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Inviato (modificato)

Appassionati del Regno di Sardegna, buongiorno.

Ho trovato in mucchietto di una cinquantina di Marenghi "collo lungo" in vendita a peso per la bassa conservazione questo "errore di conio" la cui rarità spazia da un R5 (Montenegro 2015), a R4 (Attardi 2008), a R2 (Gigante 2016) fermandomi al Catalogo de La Moneta che ne segnala solo due passaggi in asta. Montenegro sospetta, però, che sia un artefatto dato che, a suo dire, "la mancanza della F sotto il collo, lascia pensare ad un'abile cancellazione della sigla, perché non si comprende per quale motivo fino a pochi anni or sono non apparivano,,, e oggi appaiono in tutte le aste."

Non ho modo di confutare che l'esemplare in oggetto "compaia in tutte le aste", anche se mi sembra un'affermazione eccessiva non condivisa né da Attardi, né da Gigante (fino a quando prendeva in considerazione questi errori). A me sembra semplicemente un riempimento del conio (un po' come è capitato per il 20 Lire 1970 la cui R è diventata P) anche perché, sempre in quel benedetto lotto di Marenghi ho avuto modo di visionare un Marengo 1852 G, dove la F era quasi del tutto scomparsa, ma ancora individuabile (quest'ultimo "errore" è dato R5 dall'Attardi e R2 dal Gigante).

Mi piacerebbe avere un Vostro parere in merito e, se possibile, condividere un altro esemplare con questo "errore".

Grazie a tutti coloro che vorranno intervenire..

758704207_20Lire1851Gs.F.thumb.jpg.65ff990b224660548428eca1893d9d21.jpg

Modificato da El Chupacabra

Inviato

Per me rimane una curiosità, un riempimento del conio come dici, parlare di variante mi sembra fuori luogo.

buona serata,

N.


Inviato
2 ore fa, niko dice:

parlare di variante mi sembra fuori luogo

Qui nessuno ha parlato di variante - come più volte detto - si tratta di un "errore di conio" (scarterei a priori l'artefatto). Curiosità? Anche... La mia, però, è curiosità di sapere quante di queste monete sono tutt'ora conosciute fra i Lamonetiani; quelle assolutamente senza la F e non con residui più o meno visibili (come, appunto, il 20 Lire 1970 con la P senza accenno di gambetta residuo della R) per capire - se possibile - quale grado di rarità sia più attendibile.

Ho trovato anche un paio di discussioni precedenti:

 


Inviato (modificato)
18 minuti fa, El Chupacabra dice:

Qui nessuno ha parlato di variante - come più volte detto - si tratta di un "errore di conio" (scarterei a priori l'artefatto). Curiosità? Anche... La mia, però, è curiosità di sapere quante di queste monete sono tutt'ora conosciute fra i Lamonetiani; quelle assolutamente senza la F e non con residui più o meno visibili (come, appunto, il 20 Lire 1970 con la P senza accenno di gambetta residuo della R) per capire - se possibile - quale grado di rarità sia più attendibile.

Ho trovato anche un paio di discussioni precedenti:

 

Pardon Mint, utilizzavo una parola abusata che nel corso degli anni è stata utilizzata per definire questa “curiosità”. Scarterei però anche la definizione di “errore di conio”: qui si tratta proprio di usura pura e semplice del conio, non è un errore in fase di preparazione, non è un errore in fase di coniazione propriamente detta.


Un censimento degli esemplari? Si potrebbe fare, difficile parlare di rarità però, almeno per me.

 

N.

Modificato da niko

Inviato (modificato)

Si parla di rarità in senso "relativo". Se gli esemplari sono pochi la rarità è elevata, se sono tanti la rarità è sinonimo di "comune". Quindi tu parli, comunque, di rarità per esprimere il concetto di frequenza dal quale non puoi esimerti. Resti fra noi, ma io qui sono "El Chupacabra": in altri lidi puoi nomarmi "Mint" (zecca in inglese) senza che io me ne dispiaccia.

Modificato da El Chupacabra

Inviato (modificato)
10 minuti fa, El Chupacabra dice:

Si parla di rarità in senso "relativo". Se gli esemplari sono pochi la rarità è elevata, se sono tanti la rarità è sinonimo di "comune". Quindi tu parli, comunque, di rarità per esprimere il concetto di frequenza dal quale non puoi esimerti. Resti fra noi, ma io qui sono "El Chupacabra": in altri lidi puoi nomarmi "Mint" (zecca in inglese) senza che io me ne dispiaccia.

Caro Signor Zecca,

A mio parere sarebbe più interessante e utile capire quando il conio del D/ ha dato segni di cedimento sul particolare della F, dopo quanti pezzi, e quanti ancora ne siano stati coniati prima di un eventuale cambio. Se poi si vuole per forza di cose ricondurre ad un dato “collezionistico” per trascrivere una, due o tre R su un cartellino, chi sono io per impedirlo? Faccio un passo indietro e controllerò quei pochi esemplari a mia disposizione.

N.

Modificato da niko
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Inviato
23 minuti fa, niko dice:

Scarterei però anche la definizione di “errore di conio”

Attardi la definisce così ed io mi sono allineato. L'errore indica che è avvenuta una variazione nel conio non voluta.


Inviato
1 ora fa, Scudo1901 dice:

Interessante scambio di opinioni. Anche a mio modesto parere può definirsi error di conio da intendersi come variazione conseguente a un deterioramento del conio. Comunque mi pare più di una curiosità onestamente; quando raccoglievo i marenghi collo lungo in un altro secolo ? io avevo considerato - probabilmente sbagliando - completata la serie anche senza questa varietà ma è indubbio invece che abbia un certo mercato. 

Quindi definiamo errore di conio anche tutte le rotture e i graffi? Non sono d’accordo su “variazione = deterioramento”, ma tant’è, si può avere un’opinione diversa....

Riguardo all’interesse e al mercato, c’è chi raccoglie tappi di bottiglia, figurine, gettoni o carte telefoniche... e chi più ne ha più ne metta. 

N.

  • Grazie 1

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