate nel tempo per l’ambizione personale di ostentare il proprio status nei mercati era decisamente perseguibile con le leggi vigenti della Repubblica di Venezia.

 

Anche queste monete se entrate a Venezia, venivano immediatamente ritirate e rifuse perche’ …ed ecco la celata tolleranza: …difettose…, quindi venivano semplicemente cambiate ai Banchi di Cambio, senza penalizzare i-il commerciante che le possedeva, per tolleranza di chi le contromarcava, ( in questo caso gli Albrizzi ).

 

La sua e’ una moneta a mio avviso rara, difficile da trovare sui mercati numismatici attuali e a volte queste  monete essendo di rame dove si trovano con una… “certa facilita’”…forse…, fra le tante, si riescono ad acquistare con pochi euro perche’,  non conosciute piu’ di tanto.

 

Sono piu’ sincero…non conosciute.

 

Purtroppo queste monete venivano contromarcate in maniera alquanto sommaria e quindi i marchi soventemente sono difficili da vedere in maniera nitida.

 

Con piacere mio,  questa e’ un’altra moneta rara che sicuramente arricchisce la collezione del sig. Gigetto13....perfetto.

 

 

    Vi saluto cordialmente,  a presto

 

     

                 R.M.Bordin

Buona serata

 

e grazie delle informazioni, che sono sempre piacevoli da leggere e ci arricchiscono culturamente.

 

saluti

luciano 


Inviato

Caro Rolando è con  vero piacere leggere le tue sempre squisite notizie sulla storia veneziana. :good:

Awards

Inviato

Grazie Rolando, lettura deliziosa, come sempre.. e piena di suggestioni interessanti.


Inviato

a me sembrano tre X, mentre quella a destra non la riconosco... dove l'hai tirata fuori?


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