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Minerva testa


Lucreziamaria

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COVID, LO SGUARDO CHE UCCIDE

 

Da oggi le menti geniali che governano il GTT (Gruppo Trasporti Torinesi, per intenderci i bus e i tram che circolano nell'emerita capitale sabauda) hanno deciso di introdurre il distanziamento verticale. Detto in soldoni, di vietare ai passeggeri mascherati (pardon, ai clienti) di guardarsi in faccia, se si trovano disgraziatamente uno di fronte all'altro. Bisognerà bearsi dello spettacolo offerto dalle vetrate e dai finestrini, per quanto sporchi e ricoperti di sputi e di starnuti. Guai a incrociare lo sguardo con una giovane pulzella bionda o con una pensionata salita ansimante dopo una corsa all'aperto, guai a scambiare due parole con un tifoso del Toro o con una madamina con pargolo petulante al seguito. Non ci si potrà neppure lamentare se i nuovi bus made in China sobbalzano per tutto il tragitto, che le carrozze Wells Fargo del vecchio West al confronto sembrano roba da ricchi. Forse i figli del Paese di Mezzo si sono dimenticati gli ammortizzatori, ma i capi GTT non salgono mai sui mezzi pubblici e i dipendenti, fiduciosi nel luminoso futuro dell'azienda, qualche giorno fa sono tornati a scioperare come ai bei tempi pre-Covid. Grazie ragazzi, avanti così!

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(da uno dei miei libri)

 

........E poi, come si dice nel Rigoletto…
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensiero.
Sempre un amabile,
leggiadro viso,
in pianto o in riso, è menzognero.
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensier.
È sempre misero
chi a lei s'affida,
chi le confida, mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
felice appieno
chi su quel seno non liba amore!
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensier.
“Virginia, mi viene in mente quanto accadde durante le prove del
Rigoletto, a Parma. Una mia prozia mi raccontò che i cantanti andavano in barca
sul Po, e il tenore rimodulava così l’aria del Rigoletto:
La donna è un mobile
di legno duro
bisogna batterla
come un tamburo…

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Considerato che quest'anno sono settanta anni dalla morte di Raffaele Viviani, uno stabiese dal grande cuore, i cui “10 Comandamenti” farei studiare a scuola, ma scrive nella lingua madre (in dialetto), quindi non mi pare il caso. Quanto a me lo voglio ricordare a chi non lo ricorda o non lo conosce con una curiosità numismatica, non nel senso che gli sia stata dedicata una moneta – ci mancherebbe – una moneta ad uno scugnizzo? Non credo, ma nel senso che Raffaele Viviani parla della “pezza”. Sul doppio significato di pezza (straccio/moneta), magistrale fu il gioco di parole costruito da Raffaele Viviani nel 1918, che, prendendo a spunto l’umile lavoro del sapunaro, ne trasse un’amara macchietta, tratta dalla commedia “Tuledo ’e notte”, dal titolo, appunto, ’O sapunariello. Il poeta, con la maestria che gli è riconosciuta, descrive uno spaccato della nostra società all’ indomani della prima grande guerra.

La pezza era anche una moneta di dodici carlini. E con pezza si indica genericamente una moneta. Infatti, tené ’a pezza,vuol dire essere un benestante, uno che possiede mezzi economici tali da poter vivere agiatamente. (io non tengo una pezza)

Fu fatta coniare dal granduca Ferdinando de’ Medici nel 1665 e portava al rovescio due piante di rosa con la curiosa leggenda Gratia obvia Ultio quaesita: “(La Casa Medicea) è facile a concedere il perdono (anche se la colpa commessa) meriti/richieda una punizione”,e si disse anche pezza della rosa o rosina.

Quanto alle donne verdiane preferisco le donne pucciniane, mi sono più congeniali Tosca e Mimì piuttosto che Violetta, alla Gilda donna verdiana preferisco Gilda Mignonette della “Siberiana”, la regina degli emigranti e alla Maddalena versiana preferisco La Bammenella cantata da Concetta Barra, che è uno babà.

 Buona serata e che 'a Maronna v'accumpagne

 

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ricordando Segio Zavoli

 

 

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Ricordando Sergio Zavoli, “il socialista di Dio” e  Padre Turoldo, la “coscienza inquieta della Chiesa”, mi viene spontanea questa riflessione:

Siamo tutti cristiani o pensiamo tutti in modo cristiano, anche i comunisti, gli atei, Marx, lo scienziato, il finanziere... perché delle due matrici culturali presenti nel DNA dell'Occidente,  quella greca e quella giudaico-cristiana, decisamente ha vinto quest'ultima perché ha detto all'Uomo: “tu non morirai”, ha donato all'uomo immortalità  speranza e la possibilità di dominare anche la Natura (Genesi: tu dominerai...) metabolizzando anche il dolore che può diventare addirittura un bene. 

La matrice greca è stata sopraffatta, essa assume la Natura come lo sfondo immutabile che nessun dio, nessun uomo fece, così definita da Eraclito, “non pensare, uomo meschino, che questo universo sia stato costruito per te, tu sarai giusto se ti aggiusti all'Universo” dice Platone. L' uomo parte del tutto, non dominatore. Per parlare dell'uomo usa soprattutto la parola “mortale” perché l'uomo è inserito in un ciclo naturale. Natura è quel paradigma immutabile eterno regolato dalla NECESSITA'. La visione del greco è tragica: la morte è morte, è necessità naturale, il dolore è dolore, è male.
“Dimmi Prometeo” chiede il coro “Oltre la tecnica quali cieche speranze hai promesso? 
“Ho promesso che non moriranno”

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GENOVA E SAN GIORGIO: UN NOME UNA SFIGA

 

 

Riporto qui sotto quanto scrive un quotidiano (libero.it) ricordando che il Banco di Genova e San Giorgio, nato nel 1987, a causa di una scriteriata politica di fidi, venne presto acquisito da Credito Agrario Bresciano che lo risanò, confluì infine nella BRE ma oggi esiste solo come gruppo di 60 filiali senza alcuna struttura di vertice autonoma.

Il vecchio Banco San Giorgio nacque invece a Genova nel XV secolo ma fu spogliato da Napoleone di tutta l'enorme quantità d'oro custodita nei suoi forzieri. Adesso veniamo a una storia di oggi...

 

Una buca nell'asfalto. A ventiquattr' ore esatte dalla cerimonia di inaugurazione col primo passaggio del viadotto fatto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il nuovo ponte San Giorgio di Genova, l'ex Morandi, è già da rattoppare. C'è da non crederci, ma purtroppo è quanto accaduto ieri pomeriggio. A pochi minuti dalla riapertura al pubblico - molti quelli che si erano messi in coda per prendere parte all'evento - sono cominciati i primi guai per il nuovo ponte, l'infrastruttura "modello" considerata il simbolo dell'Italia che si rimetteva in piedi dopo la tragedia del 14 agosto 2018 in cui - all'improvviso - il viadotto del Polcevera crollò su se stesso portandosi dietro ben 43 persone.

 

Stando alle prime informazioni, l'avvallamento del manto stradale del nuovo ponte progettato dall'archistar genovese Renzo Piano, sarebbe stato causato dal peso di una delle strutture allestite per la cerimonia di inaugurazione. Ci sarebbe da ridere, ma pensare che da qui alle prossime ore - dopo aver riparato la buca e atteso il tempo affinché l'asfalto si asciughi - sul viadotto transiteranno quotidianamente centinaia di Tir che, di certo, pesano qualche tonnellata in più di una struttura provvisoria poggiata sul ponte per qualche ora, mette i brividi e fa pensare a quanto possa essere sicura la nuova infrastruttura.

 

Realizzata sì in tempi da record, ma forse a ben vedere soltanto in fretta e furia. E senza nemmeno troppi controlli. Basta ricordare la polemica di qualche settimana fa quando si è scoperto che il nuovo viadotto si sarebbe dovuto attraversare a una velocità ridotta rispetto a quella in cui si viaggiava sul ponte Morandi. Passando dai 90 ai 70 km l'ora. E questo perchè, per ridurre i tempi di consegna dell'opera, si è scelto e preferito non modificare una curva del precedente viadotto.

 

E nonostante gli addetti ai lavori fossero a conoscenza della situazione fin dall'inizio, la notizia è stata divulgata soltanto a pochi giorni dalle prove di collaudo. Insomma, a lavori più che ultimati. Una figuraccia che si somma a quest' ultima figuraccia e che è, inevitabile, varcherà i confini nazionali. Mettendoci ancora una volta alla berlina di fronte all'Europa e al mondo. Lo sberleffo finale è stata l'ispezione finale a pochi attimi dalla riapertura da cui è appunto emersa la necessità di una rifinitura della pavimentazione. Una buca da rattoppare. Lavori curati dalla struttura commissariale che sono stati ultimati dai tecnici della società PerGenova.

 

 

 

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  • 5 settimane dopo...
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"non esiste donna brutta, esiste poca vodka".

 

(proverbio polacco)

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Cassio:"La colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle,
ma di noi stessi, che siamo degli schiavi..."
Shakespeare: atto 1, scena 2 ,Giulio Cesare

 

'E' giusto che i vili sian governati dai malvagi'
Plotino

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  • 2 settimane dopo...
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Ciò che vedi da ubriaco in una donna, lo vedi da sobrio in Greta Garbo  (Anonimo)

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ESTERINELLA

 

Hai raccolto i pensieri, Esterinella

e li hai gettati al vento

che sperda quella cenere di vita

e bianca e grigia e rossa e la smarrita

e l'amaro e lo zucchero e il silenzio

e i mirtilli e i lamponi di settembre

e ghiaccio e neve e voglia di tenèbre.

 

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  • 2 settimane dopo...
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https://video.corriere.it/esteri/vicino-oriente/

nagorno_karabakh-50-luma-2013.jpg

Modificato da 1412luigi
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Salvaria

 

 

 

Ti ho incontrato una sera al Biberon

e versavi una bottiglietta d'acqua

dentro la coppa con il rum al miele

perché è troppa la vita

troppo forte da bere

troppe le vampe e il riso del piacere

troppa la vita

troppo forti i sogni

solo intatta la curva del tuo seno

come tempesta morta

affogata nel vuoto del sereno.

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RITANNA

 

 

 

Potevi morir giovane...

andartene negli anni delle rose

e i ciclamini e i gigli e le mimose

e invece son decrepiti anche gli anni

e le mani e le rughe...

solo l'anima ha il cuore di fanciullo

vergine e non timbrata dall'annullo

delle Poste italiane...

e ti guardo dormire sul divano

fra due gatti e un cuscino e negro il piano

e Blondie si strofina sul tuo viso

e ronfa e aspetta un cenno di sorriso

sperduto, quasi smorto,

come speme sepolta giù, nell'orto.

 

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RICORDO PERFETTAMENTE

 

Tutto questo gran parlare di app INFAMI e di Germania Est mi ha riportato alla mente una mia visita a Berlino Est, di cui in passato ho già parlato.

Avevo vent'anni. Mi proposero un viaggio gratuito con altri giovincelli e giovincelle come me prima nell'opulenta Germania Ovest e poi nella miserrima capitale della Germania di Pankow.

Era un viaggio 'politico' che doveva dimostrarci la superiorità dell'Ovest, la ricchezza e il benessere che solo il capitalismo liberale poteva offrire.

Due mondi a confronto, come il fuoco greco contro una bomba all'uranio impoverito, come il pane nero contro l'aragosta. Compiangevo gli occhi dei berlinesi dell'Est che ci guardavano come si guarda la Bugatti di Ronaldo, un misto di ammirazione e di invidia. Ma ero giovane e sognavo, credevo, ero sicuro che avrei conquistato il mondo. E la ragazza più bella, quella biondina con gli occhi tristi che mi sorrideva. Mi manca Berlino Est, forse mi mancano solo i miei vent'anni. Che giorni erano quelli? I giorni hanno il solo sapore che l'anima vi stampa. Sento ora il sapore che voglio. E' aroma di trifoglio secco, sul prato dell'infanzia.

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dove sei gita, @Lucreziamaria? Fiumi di poesie e di prosa e tu non senti il profumo di tanta pallida luce? Che me dici, @Hirpini?

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@1412luigi che ti dico, ti dico che solo pochi giorni fa è mancata Maria Rosaria, la mia più grande amica. Con lei condividevo le mie passioni, e le sue. Non era numismatica e di monete tranne la storia che i nostri tondelli romani portano con sé, non capiva nulla. Però a volte le parlavo delle nostre discussioni e lei mi ascoltava. Un giorno mi lasciò sbalordito quando inaspettatamente mi chiese:

-Hai sentito ancora @Massenzio?

Un altro giorno mi chiese dei miei cardellini, quelli che frequentano il mio  balcone per becchettare i semini di una pianta che gli piace tanto. Mi venne da scrivere e subito le risposi in qualche rigo cui diedi anche un titolo, "Un orticello di zucche" (ma lei davvero aveva piantato nel piccolo giardino delle zucche gialle e ne andava orgogliosa.)

Questi sono i miei cardellini:

02.jpg.0d0adce9e96e7cd99339d4126198d176.jpg

01.jpg.da5ab8c6e70fde8edecbd3438d9b0912.jpg

 

Dunque aveva chiesto dei miei cardellini e questo è quanto le scrissi (scrissi perché certe cose è più bello leggerle che ascoltarle), i pochi righi che le dedico un'altra volta:

03.thumb.jpg.935427059968d8db46d87e59dc3211df.jpg

Modificato da Hirpini
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Questa è per @Hirpini

MARIA ROSARIA

 

Maria Rosaria vola

fra lacrime e le zucche e i cardellini

e abbraccia due bambini

piccoli ancora senza mascherina

e sogna e canta e aspetta

che s'addormenti il giorno

e la notte la baci...

ora s'acquatta dietro un vecchio marmo

ma cosa c'è? Cos'è? Dai, sai, mi sembra

sembra proprio

la farina dei cieli

che la accarezza lieve...

ha il gusto

antico e dolce della prima neve.

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Credo che sia la prima volta che scrivo qui.

In questi giorni non lavoro, ma, come d'abitudine, oggi mi sono svegliato prestissimo. Ho acceso la TV e ho trovato una trasmissione che parlava di Eugenio Montale. Tra le varie poesie, e' stata letta questa. Sicuramente la conoscerete. E' stata scritta per la morte della moglie. E' molto toccante. Credo che pochi siano riusciti a descrivere in poche righe contemporaneamente e così bene la grandezza dell'amore e la solitudine della morte.

Eccola:

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Ciao da Stilicho

Modificato da Stilicho
oggi
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Aspettavo Godot, cari compagni del Convivio lunare.

Ho aspettato Godot tutta la vita

sotto l' alberello striminzito

d' una cultura troppo arrugginita.

Era il nostro parlare ermafrodito

la nostra decenza ambigua e oscura

avvilita in una lingua impoverita.

Torno da un iter strano sulla luna

dove vidi cose mai viste prima

m'accompagnava Orfeo sulla luna.

Se grato trovate il mio parlare,

tornerò il vostro udito ad annoiare.

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Mio zio faceva parte della Curia Romana. Prelati lenti di spada ma ratti al pugnale.

Così lo conforta il cardinal Siri

Caro ....., grazie della sua lettera, auguri sinceri.
La vedrei volentieri.
Resista e per resistere non si “accorga” di niente.
Qui diciamo: fare lo scemo per vivere da furbo. Lei capisce.
E poi guardando più su tutto si accomoda.
Abbia ogni benedizione del Signore”

 

 

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la mia Africa....(appunti di viaggio 2010)

I miei dieci giorni in Sudafrica sono stati un sogno realizzato, un safari
fotografico nella natura, a contatto con animali liberi di scorrazzare in un
parco sterminato.
Ho fotografato e filmato leoni e giraffe, elefanti e rinoceronti, gazzelle…e
tanti altri abitanti di quella natura selvaggia.
Il turismo non appariva invasivo e la popolazione era gentile e conscia
dell’importanza del continuo flusso di visitatori che porta la preziosa
valuta estera.
Ho conosciuto sia le belle case dei bianchi sia le più modeste - ma
decorose e ordinate - abitazioni dei neri.
Il Sudafrica è, o meglio, era un esempio di convivenza tra la maggioranza
di colore e una minoranza bianca che aveva saputo adattarsi alle
circostanze.
Il Paese è relativamente ricco ma deve far fronte a costanti flussi migratori
dagli Stati vicini.
Nonostante gli inviti alla prudenza, ricordo che con mia moglie ho
raggiunto di sera e a piedi il Waterfront di Cape Town senza problemi.
Abbiamo attraversato Johannesburg, che tutti definiscono molto pericolosa
(molto peggio dell’ecuadoriana Guayaquil, per intenderci).
Sicuramente quello della sicurezza è un problema globale e la polizia
sudafricana, apparentemente efficiente e severa, cerca di fare del suo
meglio per arginare la violenza e le rapine.
La mia personale impressione è che in quegli anni il Paese rappresentava
un esempio di convivenza civile cementata da grandi risorse naturali e da
una forte capacità di integrare al meglio delle culture presenti laggiù.
Resta il fatto che la democrazia è un sistema che è stato imposto a
popolazioni abituate ad altre forme di governo, a gerarchie tribali in cui i
rapporti di forza sono sempre stati governati da filtri ben diversi da quelli
consolidati in Europa o in America.
Ma il relativo benessere economico (benessere rispetto all’estrema povertà
dell’Africa, intendo) di cui godono i sudafricani di ogni etnia e colore
potrebbe venir meno se prevarrà la caccia al bianco, l’esproprio senza
indennizzo delle terre coltivate dai contadini boeri.
La situazione sta peggiorando di giorno in giorno. Molti coloni sono stati
uccisi o privati di qualsiasi mezzo di sostentamento.
L’Australia, gli USA e la Russia stanno offrendo terre ai perseguitati,
consci che gli afrikaner saprebbero trarre sangue persino dalle rape.

 

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MEFISTA

 

Non ti ho visto parlare

non ti ho visto pensare

non ti ho visto neppure

sbattere sul balcone

la polve dei ricordi

mangiare gli spaghetti giù in cucina

e bagnare d'assenzio

le serrande abbassate

sepolte e incatenate...

ah, quei tempi di luce

di donne e di Parigi!

Voci di camerieri e di turisti

come pietre selvagge e consumate...

e tu, Mefista, mi ritorni in mente

con le tue risa e il fuoco dei tuoi fianchi

e la neve a coprire

la tua anima cruda

e le mani e le dita

e la mia vita nuda.

 

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