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IGNORED

La statuetta miracolosa di Dante...


Risposte migliori

Inviato

...continua a piangere! Questa volta perché ha sentito ( e si sente sempre più spesso) a me convince, a me colpisce...

Mi ha detto, tra le lacrime: "ma non conoscono la differenza tra verbi transitivi e intransitivi?" Gli ho detto di calmarsi, che è una moda, che molti seguono pedissequamente le mode, anche se inducono in errore, che passerà, si spera. Tristemente mi ha risposto con un suo verso: "Uomini siate e non pecore matte". (Par. V, 80)

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Inviato

Condivido le lacrime del Poeta, ci mancherebbe!

D’altra parte, secondo gli addetti ai lavori, la frase a me convince può essere ritenuta accettabile trattandosi del cosiddetto accusativo preposizionale: il complemento oggetto che si riferisce a persona (in questo caso indicata dal pronome personale) e retto dalla preposizione a, con alcuni verbi in particolare (convincere, preoccupare, spaventare, divertire, consolare, invitare) è comune nell’italiano.

Nell’italiano più colloquiale può essere ammessa addirittura la frase con la ribattuta pronominale a me non mi convince…

Però non dirlo al Poeta, altrimenti ti inonda la casa di lacrime!

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Inviato
9 ore fa, apollonia dice:

Condivido le lacrime del Poeta, ci mancherebbe!

D’altra parte, secondo gli addetti ai lavori, la frase a me convince può essere ritenuta accettabile trattandosi del cosiddetto accusativo preposizionale: il complemento oggetto che si riferisce a persona (in questo caso indicata dal pronome personale) e retto dalla preposizione a, con alcuni verbi in particolare (convincere, preoccupare, spaventare, divertire, consolare, invitare) è comune nell’italiano.

Nell’italiano più colloquiale può essere ammessa addirittura la frase con la ribattuta pronominale a me non mi convince…

Però non dirlo al Poeta, altrimenti ti inonda la casa di lacrime!

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Non amo la polemica e mi perdoni Apollonia la puntualizzazione, ma una cosa è l'italiano, un'altra il napoletano (in cui l'accusativo proposizionale abbonda), o altre parlate e dialetti.
Cito il Treccani: "L’accusativo preposizionale (detto anche oggetto preposizionale) è il fenomeno, diffuso in diverse parlate italiane...", "L’accusativo preposizionale è caratteristico delle varietà meridionali italiane ma ricorre anche in area centrosettentrionale (Lazio, Toscana, Abruzzo, Umbria, Marche e in alcuni dialetti, ad es., triestino, genovese)".

Amo i dialetti e apprezzo chi li usa e li conserva, ma l'unico modo per conservarli è quello di evitare la contaminazione con la Lingua, rispettando così sia i primi che la seconda.

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Inviato

Anch’io non amo la polemica e mi perdoni okt la ‘contropuntualizzazione’, citando il Treccani: 

http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_1078.html

26 settembre 2016

Vorrei sapere se la frase "A me ha convinto" può essere ritenuta corretta. Grazie

Può essere ritenuta accettabile. Si tratta del cosiddetto accusativo preposizionale: il complemento oggetto che si riferisce a persona (in questo caso indicata dal pronome personale) e retto dalla preposizione a , con alcuni verbi in particolare (convincerepreoccuparespaventaredivertireconsolareinvitare) è comune nell'italiano, soprattutto quando l'oggetto sia collocato (tecnicamente: dislocato) a destra o sinistra: a noi preoccupa questa situazionea te non spaventa quello che ha detto?, ecc. Nell'italiano più colloquiale, è frequente la ribattuta pronominale (pronome tonico indiretto + pronome atono diretto): a me non mi convince questo ragionamentoa voi non vi diverte la scenetta? Quel pronome dislocato semanticamente è interpretabile come un complemento di limitazione (a me [mi] ha convinto = per quanto riguarda me, ha convinto).

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Inviato
8 ore fa, Archivio dice:

Ah sì tu sei quello dell'altra volta, con la statuetta di Dante.

Sì, sono quello. ?


Inviato
9 ore fa, apollonia dice:

Anch’io non amo la polemica e mi perdoni okt la ‘contropuntualizzazione’, citando il Treccani: 

http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_1078.html

Ciao Apollonia! Ho dovuto aspettare che Dante si svegliasse per sottoporgli l'opinione del sito Treccani; in questo periodo dorme fino a tardi ed è turbato da incubi anche perché guarda molto i social e i TG. Ha deciso allora di scrivere un aggiornamento del suo Inferno sostituendo i personaggi ormai obsoleti con altri più attuali. Dice che si dedicherà in particolare ai canti VIII (superbi), XII (tiranni), XIII (scialacquatori), XIII (usurai, ruffiani), XXI e XXII (barattieri, oggi corrotti?), XXIII (ipocriti), XXIV (ladri), XXVI e XXVII (consiglieri fraudolenti), XXVIII e XXIX (seminatori di discordie), XXX (falsari), XXXII e XXXIII (traditori della patria, del proprio partito e degli ospiti). E' tentato di intitolarlo @hell_1.1 ma spero di dissuaderlo. Comunque, tornando all'opinione del sito Treccani, dopo averla letta ha detto: "i barbari sono ormai dappertutto!" ???


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Inviato

Ciao okt! Condivido con l’aggiunta di una postilla alle tre faccine.

Nell’eventuale @hell_1.1 new edition il Poeta deve ritagliarsi un posticino anche per lui avendo usato l’accusativo preposizionale nella spiegazione di Virgilio sull’amore e il libero arbitrio del XVIII canto del Purgatorio:

da indi in là t’aspetta / pur a Beatrice, ch’è opra di fede (Dante, Purg. XVIII, 46-47).

E possibilmente anche un buco per il Boccaccio che ha scritto nella sua opera più celebre:

dove ella a me voglia per marito (Boccaccio, Dec. X, 10).

 

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Inviato

? gli emoticon sono piccoli, a scanso di equivoci sottolineo che è un pollice


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Inviato

Secondo voi si dice: Veronafil si tiene “due volte all’anno” o “due volte l’anno”?

Le due forme sono ritenute corrette ed equivalenti, non c’è dubbio, ma allora uno potrebbe anche dire che pranza al ristorante “due volte il mese” e prende un caffè “due volte il giorno”.

Personalmente non ho dubbi a seguire la regola per le unità di misura composte che prevede nell’uso linguistico la preposizione per come indicazione del prodotto (newton per metro = N.m) e la preposizione al per indicare il quoziente (newton al metro = N/m).

Il limite di velocità degli automezzi in città è 50 km/h, cioè cinquanta chilometri all’ora: qualcuno direbbe “cinquanta chilometri l’ora”?

La velocità di propagazione della luce nel vuoto è circa 300.000 km/s, cioè trecentomila chilometri al secondo: qualcuno direbbe “circa trecentomila chilometri il secondo”?

Mi piacerebbe sottoporre la questione al “test della statuetta” in casa okt.

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Inviato

L'ho interpellato: lui non consulta dizionari perché si ritiene superiore e anteriore ad essi (è un po' presuntuoso) però fa riferimento al latino, che ritiene sia molto chiaro e comprensibile tanto che usa il nome della lingua come sinonimo di facile, accessibile (sì che raffigurar m'è più latino) e dal momento che in latino si usa l'in (semel in anno licet insanire) dice di preferire la forma italiana che ha una preposizione (ancorché articolata).


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Inviato

Ma questa benedetta preposizione a, semplice o articolata, quando è obbligatoria, quando è preferibile e quando si può anche tralasciare dopo un avverbio?

In particolare, si dice:

DAVANTI O DAVANTI A?

DIETRO O DIETRO A?

SOPRA O SOPRA A?

SOTTO O SOTTO A?

RIGUARDO O RIGUARDO A?

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  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)

qual'è e attenzionare
..molto recenti, e molto vicine a noi :)... e Dante piange ancora!

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Modificato da okt

Inviato

Piange di nuovo! Ieri ha sentito in TV un esimio primario dire testualmente: "...seguito dall'astenia, cioè mancanza di appetito."

mala tempora currunt.. vi fidereste?

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Inviato
1 ora fa, okt dice:

Piange di nuovo! Ieri ha sentito in TV un esimio primario dire testualmente: "...seguito dall'astenia, cioè mancanza di appetito."

mala tempora currunt.. vi fidereste?

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Astenia e anoressia per lui pari son!

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Inviato

...questa volta ha pianto (ma era anche un po' arrabbiato) perché sente dire alla radio e in TV  "il governatore della regione xx" e "il capo del governo". Pur essendo monarchico in quanto strenuo sostenitore dell'Impero universale, si è studiato a fondo la Costituzione della Repubblica italiana perché l'Italia è sempre nel suo cuore, fin da quando scriveva "ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello..." e quindi afferma che il termine governatore, che è in uso in paesi al di là delle colonne d'Ercole (meglio sarebbe stato non oltrepassarle, dice, facendo tesoro dell'esperienza di Ulisse!) è improprio e che il termine giusto è presidente della giunta regionale; quanto a capo del governo, la definizione fu usata in un periodo terminato nel 1945 e sostiene che vada invece usata la forma presidente del consiglio dei ministri. Il termine presidente - dice - fa capire che le decisioni non vengono prese da una singola persona ma da un'assemblea, che quella persona si limita (e deve limitarsi) a presiedere .

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Inviato

Non so se Dante collezionasse monete come il suo amico Francesco Petrarca, ma penso che la statuetta verserebbe calde lacrime se sentisse questa frase che fa riferimento ad alcune prove di monete del Regno d’Italia in un testo di numismatica.

Vi sono discordanze fra i pesi delle due prove, il Lanfranco riporta gr. 16,13, il Pagani P. P. gr. 16,129 e il Simonetti gr. 16,129.

Come dire che non c’è concordanza di peso di tre oggetti monetiformi che pesano rispettivamente 16,13 g, 16,129 g e 16,129 g.

Due esemplari hanno esattamente lo stesso peso al milligrammo (misura a cinque cifre significative!), peso che rappresenta un calo dello 0,0062% rispetto a quello dell’esemplare più… pesante.

Alla faccia della tolleranza del peso legale delle monete!

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Inviato

Ho scoperto che nel linguaggio burocratico e aziendale, l'azione e il fatto di rendere efficiente si esprimono con il termine efficientamento.

Si parla ad es. di efficientamento energetico con riferimento all’insieme di operazioni che permettono di sfruttare le fonti energetiche in modo ottimale.

Ma era proprio necessario? Non andava bene ottimizzazione? E la statuetta del Poeta come reagisce?

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Inviato
3 ore fa, apollonia dice:

Ho scoperto che nel linguaggio burocratico e aziendale, l'azione e il fatto di rendere efficiente si esprimono con il termine efficientamento.

Si parla ad es. di efficientamento energetico con riferimento all’insieme di operazioni che permettono di sfruttare le fonti energetiche in modo ottimale.

Ma era proprio necessario? Non andava bene ottimizzazione? E la statuetta del Poeta come reagisce?

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Piange! :)


  • 2 settimane dopo...
Supporter
Inviato

Sentita in televisione:

Ha preso la laurea in Honoris causa.

?

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Inviato (modificato)
Il 26/11/2019 alle 15:43, apollonia dice:

Si parla ad es. di efficientamento energetico con riferimento all’insieme di operazioni che permettono di sfruttare le fonti energetiche in modo ottimale.

premesso che aborrisco i neologismi aziendali, dei quali è infarcita ogni comunicazione societaria, credo comunque ci possa essere una differenza significativa (di significato) fra i termini "efficientamento" e "ottimizzazione".
Il primo dovrebbe stare ad indicare modifiche o riforme atte a migliorare l'efficienza, intesa come rapporto tra energia (anche umana) in uscita ed in entrata, il secondo è più generico, indica semplicemente che il dopo è (dovrebbe essere) migliore di prima, senza però indicare il campo di applicazione.

Naturalmente suona molto più elegante un'espressione del tipo "migliorare l'efficienza energetica della trasformazione", ma per gli yuppies nostrani è una frase troppo banale.

Modificato da cabanes

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