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IGNORED

LA MONETA RACCONTA...


Risposte migliori

Inviato

Complimenti, gran bella storia e narrazione, qui poi oltre alle monete arriviamo anche alle aggregazioni numismatiche, fai bene a tenere vivo su questo forum questo ambito di racconti e storie numismatiche, ci vuole oggi più che mai ...

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Inviato
2 ore fa, dabbene dice:

Complimenti, gran bella storia e narrazione, qui poi oltre alle monete arriviamo anche alle aggregazioni numismatiche, fai bene a tenere vivo su questo forum questo ambito di racconti e storie numismatiche, ci vuole oggi più che mai ...

Concordo in toto con te, hai pronunciato una parola magica “aggregazione”, la numismatica deve essere passione, aggregazione, deve essere attrattiva per i giovani e non divisiva...

Tu @dabbene sei un grande divulgatore, ti rinnovo i  miei complimenti per tutto quello che fai per la numismatica, grazie.

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Inviato

Ciao @dabbenee @Sirlad, sono pienamente d'accordo con Voi. Stiamo vivendo un momento terribile, eppure sembra di assistere all'Orchestra del Titanic che continuò a suonare fino a quando la nave si inabissò. E' un pò triste assistere a quello che considero un'avvilimento della moneta. Non voglio sempre dire le stesse cose, ma ormai la Numismatica ha preso una brutta piega: i nostri amati tondelli se non sono in FDC e se non hanno un potenziale valore, sono poco considerati. Eppure la "passione per le monete" ( come si diceva una volta), dovrebbe appunto essere passione, studio, amore per la storia e soprattutto ricordi. Rispetto tutte le idee, ma se non si ha ben presente questo, tanto vale comperarsi un Rolex e sfoggiarlo alla Prima de La Scala. 

Ciao Beppe, 

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Inviato

La passione e’ indubbiamente il motore e le passioni vanno anche giustamente raccontate come sta facendo molto bene   @giuseppe ballauri, ma e’ anche bello condividerle nelle aggregazioni e non essere collezionisti solitari.

A proposito di aggregazioni l’editoriale del prossimo Gazzettino che ho già preparato avrà come titolo “ Aggregazioni numismatiche” riferite al momento difficile in cui viviamo e alla doppia modalità  virtuale e quella reale.

  • Grazie 1

Inviato
Il 16/9/2020 alle 23:20, dabbene dice:

collezionisti solitari.

Presente.

 

Il 16/9/2020 alle 14:26, giuseppe ballauri dice:

ma ormai la Numismatica ha preso una brutta piega: i nostri amati tondelli se non sono in FDC e se non hanno un potenziale valore, sono poco considerati.

Senza contare la battaglia contro il contante che a me sembra stia diventando più simile a una caccia alle streghe.


  • 1 mese dopo...
  • 3 settimane dopo...
Inviato

Buonasera a tutti, è sempre un piacere rileggere i post di questa bellissima discussione e di cui ringrazio @giuseppe ballauri per averla creata.

Ne approfitto per riportare il racconto di una mia monetina, moneta che è da tanti anni che accompagna il mio percorso Numismatico, con vera pazienza direi, perché la tengo sempre in movimento da una casella all'altra e da un vassoio all'altro, è quasi l'unica moneta estera che ho in vassoio tra le Napoletane, devo dire che si trova a suo agio, da gran signora con tutti i suoi 123 anni. ? 

Poco fa la guardavo, le parlavo addirittura, mi chiedevo e le ho chiesto, ma Lei Gentilissima Madam quale è la sua storia, cosa ha visto, cosa ricorda, cosa le piacerebbe raccontarmi? Mi ha fatto cenno di avvicinarla al mio orecchio, e quasi bisbigliando mi ha detto di chiamarsi Cerere e  che al momento mi avrebbe raccontato un fatto di quando era bambina quasi in fasce. ? 

Ha aggiunto, è il racconto di un avvenimento triste ma che va ricordato. 

'' Il Bazar de la Charité'' 

Il Bazar de la Charité fu un evento di beneficenza, organizzato dall'aristocrazia cattolica francese a Parigi e creato da Harry Blount nel 1885. È conosciuto soprattutto per l'incendio del 1897, nel quale persero la vita 126 persone, di cui ben 118 donne; molte appartenevano all'aristocrazia e tra di esse la più famosa fu Sua Altezza Reale, la duchessa di Alençon, nata Sofia Carlotta di Baviera, sorella della celebre Sissi, imperatrice d'Austria e regina d'Ungheria.
 

Il Bazar de la Charité si svolgeva ogni anno in luoghi diversi grazie a un consorzio di organizzazioni di beneficenza che condividevano l'affitto e le tasse, riducendo così i costi e favorendo l'afflusso di potenziali acquirenti.
Nel 1897 il Bazar si tenne in un grande capannone di legno, di 80 metri per 13, a rue Jean-Goujon 17, nell'ottavo arrondissement di Parigi. All'interno di questo capannone fu costruita una strada in stile medievale con legno, cartone, stoffa e cartapesta. Le uscite non vennero adeguatamente contrassegnate. Questi fatti contribuirono notevolmente al disastro. Una delle attrazioni di questo Bazar era una stanza dove si potevano ammirare le immagini in movimento proiettate con la tecnologia messa a punto dai fratelli Lumière.

Il pomeriggio del 4 maggio, il secondo dei previsti quattro giorni di bazar, le attrezzature del proiezionista (che utilizzava un sistema a base di etere e di ossigeno anziché di energia elettrica) presero fuoco. Il conseguente incendio e il panico della folla causarono la morte di 126 persone. Oltre 200 persone rimasero ferite. Il disastro ebbe risonanza a livello nazionale e internazionale.

Alcuni dei visitatori, in fuga attraverso il cortile, furono salvati dalla cuoca e dalla direttrice dell'Hotel du Palais, M. Gauméry e Madame Roche-Sautier rispettivamente, che li aiutarono a sfuggire al fuoco attraverso le finestre della cucina del palazzo adiacente. L'identificazione dei resti carbonizzati mediante metodi dentali costituisce una pietra miliare nella storia dell'odontoiatria forense.

Dopo la terribile catastrofe del Bazar de la Charitè furono tenute orazioni funebri e discorsi da parte di Frate Marie-Joseph Ollivier (1835-1910), domenicano, predicatore, storico e biografo. Dopo i suoi discorsi a Notre Dame del 1897, egli dovette dimettersi poiché i suoi discorsi furono interpretati come une attacco contro il governo di allora. Ollivier si ritirò in Belgio. 

Saluti e al prossimo racconto 

Alberto 

 

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Inviato

Buonasera! Bellissima storia come sempre!! Saluti! 

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  • 6 mesi dopo...
Supporter
Inviato

Il mio contributo a "La moneta racconta" e' una discussione che ho aperto poco tempo fa nella sezione "romane imperiali" e si intitola OLD-FASHIONED LOVER SALONINA.

Spero vi piaccia.

Buona serata da Stilicho

Old-fashioned lover Salonina - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo

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  • 10 mesi dopo...
Inviato

Bel Racconto Alberto @Litra68, soprattutto scritto con passione. Mi fa molto piacere che sia stata ripresa questa Discussione. Stiamo passando un periodo terribile e molti di noi hanno perso la voglia di sognare e di andare dietro le proprie fantasie. Bisogna cercare di invertire la tendenza, assecondare la nostra passione x le monete che di cose ne hanno viste e vissute. Quando le abbiamo in mano le risvegliamo dal loro sonno centenario e hanno voglia di raccontare, basta saperle ascoltare. 

Ciao a Tutti ed ancora grazie Alberto. 

  • Grazie 1

Inviato (modificato)
Il 19/5/2022 alle 12:21, giuseppe ballauri dice:

Stiamo passando un periodo terribile e molti di noi hanno perso la voglia di sognare e di andare dietro le proprie fantasie.

Credo esista un nesso importante fra le due cose, anche se nel mio caso mi sto accorgendo con una certa sorpresa che avviene più spesso il contrario: alcuni periodi terribili mi fanno da stimolo invece che da freno. Questo perchè possono portare a sconvolgimenti di schemi consolidati che almeno a me non piacevano per niente, al risveglio delle coscienze e alla reazione a problemi che si erano incancreniti nel quieto vivere della normalità... una "normalità" in cui mi accorgo sempre più spesso di non trovarmi a mio agio.

 

Modificato da ART
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Inviato

La fantasia applicata alla nostra passione è un qualcosa di stupendo :)
Bisogna sempre essere così, quindi attendiamo nuove storie!


Inviato

Complimenti Alberto @Litra68, per questo bel racconto e questo "frammento" di Storia che non conoscevo ed è particolarmente attuale. 

Una amara constatazione: la Storia evidentemente non insegna niente al genere Umano e gli errori e le atrocità continuano a ripetersi incessantemente. 

Buona Giornata a Tutti 

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Inviato
14 ore fa, Litra68 dice:

. Il ritratto che ti immortala  sulla moneta è del 1792, cosa ti ricorda quell'anno in particolare?

Buongiorno Alberto,nell'anno 1792 morivano anche due delle figlie di Re Ferdinando, Maria Clotilde di Borbone nata il 18 febbraio 1786 e mancata il 10 settembre 1792,e poi Maria Enrichetta di Borbone,nata il 31 luglio 1787 e mancata 10 giorni dopo sua sorella Maria Clotilde,il 20 settembre 1792...

Non ho trovato notizie su Maria Clotilde,mentre su Maria Enrichetta ho trovato questo link...

https://it.frwiki.wiki/wiki/Marie-Henriette_de_Bourbon

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  • 2 settimane dopo...
Inviato
Il 15/11/2019 alle 15:50, giuseppe ballauri dice:

Cari Amici del Forum, in queste giornate uggiose, sto mettendo un po' di ordine alle mie monete ed affiorano i ricordi del passato. La moneta che posterò è modesta, non è un FDC, ma ha una storia, come la maggior parte di quelle che abbiamo in collezione e quando le riprendiamo in mano, si risvegliano, prendono vita e ti raccontano qualcosa. E questa ha una storia “simpatica”... il titolo potrebbe essere “ Ciccì e la Moneta Scomparsa”.

Premessa: Ciccì era il Barbiere Siciliano appassionato di monete, grande amico di mio padre, fonte inesauribile di aneddoti, che ho già ricordato ( vedi il post # 10 “L. 5 1911 La Cenerentola degli Scudi ?” ).

Ciccì il Barbiere arrivò alla Stazione una Domenica di Agosto, di ritorno dalle Ferie passate dai parenti in Sicilia. Giorno con caldo infernale, di quelli che l'aria sembra liquida, l'asfalto un mare di pece e nessuno che si azzarda a scendere in strada. Poveraccio, aveva viaggiato tre giorni su un treno “Accellerato” che fermava anche in piena campagna, perchè allora, anche le più piccole Frazioni avevano la Stazione. Eppure, era come sempre impeccabile: giacca e cravatta, capelli impomatati, baffetti “da sparviero” ed un sentore di Colonia che si era ormai impregnato sulla pelle. Mio padre era andato a prenderlo alla Stazione con uno scooter “Iso Moto”, residuato post bellico, lontano parente della Vespa, che quando doveva affrontare una salita, ansimava come una vecchia asmatica. Ciccì già dal predellino del treno si sbracciava: “ Cesco !( così tutti chiamavano mio padre ) Grandi acquisti e... una “ monetazza” pee tte... che ti piacerà !!” . Portato a casa, Ciccì disse: “ Adesso metto a posto le monete “bedde, bedde”, ma veramente “ 'nu bigiù” e domani vieni a prendere “ 'a monetazza!”. Con la curiosità del collezionista, mio padre “Cesco”, il mattino dopo si precipitò nel negozio e Ciccì, lasciando qualche barba e tagli dei capelli a metà, lo portò al piano sopra dove abitava, a vedere le monete. I suoi monetieri erano gli armadi dove teneva gli asciugamani per il negozio, la sua biancheria e i suoi vestiti, in ordine casuale e sparso, ma incredibilmente preciso ( per lui ! ). Però la “monetazza” per mio padre era incredibilmente sparita! Dopo aver aperto e svuotato tutti i cassetti, non si trovava. Affranto, si accasciò sul letto quasi piangente: “ E' colpa della Netina ( la donna delle pulizie ). Stamattina, l'ha vista, mi ha guardato storto e mi ha detto che è una cosa indecente.. con tutti quei cosi lì...fuori ed in bella vista! ! Chissà dove è finita! “

Il giorno dopo Ciccì, entrò ringalluzzito ne nostro negozio ( i miei avevano una Tabaccheria ? “ Cesco !! Guarda! “. Il malloppo che portava era inequivocabile: un paio di mutande di lana, di quelle con lo “sportello” ben ripiegate, ma di un giallo intenso “ di lana vecchia” ,pulite ma che non ispiravano molto...mia mamma inorridita si ritirò velocemente nel retrobotega. Con tocco d'artista le dispiegò sul bancone e tirò fuori la moneta dallo “sportello delle mutande”. Era un 20 L. LITTORE DEL 1927.

: “ Cesco... nun la fa vedere a tuo figlio Beppino, che... è studioso, c'ha la faccia da Vescovo... quello diventa proprio un Vescovo! Assicurato! “

P.S: Non ho mai intrapreso la carriera ecclesiastica e non sono diventato Vescovo, la moneta però l'ho tenuta ed è quella che vedete in foto.

Mi piacerebbe sentire qualche storia da Voi, a prescindere dal valore e dalla conservazione della moneta, perchè, questo umile tondello di metallo, se lo tenete in mano, racconta...

 

Ciao Beppe

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Davvero piacevole leggere un così un bel racconto!

Complimenti per la scrittura!

magicoin

  • Grazie 1

Inviato

Ciao a Tutti e Grazie agli amici che hanno ripreso questa Discussione, Vi propongo un modesto racconto che giaceva nel cassetto da un pò di tempo, scusandomi per la lunghezza e sperando che qualcuno abbia voglia di leggerlo. Buona Giornata

Beppe

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Inviato

Il Tesoro dell'Abbazia

Una notte infernale di inizio Luglio. L'anno... e chi lo dimentica! Il 1990, quello dei Mondiali e delle “Notti magiche”, di Schillaci, dei caroselli di auto con il Tricolore . In quel periodo, avevamo il punto fisso di ritrovo: la Pizzeria-Bar del Centro, che alla sera esponeva nel dehor un grosso TV ed il proprietario, compaesano del Totò Goleador, offriva a tutti un giro di birra gratis se l'Italia vinceva, due giri se Totò segnava. Quella sera, con l'Argentina, ahimè, andò male e quindi dovemmo tirare fuori il portafoglio.

A tarda notte mi giravo ancora nel letto, sopraffatto dal caldo e dall'umidità. Il vecchio ventilatore ai piedi del letto sparava aria calda come un phon. Non ne potevo più di nuotare in questa specie di acquario e mi alzai sconsolato. Un bel calcione all'aggeggio inutilmente ronzante e decisi di provare a dormire sulla sdraio del balcone. Subito fui assalito da sciami di zanzare che sembrano degli Stukas in picchiata e precipitosamente ritornai nel letto senza il misero conforto del ventilatore che giaceva a pancia in su, scassato ed inservibile. Quando ormai l'impresa di prendere sonno sembrava una chimera, qualche refolo di vento mi fece assopire. Ma, poco dopo, uno scampanellio insistente mi destò dal dormiveglia. Smoccolando e chiamando a rapporto tutti i Santi del Paradiso, mi affacciai alla finestra. “ Dottò, Appuntato Gargiulo sono, mi scusasse per l'ora ma il Maresciallo La Paglia l'aspetta urgentemente in Caserma”. Sulla Fiat Campagnola, Gargiulo detto “Pennelò” sembrava ancora più alto e magro di quello che era e non mi guardava. “Che succede Gargiulo ?” Tirò su il mento, schioccò la lingua e aprì la mano a voler dire che erano ordini e lui non sapeva niente.

Il Maresciallo Vitaliano La Paglia ( soprannominato per la mole e la somiglianza, “Sergente Garcia” ) si presentò sul balcone della Stazione con un camicione bianco da notte che mi ricordò subito il mitico Demis Roussous. “Dottò guarda che bella” indicando un'auto che era un'obbrobrio: una rarissima ( perchè nessuno l'aveva mai comprata ) Alfasud Station Wagon color anice stipata all'inverosimile. Guardai Gargiulo che fu più espansivo, sussurrando: “Va in ferie... al Paese e...la macchina è in prestito, tutto il ben di Dio che è dentro invece...sono i soliti regali!”.

In quello che chiamava “studio”, Vitaliano si presentò in divisa sempre più gemente e con i bottoni che potevano diventare dei veri proiettili, considerando l'enorme pancia che premeva. “Peppe, domani si parte...” Alzò la mano destra, manco dovesse testimoniare in Tribunale e cominciò ad enumerare: “Iooo..., i miei figli Aureliano e Isabella e mia moglie Annunziata...tutti al Paese dopo tre anni!”. Mi alzai di scatto facendo cadere la sedia, probabile residuato bellico. “E tu mi svegli alle 7 di Domenica per dirmi che vai in ferie???!!!, ma vaffa...” Il Maresciallo si adombrò: “ Ohhhh... dottorino!!! se ti ho chiamato è per una questione importante assai! “ E da un cassetto tirò fuori una busta di plastica che lasciò cadere sulla scrivania. “ Peppe, tu che sei un esperto... almeno così dicono, devi aiutarmi a fare il Verbale, perchè qui sono tutte monete, questa è una refurtiva e... cosa scrivo al Capitano? Poi io domani parto e me ne impippo di queste cose, che sono pure sporche e puzzano di cane bagnato...anzi portale a casa e mi fai un resoconto”. “Caro Vitaliano, io non mi porto a casa niente se non mi dai qualche notizia...” Con un certo fastidio, allentando la cravatta che era diventata una specie di cappio sudaticcio, Vitaliano mi guardò male e con fare sbrigativo, visto che doveva procedere ad un giro d'ispezione ( in realtà era il solito giro tra le cascine per accapparrarsi qualche salume, qualche pollo e, vedi mai, anche qualcuno che badasse al proprio orto), mi spiegò.

Da qualche tempo nella valle aveva notato un movimento strano. Non erano i soliti giovani che si infrattavano con le morose in un posto solitario. Erano macchinoni con targhe strane, che arrivavano alla povera dimora di un certo Carlìn della Costa, uno che, quando gli girava giusta, poteva permettersi solo un chilo di pane alla settimana. I Carabinieri ispezionarono la baracca dell' “uomo dei boschi” e scovarono un tesoretto di monete nascosto dietro il caminetto.

Carlìn era nella guardiola, non parlava, masticava del tabacco e sputava, mirando quasi sempre agli stivali del Maresciallo. Era un uomo consumato da una vita di stenti. Orfano, era andato come servitore dai Marchesi F*** che erano proprietari di quasi tutte le terre produttive della zona. Il povero Carlìn sgobbava giorno e notte, mentre il coetaneo Eriberto ( detto Berto ) figlio unico dei Marchesi, era un nanerottolo obeso e rubizzo dedito solo agli ozi ed ai suoi stravizi. Tra i due era stato odio a prima vista e quando la Marchesa concesse a Carlìn un pezzo di terra lungo le rive del fiume, fu guerra continua. L'appezzamento corrispondeva a quella che era stata una grande Abbazia del 1100 della quale restavano solo le fondamenta. Carlìn si incaponì nel cercare di rendere produttivo quello che era considerato da tutti un terreno maledetto, nel quale non crescevano neanche le erbacce. Con un bue ed un vecchio aratro ammucchiò un enorme quantità di mattoni, pietre e ghiaia. Provò con le patate...niente. Con le rape...niente.

Sai Peppe quello è un terreno maledetto. Sull'Abbazia dei Cappuccini niente cresce! A proposito di Cappuccini, mi è venuto un po' di languorino... Gargiulo scendi al Bar e prendi 3 Cappuccini e 3 Brioches!” Il naso adunco dell'Appuntato abbozzò e partì.

Conoscevo la storia. “Sono Cistercensi Vitaliano! La prima Abbazia cistercense in Italia!!!” Mi lanciò uno sguardo di compatimento: “Vabbè Peppe, sempre Frati sono!”. Gustai Cappuccino e brioche, presi il malloppo e...via velocemente a casa.

Ero impaziente di vedere il tesoretto: versai il contenuto del sacchetto sul tavolo di cucina e presi tutti i manuali della mia biblioteca, dividendo le monete in vari mucchietti. La maggioranza erano “ramini” talmente consunti da risultare indecifrabili, poi un mucchietto di monete romane del basso impero, quindi qualche moneta di Asti, Savona e Genova. Registrai tutto fino a tarda notte, tanto era impossibile dormire con il caldo, le zanzare ed il Bar vicino a casa che continuava a proporre “Notti Magiche”.

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La mattina dopo, con la refurtiva ed il registro, mi recai dal Sergente Garcia.

Gargiulo era in piedi e, tra uno sbadiglio e l'altro, ciucciava avidamente una sigaretta MS. “ Com'è Gargiulo?” “ Dottò un disastro, mi sono rimesso a fumare per il nervoso!” Con il nasone acquilino mi fece un cenno che era tutto un programma. “ Il Marescià sta uscendo pazzo...niente ferie, sta gridando contro tutti, e qui abbiamo recuperato un ferito e ci stà pure un morto, ma quello è nel comune vicino...”

In sala d'attesa giaceva Carlìn della Costa, con il volto coperto di sangue ed un occhio pesto. Lo medicai alla meglio perchè lui era più selvatico del solito. Con gli occhi grifagni e le unghie che erano degli artigli mi allontanava ed emetteva dei versi come un lupo ferito. Il Maresciallo intanto aveva finito la telefonata riassunta nelle frasi ”Certo Capitano..sarà fatto Capitano...a completa disposizione Capitano!”.

Mi affacciai alla porta con discrezione, le arrabbiature del Maresciallo erano mitiche.

Peppe so' rovinato... a parte le ferie... saltate e ti raccomando mia moglie... tre anni che non vede la famiglia...” Quasi piangeva. “E poi il Marchese Berto si è buttato giù dalla finestra... e quel Carlìn che non parla neanche sotto tortura! Maledizione! E.... il Capitano che dice che devo trovare una connessione tra...”. Mi fece pena. Si alzò, chiuse la porta e sottovoce “E poi c'è questa”. Trafficò nel cassetto e tirò fuori una moneta d'oro. Era diventato paonazzo e sembrava sull'orlo di un infarto. “Maledetta 'sta Abbazia di San Teo..San Teo..coso! “ “San Teofrasto, Maresciallo, la più antica...” La manona sbattuta sul tavolo mi mozzò le parole dalla bocca e la povera moneta aurea rimbalzò e cadde a terra. La raccolsi, le diedi uno sguardo veloce prima che fosse recuperata rapidamente dal mio interlocutore. “Trattasi di reperto di reato e la metto sottochiave!”

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Dopo un po' si calmò e prese il verbale. “Questa notte è stato trovato poco lontano dalla casa nobiliare dei Marchesi F**, il qui presente** detto Carlìn della Costa, che presentava contusioni multiple su tutto il corpo ed una profonda ferita da taglio alla testa, presumibilmente dovuta a...” “ ...probabilmente dovuta ad un colpo di badile di taglio” “ Bravo dottò sembra così”. Lasciò il verbale sbattendolo sul tavolo. “Poi è saltata fuori dalla tasca la moneta d'oro e...non basta! Il cadavere del Marchese Berto, precipitato da una finestra e finito nel fiume. Omicidio? Suicidio? Me ne fotto, tanto è del Comune vicino! “.

Le indagini finirono presto: Colluttazione tra due persone, diciamo “strane” e successivo suicidio del Marchese Berto. Punto e stop. Chi aveva voglia di approfondire una questione che coinvolgeva due pazzi?

Passarono molti mesi e quando arrivò di nuovo l'estate, tutto era ormai dimenticato. Un giorno passai al Bar del Centro. Nel dehor si stagliava la sagoma inconfondibile di Gargiulo che ciucciava alternativamente un aperitivo e la MS fumante. Mi fece un cenno col capo e mi accomodai al tavolo. Per una volta percepivo che aveva voglia di parlare. In paese non si era ancora spenta l'eco del trasferimento o scomparsa repentina del Maresciallo La Paglia. “Gargiù come è la storia della scomparsa del Maresciallo?” Le guance ossute ripresero improvvisamente colore e aspirando il cocktail come fosse una sigaretta e ciucciando la MS come fosse un aperitivo. Cominciò a tossire: “Dottò, siamo stati Tutti infinocchiati”. Si guardo circospetto attorno e smozzicò una frase: “Nell'Abbazia c'era veramente un grande tesoro!!“ Un ultimo colpo di tosse e la voce sommessa si fece più limpida: “Quel fetentone, senza dire nulla, ogni giorno andava in perlustrazione e cominciava a frequentare Carlin, e...Maronna 'o Carmine, era sempre più nervoso, più misterioso! Poi, un bel giorno, arriva con un sorriso a 42 denti, si compera una Volvo grande come un panfilo e nella notte imbarca tutto, familiari e masserizie, e se ne va.” Ammiccai con un sorriso stentato. Per una persona che era quasi muto, sembrava un fiume in piena. “ ...invece l'altro fetentone, Carlin, avete visto Dottò che la sua baracca è diventata una villa, tutta cintata perchè dice che alleva i tacchini...tsè! mai visto un tacchino!!!”

Mi alzai gli diedi una pacca sulla spalla ossuta, “Così è la vita...”. Gargiulo aveva gli occhi persi nel vuoto e per il nervoso, aveva spento la MS nell'aperitivo e non gli restava più niente da ciucciare. Come sempre.

 

 

 

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  • 1 anno dopo...
Supporter
Inviato

E pensare che qualche trombone, che vede la realtà solo con il filtro dei soldi, mi definirebbe con tono definitivo, "NON COLLEZIONABILE".
 

 Mah!


Inviato
1 ora fa, Oppiano dice:

E pensare che qualche trombone, che vede la realtà solo con il filtro dei soldi, mi definirebbe con tono definitivo, "NON COLLEZIONABILE".
 

 Mah!

 

La mia Soli Reduci la pensa così... è lei che parla.

Qualcuno se l'è presa?

 


Supporter
Inviato

La rappresentazione iconografica di questa moneta allude al ritorno di Ferdinando IV di Borbone e della regina Maria Carolina a Napoli nel 1791, dopo il lungo soggiorno a Vienna per il matrimonio delle figlie Maria Teresa e Maria Luisa Amalia con gli arciduchi d'Austria Francesco e Ferdinando. I segni dello zodiaco, come si può notare nella fascia del rovescio, si riferiscono ai mesi immediatamente successivi la loro partenza, come se la popolazione, orfana dei sovrani, volesse contare i giorni mancanti al rientro dei reali a Napoli. L'idea di questa piastra si deve all'avvocato d'Urso, che propose la legenda SOLI REDUCI (Al sole che ritorna) insieme all'impronta del "sole che torna ridente dal Tropico e coi più vicini e ravvivanti suoi raggi ferisce la terra".

[Pandolfini]
 

L’esemplare non è collezionabile; si può trovare di meglio.


Supporter
Inviato

Una domanda per chi vuole rispondere:

Cos'è di preciso una moneta 'non collezionabile' ?

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