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IGNORED

Una gita a...


yafet_rasnal

Risposte migliori

Che sogno :wub: che oggetti mirabili :wub:

Che assi, che belli gli aes signatum !!

Grazie delle foto, ci dici dove le hai fatte ??

A proposito, hanno tutti la stessa patina lucida, secondo voi come le hanno trattate ?? Sembrano lucidate..

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Ciao, yafet rasnal ed agrippa: mi unisco ai complimenti di tutti. La prossima volta vengo a farvi compagnia nel vostro giro, non fosse altro perchè nell'immagine 3, quella definita la più interessante . . . avete pensato a me con lo scudo ovale di squisita fattura sannitica con umbone spinato, collocabile su 'na bella galea romana a Milazzo? Mi sono permesso di isolare il particolare, in quanto è il documento più chiaro che abbia mai visto su tutto l'argomento: a questo punto vado a raffica con le domande.

C'è una ragionevole datazione di quel reperto? In quale contesto museale è descritto? Sarebbe possibile averne le misure? Come mai è così nettamente isolato? Si trattava di uno stampo e, se si, con quale utilizzo? Vi potrò sembrare eccessivo, ma se volete vederne un modello a Vinovo, sarà necessario che mi passiate quelche dritta, altrimenti come faccio?

Attendo con malcelata ansia e tantissima simpatia

Lepanto2007

post-4203-1170106357_thumb.jpg

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Staff

Quel bel "pezzettone" di rame è un'aes signatum, una forma di premoneta caratteristica del VI-V secolo a.C. (anche se devo dire che quella tipologia di raffigurazione mi è nuova).

Dalla sezione manuali

...sembra proprio uno scudo oblungo tipo quello sannitico o romano del primo periodo... dai Lepanto con le date ci siamo se si considera che la produzione dell' aes signatum continuò fino al III secolo a.C.

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Awards

Allora la gita si e' svolta con visita la mattina alla Crypta Balbi e il pomeriggio a palazzo Massimo :) Una giornata numismatica in piena regola :D

Sui pezzi repubblicani lascio la parola agli esperti. Pero' qualche altra foto posso metterla :D (lepanto hai visto la foto della nave che ti ho messo sull'altro post?)

Ecco a voi un amico con pettinatura a caschetto anni 80

post-38-1170110286_thumb.jpg

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Una domandina, come mai le monete fuse di serie librale sono quasi sempre verdi (e di un verde che farebbe arrossire dalla vergogna uno smeraldo)?? E' difficile vederne uno marrone o nero (nero poi non ne ho visti), che dipenda dal processo di fusione, o fa qualche impurità della lega. O dalla terra italica, feconda di meravigliose patine color smeraldo???

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Che bellissime foto, complimenti per la Vs gita. Interessante la domanda di caius sulla patina verde, in effetti tutti i bronzi repubblicani ( e non solo le monete fuse di serie librale ) in mio possesso hanno la patina verde di verie sfumature.

In effetti il rame si ossida diventando verde a contatto con agenti acidi, ma perchè in modo così particolare con questa tipologia? Visto che queste tipologie sono state rinvenute in luoghi diversi e presentano quasi sempre questa colorazione si potrebbe ipotizzare che influisca la percentuale di stagno nella lega?

lele

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Ecco a voi un amico con pettinatura a caschetto anni 80

194716[/snapback]

Medaglione aureo di Teodorico, da tre solidi, il pezzo piu' pregiato della collezione Gnecchi (per sua stessa ammissione) e una delle piu' interessanti e splendide monete d tutta l'epoca medioevale. Conquisterebbe di diritto il primo posto ne

"la vostra medioevale piu' antica", e anche nel contesto di "primo ritratto fisiognomico" dopo la caduta dell'impero romano...

numa numa

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C'è una ragionevole datazione di quel reperto? In quale contesto museale è descritto? Sarebbe possibile averne le misure? Come mai è così nettamente isolato? Si trattava di uno stampo e, se si, con quale utilizzo? Vi potrò sembrare eccessivo, ma se volete vederne un modello a Vinovo, sarà necessario che mi passiate quelche dritta, altrimenti come faccio?

Attendo con malcelata ansia e tantissima simpatia

Lepanto2007

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Ciao Lepanto, gli splendidi esempi illustrati nelle foto di Yafet sono esemplari di "AES SIGNATUM", provenienti dalle collezioni antiquarie dell'ex Museo Kirkeriano e da ritrovamenti (quali la stipe di Vicarello) e confluiti nelle collezioni numismatiche del Museo Nazionale Romano ospitato a Palazzo Massimo a Roma (vicinissimo alla stazione Termini).

L'aes signatum e' a tutti gli effetti considerata dagli studiosi una forma di moneta, sicuramente di riserva di valore (una delle tre funzione che una moneta, definita come tale, assolve assieme alla misurazione del valore e al mezzo di scambio), ma probabilmente anche, entro certi limiti come mezzo di scambio (e quindi neccessariamente anche misura), prova ne sia il ritrovamento nella stipe votiva di Vicarello ove sono stati ritrovati anche assi e altre monete di bronzo di tipo piu' tardo, nonche' il frazionamento cui erano sottoposti questi pezzi che non si spiega se non con la necessita' di frazionarne il potere d'acquisto.

Questi pezzi, tra i piu' interessanti in tutta la serie Repubblicana Romana, conservano ancora parecchi lati oscuri, ma secondo ricerche recenti vengono fatti risalire ad un periodo compreso tra il V e il IV secolo aC.

Si conoscono una dozzina circa di tipologie con raffigurazioni di animali ed oggetti.

Al Museo Nazionale Romano e' riportato il tipo con l'Aquila ed Il Pegaso che ha tra l'altro la scritta ROMANOM (forma genitivo arcaico che significa "dei Romani"),

nonche il tipo con lo scudo, e il tipo con il toro da ambo i lati. Esistono altri tipi che riportano l'elefante/scrofa, ancora/tripode (sicuramente ti interessera') , spada/fodero, polli augurali/rostri (ma guarda un po'..), etc. La metrologia di questi pezzi e' ancora molto oscura, il peso va da poco sotto il Kg ad oltre 2 kg. Autori ottocenteschi avevano ipotizzato che potessero essere multipli de lla libbra romana gr. 327 o latina, gr. 273 (quattro o cinque) ma la ricerca piu' recente non sembra condividere questa ipotesi. Oltre al Museo di Roma puoi vedere questi pezzi, iper-rari e quais solo presso musei, al British Museum, Museo Archeologico di Firenze, Bibliotheque Nationale di Parigi, (forse ma non sono sicuro all'Archologico di Bologna), Museo Archeologico di Napoli.

Per approfondimenti ulteriori e soprattutto per una raffigurazione completa dei tipi ti consiglio :

Haeberlin, AES GRAVE, Francoforte 1910

Rudi Thomsen Early Roman Coinage , Copenaghen (non ricordo a memoria la data, ma attorno agli anni sessanta)

Italo Vecchi - B. Thurlow, Italian Cast Coinage

numa numa

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Grazie YAFET !

Quando scattavi non pensavo che tu fossi così bravo...sembra che sia stato tu a rompere quella "pentolaccia"... :D

Se tanto ci da tanto... ti chiedo di farci vedere le altre mille foto... :D

YAFET ci insegna anche come si visita un Museo ...

YAFET il verde smeraldo dei Grandi Bronzi romani, però, non è merito tuo ma della mia terra che arieggiata e giustamente acida e argillosa ha permesso di allevare e nutrire le menti e le legioni di un Grande Popolo...e fare smeraldo le monete che ci ha lasciato...

Scusa la "sviolinata"... e, con orgoglio, un po di campanilismo.. :D

Agrippa

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il verde smeraldo dei Grandi Bronzi romani, però, non è merito tuo ma della mia terra che arieggiata e giustamente acida e argillosa ha permesso di allevare e nutrire le menti e le legioni di un Grande Popolo...e fare smeraldo  le monete che ci ha lasciato... 

Scusa la "sviolinata"... e, con orgoglio, un po di campanilismo.. :D

Agrippa

194859[/snapback]

Parole sante, anche secondo me è la terra a dare il colore smeraldo alle monete, e anche una certa dose di aridità del terreno. Bisogna pensare che la circolazione di queste "bestie" era abbastanza limitata. Italia centrale, principalmente Lazio e Toscana, poco oltre la pianura padana a Nord. A Sud sulle coste già c'erano da tempo le dracme greche.

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Plinius, se ti interessa io ho la foto di un fuso patina "nera", in realtà è color ottone fumè.

Per Lepanto, se non mi ricordo male i 2 grandi blocchi di fusi arcaici vengono dai ritrovamenti di Vicarello e di S. Marinella. Quello con la pentolaccia è di S. Marinella e veniva datato al III sec. a.C.

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